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Lussy60.
- San Martino
Testo e parafrasi della lirica con andamento ritmico-melodico composta da G. Carducci, "San Martino"
La nebbia a gl'irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;
Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de' tini
Va l'aspro odor de i vini
L'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l'uscio a rimirar
Tra le rossastre nubi
Stormi d'uccelli neri,
Com'esuli pensieri,
Nel vespero migrar.
Parafrasi
La nebbia, per gli alberi spogli dei colli, mentre piove, sale e, trainata dal vento, dipinge il mare di bianco e tra le vie del paese dai cattivi umori va l’odore di vino a tirar su i morali. Gira su rami infuocati lo spiedo cuocente, mentre il cacciatore festeggia davanti alla porta.
Al momento del tramonto, molti corvi neri, come pensieri nella sera se ne vanno.
Commento:
Nella lirica "San Martino", Carducci, descrive l'atmosfera festosa del giorno di San Martino, cioè l'11 novembre in un borgo della Maremma Toscana. Questo giorno è molto importante per i contadini perchè segna la fine dela lavoro nei campi e l'inizio della sventura, cioè del travaso del vino dai tini, dove è stato messo a fermentare, nelle botti.
All'allegria del borgo si contrappone la malinconia del paesaggio autunnale avvolto nella nebbia e colto all'ora del tramonto "tra le rossastre nubi".
Nella prima strofa si crea uno sfondo paesaggistico della lirica. Infatti il paesaggio viene descritto con la nebbia che copre tutti gli alberi spogli e secchi sui colli, che quando piove l'altezza della nebbia aumenta. Nella seconda strofa, invece, si sposta l'attenzione al borgo. Infatti questo posto tra le sue vie dal ribollire dei tini si sente l'odore aspro dei vini che rallegra le anime. Nella terza strofa, si concentra l'ambiente domestico interno. Infatti sui ceppi accesi gira lo spiedo facendo colare il grasso della carne messa ad arrostire, mentre un cacciatore fischia sull'uscio a guardare.
Infine nell'ultima strofa si collega alla figura del cacciatore intento a osservare le rosse nubi e poichè è l'ora del tramonto, gli stormi di uccelli sono paragonati dal poeta ai pensieri degli uomini che fuggono e si allontanano nella sera per migrare.Presso una certosa
Testo e breve commento della lirica di Giosuè Carducci "Presso una certosa", testamento nei confronti dei valori della poesia
Presso una certosa
Da quel verde, mestamente pertinace tra le foglie
Gialle e rosse de l'acacia, senza vento una si toglie:
E con fremito leggero
Par che passi un'anima.
Velo argenteo par la nebbia su 'I ruscello che gorgoglia,
Tra la nebbia nel ruscello cade a perdersi la foglia.
Che sospira il cimitero,
Da' cipressi, fievole?
Improvviso rompe il sole sopra l'umido mattino,
Navigando tra le bianche nubi l'aere azzurrino :
Si rallegra il bosco austero
Già del verno prèsago.
A me, prima che l'inverno stringa pur l'anima mia
Il tuo riso, o sacra luce, o divina poesia!
Il tuo canto, o padre Omero,'
Pria che l'ombra avvolgami!
Commento
E` un sommesso e commosso addio alla vita e un ultimo canto di poesia, che consola e illumina l`esistenza.
Il paesaggio autunnale, descritto con intensa malinconia, riflette lo stato d`animo del poeta che sente la fine oramai vicina e che tuttavia e` ancora teso a cogliere le ultime gioie della vita: un raggio di sole, la luce consolante della poesia. Nelle vicinanze di un cimitero (Certosa e` il nome del camposanto bolognese) una foglia cade da un albero e va a perdersi nella nebbia, con un fremito che fa pensare al trapasso di un`anima da questa a un`altra vita. Ma all`improviso il triste paesaggio autunnale, che annuncia un inverno vicino, è rallegrato da un raggio di sole, da un ultimo segno di vita. E il poeta spera che la poesia illumini ancora una volta la sua vita,prima che le tenebre della morte lo avvolgano..