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Arnold Schönberg
« Schönberg è stato uno dei più grandi maestri di tutti i tempi, uno di quelli che non si possono superare perché in loro si incarnano insieme il sapere e la sensibilità musicali di un'epoca. »
(Alban Berg)
Arnold Schönberg (Vienna, 13 settembre 1874 – Los Angeles, 13 luglio 1951) è stato un compositore austriaco naturalizzato statunitense.
È stato uno dei primi compositori del XX secolo a scrivere musica completamente al di fuori dalle regole del sistema tonale e l'ideatore del metodo dodecafonico, basato su una sequenza (detta serie, da cui il termine musica seriale) comprendente tutte le dodici note della scala musicale cromatica.
Biografia
Arnold Schönberg nasce a Vienna nel 1874. Figlio di un commerciante di origine ebraica, inizia i suoi studi musicali da autodidatta per poi continuare con Alexander von Zemlinsky, fratello della sua futura prima moglie.
La sua prima composizione importante,Verklärte Nacht ("Notte trasfigurata"), poema sinfonico per sestetto di archi, risale al 1899 e prende il titolo da una poesia del simbolista tedesco Richard Dehmel. Tra le prime opere per grande orchestra si ricordano il poema sinfonico Pelleas und Melisande e i Gurrelieder ("Canti del castello di Gurre"), risalenti rispettivamente al 1903 e al 1901/1911.
Schönberg inventa lo Sprechgesang, o canto parlato, nel quale l'esecutore deve sfiorare l'intonazione della nota in una sorta di recitazione allucinata, carica di sbigottimento ed emozione. La tecnica compositiva non è ancora dodecafonica, ma atonale; per questo all'ascoltatore sembra di camminare senza un punto di appoggio. Nel 1901 Schönberg si trasferisce a Berlino dove, per mantenersi, dirige un'orchestrina di musica leggera. Dopo due anni soltanto ritorna a Vienna, dove si dedica principalmente alla composizione e all'insegnamento. Nel 1910 riesce ad avere un posto all'Accademia musicale di Vienna come maestro di composizione e l'anno successivo tiene cicli di conferenze al conservatorio Stern di Berlino.
Nel 1912 collabora, insieme a Vasilij Kandinskij, Franz Marc e Paul Klee, alla pubblicazione dell'almanacco Der Blaue Reiter ("Il Cavaliere azzurro"), per il quale scrive un saggio sul rapporto musica-testo. È di questo periodo la teorizzazione della dodecafonia (principio compositivo fondato sull'eguaglianza di tutti e dodici i suoni della scala tonale).
Tra le principali composizioni,oltre alle prime citate, ricordiamo Erwartung ("Attesa", 1909), Pierrot Lunaire (1912), Moses und Aaron, opera incompiuta ed eseguita postuma nel 1957, A survivor from Warsaw ("Un sopravvissuto di Varsavia") (1947), in cui viene rievocato in maniera commossa e intensa lo sterminio nazista del ghetto di Varsavia.
L'avvento al potere di Adolf Hitler nel 1933 costringe Schönberg, convertitosi al luteranesimo all'età di quattordici anni ma di origini ebraiche, a fuggire in Francia. Sempre nello stesso anno ottiene asilo negli Stati Uniti, dove trascorrerà il resto dei suoi anni. Si reca inizialmente a Boston e a New York, stabilendosi infine in California. Dal 1936 al 1944 insegna alla USC (University of Southern California) di Los Angeles. Nella stessa città muore il 13 luglio del 1951 a causa di un attacco cardiaco (il compositore soffriva di cuore già da 10 anni).
Dodecafonia
La dodecafonia o, come Schönberg amava definirla, "metodo di composizione con dodici note poste in relazione soltanto l'una con l'altra", prevede che tutti e dodici i suoni della scala cromatica appaiano lo stesso numero di volte, affinché nessun suono prevalga sugli altri. Le composizioni non sono pertanto basate sulla tonica e non presentano più la struttura gerarchica tipica del sistema tonale.
Principi fondamentali:
Uso del totale cromatico: la scala diatonica è sostituita da quella cromatica; è quindi previsto l'uso di tutti e dodici suoni disponibili nella divisione dell'ottava secondo il temperamento equabile.
Onde evitare la prevalenza di suono sugli altri, bisogna che nessuno di essi si ripeta prima che tutti gli altri siano comparsi. All'inizio viene quindi stabilita una serie, per fissare l'ordine in cui le note devono succedersi in quella determinata composizione.
Per evitare un'eccessiva uniformità si può ricorrere ad alcuni artifici, come l'utilizzo della versione retrogradata della serie originale, o l'inversione di questa (con tutti gli intervalli disposti per moto contrario), o ancora l'inversione della versione retrogradata. Si ottengono così quattro ordini principali della serie. In più, è possibile trasporre la serie originale e le sue tre "versioni" su tutti i restanti 11 gradi della scala cromatica.
La successione degli accordi costruiti sui gradi IV, V e I di una scala maggiore o minore (formula cadenzale ) fornisce all'ascoltatore il senso della tonalità di un brano. Sostituendo l’accordo di tonica con un altro grado della scala (o, magari, con un accordo di un’altra tonalità ), si ottiene una cadenza evitata. Modulazioni e cadenze evitate sempre più frequenti ed ardite hanno portato storicamente ad un affievolimento del senso tonale. Anche perché se in un brano di cinque minuti la ripetizione del tema iniziale nella stessa tonalità può essere percepito come un “tornare a casa”, in uno molto più lungo non produce lo stesso effetto. Paradossalmente proprio il massimo sviluppo del sistema tonale (fine del diciannovesimo secolo) ha coinciso con l'inizio della sua crisi. Intorno al 1920 Arnold Schönberg creò il sistema dodecafonico, che, se da una parte è figlio della crisi del sistema tonale (da cui quindi, in un certo senso, discende), dall’altra vi si contrappone, avendo come obiettivo quello di dare a tutte le note della scala cromatica la stessa importanza (mentre il sistema tonale è gerarchico, nel senso che ogni nota ha un peso diverso a seconda che sia tonica, dominante, ecc.). Si tenga presente che i temini atonale e dodecafonico non sono sinonimi: il primo indica qualunque musica priva di riferimenti tonali, mentre il secondo si riferisce ad un particolare sistema atonale basato sullo sviluppo di una serie, ossia su una successione di dodici note in cui ogni nota della scala cromatica deve comparire una ed una sola sola volta. Per esempio: do-fa#-do#-re#-re-mi-la#-si-fa-la-sol-sol# . Da questa serie, detta originale ed indicata con O1, possiamo ricavare diverse combinazioni:
serie retrograda (indicata con R1), esponendo le note della serie dall’ultima alla prima (nel nostro esempio, sol#-sol-la-fa-si-la#-mi-re-re#-do#-fa#-do ); serie inversa (I1), trasformando gli intervalli discendenti in ascendenti e viceversa: per esempio, poiché il frammento do-fa#-do#-re# si ottiene scendendo di 6 semitoni (do-fa#), per poi salire di 7 (do#) e ancora di 2 (re#), nella serie inversa dovremo, sempre partendo dal do, salire di 6 semitoni (fa#), per poi scendere di 7 (si) e di 2 (la). La serie completa si trasforma pertanto in do-fa#-si-la-la#-sol#-re-do#-sol-re#-fa-mi ; serie retrograda inversa (RI1), ossia la serie retrograda di quella inversa (basta prendere le note della serie I1 dall’ultima alla prima: mi-fa-re#-sol-do#-re-sol#-la#-la-si-fa#-do ); serie trasposte, ottenute innalzando tutte le note di una serie dello stesso numero di semitoni. Il procedimento è simile a quello utilizzato nel sistema tonale per la modulazione (almeno quando non viene modificato il modo ): la trasposizione lascia inalterati gli intervalli tra le note, esattamente come avviene nel passaggio, per esempio, dalla scala di do maggiore a quella di la maggiore. Ognuna delle quattro serie di partenza (O1, R1, I1, RI1) ne genera dodici trasposte, una per ogni nota della scala cromatica, per un totale di quarantotto. Per esempio, innalzando le note di O1 di un semitono si ottiene O2: do#-sol-re-mi-re#-fa-si-do-fa#-la#-sol#-la
In un brano dodecafonico non può iniziare una nuova serie finché non è terminata la precedente (eccezion fatta, ovviamente, per le serie che compaiono nelle altre voci). Questa regola ha lo scopo di assicurare uguale peso alle note della scala cromatica, mentre l’obbligo di utilizzare solo le serie O1, R1, I1, RI1 e le loro trasposizioni serve per assicurare l’unitarietà della composizione. Tutto questo può sembrare un sistema molto cerebrale, più matematico che musicale, tuttavia il vero problema non è il sistema che un musicista usa (anche il sistema tonale ha le sue regole), ma come se ne serve, cosa comunica per mezzo di esso: come diceva Schönberg, “Un cinese non parla soltanto in cinese ma dice qualcosa. È questo che conta, non la lingua che usa” (dall’intervista alla figlia Nuria sul quotidiano “Il Messaggero” del 12 luglio 2001).
Lavori con numero d'opera
Op.1 Due canti per baritono e pianoforte
Op.2 Quattro canti per voce e pianoforte
Op.3 Sei canti per voce media e pianoforte
Op.4 Verklaerte Nacht per sestetto d'archi
Op.5 Pelleas und Melisande poema sinfonico per orchestra
Op.6 Otto canti per voce e pianoforte
Op.7 Primo quartetto per archi in re minore
Op.8 Sei canti per voce e orchestra
Op.9 Prima Sinfonia da camera per 15 strumenti solisti
Op.10 Secondo quartetto per archi con voce frmminile
Op.11 Tre pezzi per pianoforte
Op.12 Due ballate per voce e pianoforte
Op.13 Friede auf erden per coro misto
Op.14 Due canti per voce e pianoforte
Op.15 Il libro dei giardini pensili per voce e pianoforte
Op.16 Cinque pezzi per orchestra
Op.17 Erwartung monodramma in un atto su testo di Marie Pappenheim
Op.18 Die glückliche Hand opera in un atto
Op.19 Sei piccoli pezzi per pianoforte
Op.20 Herzgewächse per soprano, celesta, arpa e armonium
Op.21 Pierrot Lunaire 21 melodrammi per voce e strumenti su testo di Albert Giraud
Op.22 Quattro canti per voce e orchestra
Op.23 Cinque pezzi per pianoforte
Op.24 Serenata per baritono e strumenti
Op.25 Suite per pianoforte
Op.26 Quintetto per fiati
Op.27 Quattro pezzi per coro misto
Op.28 Tre satire per coro misto
Op.29 Suite per nove strumenti
Op.30 Terzo quartetto per archi
Op.31 Variazioni per orchestra
Op.32 Von heute auf morgen opera comica in un atto su testo di Max Blonda (Gertrud Kölisch)
Op.33a Pezzo per pianoforte
Op.33b Pezzo per pianoforte
Op.34 Musica d'accompagnamento per una scena cinematografica per orchestra
Op.35 Sei pezzi per coro maschile
Op.36 Concerto per violino e orchestra
Op.37 Quarto quartetto per archi
Op.38 Sinfonia da camera n.2
Op.39 Kol Nidre per orchestra
Op.40 Variazioni su un recitativo per organo
Op.41 Ode a Napoleone Buonaparte su testo di Byron per voce recitante e quartetto d'archi
Op.42 Concerto per pianoforte ed orchestra
Op.43a Tema e variazioni per banda
Op.43b Tema e variazioni per orchestra
Op.44 Preludio al Genesi per orchestra
Op.45 Trio per archi
Op.46 Un sopravvissuto di Varsavia per voce recitante ed orchestra
Op.47 Fantasia per violino e pianoforte
Op.48 Tre canti per voce grave
Op.49 Tre canti popolari per coro misto
Op.50a Dreimal Tausend Jahre per coro misto
Op.50b Salmo 130 (De Profundis) per coro misto a 6 voci
Op.50c Moderner Psalm per voce recitante, coro misto e orchestra
Discografia
Pelleas und Melisande, John Barbirolli, New Philharmonia Orchestra, Angel
Kammersymphonie n.2 op.38, Pierre Boulez, Domaine Musicale Ensemble, Ades
Drei Klavierstücke, Glenn Gould, Columbia
Verklärte Nacht per sestetto d'archi op.11, Daniel Barenboim, English Chamber Orchestra, Electrola
Pierrot Lunaire, Pierre Boulez, von C. Schäfer, Deutsche G (Universal), 1998
Ode to Napoleon Buonaparte, Robert Craft, The Fred Sherry Quartet,Jeremy Denk piano, Naxos
5 pezzi per orchestra, Antal Dorati, London Symphony Orchestra
Suite fur Klavier, John Fied, Period
Suite op.29, Craft Ensemble, Columbia
Streichquartett n.3 op.30, Kohon Quartett, DGG
Fantasia per violino e piano op.47, Duo modern, Colosseum
Moderner Psalm, Pierre Boulez, Domaine Musical Ensemble, Everest
Concerto per violino e orchestra op.36, Zvi Zeitlin, Symphonie Orchester des Bayerischen Rundfunks, Rafael Kubelik, DGG 416779, 1972
Concerto per pianoforte e orchestra op.42, Alfred Brendel, Symphonie Orchester des Bayerischen Rundfunks, Rafael Kubelik, DGG 416779, 1972
Ein Überlebender aus Warschau - Un sopravvissuto di Varsavia, Wiener Philharmoniker, Claudio Abbado, [...], DG 1993
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