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Un treno per dove, Claudio Baglioni, 1986
vorrei un biglietto per un posto
dove non ci sono i cani
poveri granelli di pepe
abbandonati in mezzo ad un'estate
un posto dove non ci sono vecchi soli
che amavano molto la moglie
e tengono i nipoti in un portafoglio
di foto ciancicate
dove gli uccelli tagliano l'autunno
e l'aria non si rompe in uno sparo
dove nessuno e un'isola
e l'anima non s'incarta nel denaro
dove la paura non passa più
nei nostri occhi di conigli
e non c'è più da scavalcare nessun muro
dove i soldati tornano alle case
e si accovacciano coi figli
a colorare un cielo un po' più largo di fururo
un treno per dove
il giorno non finisce
e il sole e un grido in mezzo al viso
dei mattino di un sorriso
un treno per dove
non arrivi il vemo di follia
che gela il cuore
e che ci trascina via
un posto senza le borgate
calce e polverone
bucate da mille finestre uguali
che si mangiano la campagna
dove non c'è più attesa
ma un lavoro da sputare nelle mani
dove il tempo inganna gli orologi
e questa corsa assurda per domani
dove le ombre corte dei bambini
non si fermano in un pianto
lasciate indietro dalla fretta degli adulti
dove tutti sono persone
e ognuno ha un sogno ed un pensiero suo soltanto
e un uomo non si piega con le botte e con gli insulti
un treno per dove
il mare e grano azzurro
e un saluto di gabbiani
sulle barche e tra le mani
un treno per dove
accenderai la luce
e sarai un bicchiere d'acqua
nelle notti dei miei guai
un treno per dove
libero e ribelle
correrò come un cavallo
sotto grappoli di stelle
un treno per dove
non ci sia lo spazio
per perderti di più
un treno per dove esisti tu
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Claudio Baglioni
26 maggio 2016 ·
Il treno è passato a Firenze senza fermarsi.
Guardavo le case al confine della ferrovia.
È bella e garbata anche vista da qui.
C'è qualche sospetto che io sia di parte?
Sono un suo cittadino onorario orgoglioso
- ho ricevuto le chiavi della città -
e ieri provavo una pena indicibile e amara
a saperla ferita dal crollo al Lungarno.
E così ogni qualvolta che in questo Paese
viene perduta o rovinata una di quelle cose
che ci fanno ancora sentire importanti
e fieri di essere nati e vivere qui.
La storia e la geografia son state benevole
ma spesso non siamo dei bravi studenti.
Anzi, a riflettere bene, siamo grandi somari
sempre più attratti dall'ignoranza
e più soddisfatti della mediocrità.
"Fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"
il fiorentino Dante fa dir da Ulisse ai suoi
nell'ultimo dei viaggi nell'Inferno.
Intanto il mio che è molto più normale
sta quasi per giungere alla meta.
Non saranno le Colonne d'Ercole
ma la stazione di Milano Centrale
non scherza niente a monumenta. -
Seoir..
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Bellissima!!!! .