Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

I bimbi e gli animali...(magia di un mondo in comune)

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    quanta tenerezza.e quanta magia nel .legame fra bimbi ed animali...

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    Bambini e Animali

    Creature sensibili e pure, i bambini e gli animali posseggono molti tratti comuni, nell’atteggiamento, nel modo di porsi nei confronti del mondo e degli altri, nel modo di amare.

    Bambini e animali sono fatti per vivere insieme. Gli uni arricchiscono e completano gli altri. Insieme, si aiutano a crescere e ad affrontare la vita.

    Da vari anni la letteratura psicologica mette in evidenza l'importanza di un rapporto positivo del bambino con l'animale per la costruzione di un rapporto altrettanto positivo del bambino con gli esseri umani, con la natura e con la realtà in genere.

    In particolare è stato evidenziato il ruolo che un rapporto positivo del bambino con l'animale riveste nel facilitare la comprensione del “diverso”.

    Gli animali sono diversi da noi, ma per molti aspetti ci assomigliano anche: amano e soffrono, piangono e ridono, s' incuriosiscono e si disperano. Hanno sentimenti e nessuno che abbia vissuto con animali lo negherebbe.

    È importante che i bambini sappiano che, in quanto esseri umani, siamo animali anche noi e condividiamo molte caratteristiche comuni ad altri membri del mondo animale.

    Di conseguenza, il rispetto, la comprensione, l’amore per tutti gli esseri viventi dovrebbero essere al primo posto negli intenti educativi dei genitori.


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    Sarebbe importante che i nostri bambini imparassero la cura per l'altro, l'empatia e la con-passione.

    Il rapporto con gli animali ha un ruolo determinante, proprio perché essi sono diversi da noi e quindi l'addestramento all'empatia nei loro riguardi costituisce un esercizio particolarmente adatto al potenziamento delle capacità di condivisione e convivenza. (Ilaria Marucelli)

    Se decidiamo di far convivere bambini e animali è indispensabile tener presente alcuni elementi:
    * il bambino deve sapere che l’animale va rispettato e accudito, non è un giocattolo di gomma al quale tirare le orecchie o dare pizzicotti.
    * L’animale deve sapere (sarebbe consigliabile seguire dei corsi di addestramento, in caso per esempio dei cani) che non è elevato a membro della famiglia e che quindi deve rispettare regole che possono non valere per gli altri membri.

    I genitori possono fare molto per rendere serena la convivenza fra bambino e animale.

    Se mostrano quanto amano gli animali, il bambino non troverà difficoltà a conviverci: i bambini tendono ad imitare l’adulto e così faranno anche nel rapporto con l’animale.

    Insegnate ai bambini a rispettare ogni specie vivente e non solo gli animali domestici! E fatelo voi stessi.


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    Cani e bambini

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    Una recente ricerca condotta dalla prestigiosa rivista inglese British Medical Journal ha riesaminato il problema dell'aggressività dei cani nei confronti delle persone. Per la prima volta, però, il problema è stato affrontato dal punto di vista degli animali. Se noi uomini ci comportiamo in modo sbagliato possiamo innervosirli e renderli pericolosi. In particolare, lo studio inglese punta sull'importanza dell'educazione dei bambini che sono più a rischio di morsicature, non tanto ad opera di un cane sconosciuto ma di quello di casa, che può sentirsi minacciato mentre mangia o riposa. Perché "il migliore amico dell'uomo" sia tale, soprattutto quando in casa c'è un bambino, è necessario perciò adottare delle regole di convivenza che permettano di vivere tutti insieme, serenamente, senza pericoli.

    Uomini e cani, sin dal Paleolitico, hanno vissuto insieme. Secondo K. Lorenz, il padre fondatore dell'etologia (la scienza che studia il comportamento animale) fu una bambina a salvare da morte sicura un cucciolo di lupo e a portarlo con sé nella caverna, accudendolo e prendendosi cura di lui. È molto probabile addirittura che qualche donna abbia allattato i cuccioli di lupo insieme ai cuccioli umani (secondo il fenomeno del "maternaggio") legando per sempre l'evoluzione del cane a quella dell'uomo. Quello che è certo è che ciò che unisce da sempre l'uomo al cane sono delle caratteristiche intrinseche comuni a entrambe le specie: la socialità, la curiosità, la voglia di movimento e di gioco, l'adattabilità, oltre che la maniera così simile di esprimere emozioni e sentimenti.

    Quasi tutti i cani, proprio come impostazione genetica dovuta al processo stesso di addomesticamento, sono docili e anche nei confronti dei bambini non mostrano nessun tipo di aggressività. Quando lo fanno, molto spesso, dipende da un errore di comunicazione all'interno della famiglia o dal fatto che si è scelto il cane sbagliato. Il rapporto tra bambini e animali, per quanto istintivo e innato, dev'essere perciò mediato. Se è ormai assodato che la convivenza tra bambini e animali apporta notevoli benefici allo sviluppo psicofisico dei piccoli che, rispetto ai loro coetanei, sono più propensi ad essere socievoli, sensibili, responsabili e più sicuri di sé, non sempre li si prepara ad accogliere un animale in casa. Gli adulti hanno il compito fondamentale di insegnare ai propri figli la sensibilità e le regole per trattare con gli animali nel modo più corretto e, nel caso in cui ci sia già un animale in casa quando arriva un bambino, di gettare tempestivamente le basi perché il cucciolo di uomo sia accolto non come un estraneo ma come un altro membro della famiglia da amare e proteggere.

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    L'ideale sarebbe abituare il proprio cane alla presenza dei bambini entro le prime unidici/dodici settimane di vita. In questo periodo il cucciolo impara a socializzare e a conoscere l'ambiente in cui vivrà e, poiché tutto ciò che si conosce bene non fa paura, non avrà problemi ad accogliere benevolmente il nuovo arrivato. Se ciò non è avvenuto, durante i nove mesi di attesa è importante che il proprio cane abbia a che fare con i bambini che, fino all'età della pubertà, per movimenti e odori differenti da quelli degli adulti possono non essere riconosciuti come piccoli uomini. Con la giusta cautela, quindi, è bene favorire questi incontri tenendo presente che è fondamentale ricorrere a un veterinario comportamentalista nel caso in cui il proprio animale mostri nei loro confronti diffidenza, paura o, peggio, tendenza all'aggressività. Sotto una guida esperta si potrà correggere un errore di mancata conoscenza.

    Se si deve ancora scegliere il cane, soprattutto se si è inesperti, è meglio preferire una razza naturalmente docile e magari una femmina, più dolce, tollerante e meno incline a comportamenti aggressivi. I rappresentanti di certe razze, tendono ad avere un temperamento più forte e reattivo, specie se maschi e le loro reazioni possono essere più brusche e improvvise, per esempio se tirati, trattenuti o travolti dai bimbi durante i giochi. Occorre però ricordare che i bimbi non sanno riconoscere i segnali di avvertimento che un cane può dare quando "ne ha avuto abbastanza" e quelli più piccoli non comprendono che un essere vivente ha le proprie esigenze di tranquillità, rispetto e privacy: regole che assolutamente i genitori debbono spiegare molto attentamente. Tutto cambia se si va a prendere un cane in canile. In questo caso è impossibile conoscere la storia dell'animale e avere indicazioni precise sulle sue caratteristiche innate. È importante allora, valutare l'animale non solo in base all'aspetto fisico ma scegliendolo tra i cani più docili e tranquilli, ansiosi di piacere, cercando si saperne di più sulle sue origini e la sua vita in canile. Una volta a casa, il bambino deve imparare da subito a rispettare l'animale, facendo particolare attenzione al momento del riposo e dei pasti, momenti nei quali anche il cane più docile dev'essere lasciato tranquillo.
     
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    Animali adatti ai bambini

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    Gli animali più adatti ai bambini appartengono a numerose specie. Tra questi vi sono cani, gatti, uccelli da gabbia e da voliera, i piccoli mammiferi domestici e i pesci ornamentali.


    Una delle richieste che più frequentemente i genitori si sentono rivolgere dai propri figli riguarda il possesso di un animale d'affezione. Tale scelta, che deve in ogni caso essere meditata con ponderatezza, si rivela spesso non facile per papà e mamma.

    Quali sono gli animali che meglio si addicono a un bambino?


    Sono numerose le specie che vengono annoverate nel gruppo dei cosiddetti animali familiari, la cui popolazione italiana assomma a circa sessanta milioni di esemplari. Tra questi vi sono, oltre ai cani e ai gatti, anche gli uccelli da gabbia e da voliera, i piccoli mammiferi domestici, gli animali da terrario e i pesci ornamentali. Nonostante non vi sia dubbio che ancora oggi i più amati dai bambini siano cani e gatti - con i quali il rapporto è per certi versi più intimo e appagante rispetto a quello instaurabile con altri pets - negli ultimi anni stiamo assistendo a un aumento del numero dei cosiddetti esotici, nell'ambito dei quali vanno inseriti gli altri animali precedentemente citati.

    Volatili e piccoli mammiferi

    I volatili d'appartamento che vivono nelle case degli Italiani assommano a circa tredici milioni di esemplari: la maggior parte di essi è costituita da canarini e pappagallini ondulati, ma non vanno dimenticati i merli indiani, i calopsitte, i bengalini, i diamantini e così via. Gli allevamenti sono più o meno ventimila, nei quali nascono annualmente ventimila soggetti, due terzi dei quali sono canarini. I piccoli mammiferi sono poco meno di due milioni: la loro crescita numerica testimonia, sull'esempio di quanto è avvenuto da un decennio a questa parte negli Usa e in alcuni paesi europei, come stiano guadagnando sempre più credito e popolarità anche presso i nostri connazionali. Del loro gruppo fanno parte i roditori (cavia, criceto, scoiattolino striato, gerbillo, cincillà), il furetto e il coniglio nano: la taglia ridotta, lo scarso impegno gestionale e il carattere socievole li rendono degli eccellenti animali d'affezione, specie per i bambini.

    Rettili, anfibi e pesci

    I rettili e gli anfibi, chiamati anche animali da terrario, sono in Italia circa un milione: alcuni di loro, come le tartarughe, sono già diffusi da tempo, mentre per altri (iguane, serpenti, salamandre, rane) si stanno invece aprendo nuove prospettive, anche se il numero degli appassionati non è da noi così elevato come in altri Paesi. In ogni caso, si tratta di animali il cui allevamento non deve lasciare spazio all'improvvisazione, in quanto richiede approfondite conoscenze. Il numero dei pesci d'acquario è approssimativamente di una trentina di milioni. L'acquariologia è uno dei passatempi più seguiti nel mondo e l'offerta delle aziende del settore si è ormai talmente evoluta e specializzata, da rendere la realizzazione e la gestione di un acquario molto più semplici rispetto a pochi anni fa.

    Un grosso successo stanno ottenendo anche i cosiddetti acquari olandesi, quelli cioè in cui vengono ospitate solo piante acquatiche.
     
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    Bambini e animali: la pet-therapy


    Il termine italiano è zooterapia, ma a noi piace molto di più pet-therapy.
    Che cos’è esattamente? Si tratta, molto semplicemente, di una terapia dolce per curare diverse patologie fisiche e psichiche, basata sull’interazione delle persone con certi animali.


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    Si fa risalire la nascita della pet-therapy al 1953, quando uno psichiatra infantile, Boris Levinson, capì quanto fosse importante la compagnia di certi animali per i suoi pazienti.

    Sembra però che la pet-therapy abbia radici un pò più lontane: nel 1792, in Inghilterra, uno psicologo, William Tuke, sperimentò nel suo ospedale psichiatrico delle terapie affiancando ai suoi pazienti degli animali da cortile.
    Skeezer è il nome del primo cane adottato da un ospedale psichiatrico infantile degli Stati Uniti nel 1970.

    La pet-therapy è praticata su bambini, anziani e disabili. Gli animali potenziano le cure mediche, alleviano disturbi psichici e la depressione. Sono utilissimi per i bambini autistici e affetti da sindrome di Down.

    Sono stati effettuati degli studi presso alcuni ospedali pediatrici italiani. Molti dei piccoli pazienti ricoverati per lunghi periodi soffrono di depressione, dovuta alla malattia che li obbliga a stare in ospedale.
    Nelle strutture dove è stato possibile svolgere un programma di pet-therapy, i bambini ricoverati hanno ritrovato il sorriso, erano più tranquilli e hanno superato con maggior serenità il periodo di degenza.

    La pet therapy prevede che il bambino si occupi dell’animale, gli dia da mangiare, lo coccoli, lo accarezzi e giochi con lui; non solo: prevede anche che queste attività vengano svolte insieme ad altri bambini, in modo da favorire la socializzazione.
    Tutto questo permette di migliorare molto la qualità della vita dei piccoli pazienti durante la permanenza in ospedale.

    La pet-therapy è un’ottimo aiuto per la cura di quei bambini che sono affetti da disturbi dell’apprendimento o problemi psicomotori, da sindrome di Down e autismo.

    Quali sono gli animali utilizzati per la pet therapy?

    Solamente gli animali domestici vengono inseriti in programmi di attività e terapie; è più che normale che siano esclusi gli animali selvatici.
    Gli animali coinvolti in questa terapia sono principalmente i cani e i gatti, seguono i criceti, i conigli, gli asini, capre, i cavalli, e i delfini.
    La pet therapy praticata con il cavallo si chiama ippoterapia. Naturalmente si pratica in strutture attrezzate, con personale addestrato e competente. L’ippoterapia è consigliata ai bambini autistici, ai bambini Down, ai bambini disabili, o con disturbi psicomotori e comportamentali.

    Anche la delfino-terapia, praticata in strutture idonee, è utile per i bambini autistici.
     
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    Bimbi e allergie: avere un cane riduce il rischio eczema


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    Chi ha detto che se il bambino è allergico dobbiamo dire addio per sempre ai nostri amici a quattro zampe? Arriva la scienza a dare una buona notizia agli amanti dei cani! Avere “Fido” in casa diminuisce nei bimbi il rischio di sviluppare eczemi, anche se sono allergici proprio al cane.

    A dirlo è uno studio pubblicato sul Journal of Pediatrics, che purtroppo non reca nuove altrettanto buone per chi preferisce i gatti: purtroppo per i piccoli allergici che vivono insieme a un micio il pericolo di eczema

    La ricerca è stata eseguita da un team di studiosi dell’University of Cincinnati e del Cincinnati Children’s Hospital Medical Center che hanno esaminato lo sviluppo di allergie su 636 bambini a rischio, in quanto figli di genitori allergici. Per i bimbi allergici ai cani si rivela minore il rischio di sviluppare eczemi nei primi 4 anni di età, sempre che abbiano avuto un cane in casa fin da neonati. Quelli che i cani li hanno visti solo in fotografia vanno incontro ad un pericolo-eczema 4 volte più alto.

    I bambini con gatti in casa, purtroppo, sono risultati invece 13 volte più a rischio eczema rispetto ai coetanei allergici che non convivono con un felino. Lo studio precisa invece che avere mici tra le mura domestiche non comporta invece alcun problema per i bambini non allergici.
     
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    Bambini: quando vogliono un animale domestico


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    Credo che ad un certo punto il 99% dei bambini desideri un cucciolo da accarezzare e coccolare: fortunatamente la maggior parte dei genitori cataloga queste richieste come capricci archiviandoli presto.


    Per prima cosa, qualunque sarà la vostra scelta, va precisata una cosa: un animale non è un giocattolo da regalare a Natale e poi gettare via quando non è più cucciolo o quando diventa impegnativo. Perché, sappiatelo: quel piccolo batuffolo di pelo diventa presto adulto ed ha bisogno di cure, di correre, di essere amato ma soprattutto, in un periodo come questo, di essere portato in vacanza con voi.

    Sappiate anche che, se il vostro bambino vi giura che se ne prenderà cura in modo totale, molto probabilmente, in realtà, non lo farà: non potete pretendere che un bambino di 8 anni si prenda questa responsabilità.

    Quindi se decidete di prendere un piccolo animale da compagnia sappiate che la responsabilità sarà solo ed esclusivamente vostra.
    E ricordate di educare anche i vostri bambini al rispetto degli animali: non sono peluche da prendere in braccio continuamente, strattonare o a cui fare i dispetti: sono esseri umani che vanno rispettati e amati.

    Se non siete sicuri di riuscire nell’impresa, vi prego di ascoltare il mio consiglio: evitate di prendere un cucciolo al vostro bambino. Potreste pentirvene ma soprattutto causare molta sofferenza all’animale.
     
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    Cuccioli e bambini:
    a 6 mesi parlano
    la stessa lingua

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    Neonati interpreti d`eccezione. Fin dai primi mesi di vita i bambini riescono a riconoscere e a interagire con ciò che gli sta intorno: un nuovo studio condotto dai ricercatori statunitensi della Brigham Young University di Prov pubblicato su Developmental Psychology ha infatti dimostrato che i neonati sono in grado di comprendere l`atteggiamento ostile o amichevole dei cani dai diversi modi di abbaiare, pur non essendo mai venuti a contatto con l`animale.
    L`esperimento consisteva nel sottoporre a neonati di sei mesi due immagini di uno stesso cane prima fotografato in atteggiamento aggressivo, poi in atteggiamento amichevole. Ai bimbi sono poi stati fatti ascoltare file audio con le registrazioni di diversi modi di abbaiare del cane per vedere che tipo di reazione potessero scatenare. Dalla ricerca è emerso che i bambini erano capaci di associare i suoni che percepivano all`atteggiamento ritratto nella foto: "Abbiamo scelto i cani perché sono creature estremamente comunicative sia nella postura che nel modo di abbaiare", spiega Ross Flom, uno degli autori della ricerca.
    La ricerca, spiegano gli autori, dimostra quanto sia rapido l`apprendimento nei bambini sin dai primissimi mesi di vita. Il risultato di questo studio va a completarne un altro, condotto dalla stessa università, che dimostrava la capacità dei bambini di rilevare cambiamenti d`umore nella musica di Beethoven: "L`emozione - continua Flom - è una delle prime cose che utilizzano i bambini per la loro integrazione sociale nel mondo".
     
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    BAMBINI E ANIMALI SI AIUTANO E SI CAPISCONO, A VICENDA




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    Quante volte avrete sentito dire che il cane è il migliore amico dell’uomo?
    Sicuramente è così, anche se adesso parliamo di animali più in generale.
    Dai risultati emersi dalla ricerca sugli atteggiamenti e i comportamenti dei bambini e degli adolescenti (9-18 anni) nei riguardi degli animali, che l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (ISTC) del CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha svolto con il professor Frank R. Ascione della Utah State University e con la collaborazione dell’Ufficio Diritti Animali del Comune di Roma, è risultato, infatti, che alcuni bambini e adolescenti italiani hanno un concetto allargato di violenza nei confronti degli animali.

    Questo concetto include non solo comportamenti socialmente non accettati, ma anche comportamenti socialmente accettati, che comunque procurano danno e sofferenza agli animali.
    I maschi (23,78%) manifestano più delle femmine (9,72%) atteggiamenti violenti verso di loro.
    Circa il 90% ne possiede o ne ha posseduto uno, anche se per un periodo breve, e un buon 80% si dichiara molto affezionato ai propri animali.

    I dati sono stati presentati durante il convegno “Bambini e animali: empatia e crudeltà”, e sono frutto dello studio condotto, utilizzando un questionario anonimo, in 12 scuole (3 elementari, 5 medie inferiori e 4 medie superiori) situate a Roma, nella provincia di Roma e nella provincia di Firenze.

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    Camilla Pagani, ricercatrice dell’ISTC-CNR, e autrice del lavoro con il collega Francesco Robustelli, ha così spiegato i risultati: “Le domande hanno preso in considerazione molti aspetti del rapporto dei giovani e giovanissimi con gli animali, tra cui, ad esempio, l’eventuale possesso di un pet (animale domestico), la sua perdita, le preoccupazioni legate a esso, l’essere stato testimone o l’avere compiuto atti ostili nei riguardi degli animali, la paura degli animali, gli atteggiamenti nei confronti della caccia, dei giardini zoologici, dell’uso di pelli e pellicce e dell’impiego degli animali nei circhi”.

    Complesso e variegato il quadro che ne emerge.
    “Molti dei nostri giovani – prosegue Pagani, – soprattutto i più piccoli, denotano un’elevata sensibilità verso gli animali.
    Bambini e adolescenti, poi, si preoccupano molto per i propri animali e li considerano minacciati non tanto dai familiari quanto piuttosto dal mondo esterno, che è dunque percepito come pericoloso.
    Un numero elevato di alunni, inoltre, ha confessato di avere trovato conforto negli animali soprattutto nei momenti difficili”. §

    Si tratta, indubbiamente, di uno studio importante, che mancava nel nostro Paese e che può avere implicazioni notevoli non solo in ambito scientifico, ma anche educativo, legislativo e politico.
    È‚ ormai nota da tempo, infatti, la stretta correlazione tra gli atti di crudeltà verso gli animali e la presenza di problemi psicologici di vario tipo, legati in particolare a realtà familiari violente o degradate.
    Al contrario, l’empatia nei confronti degli animali può produrre effetti positivi sullo sviluppo dei bambini e degli adolescenti.

    “Insegnare ai bambini ad avere un buon rapporto con gli animali – spiega Francesco Robustelli dell’ISTC-CNR – può convincerli che la razionalità umana è in grado di produrre un ordine sociale diverso da quello attuale e nello stesso tempo differente dall’ordine naturale”.

    L’animale, insomma, può essere un ottimo veicolo educativo e può aiutare a instaurare un corretto rapporto con il diverso.
    Perciò, cosa aspettate?
    Natale è vicino, e quale migliore occasione per regalare un cucciolo ai vostri bambini?
    Ricordatevi, però, che un animale deve essere per sempre...
     
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    Rapporto tra bambini e animali



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    Il rapporto tra bambini e animali è uno dei legami più belli e dolci che si possono creare. La scelta dell'animale da prendere si deve basare sulle caratteristiche caratteriali del bambino.

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    I bambini e gli animai rappresentano uno dei legami più belli e dolci da vedere, lo sanno bene quei genitori che hanno scelto di tenere un casa un cucciolo di gatto o cane, un piccolo criceto, piuttosto che un semplice ma simpatico pesciolino rosso.
    Sicuramente in base al carattere del bambino sarà bene scegliere l’animale, infatti, ogni cucciolo, ha le sue esigenze, il suo modo di vivere, le sue abitudini; alcuni animali sono particolarmente esigenti, altri hanno poche necessità, altri ancora hanno bisogno di un contatto fisico costante, altri invece possono stare bene anche solo con poche carezze.


    Allergie


    La prima cosa da dire è che spesso si sente parlare di allergie legate al pelo o alla forfora di alcuni animali, tra questi i più inquisiti sono i cani e i gatti, dei quali anche la saliva darebbe a quanto pare qualche problema. C’è però da aggiungere un’altra ipotesi, secondo la quale molti bimbi, che fin dalla nascita crescono con un animale domestico, non manifestano alcun tipo di problema allergico, quasi che a vivere o meglio convivere dalla più tenera età, annullerebbe il problema dalla fonte.

    Proviamo a vedere i principali animali domestici e a definire le probabili coppie.




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    Il cane: è l’ideale per il bambino che sprizza energia da tutti i pori, la quale va canalizzata e spesso magari un pochino contenuta. In questo caso portare a spasso l’amico a quattro zampe, lo impegnerà a prendersi cura di un essere sensibile, amico e sincero, al quale dovrà dedicare una parte delle sue attenzioni della sua energia.
    Il gatto: è un animale, in realtà, non così poco socievole come spesso è descritto, o meglio molto dipende dalla razza, forse quelle meno altezzose (come quella europea) e un pochino più sempliciotte, sono le migliori per i bambini, perché spesso dimostrano un affetto davvero da fare invidia a un cane! Ad esempio le mie gatte, sono come due ombre, e in special modo, una delle due fa letteralmente da baby sitter, stando in camera con i bambini osservandoli con interesse mentre giocano o disegnano, e quando guardiamo la tv, lei si mette sdraiata sul divano con noi! Assolutamente terapeutica, viste le fusa felici che fa!
    Il pesciolino rosso: è quello che rispetto ad altri animali, ha meno pretese, va bene per i bambini riflessivi, pacifici, che si dilungano nelle osservazioni naturalistiche, perfette in questo anche le tartarughine. Il bambino in questo caso dovrà essere responsabilizzato a dare da mangiare, pulire la vaschetta e magari a renderla più ospitale aggiungendo graziose piantine o sassolini colorati.
    Il coniglietto: è tra gli animali quello più romantico e delicato, attenzione, infatti, a non strapazzarlo troppo, non è giocherellone come un cane o un gattino! Va accarezzato con delicatezza, ideale per i bambini che devono imparare a dosare la propria energia, a rispettare gli esserini indifesi.


    Perché è importante il rapporto con un animale?


    Prima di tutto si tratta sempre e comunque di un rapporto il cui beneficio è duplice, sia per il bambino, sia per l’animale, quindi valevole in modo positivo per entrambi.
    Qualsiasi animale, permette al bambino di manifestare i propri sentimenti, anche quelli più nascosti, inconsci, ed è per questo altamente terapeutico, non è un caso il continuo nascere di centri in cui si impiegano degli animali per aiutare i bambini, anche quelli con ritardi mentali di varia entità, ad esempio i bambini down. Perfetti i cavalli, che con la loro grande sensibilità entrano in sintonia con le persone con qualche difficoltà e sembrano cogliere al volo le loro reali necessità.
    Gli animali aiutano il bambino a dare amore ma anche a riceverne, ecco perché dicevo che è un rapporto basato sulla reciprocità, sull’uguaglianza.

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    Un consiglio


    Solo un piccolo consiglio, i bambini che crescono con un animale sviluppano una naturale fiducia negli animali, anche quelli selvatici o randagi, ecco che il ruolo dei genitori è quello di controllare situazione per situazione, onde evitare che si creino delle situazioni magari anche pericolose, insegnando loro che non tutti gli animali sono come quelli di casa, quelli estranei prima bisogna cercare di conoscerli bene e poi magari si possono accarezzare.
     
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    Un cucciolo per amico

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    Un cagnolino o un gattino è un compagno di giochi che aiuta a crescere bene il vostro bambino. E secondo uno studio pubblicato sull'Health promotion Journal of Australia, riduce il rischio di obesità nei bambini.


    E' da un po’ che ci pensate e l’idea di regalare al vostro bambino un cucciolo vi alletta parecchio. Ma siete sicuri di volere un’altra bocca, con tanto di denti aguzzi, da sfamare?

    "Un cane, come del resto un gatto, è una grande responsabilità. Ci vuole tempo, impegno e pazienza – spiega Angelo Gazzano, docente di etologia veterinaria all’università di Pisa –. Non dovrebbe essere una scelta dettata dall’istinto, soprattutto quando in casa c’è già un bambino, ma una decisione ben ponderata. Considerate le vostre esigenze, la voglia di impegnarvi nell’educazione del cucciolo, il tempo e lo spazio a disposizione, lo stile di vita che conducete, il fatto che il cane starà con voi almeno una decina d’anni e poi decidete con responsabilità".



    Meglio comprare un cane di razza o adottare un bastardino?

    La differenza sta nel fatto che di un cane di razza potete sapere in anticipo la morfologia che avrà da adulto e qualche tratto distintivo del carattere. Cose che in bastardino non sono sempre facili da intuire. In ogni caso tenete presente che la femmina è quasi sempre meno aggressiva del maschio.

    Se optate per un cucciolo da allevamento, le razze che si prestano maggiormente a crescere con un bimbo sono quelle più tranquille, equilibrate e socievoli come i Labrador e i Golden Retriever, ricordando che comunque tutti i cani vanno educati.

    Se invece volete adottare un bastardino potete andare in un canile e passare del tempo con il cucciolo che vi sembra adatto. Ma ci sono anche tanti siti, per esempio www.dogwelcome.it o www.ilrandagio.it.

    Se la convinzione (e l’appurata assenza di allergie al pelo) rimane, allora potete procedere chiedendo informazioni a un bravo veterinario. Vi saprà consigliare su dove acquistare o adottare il cucciolo, su come affrontare i primi momenti con il nuovo arrivato, su cosa fare per la sua salute.

    "Per un bambino crescere con un cane è una gioia e un arricchimento – prosegue il docente –. Il rapporto che saprà costruire con il suo amico a quattro zampe gli darà gli strumenti per imparare a conoscere le esigenze degli altri, a rispettare il diverso, a prendersi le sue responsabilità".

    Inoltre l’animale sviluppa la motricità e l’agilità del bambino che ne imita le posture e il modo di camminare. Ma affinché questo rapporto cresca nella serenità c’è bisogno di qualche regola fin dai primi momenti. Il bimbo, come il cucciolo del resto, deve infatti essere educato. "I genitori, che supervisioneranno gli approcci tra i due piccoli, devono far capire al bambino che il cagnolino (o il gattino) non è un giocattolo. Per cui code e orecchie non devono essere tirate e pizzicate. – si raccomanda Gazzano –. Gli devono insegnare che mentre un animale dorme e mangia non deve essere disturbato. Che anche il cucciolo ha bisogno di possedere peluche e pupazzi e quelli saranno solo suoi". Anche i giochi a base di urla, strattoni, mani in bocca non vanno bene, perché potrebbero fomentare l’irruenza dell’animale.

    Qualche regola di buona educazione, un po’ di impegno e amore e il vostro bambino avrà un amico che gli darà davvero tanto.
     
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    Bambini e cani: dubbi e amicizia

    Come gestire un cane e un bambino, piccoli accorgimenti per evitare problemi e fare crescere bene figli e cane

    Non sono rare le notizie che riguardano bambini feriti o uccisi da cani, spesso anche dal proprio insospettabile amico a quattro zampe. In alcuni casi però è possibile percepire il disagio dell’animale già dal suo comportamento. Da un sondaggio sembra che i bambini abbiano più incidenti con i cani intorno ai 6 anni, l’età in cui comincia il senso dell’avventura.
    Tra gli atteggiamenti più comuni troviamo: i baci e gli abbracci del bambino, ma da un cane sono visti come segnali di minaccia, perché i cani per dimostrare la loro superiorità si avvicinano a chi reputano inferiore fino a bloccare la strada.

    I bambini sono attratti dal muso, soprattutto dagli occhi e tendono a toccare baffi, palpebre, orecchie. Il cane vede questo come una minaccia: tra cani il muso è l’ultimo ad essere scrutato e toccato.

    Se un cane scodinzola e mette le zampe sulle spalle del bambino questo si può spaventare e cominciare a correre. Ma il cucciolo di cane penserà a giocare e lo rincorrerà, perché per un cucciolo rincorrersi è normale.

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    Come abituare il cane alla presenza di un bambino?
    Cominciate già quando siete incinte. Già: il cane non sarà più l’unico “cucciolo” di casa, e per evitare gelosie dovrete abituarlo a ricevere meno coccole, carezze, perché quando nascerà il bambino il tempo rivolto a lui sarà notevolmente meno.
    Il bambino va abituato al cane e viceversa: farli giocare insieme senza rischi è la scelta giusta. Ad esempio lanciando la palla o nascondendo un gioco che il cane dovrà trovare.
    Insegnare al bambino il rispetto per il cane: niente tirata di pelo, orecchie o coda, niente cavaluccio, niente grida o rumori molesti, nessun disturbo mentre dorme e mangia.

    Se vostro figlio vuole accarezzare un cane estraneo è sempre meglio chiedere il permesso al padrone, dite di non avvicinare mai le mani ad un cane dietro un cancello, e di muoversi senza movimenti bruschi.
    Esistono razze più adatte? Premesso che i cani andrebbero preferibilmente presi al canile e con molte probabilità meticci, dobbiamo tener presente che un cane abituato già da cucciolo ad avere bambini intorno difficilmente creerà problemi.
    Se si decide per un cane di razza occorrerà escludere le razze notoriamente più aggressive, meglio evitare i cani “da guardia”.

    In linea di massima sembrerebbero più adatti ai bambini: il golden retriever, il labrador, il basset hound, il bulldog, il boxer.
    Meno adatti: il pastore tedesco, l’akita, il rottweiler, il chow chow, l’alano, il cocker, il fox terrier, il bassotto e neanche il chihuahua, quindi la taglia non conta.
    Il cane richiede molto impegno, quindi se pensate di non avere tanto tempo da dedicargli, soprattutto perché avete dei figli che vi impegnano è meglio aspettare. Anche se i bambini prima o poi ve lo chiederanno: basterà spiegare loro che ci vanno cure, attenzioni, e anche soldi per mantenerlo e curarlo. Il cane non è un giocattolo da mettere solo l’albero e sbarazzarsene in estate, è un essere vivente che ha bisogno di rispetto e cura

    Paola Fabris

     
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    Bambini e animali: una bella testimonianza

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    Una bella testimonianza dal web su gravidanza, gatti e bambini... per sfatare falsi miti e per capire l'importanza di una buona convivenza tra bambini e animali.

    "Ai giorni nostri si sentono spesso ancora delle chiacchiere legate ai gatti ed i neonati. Mentre ero in attesa di mio figlio diverse persone mi consigliarono di sbarazzarmi dei miei gatti dicendomi che portano malattie e che avrebbero persino potuto ferire o uccidere il bambino.
    Ho sempre amato gli animali in modo smisurato e mai nella vita mi sarei sognata di dare via i miei gatti, da anni parte integrante della mia famiglia, solo per delle sciocche credenze popolari.
    E’ incredibile quanta disinformazione vi sia nei confronti dei gatti ed in modo particolare sul loro comportamento con i bambini, le donne incinte e la loro interazione con i neonati.
    Ho naturalmente osservato delle piccole precauzioni durante la gravidanza. Per esempio ho affidato la cura e la pulizia delle lettiere a mio marito visto che non avevo mai sviluppato anticorpi contro la toxoplasmosi. Ho anche abituato i miei gatti ad una maggiore e più regolare spuntata delle unghie per evitare al minimo il pericolo di graffi accidentali.
    Alcuni amici, che prima di me avevano affrontato questa meravigliosa esperienza con dei gatti come membri effettivi della famiglia, mi consigliarono di abituare fin dall’inizio i miei gatti al suono del pianto di un bambino. Come? E’ stato in realtà molto semplice, mi sono fatta registrare un nastro da amici con il pianto dei loro neonati. Durante il corso della giornata ascoltavo il nastro e, con me, lo sentivano anche i miei gatti.
    I miei mici sono tutti vaccinati e vengono tutti portati regolarmente dal veterinario per dei controlli periodici sul loro stato di salute, vivono in casa a stretto contatto con noi tutti i giorni e sono tenuti sempre ben puliti ed in salute, sereni e con il minimo stress possibile.
    Fin da subito abbiamo dato ai gatti libero accesso alla cameretta del bimbo, evitando unicamente la culla su cui tenevamo una zanzariera. I mici sono sempre stati liberi di esplorare la stanza e la sua nuova sistemazione, abituandosi gradatamente ai cambiamenti che via via vi apportavamo.
    Non ho mai allontanato i gatti dal pancione ed anzi, erano loro a cercare maggiormente la mia compagnia, adesso. Con una dolcezza infinita hanno passato moltissime ore accanto a me quando sono stata costretta per un periodo a letto. Partecipavano alla mia gioia dormendo spesso con il musino appoggiato alla pancia per poi protendersi per ricevere le mie carezze facendo le fusa come dei piccoli trattori. Non posso dire con sicurezza che capissero, ma credo ugualmente che fosse così.
    Erano diventati la mia ombra quando andavo in bagno o in cucina, mi seguivano ad ogni passo e non mi perdevano mai d’occhio. Sono stati una grande consolazione nelle mie ore confinata a letto ed hanno portato gioia e sollievo distraendomi dalle mille ansie e preoccupazioni.
    Quando finalmente Matteo ha deciso che era giunta l’ora di farsi conoscere da mamma e papà, siamo volati in ospedale. Appena m’è stato possibile ho consegnato a mio marito una copertina in cui era stato avvolto Matteo e lui l’ha portata a casa per abituare i gatti al nuovo odore del nostro piccolo arrivato.
    La curiosità è stata molta da parte dei micioni, mio marito m’ha raccontato che per ore hanno annusato le copertine che gli davo da portare a casa e che, ad un certo punto, dovevano aver deciso che quel nuovo odore non doveva essere poi così male perché hanno preso a dormire vicino alla coperta.
    Abbiamo inoltre deciso di utilizzare un diffusore di feromoni facciali felini, strategicamente sistemato in salotto, ovvero la stanza in cui i nostri gatti trascorrono la maggior parte del loro tempo.
    Qualche giorno prima dell’arrivo a casa di Matteo e mio, abbiamo pensato che i feromoni potessero essere utili e così, anche dietro il consiglio del nostro veterinario, abbiamo usato questa ulteriore precauzione.
    Abbiamo cercato di non escludere dalla nostra nuova vita gli adorati gattoni cercando di rispettare il più possibile gli orari che avevano prima della nascita di Matteo e di ritagliare un po’ di tempo per farli giocare e per coccolarli, esattamente come facevamo prima.
    Ovviamente con un bebè è tutto un pochino più complicato. Capita di essere più stanchi o irritabili di prima, si dorme poco, si ha poco tempo per se stessi, per le amicizie, per prendersi un po’ cura della casa e le occasioni per distrarsi sono ridotte al minimo. Non per questo abbiamo mai trascurato i nostri gatti e questo c’ha immensamente ripagati! Abbiamo permesso da subito ai mici di partecipare alla vita di Matteo, con l’accortezza di non lasciarlo mai solo in una stanza senza la nostra presenza, ma dando loro la possibilità di avvicinarsi a lui e di annusarlo senza problemi.
    Anche durante la pappa Matteo è sempre stato in compagnia dei gatti che hanno sempre rispettato i suoi spazi osservandoci con interesse, ma con l’eleganza che li contraddistingue.
    Abbiamo permesso ai mici di avvicinarsi a Matteo parlando loro dolcemente ed accarezzandoli, magari seduti sul divano, e loro hanno sempre dimostrato di apprezzare moltissimo questi momenti d’intimità e di serenità.
    L’unica restrizione che abbiamo imposto fin da subito è stata l’ora della nanna di Matteo non permettendo ai gatti di entrare nella camera del bambino. Non abbiamo avuto difficoltà a far accettare loro questa cosa e, al momento di mettere a nanna Matteo, abbiamo preso l’abitudine di distrarre i mici con dei giochi come i topolini o le loro amate palline.
    Via via che Matteo cresceva ed iniziava a camminare a gattoni, abbiamo lentamente spostato le ciotole di pappa e acqua dei mici in punti inaccessibili a Matteo. Noi abbiamo optato per un mobile abbastanza alto da non essere raggiunto dal bambino ed abbastanza basso per non rappresentare un problema per i gatti.
    Abbiamo preso delle piccole precauzioni anche per la lettiera decidendo si spostarla all’interno d’ un vecchio mobiletto vuoto ed inutilizzato dalle ante senza maniglie, ma aperto sul retro quel tanto da permette a Matteo di non passarci, ma ai mici si. All’inizio pensavamo che sarebbe stato molto più complicato di come è stato invece. Molto lentamente abbiamo iniziato a spostare la lettiera di una cinquantina di centimetri al giorno dando modo ai gatti di abituarsi alla nuova sistemazione. Dopo circa due settimane i gatti avevano tranquillamente imparato ad andare a fare i bisogni nella cassetta all’interno del mobile.
    Siamo stati molto fortunati, oltre che attenti, e non siamo mai dovuti ricorrere ad un comportamentista. Il mio consiglio è di contattarne uno, magari attraverso il vostro veterinario di fiducia, nel caso doveste avere problemi. E’ sempre meglio non trascurare queste cose e non far covare risentimenti che sono poi molto difficili da far dimenticare. Una serena convivenza è importantissima sia per il piccolo che per voi ed i vostri amici gatti!
    Matteo ora ha sei anni, adora i suoi amici pelosi e noi gli stiamo insegnando che gli animali non sono dei giocattoli. Sono creature con dei loro sentimenti, con delle necessità e con il loro carattere. Giorno dopo giorno cerchiamo di insegnargli cosa voglia dire rispettarli ed amarli, giocando con loro, ma accettando il fatto che non sempre sono disposti a dedicarci attenzioni.
    Gli ricordiamo che non devono essere disturbati mentre mangiano, mentre fanno i loro bisogni e mentre dormono. Riteniamo che Matteo debba fare le sue esperienze. Conosciamo i nostri gatti e conosciamo Matteo, ma vigiliamo sempre mentre trascorrono il loro tempo insieme.
    Non ci disperiamo se ogni tanto ci scappa un graffietto, sappiamo che non è aggressività quella dei nostri gatti e capiamo che è anche attraverso un graffio che Matteo crescerà attento ai bisogni dei mici e consapevole del fatto che tirare loro la coda non è il modo migliore per consolidare un’amicizia.
    Lo riprendiamo quando sbaglia e gli mostriamo come avrebbe dovuto invece interagire con il micio, spiegandogli il perché con parole semplici e con esempi che lo riguardano per fargli comprendere meglio il significato di quello che intendiamo spiegargli.
    Fin da piccolo abbiamo mostrato a Matteo come accarezzarli, come trattarli e come loro ricambino il nostro amore. Siamo consapevoli che è ancora troppo presto per pensare di poter lasciare Matteo incustodito a giocare con loro, ma non per questo rinunciamo alla loro compagnia.
    Bambini ed animali possono convivere tranquillamente, basta avere delle piccole accortezze ed un po’ di buonsenso.
    Perché privare ad un bambino la gioia e l’opportunità di crescere sereno e rispettoso nei confronti degli animali quando basta così poco per farli convivere tranquillamente?
    Noi ne siamo sempre stati convinti e siamo stati premiati".

    Alessandra e Guido con Matteo ed i mici Pepe e Cocco

     
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    Bimbi e animali, connubio perfetto Con limiti e regole



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    Ogni venerdì Adriana Cantisani, la 'tata Adriana' del programma tv SOS Tata, offre i suoi preziosi consigli alle lettrici di Nostrofiglio.it! Oggi risponde a una mamma che chiede aiuto per gestire la convivenza tra la sua bimba e il gatto di casa.

    Salve Adriana,

    da sei mesi circa la nostra vita è stata sconvolta dalla nascita di Sonia.Seguendo un po' i consigli di tutte voi devo dire che la vita con la piccola diviene ogni volta un po' più semplice.

    Un dubbio però è rimasto: in casa prima di Sonia e ancor oggi, c'è Hero. hero è un piccolo gattino di due anni che era in principino di casa mentre oggi si trova a condividere tutto con la nuova arrivata. Lei si mostra entusiasta di lui, lui da prima un po' diffidente ora quasi complice negli sguardi. Ma quando la piccola inizierà a gattonare che cosa devo fare? Ti prego aiutami, non vorrei rinunciare al mio piccolo Hero

    Lisa

    Cara mamma,

    per prima cosa è ormai consolidato che animali e bambini possono convivere tranquillamente. Se hai dei dubbi dal punto di vista della salute, parlane comunque con il tuo pediatra di fiducia e con il veterinario che segue Hero: le malattie dei gatti non sono comunque "contagiose" per l'essere umano (dal più banale raffreddore, alla gastroenterite, fino al terribile aids felino, ad esempio). Certo è importante prestare attenzione alle pulizie: i peli del gatto, soprattutto in primavera, quando cambia il pelo, potrebbero richiedere pulizie più frequenti.

    Chi è Adriana Cantisani

    Ricordati di dare alla bambina dei limiti e delle regole da seguire, come non avvicinarsi al mangiare del gatto e alla lettiera. Se fosse possibile, sarebbe meglio spostare queste cose fuori in giardino o in terrazza. Nel raccomandare queste cose, basta esprimersi con un NO secco e deciso e vedrai che capirà. Insegna inoltre alla bambina di non dare "troppa confidenza" al gatto, perché è sì buono, ma i gatti sono pur sempre imprevedibili.

    Presta sempre attenzione che il gatto non dorma dove dorme la bambina, ma immagino che sia una cosa già in uso, visto che la bambina ha solo sei mesi: bisogna considerare i rischi di soffocamento, le possibilità che lei schiacci il gatto o che lui graffi la bambina, oltre alla presenza di peli e alla possibilità di eventuali allergie ecc.

    Un particolare occhio va dato anche al gatto stesso: verificare sempre lo stato delle vaccinazioni, la terapia ciclica da seguire per il trattamento di pulci e zecche (normalmente presenti in primavera ed in estate). Consulta comunque il tuo veterinario a riguardo. La cosa più importante rimane che il tuo gattino sia sempre il tuo Hero (che in inglese vuol dire eroe), quindi non scordarti mai di dimostrargli tanto affetto!

    Un abbraccio,

    adri

     
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39 replies since 14/3/2011, 12:02   7405 views
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