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principio di inerzia

fisica aiutini

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    Terzo principio di inerzia


    Titolo dell’esperienza

    Applicazione del terzo principio della dinamica: urto elastico e urto anelastico

    Scopo dell’esperienza

    Si dimostra che la quantità di moto finale risulti uguale a zero per il principio di conservazione della quantità di moto per un sistema isolato, poiché, essendo inizialmente le due slitte ferme, le loro velocità risultano nulle e quindi la quantità di moto iniziale è uguale a zero. Le velocità finali delle 2 slitte risultano uguali ma opposti…



    Cenni Teorici

    Premesso che per sistema isolato si intende un sistema per il quale la risultante della forza esterna E =0, per il principio di conservazione della quantità di moto, si avrà che la quantità di moto del sistema isolato si mantiene costante, cioè quantità di moto iniziale = quantità di moto finale.

    Descrizione dell’esperienza (Strumenti , Procedimento)

    Questa esperienza si suddivide in 2 fasi: nella prima si dimostra l’urto elastico e nella seconda l’urto anelastico.

    Urto elastico

    Strumenti utilizzati per l’esperienza: Rotaia a cuscino d’aria, 2 fotocellule, 2 slitte con banderuole larghe 5 cm, un’elastico, 2 forcelle, filo inestensibile, compressore, bilancia elettronica, cronometro collegato alle 2 fotocellule.

    Dopo aver preparato l’apparato sperimentale, abbiamo pesato le 2 slitte ricavando le masse che risultano in tutti e 2 i carrelli uguali. Successivamente abbiamo legato le 2 forcelle delle 2 slitte con un elastico e con un filo. Quindi la velocità iniziale delle 2 slitte risulta uguale a zero e la quantità di moto iniziale risulta anche uguale a zero in formula qi = m1i * m 2I + m2i*v2i=o. Dopo abbiamo bruciato il filo ( si brucia il filo perché si evita qualche errore sperimentale che invece può presentarsi se si taglia il filo con le forbici) così le slitte sono andate una a destra e una sinistra e abbiamo annotato il tempo della prima slitta e il tempo della seconda slitta. Sapendo che lo spazio è 0.05 m e conoscendo i due valori del tempo con la formule v =s/t abbiamo calcolato la velocità finale della prima slitta e la velocità finale della seconda slitta. Poi abbiamo calcolato la quantità di moto finale che risulta uguale a zero; in formula qf =m1f*v1f+m2f*v2f=0.

    E quindi abbiamo verificato che la quantità di moto iniziale si uguale alla quantità di moto finale qi=qf.

    Urto anelastico

    Strumenti utilizzati per l’esperienza: Rotaia a cuscino d’aria, 2 fotocellule, 2 slitte con banderuole e in una delle 2 slitte c’è un perno in modo che si possa incastrare con l’altra slitta, compressore, bilancia elettronica, cronometro collegato alle 2 fotocellule.

    Dopo aver preparato l’apparato sperimentale, abbiamo pesato le 2 slitte ricavando le masse che risultano in tutti e 2 i carrelli uguali. Abbiamo pesato le 2 fotocellule e annotato il peso della prima, il peso della seconda e il peso di tutti e 2.Successivamente abbiamo spinto il carrello che è passato dalla prima fotocellula e quindi abbiamo ricavato il tempo della prima slitta, successivamente la prima slitta ha urtato la seconda e si è incastrata con quest’ultima passando dalla fotocellula e abbiamo ricavato anche il tempo della prima slitta unita con la seconda. Poi con la formula v=s/t abbiamo calcolato le 2 velocità delle slitte. E infine con la formula qi = m1i * m 2I + m2i*v2i=o e con la formula qf =m1f*v1f+m2f*v2f=0 abbiamo verificato che la quantità di moto iniziale sia uguale alla quantità di moto finale qi=qf.

    Elaborazione dei dati (qui inserire eventuali tabelle, grafici , …)

    Tabella urto elastico

    N

    m1 (kg)

    m2 (kg)

    v1i (m/s)

    v2i (m/s)

    qi ( kg*m/s)

    v1f (m/s)

    s (m)

    t1 (s)

    v2f (m/s)

    t2 (s)

    qf (kg*m/s)

    1

    0,395

    0,395

    0

    0

    0

    0,555556

    0,05

    0,09

    0,5

    0,1

    0

    Tabella urto anelastico

    N

    m1i (kg)

    t1i(s)

    s (m)

    v1i (m/s)

    qi ( kg*m/s)

    mf (kg)

    t2f (s)

    v2f (m/s)

    qf= (kg*m/s)

    1

    0,3814

    0,08

    0,3

    3,75

    1.43

    0,7628

    0,17

    1,764706

    1.34

    Conclusioni

    Possiamo concludere dicendo che l’esperienza è andata a buon fine anche se c’è qualche errore sperimentale.

    Titolo dell’esperienza

    Applicazione del terzo principio della dinamica: urto elastico e urto anelastico

    Scopo dell’esperienza

    Si dimostra che la quantità di moto finale risulti uguale a zero per il principio di conservazione della quantità di moto per un sistema isolato, poiché, essendo inizialmente le due slitte ferme, le loro velocità risultano nulle e quindi la quantità di moto iniziale è uguale a zero. Le velocità finali delle 2 slitte risultano uguali ma opposti…



    Cenni Teorici

    Premesso che per sistema isolato si intende un sistema per il quale la risultante della forza esterna E =0, per il principio di conservazione della quantità di moto, si avrà che la quantità di moto del sistema isolato si mantiene costante, cioè quantità di moto iniziale = quantità di moto finale.

    Descrizione dell’esperienza (Strumenti , Procedimento)

    Questa esperienza si suddivide in 2 fasi: nella prima si dimostra l’urto elastico e nella seconda l’urto anelastico.

    Urto elastico

    Strumenti utilizzati per l’esperienza: Rotaia a cuscino d’aria, 2 fotocellule, 2 slitte con banderuole larghe 5 cm, un’elastico, 2 forcelle, filo inestensibile, compressore, bilancia elettronica, cronometro collegato alle 2 fotocellule.

    Dopo aver preparato l’apparato sperimentale, abbiamo pesato le 2 slitte ricavando le masse che risultano in tutti e 2 i carrelli uguali. Successivamente abbiamo legato le 2 forcelle delle 2 slitte con un elastico e con un filo. Quindi la velocità iniziale delle 2 slitte risulta uguale a zero e la quantità di moto iniziale risulta anche uguale a zero in formula qi = m1i * m 2I + m2i*v2i=o. Dopo abbiamo bruciato il filo ( si brucia il filo perché si evita qualche errore sperimentale che invece può presentarsi se si taglia il filo con le forbici) così le slitte sono andate una a destra e una sinistra e abbiamo annotato il tempo della prima slitta e il tempo della seconda slitta. Sapendo che lo spazio è 0.05 m e conoscendo i due valori del tempo con la formule v =s/t abbiamo calcolato la velocità finale della prima slitta e la velocità finale della seconda slitta. Poi abbiamo calcolato la quantità di moto finale che risulta uguale a zero; in formula qf =m1f*v1f+m2f*v2f=0.

    E quindi abbiamo verificato che la quantità di moto iniziale si uguale alla quantità di moto finale qi=qf.

    Urto anelastico

    Strumenti utilizzati per l’esperienza: Rotaia a cuscino d’aria, 2 fotocellule, 2 slitte con banderuole e in una delle 2 slitte c’è un perno in modo che si possa incastrare con l’altra slitta, compressore, bilancia elettronica, cronometro collegato alle 2 fotocellule.

    Dopo aver preparato l’apparato sperimentale, abbiamo pesato le 2 slitte ricavando le masse che risultano in tutti e 2 i carrelli uguali. Abbiamo pesato le 2 fotocellule e annotato il peso della prima, il peso della seconda e il peso di tutti e 2.Successivamente abbiamo spinto il carrello che è passato dalla prima fotocellula e quindi abbiamo ricavato il tempo della prima slitta, successivamente la prima slitta ha urtato la seconda e si è incastrata con quest’ultima passando dalla fotocellula e abbiamo ricavato anche il tempo della prima slitta unita con la seconda. Poi con la formula v=s/t abbiamo calcolato le 2 velocità delle slitte. E infine con la formula qi = m1i * m 2I + m2i*v2i=o e con la formula qf =m1f*v1f+m2f*v2f=0 abbiamo verificato che la quantità di moto iniziale sia uguale alla quantità di moto finale qi=qf.

    Elaborazione dei dati (qui inserire eventuali tabelle, grafici , …)

    Tabella urto elastico

    N

    m1 (kg)

    m2 (kg)

    v1i (m/s)

    v2i (m/s)

    qi ( kg*m/s)

    v1f (m/s)

    s (m)

    t1 (s)

    v2f (m/s)

    t2 (s)

    qf (kg*m/s)

    1

    0,395

    0,395

    0

    0

    0

    0,555556

    0,05

    0,09

    0,5

    0,1

    0

    Tabella urto anelastico

    N

    m1i (kg)

    t1i(s)

    s (m)

    v1i (m/s)

    qi ( kg*m/s)

    mf (kg)

    t2f (s)

    v2f (m/s)

    qf= (kg*m/s)

    1

    0,3814

    0,08

    0,3

    3,75

    1.43

    0,7628

    0,17

    1,764706

    1.34

    Conclusioni

    Possiamo concludere dicendo che l’esperienza è andata a buon fine anche se c’è qualche errore sperimentale.






    Secondo principio di inerzia


    Titolo dell’esperienza

    Verifica sperimentale del secondo principio della dinamica

    Scopo dell’esperienza

    Questa esperienza è suddivisa in 2 fasi:

    1) Si dimostra la diretta proporzionalità tra forza e accelerazione e la costante di proporzionalità è la massa del sistema, cioè la somma delle masse della slitta + la somma delle masse che servono a determinare la forza applicata.

    2) Si dimostra che forza e accelerazione sono grandezze inversamente proporzionali e la costante di proporzionalità è la forza.

    Cenni Teorici

    Il secondo principio della dinamica afferma che: Applicando una forza ad un corpo si genera un’accelerazione di modulo direttamente proporzionale alla forza applicata e avente stessa direzione e stesso verso della forza. La costante di proporzionalità è la massa del corpo.

    Descrizione dell’esperienza (Strumenti , Procedimento)

    Strumenti

    Rotaia a cuscino d’aria,2 fotocellule collegate ad un cronometro, un compressore, slitta piccola e grande, un distanziatore, una carrucola alla cui gola c’è un filo inestensibile alla cui estremità è collegato un porta masse con 4 masse da 5 g, bilancia elettronica, 3 masse da 50g.

    Procedimento prima fase

    Formule

    F=m*g m+m =F/a A =2*s/t2

    Dopo aver preparato l’apparato sperimentale, eseguiamo 1 prova mettendo nel portamasse una massa da 0.005kg e quindi moltiplicato questo valore x 9.81 ci ricaviamo la forza. Poi pesiamo la slitta e calcoliamo la somma della masse della slitta e delle masse. Successivamente annotiamo il tempo che ha percorso la slitta in uno spazio di 0.30 metri e ci calcoliamo l’accelerazione. Avendo forza e accelerazione abbiamo preso la forza e l’abbiamo divisa per l’accelerazione e abbiamo verificato che la somma delle masse calcolata con la formula m1+m2 sia uguale alla somma delle masse calcolata con la formula F/A. Abbiamo ripetuto l’operazione altre 4 volte aggiungendo nel porta masse sempre una massa da 0.005 kg. Infine abbiamo riportato i dati su un piano cartesiano

    Procedimento 2 fase

    Dopo aver preparato l’apparato sperimentale, abbiamo inserito nel portamasse un peso pari alla massa di 0.025kg e abbiamo inserito nel perno della slitta un massa da 50g e abbiamo annotato il tempo. Successivamente abbiamo ripetuto l’esperienza altre 4 volte aggiungendo ogni volta nel carrella una massa da 50g. Infine per ogni prova abbiamo calcolato la m*a e l’accellerazione con la formula a= 2s/t2. abbiamo riportato i dati su un piano cartesiano verificando l’inversa proporzionalità tra accelerazione e forza.

    Elaborazione dei dati (qui inserire eventuali tabelle, grafici , …)

    Secondo principio di inerzia prima fase

    N

    m (kg)

    F (N)

    m1 (kg)

    m+m (kg)

    F/a (kg)

    S (m)

    t (s)

    a (m/s2)

    1

    0,005

    0,05

    0,175

    0,2

    0,2

    0,3

    1,54

    0,25

    2

    0,010

    0,1

    0,175

    0,2

    0,2

    0,3

    1,08

    0,51

    3

    0,015

    0,15

    0,175

    0,2

    0,2

    0,3

    0,88

    0,77

    4

    0,020

    0,2

    0,175

    0,2

    0,2

    0,3

    0,76

    1,04

    5

    0,025

    0,25

    0,175

    0,2

    0,2

    0,3

    0,68

    1,30

    SECONDO PRINCIPIO DI INERZIA SECONDA FASE

    N

    m (kg)

    F (N)

    M*a (N)

    mi (kg)

    m (kg)

    s (m)

    t (s)

    a (m/s2)

    1

    0,025

    0,25

    0,29

    0,401

    0,401

    0,3

    0,91

    0,72

    2

    0,025

    0,25

    0,26

    0,401

    0,451

    0,3

    1,02

    0,58

    3

    0,025

    0,25

    0,26

    0,401

    0,501

    0,3

    1,07

    0,52

    4

    0,025

    0,25

    0,26

    0,401

    0,551

    0,3

    1,13

    0,47



    GRAFICO DI DIRETTA PROPORZIONALITA’ TRA FORZA E ACCELLERAZIONE

    GRAFICO INVERSA PROPORZIONALITA’ TRA ACCELLERAZIONE E FORZA

    Conclusioni

    possiamo concludere dicendo che l’esperienza è andata a buon fine

    Titolo dell’esperienza

    Verifica sperimentale del secondo principio della dinamica

    Scopo dell’esperienza

    Questa esperienza è suddivisa in 2 fasi:

    1) Si dimostra la diretta proporzionalità tra forza e accelerazione e la costante di proporzionalità è la massa del sistema, cioè la somma delle masse della slitta + la somma delle masse che servono a determinare la forza applicata.

    2) Si dimostra che forza e accelerazione sono grandezze inversamente proporzionali e la costante di proporzionalità è la forza.

    Cenni Teorici

    Il secondo principio della dinamica afferma che: Applicando una forza ad un corpo si genera un’accelerazione di modulo direttamente proporzionale alla forza applicata e avente stessa direzione e stesso verso della forza. La costante di proporzionalità è la massa del corpo.

    Descrizione dell’esperienza (Strumenti , Procedimento)

    Strumenti

    Rotaia a cuscino d’aria,2 fotocellule collegate ad un cronometro, un compressore, slitta piccola e grande, un distanziatore, una carrucola alla cui gola c’è un filo inestensibile alla cui estremità è collegato un porta masse con 4 masse da 5 g, bilancia elettronica, 3 masse da 50g.

    Procedimento prima fase

    Formule

    F=m*g m+m =F/a A =2*s/t2

    Dopo aver preparato l’apparato sperimentale, eseguiamo 1 prova mettendo nel portamasse una massa da 0.005kg e quindi moltiplicato questo valore x 9.81 ci ricaviamo la forza. Poi pesiamo la slitta e calcoliamo la somma della masse della slitta e delle masse. Successivamente annotiamo il tempo che ha percorso la slitta in uno spazio di 0.30 metri e ci calcoliamo l’accelerazione. Avendo forza e accelerazione abbiamo preso la forza e l’abbiamo divisa per l’accelerazione e abbiamo verificato che la somma delle masse calcolata con la formula m1+m2 sia uguale alla somma delle masse calcolata con la formula F/A. Abbiamo ripetuto l’operazione altre 4 volte aggiungendo nel porta masse sempre una massa da 0.005 kg. Infine abbiamo riportato i dati su un piano cartesiano

    Procedimento 2 fase

    Dopo aver preparato l’apparato sperimentale, abbiamo inserito nel portamasse un peso pari alla massa di 0.025kg e abbiamo inserito nel perno della slitta un massa da 50g e abbiamo annotato il tempo. Successivamente abbiamo ripetuto l’esperienza altre 4 volte aggiungendo ogni volta nel carrella una massa da 50g. Infine per ogni prova abbiamo calcolato la m*a e l’accellerazione con la formula a= 2s/t2. abbiamo riportato i dati su un piano cartesiano verificando l’inversa proporzionalità tra accelerazione e forza.

    Elaborazione dei dati (qui inserire eventuali tabelle, grafici , …)

    Secondo principio di inerzia prima fase

    N

    m (kg)

    F (N)

    m1 (kg)

    m+m (kg)

    F/a (kg)

    S (m)

    t (s)

    a (m/s2)

    1

    0,005

    0,05

    0,175

    0,2

    0,2

    0,3

    1,54

    0,25

    2

    0,010

    0,1

    0,175

    0,2

    0,2

    0,3

    1,08

    0,51

    3

    0,015

    0,15

    0,175

    0,2

    0,2

    0,3

    0,88

    0,77

    4

    0,020

    0,2

    0,175

    0,2

    0,2

    0,3

    0,76

    1,04

    5

    0,025

    0,25

    0,175

    0,2

    0,2

    0,3

    0,68

    1,30

    SECONDO PRINCIPIO DI INERZIA SECONDA FASE

    N

    m (kg)

    F (N)

    M*a (N)

    mi (kg)

    m (kg)

    s (m)

    t (s)

    a (m/s2)

    1

    0,025

    0,25

    0,29

    0,401

    0,401

    0,3

    0,91

    0,72

    2

    0,025

    0,25

    0,26

    0,401

    0,451

    0,3

    1,02

    0,58

    3

    0,025

    0,25

    0,26

    0,401

    0,501

    0,3

    1,07

    0,52

    4

    0,025

    0,25

    0,26

    0,401

    0,551

    0,3

    1,13

    0,47



    GRAFICO DI DIRETTA PROPORZIONALITA’ TRA FORZA E ACCELLERAZIONE

    GRAFICO INVERSA PROPORZIONALITA’ TRA ACCELLERAZIONE E FORZA

    Conclusioni

    possiamo concludere dicendo che l’esperienza è andata a buon fine


    Il principio di inerzia

    Caldarella Franco

    Titolo dell’esperienza

    Verifica sperimentale del principio di inerzia

    Scopo dell’esperienza

    Lo scopo dell’esperienza è verificare il principio di inerzia con un’esperienza suddivisa in 2 Fasi.

    Cenni Teorici

    Il principio di inerzia ha carattere generale è costituisce una della leggi fondamentali della natura, in quanto si ritiene che valga in tutto l’universo e per tutti i corpi. Esso afferma che: Un corpo sul quale non agisce alcuna forza, se è fermo, continua a rimanere in quiete, se è in movimento continua a muoversi di moto rettilineo uniforme.

    Descrizione dell’esperienza (Strumenti , Procedimento)

    Prima fase

    1 Esperimento

    Strumenti: piano inclinato e un disco eterogeneo ( quest’ultimo è costituito da un disco di legno contenente una massa di piombo che è situata nella periferia del disco e perciò il baricentro non sarà al centro della figura ma in un altro punto).

    Procedimento

    Abbiamo messo il disco sul piano inclinato ed esso è rimasto in quiete oppure è salito lungo il piano inclinato.

    2 esperimento

    Strumenti: apparecchiatura formata da un cilindro di legno alla cui estremità è realizzata una concavità sede di una sfera di metallo, l’altra estremità del cilindro invece è fissata su una base di legno e su questa è fissata anche una linguetta di metallo, e poi, abbiamo anche una lamina di metallo.

    Procedimento

    Mettiamo la lamina di metallo all’estremità del cilindro, poniamo di sopra la sfera e tiriamo con forza la linguetta in modo che possa esercitare una forza solo sulla lamina e non sulla pallina. Abbiamo visto che siccome sulla sfera non agisce alcuna forza essa rimarrà sul cilindro invece la lamina che ha ricevuto una forza cadrà.

    3 esperimento

    strumenti: apparato sperimentale costituito da una sfera massiccia di ghisa (2 kg) la quale ad un’estremità è attaccato un filo inestensibile con una maniglia, e l’altra estremità è fissata sempre con un filo inestensibile ad un supporto costituito da: una morsa da tavolo, un’asta verticale, un morsetto e un asta orizzontale con gancio.

    Procedimento

    Tiriamo velocemente la maniglia e noteremo che si spezzerà solo il filo che sta sotto la maniglia perché la forza agisce solo sul filo e non sulla sfera. Invece se tiriamo lentamente, la forza si somma con quella della spera e quindi si spezzerà il filo di sopra.

    Elaborazione dei dati (qui inserire eventuali tabelle, grafici , …)

    Verifica sperimentale del primo principio della dinamica o principio di inerzia

    N

    S (cm)

    t (s)

    v (m/s)

    Vm (m/s)

    1

    0,05

    0,37

    0,135135

    0,138971

    2

    0,1

    0,8

    0,125



    3

    0,15

    1,23

    0,1875



    4

    0,2

    1,62

    0,123457



    5

    0,25

    2,02

    0,123762



    Grafico diretta proporzionalità tra “S” e “T”

    Y =S (cm)

    X = t (s)

    Grafico sulla velocità che si mantiene costante nel tempo

    Y =v (m/s)

    X =t (s)

    Conclusioni

    Possiamo concludere dicendo che l’esperienza è andata a buon fine.

    Caldarella Franco

    Titolo dell’esperienza

    Verifica sperimentale del principio di inerzia

    Scopo dell’esperienza

    Lo scopo dell’esperienza è verificare il principio di inerzia con un’esperienza suddivisa in 2 Fasi.

    Cenni Teorici

    Il principio di inerzia ha carattere generale è costituisce una della leggi fondamentali della natura, in quanto si ritiene che valga in tutto l’universo e per tutti i corpi. Esso afferma che: Un corpo sul quale non agisce alcuna forza, se è fermo, continua a rimanere in quiete, se è in movimento continua a muoversi di moto rettilineo uniforme.

    Descrizione dell’esperienza (Strumenti , Procedimento)

    Prima fase

    1 Esperimento

    Strumenti: piano inclinato e un disco eterogeneo ( quest’ultimo è costituito da un disco di legno contenente una massa di piombo che è situata nella periferia del disco e perciò il baricentro non sarà al centro della figura ma in un altro punto).

    Procedimento

    Abbiamo messo il disco sul piano inclinato ed esso è rimasto in quiete oppure è salito lungo il piano inclinato.

    2 esperimento

    Strumenti: apparecchiatura formata da un cilindro di legno alla cui estremità è realizzata una concavità sede di una sfera di metallo, l’altra estremità del cilindro invece è fissata su una base di legno e su questa è fissata anche una linguetta di metallo, e poi, abbiamo anche una lamina di metallo.

    Procedimento

    Mettiamo la lamina di metallo all’estremità del cilindro, poniamo di sopra la sfera e tiriamo con forza la linguetta in modo che possa esercitare una forza solo sulla lamina e non sulla pallina. Abbiamo visto che siccome sulla sfera non agisce alcuna forza essa rimarrà sul cilindro invece la lamina che ha ricevuto una forza cadrà.

    3 esperimento

    strumenti: apparato sperimentale costituito da una sfera massiccia di ghisa (2 kg) la quale ad un’estremità è attaccato un filo inestensibile con una maniglia, e l’altra estremità è fissata sempre con un filo inestensibile ad un supporto costituito da: una morsa da tavolo, un’asta verticale, un morsetto e un asta orizzontale con gancio.

    Procedimento

    Tiriamo velocemente la maniglia e noteremo che si spezzerà solo il filo che sta sotto la maniglia perché la forza agisce solo sul filo e non sulla sfera. Invece se tiriamo lentamente, la forza si somma con quella della spera e quindi si spezzerà il filo di sopra.

    Elaborazione dei dati (qui inserire eventuali tabelle, grafici , …)

    Verifica sperimentale del primo principio della dinamica o principio di inerzia

    N

    S (cm)

    t (s)

    v (m/s)

    Vm (m/s)

    1

    0,05

    0,37

    0,135135

    0,138971

    2

    0,1

    0,8

    0,125



    3

    0,15

    1,23

    0,1875



    4

    0,2

    1,62

    0,123457



    5

    0,25

    2,02

    0,123762



    Grafico diretta proporzionalità tra “S” e “T”

    Y =S (cm)

    X = t (s)

    Grafico sulla velocità che si mantiene costante nel tempo

    Y =v (m/s)

    X =t (s)

    Conclusioni

    Possiamo concludere dicendo che l’esperienza è andata a buon fine.
     
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