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Marco Simoncelli
Marco Simoncelli (Cattolica, 20 gennaio 1987) è un pilota motociclistico italiano, campione del mondo della 250cc nel 2008.
È soprannominato Supersic, per via dell'abbreviazione del suo cognome nella grafica televisiva della classifica durante le corse che abbreviata risulta appunto "Sic".
Carriera
Nato a Cattolica, vive fin da piccolo a Coriano. Comincia a correre a 7 anni con le minimoto nella sua città. A 12 anni è proclamato campione italiano, così come nel 2000, anno nel quale gareggia per il titolo europeo conquistando la 2ª posizione. A 14 anni prende parte al Trofeo Honda NR (sale in 2 occasioni sul podio) ed al campionato italiano 125 GP.
Nel 2002 è campione europeo classe 125cc e lo stesso anno, dopo un buon apprendistato a livello nazionale ed europeo, debutta nel Motomondiale - classe 125 nel gran premio della Repubblica Ceca nel team dell'Aprilia CWF - Matteoni Racing, al posto di Jaroslav Huleš, passato alla classe 250, il compagno di squadra è Chaz Davies. Termina la stagione 33º con 3 punti ed ottiene come miglior risultato un tredicesimo posto in Portogallo.
Il 2003 lo vede impegnato per la prima stagione completa del Campionato del Mondo, con compagno di squadra Mirko Giansanti, terminando la stagione 21º con 31 punti ed ottenendo come miglior risultato un quarto posto in Comunità Valenciana.
Il 2004 è per lui un'annata difficile e gli riserva sensazioni contrastanti. La sua capacità di gestire al meglio la moto sul bagnato gli permette di trionfare a Jerez, dove realizza la pole e la sua prima vittoria in carriera nonostante l'insidioso tracciato letteralmente inondato dalla pioggia, e di confermarsi specialista sul bagnato a Brno, dove guadagna ancora la pole position in una sessione di qualificazione accompagnata da condizioni critiche. Ma è un'annata segnata anche da cadute e inconvenienti, che non gli permettono di superare l'11ª posizione della classifica generale con 79 punti. Il team di cui ha fatto parte è stato il Rauch Bravo ed il suo compagno di squadra è stato Steve Jenkner.
Il team Nocable.it Race lo ingaggia per il 2005, il compagno di squadra è Joan Olivé. Vince un altro gran premio a Jerez e sale in tutto sei volte sul podio (oltre la vittoria, secondo in Catalogna e terzo in Germania, Repubblica Ceca, Qatar e Australia), ma pur lottando sempre per le posizioni di vertice, esce dalla lotta per il mondiale già a metà stagione, poiché ormai fatica ad adattarsi alla sua Aprilia RS 125 R vista la notevole altezza, ma chiude comunque al quinto posto con 177 punti, realizzando anche una pole position in Spagna.
Nel 2006 passa in 250, alla guida della Gilera RSV 250 con capotecnico Rossano Brazzi, già tecnico di campioni come Valentino Rossi e Marco Melandri, il quale però si ammala dopo le prime gare lasciandolo senza una vera "guida" durante tutta la stagione. Si classifica decimo con 92 punti senza ottenere riusultati eclatanti, infatti il suo miglior risultato è un sesto posto in Cina.
L'anno successivo, il 2007, l'Aprilia toglie a Simoncelli la moto ufficiale e gli affida una Aprilia RSW 250 LE sempre nel team Metis Gilera, ma gestita tecnicamente da Aligi Deganello. È una stagione avara di risultati, terminata al 10º posto con 97 punti, con miglior risultato in gara due sesti posti (Francia e Olanda).
Nel 2008 le cose vanno molto meglio per il romagnolo: nonostante la moto non ufficiale, nelle prime due gare piazza due zeri per via di due cadute, tra l'altro in una delle due a Jerez lottava per la vittoria. Nella gara successiva in Portogallo riesce a guadagnare la sua prima pole stagionale, ma solo nella gara successiva riesce a portare a casa la prima vittoria al Mugello e poi in Catalogna. Ricevuta una moto evoluta, vince al Sachsenring con ben 10" di vantaggio su Mika Kallio, poi a Motegi, a Phillip Island, e col terzo posto a Sepang si laurea campione della 250, per poi vincere a Valencia a coronamento di una grande stagione, in cui totalizza 281 punti. Gli altri podi sono stati: secondo in Francia e Gran Bretagna, terzo in Olanda e Repubblica Ceca, le altre pole position sono state ottenute in Germania, Repubblica Ceca, Giappone, Australia e Comunità Valenciana.
Per il 2009, nonostante l'alloro iridato, decide di rimanere nella classe di mezzo, è però costretto a saltare l'inaugurale GP del Qatar a causa di un infortunio. Dopo alcune gare incerte, nel gran premio di Francia, Simoncelli dà una grande prova di bravura, dimostrando di essere ritornato in forma, vincendo sul bagnato con un gran margine sul secondo. Nella gara successiva, al Mugello, ingaggia una lotta all'ultima staccata sul bagnato con Mattia Pasini, arrivando però in seconda posizione. Trionfa al Sachsenring conquistando la sua 10º vittoria nel motomondiale e rilancia le sue aspirazioni al titolo. In seguito, dopo la pausa estiva, vince anche a Brno, di nuovo dopo una lotta estenuante con Pasini, poi un altro grande successo a Indianapolis permette a Simoncelli di ridurre notevolmente il gap dal leader del mondiale Hiroshi Aoyama e dallo spagnolo Álvaro Bautista. Purtroppo, nel successivo gran premio di Misano per via di una caduta perde punti preziosi per la riconquista del titolo iridato ma dopo le due vittorie consecutive in Portogallo ed in Australia si porta a dodici punti dal leader Hiroshi Aoyama, con ancora due gare da disputare.
Ritornato vicino al vertice della classifica, in Malesia Aoyama vince meritatamente la corsa, mentre dietro Simoncelli e Barberá rimangono in lotta fino all'ultima curva, un arrivo al fotofinish lascia nelle mani della giuria l'assegnazione delle piazze. Per via del giro veloce, la seconda posizione viene consegnata allo spagnolo mentre l'italiano si deve accontentare del terzo posto e perde altri punti preziosi che fanno aumentare il suo distacco dal giapponese a ben 21 punti. Nell'appuntamento conclusivo di Valencia, dopo aver condotto in testa per buona parte della gara, Simoncelli è protagonista di una scivolata che consegna di fatto il titolo mondiale a Hiroshi Aoyama, inoltre la contemporanea vittoria del Gran premio da parte di Barberá permette anche al pilota spagnolo di sopravanzare in classifica il romagnolo relegandolo al terzo posto finale con 231 punti. Gli altri podi sono stati: terzo in Spagna e Olanda, realizzando anche quattro pole position (Giappone, Germania, Repubblica Ceca e Comunità Valenciana).
Durante la stagione 2009, partecipa alla quattordicesima prova del campionato mondiale Superbike sull'Aprilia RSV4 in sostituzione di Shinya Nakano. Durante le prove di qualifica del sabato riesce a registrare un buon tempo piazzandosi in ottava posizione. Nonostante la seconda fila, in gara 1 non parte benissimo e mentre cerca di recuperare le posizioni perse cade malamente. Gara 2 lo vede protagonista di un'altra rimonta, nella quale in tale occasione riesce a conquistare il terzo gradino del podio finendo davanti al compagno di squadra Max Biaggi.
Nel 2010 passa alla classe MotoGP con la RC212V del team San Carlo Honda Gresini, il compagno di squadra è Marco Melandri. Ottiene come miglior risultato un quarto posto in Portogallo e termina la stagione all'8º posto con 125 punti.
Nel 2011 resta nello stesso team avendo però una fornitura uguale a quella ufficiale del team HRC, questa volta con compagno di squadra Hiroshi Aoyama. Ottiene due quinti posti, al Gran Premio del Qatar, gara di inizio stagione ed al Gran Premio di Francia e due pole position, una al Gran Premio di Catalogna e l'altra al Gran Premio d'Olanda. Al Gran Premio motociclistico della Repubblica Ceca 2011 Simoncelli ottenne il primo podio (un terzo posto) nella classe regina.
Edited by gheagabry - 23/10/2011, 12:21. -
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Gran Premio della Malesia - Tragedia a Sepang: MARCO SIMONCELLI E' MORTO!
dom, 23 ott 10:27:00 2011
Tragedia nel mondo dei motori: Marco Simoncelli non ce l'ha fatta dopo il bruttissimo incidente duirante il secondo giro del GP di Malesia di MotoGP. Il pilota romagnolo si è spento all'età di 24 anni
Tragedia a Sepang. L’Italia e il mondo dei motori piange la scomparsa di Marco Simoncelli, pilota azzurro scomparso a 24 anni dopo un terrificante incidente durante il secondo giro del GP di Malesia, penultimo appuntamento del Motomondiale 2011.
LA DINAMICA DELL’INCIDENTE - Al secondo giro i commissari sono costretti a sventolare le bandiere rosse dopo un terrificante incidente occorso al Sic che resta immobile inerme in mezzo alla pista e soprattutto senza il casco. La regia si perde le immagini in diretta ma i replay sono impietosi. Il Sic scivola a terra, ma poi resta come incastrato col piede e taglia in due la pista: da dietro arrivano Edwards e Rossi che lo centrano in pieno alla schiena e alla testa. Simoncelli perde il casco e resta a terra, privo di sensi.
Immediati i soccorsi, mentre i piloti si confrontano nei box con Rossi che spiega ai tecnici e a Loris Capirossi la dinamica dell’incidente con uno sguardo preoccupato e gli occhi carichi di lacrime. La situazione appare subito grave, Carmelo Ezpeleta annuncia la cancellazione della gara mentre venti minuti dopo (intorno alle 11:05 italiane) arriva l’ufficialità del decesso.
Eurosport. -
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MARCO SIMONCELLI È MORTO: L'INTERVISTA IN CUI A GQ PARLAVA DEL SUO FUTURO E IL RICORDO DI CARLO VANZINI
23 ott 2011 —
Marco Simoncelli è morto oggi sul circuito di Sepang. A GQ aveva raccontato, a Misano, come sognava il prossimo anno nella motoGP: le sue speranze,i suoi obiettivi. Ecco quell'intervista, insieme a un commosso ricordo di Carlo Vanzini
Marco Simoncelli è morto, in un drammatico incidente durante il Gran Premio di MotoGp a Sepang. Aveva 24 anni, era stato campione del mondo della classe 250 nel 2008.
Sopra l'intervista video che Simoncelli aveva rilasciato a GQ a Misano. Raccontava del suo futuro, dei suoi sogni sulle due ruote nella classe regina, dei suoi obiettivi.
Qui sotto il ricordo di Carlo Vanzini, autore su GQ del blog di motori Sgommate.
"Noi italiani avevamo trovato in lui il dopo Valentino. Perché Marco Simoncelli era non solo un pilota generoso e grintoso, ma anche un ragazzo estroverso, sempre. E ora siamo qui a parlare della sua morte, ed è terribile. Terribile pensare a come un ragazzo - perchè in fondo questo era, Simoncelli: un velocissimo, talentuosissimo ragazzo - possa finirae così.
Certo, ora qualcuno ricorderà la sua irruenza, il suo stile di guida sempre molto al limite, le polemiche che questo aveva scatenato, anche quest'anno. Forse SuperSic doveva imparare a gestirla, quell'irruenza. Ma quelle valutazioni, oggi, non trovano spazio. Oggi va ricordato l'uomo, il ragazzo, il pilota. Va ricordato Marco Simoncelli.
E poi certo, per tutti gli amanti degli sport motoristici, questa morte è il secondo lutto in una settimana, dopo quello di Dan Wheldon nella Indycar. Il motorsport deve lavorare per avere sempre più sicurezza. Ma il pilota, ogni pilota, prende il via sapendo che ogni sforzo in quella direzione non potrà mai impedire, in modo assoluto, che la morte trovi il modo di infilarsi sulla pista. Come ha fatto la scorsa settimana a Las Vegas, come ha fatto oggi, in modo terribile, a Sepang".Intervista a Marco Simoncelli
Marco Simoncelli, campione mondiale di motociclismo, classe 250
Lo chiamano Superpippo per la sua andatura dinoccolata, così alto (tantissimo per essere un pilota: un metro e 83), gli occhi sempre a mezz’asta e una flemma che fa a pugni con il suo mestiere. Perché Marco Simoncelli (), 23 anni, va a 300 chilometri all’ora: guida le moto sui circuiti più veloci del mondo. È stato campione del mondo della 250 nel 2008 e dall’anno scorso corre anche nella classe 800. Sta per cominciare il Mondiale e l’abbiamo incontrato alla vigilia della partenza per il Moto GP , che inizia in Qatar il 20 marzo. Correrà tutte le tappe con la squadra San Carlo Honda Gresini Team. Una carriera lampo, la sua, iniziata a 12 anni, quand’è diventato campione italiano della sua categoria. E poi via, sempre più su.
Quando sei salito la prima volta sulla moto?
«A 4 anni. Era un plasticone tutto colorato, ma col motore vero, che mi hanno regalato i miei genitori. Li ho sfiniti di richieste finché hanno ceduto».
Com’è nato il tuo talento?
«Forse un po’è di famiglia, perché mio papà corre su pista, per passione. Mi portò con lui in un concessionario. Doveva comperarsi una nuova moto. Invece, alla fine, l’ha presa a me! E da lì ho cominciato come tutti i bambini che hanno questo amore: prima sui piazzali, poi sui circuiti, dove si noleggiano le mini moto».
Quand’è arrivata la prima moto tutta tua?
«Avevo 8 anni. Era una moto da strada, la versione in miniatura dei bolidi su cui vado ora».
Da bambino andavi solo sulla moto o facevi anche altri sport?
«Mi piaceva tutto: calcio, basket, atletica. Però il mio cuore era tutto per i motori. Così, pian piano, ho mollato il resto e mi sono concentrato sulle gare».
Quanto hanno contato i tuoi genitori nella tua carriera?
«Ai miei devo tutto. Se non mi avessero incoraggiato e sostenuto, non sarei arrivato dove sono ora. Il mio è uno sport molto costoso: ti devi pagare le trasferte (anche tutti i weekend), le moto, l’attrezzatura. Ricordo perfettamente i periodi difficili che ha vissuto la mia famiglia. Quando sono passato alla 125, per esempio, per noi è stato un momento molto duro. Stavamo per vendere la casa, pur di pagare la mie trasferte. E mio papà ha rischiato grosso sul lavoro, perché il suo unico pensiero era cercare gli sponsor per me».
Che suggerimento daresti ai genitori di un bambino che vuole imitarti?
«Direi loro di cercare di capire se quello del figlio è vero talento o una passione passeggera. Se il bambino vuole trascorrere sulla moto tutto il suo tempo, anche rinunciando ad altre cose, allora penso che valga la pena incoraggiarlo. Certo, bisogna mettere in conto che è un sacrificio per tutti. Ma quando arrivano le prime vittorie a 140 all’ora (così si va a 11 anni!), ci si dimentica di tutto: la stanchezza, gli spostamenti, le rinunce non contano più, neanche per le mamme. E tu sei così felice che vuoi solo continuare a fare la cosa per cui ti senti nato: correre!».
Barbara Rachetti
Marzo 2011. -
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Muore Simoncelli, tragedia al MotoGP Incidente in pista a Sepang, gara annullata
Lacrime e disperazione ai box. Il pilota di Cattolica e' caduto al secondo giro del Gp della Malaysia e ha perso il casco. Colpito dalla moto di Edwards e di Valentino Rossi
La sequenza del drammatico incidente
-- Speciali --
La gara della MotoGp del Gp della Malaysia a Sepang e' stata cancellata. Il pilota 24enne era giunto in arresto cardiocircolatorio al centro medico della pista. Il medico: incidente inevitabile, e' stato molto sfortunato. Rossi in lacrime per l'amico:'Oddio'. -
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Fausto Gresini: Sic, una perdita troppo grande
(di Matteo Aglio)
Fausto Gresini porta incisi nel volto e impressi negli occhi il dolore e la sofferenza per la perdita di Marco Simoncelli. Fausto non ha mai abbandonato il suo pilota dai momenti successivi al terribile incidente, condividendo con il padre di Marco il peso delle tragedia. “Il giorno dopo si soffre ancora di più – dice Gresini, trovando la forza di esprimere le sue emozioni – E’ accaduto tutto così in fretta sono senza parole. So che il nostro è un mestiere pericoloso, che il rischio fa parte del gioco, ma speri sempre che non succeda nulla. Quando accade e ti ci trovi dentro cambia tutto, è difficile accettarlo. E' stato un'incidente provocato da una serie di circostanze negativi incredibili, la moto che è andata verso l'interno della curva invece che all'esterno, essere investito sulla pista più larga del motomondiale”.
Il ricordo che conserva del Sic gli illumina come un lampo lo sguardo. “Ho tante immagini che riaffiorano alla mente di questi due anni passati insieme – sono le sue parole – Marco era spontaneo, uno che faceva sempre quello che pensava, con un cuore d’oro e sempre solare. Non mi ricordo di averlo visto arrabbiarsi una sola volta. Era uno sempre leale con se stesso e con gli altri, uno che amava le sfide e noi, la sua squadra, eravamo un semplice strumento per realizzare i suoi sogni e dare sfogo alla sua passione”.
“Un ragazzo speciale che veniva da una famiglia speciale. Col padre Paolo avevano una complicità particolare, simile a quella che si ha tra fratelli, condividevano ogni momento della propria vita” continua Gresini nel ricordo del Sic.
Non è la prima volta che il manager si trova di fronte alla perdita di un suo pilota, era già successo nel 2003, quando Kato aveva perso la vita sul circuito di Suzuka. “Quella volta siamo riusciti a trovare la forza di continuare perché volevamo realizzare il sole di Daijiro – racconta Fausto – e quando Gibernau la gara successiva ha vinto, in Sud Africa, c’è stata una strana magia. Era come se ci fosse anche Kato a guidare insieme a Sete”. Adesso Gresini non pensa al futuro: “non mi ha neanche sfiorato il pensiero. L’unica cosa certa è che la mia squadra non parteciperà al prossimo Gran Premio, a Valencia, né ai test in programma i giorni successivi alla gara”.
Anche Alberto Vitaloni, presidente della San Carlo, sponsor, del team è stato profondamente toccato dalla notizia. “Gli ho parlato al telefono – spiega Gresini – ed era distrutto, aveva intrapreso questa avventura con noi perché si era appassionato a Marco”.
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Marco Simoncelli e le emozioni che ci ha regalato [VIDEO-STORY]
La vita di Marco Simoncelli, ripercorsa attraverso il ricordo dei momenti più significativi della sua carriera. La video-storia di un campione, che voleva essere ricordato per le emozioni che aveva regalato.
Marco Simoncelli è morto da poche ore, il pilota di motogp, talento di casa Italia ci ha lasciato verso le 11.00 dopo un brutale incidente durante il gran premio di Sepang, in Malesia. Un sogno lungo 17 anni, da quando a 7 anni sale in sella alla sua prima mini moto, e che stava diventando realtà negli ultimi anni, dopo la consacrazione a campione del mondo di 250cc nel 2008 e le prestazioni del campionato in corso, che ben facevano sperare per il futuro italiano dei motori, con un Valentino Rossi un pò appannato negli ultimi tempi.
Chi fa delle corse un mestiere o una passione di vita, sa che va incontro ad un rischio altissimo, continuo, di rimediare infortuni e nel peggiore dei casi di perdere la vita, ma forse ci sono amori, anche pericolosi, per i quali vale la pena vivere, anche poco, ma almeno in maniera intensa.Un cristiano un pò dubbioso, che nei momenti di pericolo ammetteva di non pregare Dio ma di soffrire in silenzio. Amava il rock, amava le ragazze more e alla domanda del giornalista del Tg1“Cosa ti colpisce a prima vista di una ragazza?” non ebbe problemi ad ammettere in modo smaliziato e con una bozza di sorriso imbarazzato che “il lato b” rientrava tra le sue priorità. Era un giovane talentuoso e una promessa del mondo del motociclismo, ma pur sempre giovane, un ragazzo come tanti che sapeva catalizzare l’attenzione forse proprio per quella spontaneità senza filtri.
Marco Simoncelli era giovane sì, ma ha spesso affermato di esser maturato e cresciuto proprio grazie alle sue amate gare e, perchè no, anche alle improvvise cadute e oggi, prima di partire, si sentiva pronto a non andare giù, pronto a dominare la moto e il suo talento. Tra 10 anni si vedeva ancora in moto, magari in motogp: sognava qualche vittoria in più e sperava di esser ricordato per aver regalato emozioni. Purtroppo non è andata così.
Video
Nel visionare contributi video e interviste, l’attenzione è stata attirata da un set fotografico che l’ha visto protagonista per Sport Week. Una copertina per Marco Simoncelli, diavolo o angelo?
Marco si diverte a farsi scattar foto, si mette in posa, si trucca, fa domare la sua “criniera”, sorride davanti a papà Paolo e al fotografo, scatta istantanee insieme alla troupe: il video si chiude con le parole di Chico De Luigi, dal cui obiettivo nascerà poi il servizio fotografico. E sono parole che ora come ora hanno più senso di altre e portano a galla un pò di amara consolazione “…e definitivamente, Marco Simoncelli è un angelo”.
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Marco Simoncelli, la fidanzata Kate: «Le mie labbra sul tuo casco»
Da cinque anni era la sua fidanzata. Lo seguiva sempre, e prima di ogni gara gli dava un bacio speciale. Anche il 23 ottobre, quando Sic è caduto e non si è più alzato
«C’era un momento, sulla griglia di partenza, solo nostro. Era poco prima dei semafori, quando andavano via le telecamere vicine, e tutte le moto intorno, la sua compresa, sgasavano già. Io chiudevo l’ombrello parasole. Gli prendevo la testa tra le mani e lo salutavo con un bacio. Un bacio sul casco. Così andava a correre». Il circuito di MotoGp in Malesia, domenica 23 ottobre, non aveva fatto eccezione. Non l’aveva fatto il caldo dei 40 gradi, che con i motori accesi in pista aumentava, e che Marco soffriva dentro la tuta, in cui aveva messo un po’ di ghiaccio.
C’erano le labbra di Kate, sul casco rotolato via nel prato di Sepang, al secondo giro di gara. 24 e 22 anni, ne avrebbero fatti cinque d’amore oggi. Ma nella villa della famiglia Simoncelli, a Coriano, oggi lei se ne sta rannicchiata su una sedia – la felpa bianca, gli occhi pesti, la gamba destra che non riesce a stare ferma – e prova a dare voce a quello che succede dentro quando si ha poco più di vent’anni, prima dell’estate si è trasformato un fienile in una casa dove vivere insieme e poi in autunno la morte arriva così, d’improvviso. E bisogna disdire l’ordine della cucina, e declinare al passato ogni verbo dopo il «noi». «L’hai visto capitare agli altri. Lo metti in conto. Ma non pensi mai davvero che possa succedere a te».
L’abbiamo vista sulle Tv di tutto il mondo mentre si portava le mani giunte al viso...
«Eravamo lì. Mia madre era concentrata sullo schermo, davanti al monitor nel paddock. Ha urlato: “Oh, no”, perché Marco stava rischiando di uscire di gara. Io mi sono voltata verso di lei: “Non urlare per niente”. Il tempo di rigirarmi, ed era scivolato via. Sono rimasta lì a pregare. A pregare che non mollasse. Mentre il padre, Paolo, è scappato da lui».
Era una promessa, quella piccola fede che sta tormentando al dito?
«No. L’ho comprata su una bancarella. Noi ci regalavamo altro. All’ultimo compleanno, lui arrivò con un quadro mosaico di nostre fotografie: noi in montagna, noi al mare, noi durante le gare. Agli anelli non abbiamo mai pensato. Chissà poi perché».
Come vi siete conosciuti?
«D’estate, a Riccione. Ero in vacanza con le mie amiche. Ci dicono: “Vi facciamo entrare gratis in discoteca, se ci aiutate a distribuire un po’ di volantini”. Da studentesse, risparmiare su quell’ingresso era un colpo grosso. Così, ci mettemmo d’impegno. Marco passava di lì con un suo amico, per caso».
Lui amava raccontare che la conquista fu una fatica.
«Piombò a casa mia a Bagnatica, con la scusa che aveva cugini di Milano. Io lo presentai ai miei come un amico, perché avevo un “morosino” e lui mi faceva solo tanto ridere. Agli inizi non facevo che dirglielo: “Ma dove credi che andiamo, tu ed io? Non sei un tipo serio, e io lascio alla prima sbandata: dureremo due mesi”».
Invece siete arrivati a scegliere i coloridelle pareti.
«Sì, rosse. Pensare che mi veniva a prendere fuori dal cancello, all’uscita di scuola. E aspettava che finissi di allenarmi a pallavolo giocando a calciobalilla al bar, con mio padre. Dopo il primo mese, non ho mai più pensato di lasciarlo. Mi bastava. Eravamo così felici per questo Natale». Come mai?
«La casa sarebbe stata pronta, e per la prima volta avremmo potuto trascorrerlo con le nostre famiglie insieme. Fino all’ultimo, lui faceva il pranzo con i suoi, e poi saliva a Bergamo. Quest’anno invece ci sarebbero stati i letti. E i piumoni per tutti».Marco Simoncelli, la fidanzata Kate: «Avevamo un patto, metà amore alle moto e metà a me»
La ragazza di Sic racconta a Vanity Fair il suo legame perduto. «Non l'ho seguito in una sola gara, in Giappone, dopo il terremoto». Meno di un mese fa, l'ultima vacanza insieme
L'abbiamo incontrata nella villa della famiglia Simoncelli, nella campagna di Coriano (Rimini). Kate Fretti, la fidanzata di Sic, morto a 24 anni il 23 ottobre scorso in un incidente sul circuito motociclistico di Sepang (Malesia), in un'intervista a Vanity Fair, racconta l'ultimo bacio che gli ha dato sul casco, prima della partenza e una storia d'amore iniziata una sera di cinque anni fa fuori da una discoteca, a Riccione, e finito troppo presto, quando c'era una casa quasi pronta dove andare a vivere insieme.
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Viaggiavate molto?
«Eravamo liberi di passare io la serata con le amiche e lui con gli amici, ma le partenze erano d’obbligo insieme. Ci siamo divertiti da pazzi a Ibiza e Formentera, nel 2008. Ci piaceva sciare, andare in montagna a Livigno. È stata bellissima l’ultima vacanza, due settimane fa, nell’oceano tra il Giappone e l’Australia, sull’isola di Boracay».
Kate Fretti, 22 anni, fidanzata di Marco Simoncelli, 24, al mare in una foto dall'album privato
È vero che di fianco al letto in cui dormiva Simoncelli aveva la moto con cui vinse il Mondiale?
«Certo. Il patto, tra noi, era tacito: metà del suo amore andava alle moto, metà a me. Non gliel’ho mai chiesto, ma sentivo che era così, e mi andava bene».
Lei, prima di incotrarlo, si interessava al mondo delle corse e dei piloti?
«Valentino Rossi a parte? No. Ho iniziato con Marco, e per Marco. Solo la paura delle radiazioni mi ha tenuto lontana da lui per una gara».
Che cosa intende?
«In Giappone, dopo il terremoto. C’erano ancora scosse, a Fukushima. E a noi donne consigliavano di stare lontane».
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A Matrix ha detto che aspetta che le accada come nel film Ghost...
«Pensavo alla scena in cui Demi Moore modella un vaso di creta, e Patrick Swayze – che è morto, ma vede il dolore di lei – la sfiora, le fa percepire la sua presenza».
Come sono state le prime notti senza di lui?
«Quella subito dopo l’incidente ero nell’albergo dove avevamo dormito l’ultima volta insieme. Fortuna che con me era venuta la mia mamma. Alle sette ho avuto uno smarrimento. La seconda notte ero qui, a Coriano, nella casa di lui, perché c’era Marco, c’era il suo corpo, e non potevo lasciarlo solo».
Kate Fretti e Marco Simoncelli in una foto dall'album privato
E ora, che farà?
«Resterò almeno per un po’ con Paolo, Rossella e la piccola Martina (padre, madre e sorella di Marco, ndr). Se vado via anch’io, è il disastro. Poi tornerò a casa, a Bergamo, e mi metterò a ricercare un lavoro. Ci sono troppi ricordi, qui, per me».. -
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Motomondiale - Sic rivive con la parrucca dei tifosi
A Valencia in molti lo ricorderanno indossando la sua chioma, marchio distintivo di Marco Simoncelli. I commissari di gara, invece, porteranno il lutto al braccio, mentre la Dorna sta provando a organizzare il minuto di "casino" in cui sperava tanto papà Paolo
Valentino Rossi una volta gli aveva consigliato di tagliarsi i capelli, perché erano troppo lunghi e secondo lui gli stavano male, ma Sic non li aveva mai tagliati. Magari gli aveva dato la classica "spuntatina", ma il fatto che tutti ormai lo associassero simpaticamente a un barboncino faceva parte dell'immagine del personaggio.
LA PARRUCCA DI SIC - La chioma leonina di Marco Simoncelli era inconfondibile, sbucava persino dal casco, sulla nuca, e lui stesso a volte era costretto a tenere i riccioli ribelli lontani dalla fronte con una fascia. I capelli erano il suo marchio di fabbrica e adesso diventano un modo per ricordarlo (anche se sicuramente il suo ricordo non si spegnerà mai).
Un gruppo di tifosi, infatti, ha organizzato un'iniziativa affettuosa per onorare la memoria del pilota romagnolo scomparso a Sepang: sugli spalti dell'ultimo GP della stagione, a Valencia, indosseranno delle parrucche che richiameranno la folta capigliatura di SuperSic (nella foto AP/LaPresse).
LUTTO E "CASINO" - Il GP di Valencia si svolgerà sicuramente in un clima diverso da quelli cui siamo abituati: per ricordare Marco, infatti, tutti gli ufficiali di gara porteranno il lutto al braccio. Inoltre la Dorna sta cercando trovare un modo per organizzare il ricordo "ufficiale" secondo i desideri della famiglia Simoncelli, come aveva spiegato papà Paolo qualche giorno fa: l'ipotesi di sostiuire il minuto di silenzio con un minuto di rombo di motori di tutte le moto sta prendendo sempre più piede.
ASSENTI E PRESENTI - La moto numero 58 di Marco Simoncelli sarà regolarmente presente all'interno del box del Team Gresini, perché alla fine tutti, dalla famiglia, ai colleghi, agli amici fino alla gente comune, continuano a dire "Marco sarà sempre con noi" e quindi la sua Honda sarà lì come in ogni altra gara. Non ci sarà sicuramente Colin Edwards, anche lui coinvolto nell'incidente di Sic e appena operato alla spalla. Al suo posto gareggerà il pilota di superbike Josh Hayes. Non si sa ancora quale sarà la decisione di Yamaha e Jorge Lorenzo e se il pilota maiorchino gareggerà oppure no. Ci sarà invece Loris Capirossi, al suo ultimo appuntamento prima del ritiro, dopo una lunga e brillantissima carriera.. -
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Simoncelli, i suoi trionfi sul podio
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Marco Simoncelli: il 58 ancora in pista a Valencia
Marco Simoncelli: Valencia tutti ricordano il Sic.
- In onore di Marco Simoncelli, il motociclista Loris Capirossi, correrà l’ultima gara della sua carriera, indossando il n° 58 appartenuto a Marco.
Una gara “speciale”, particolare e che porta con sé il ricordo del grande Sic, scomparso in seguito ad un incidente, avvenuto sul circuito di Sepang.
In occasione dell’ultimo appuntamento del mondiale 2011, che ricorderemo per molti anni, per averci lasciato tanta amarezza e dei ricordi indelebili, “gli amici di pista” renderanno onore a Marco.
- Il team, con il quale Marco correva, lo ricorderà con un enorme striscione: “E’ stato un onore lavorare con te”.
- Il compagno Aoyama sfreccerà fiero sulla moto, che al posto dello sponsor San Carlo, avrà la scritta “Marco uno di noi”.
- Tutti gli amici di Marco scenderanno in pista con il suo numero; Andrea Dovizioso indosserà la sua tuta con il numero 58 all’altezza del cuore; Valentino Rossi vestirà il casco con i colori di Super Sic. Il gesto più grande sarà quello di Capirossi, che a Valencia correrà il suo ultimo Gran Premio, rinunciando al suo leggendario n° 65, per onorare con il n° 58, il ricordo di Marco Simoncelli.
Tanta commozione nelle dichiarazioni degli amici di Marco;
Valentino Rossi che trattiene lacrime di dolore ha dichiarato: “E’ inutile negare che non sia un momento difficile, è un fine settimana strano, ma correre è il miglior modo per ricordare Marco. In questi giorni ho cercato di passare più tempo possibile con la sua famiglia, ho perso un amico e questo vuoto è impossibile da cancellare. In tantissimi hanno dimostrato il loro affetto e anche in un momento così terribile si respirava una bella atmosfera. Ne ho parlato anche con suo padre, Paolo, la reazione della gente è stata un qualcosa di emozionante e commovente. Ti rendi conto di quanti gli volevano bene, Marco era uno che ti faceva divertire sia in pista che fuori, uno di quei piloti che ti fanno appassionare a questo sport. Si meritava questo tributo. Marco era l’amico con cui si andava a girare sui kart o sulla moto da cross - continua il nove volte campione del mondo - Non c’è un solo ricordo che non mi strappi un sorriso, perché Marco era uno con cui era facile divertirsi. Ho solo un solo rammarico, non essere riuscito a fare una bella bagarre con lui in MotoGP. L’anno scorso ero io ad andare più forte e questa stagione lui, a Misano avevo avuto un assaggio, ma lui era più veloce”.
Una ferita ancora troppo fresca per i compagni di Marco Simoncelli, una morte che l’ha strappato troppo in fretta agli affetti dei suoi cari, dei suoi fan e di tutti quelli che l’hanno. -
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DIOBO' CHE CASINO AVETE FATTO!
Ciao… mi chiamo Kate.. e sono, anzi ero, la fidanzata di Marco.
Fino a 13 giorni fa, tenevo aggiornato il suo sito e la sua fanpage su facebook, con l’aiuto dei ragazzi di Retina.
Come molti di noi Marco si era lasciato affascinare del social network più famoso del mondo ... gli piaceva un sacco leggere i vostri commenti dopo che avavamo pubblicato un post, o una foto o il comunicato stampa post gara.. e passava mezz’ore a studiarsi l’andamento del numero dei fan alla pagina. Godeva un sacco quando in week end di gara vedeva alzarsi il numero dei “Mi Piace”. Ricordo che il sabato prima della Malesia mi disse: devo vincere, è l’unico modo per far crescere i fan. Bè.. si sbagliava, non era l’unico modo. Dagli 8.000 che eravamo quel sabato pomeriggio oggi siamo più di 500.000.
Per posta, per e mail, su facebook, ovunque in tanti avete scritto a me e alla famiglia Sic.. inizialmente credevo che parole come: “il vostro dolore è anche il nostro” fossero solo frasi di circostanza, d’obbligo. Poi invece avete continuato a scrivere, a telefonare a casa, in centinaia siete passati per Coriano.. ci avete stretto la mano, abbracciato, sussurrato all’orecchio, avete pianto con noi e il vostro affetto ci è stato di conforto, tutt’ora ci sta aiutando a non sentirci soli. Con mio grande stupore mi sono resa conto che il mondo è ancora bello e la solidarietà tra le persone ancora esiste…. Ed io non posso fare altro che ringraziarvi a nome mio e della famiglia di Marco.
Ieri mattina Riky, un mio caro amico nonchè cugino di Marco mi ha scritto una cosa molto bella: “Dalla perdita di Marco ho tratto un prezioso insegnamento, di cui farò la mia regola di vita: NON MOLLARE MAI, anche se ti trovi in difficoltà lotta per raggiungere il tuo obiettivo…fosse l’ultima cosa che fai”. Mai altre parole sono state più vere, non mollate mai ragazzi, noi non molleremo perché nonostante tutto la vita è bella!
Potrei stare ore a riscrivervi le frasi toccanti che mi sono arrivate in questi giorni… però questa è quella che tre giorni dopo l’incidente mi ha fatto stare un po’ meglio, forse perché tiene viva la mia speranza dell’esistenza dell’anima dopo la morte…. -
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Sportellate - Il ricordo di Sic sia davvero d'esempio
Dopo una tale tragedia è giusto continuare a riflettere e pensare che la bella commemorazione è il tributo doveroso che merita chiunque se ne va in questo modo, ma che è anche necessario rivedere la sicurezza per far sì che la cerimonia di Valencia sia l'ultima e che i piloti non corrano rischi
Alcuni hanno protestato: secondo loro si sta parlando troppo di Marco Simoncelli. Tuttavia è impossibile non parlarne, perché è passato troppo poco tempo per lasciar cadere il discorso e soprattutto sono troppe le persone che hanno vissuto la sua morte come un lutto personale. Nel mondo ci sono certamente tante altre tragedie, dall'operaio che rimane schiacciato da una pressa alla gente travolta dal fango per le strade, per arrivare a ragazzine che vengono uccise senza un perché e il cui assassinio resta impunito. Sono fatti indiscutibilmente terribili, ma noi ci occupiamo di sport e il nostro dovere è ricordare chi se ne va facendo il proprio lavoro in ambito sportivo.
SIC, UN RAGAZZO VERO - E' vero, Sic aveva ancora tanto da dimostrare e in certe occasioni aveva pure sbagliato: la sua guida aggressiva e ruspante lo aveva portato più volte a combinare guai, dalle cadute in solitaria al coinvolgimento di altri piloti. Daniel Pedrosa, per esempio, l'ultima volta non l'aveva perdonato e alle sue scuse non aveva voluto stringergli la mano. Va detto però che ogni pilota ha il suo stile e quello di Superpippo (era questo il suo soprannome agli esordi) era anche dettato da una fisicità imponente e ovviamente non modificabile.
Errare, comunque, è umano e Simoncelli, indomito centauro con l'agonismo nel sangue, era non solo un essere umano vero, ma anche molto di più: un ragazzo giovane con sogni, speranze, valori e tanta gioia di vivere. Le testimonianze d'affetto ricevute dalla famiglia dopo la tragedia di Sepang la dicono lunga su quanto fosse amato da tutti, compresi i compaesani di Coriano, i colleghi e la gente comune. Per quelli come noi che non l'hanno conosciuto, Sic era una persona solare, "caciarona" e di buon cuore, un ragazzo che, nonostante successi e prospettive, non si era montato la testa e che sarà sempre ricordato con un'immagine sorridente.
LA DORNA HA FATTO LA COSA GIUSTA- Per chi lo conosceva davvero, Marco era semplicemente una persona speciale, talmente speciale da meritare il tributo che la Dorna ha organizzato prima del GP di Valencia. Qualcuno ha criticato questa scelta senza precedenti, ricordando per esempio che l'ultimo pilota scomparso, Shoya Tomizawa, non ebbe niente di tutto questo: quando morì, la gara di MotoGP non fu nemmeno annullata (com'è invece accaduto - giustamente - questa volta) e i piloti conobbero la triste verità solo a corsa conclusa.
IL RICORDO VIVE NEI GESTI DI MOLTI - La via giusta, però, è questa, perché Sic aveva fatto breccia nei sentimenti di tutti. E' giusto tributare a chi viene a mancare gli onori che merita, senza contare che il mondo del motomondiale non è così vasto e che assomiglia tanto a una famiglia allargata, dove tutti si conoscono e al di là delle rivalità si instaurano stretti rapporti personali. La presenza di Kevin Schwantz è l'ennesima riprova di questo concetto: lui stesso infatti racconta che Sic gli confessò di essere stato un suo fan e che le parti si invertirono, con Schwantz a tifare per Simoncelli in un rapporto in cui i due si chiamavano vicendevolmente e affettuosamente "ciccio".
Una bella testimonianza è arrivata anche da tanti altri piloti ed è stato splendido, per esempio, il giro d'onore di Maverick Viñales dopo aver vinto la gara delle 125: lo spagnolo, talentuosa promessa del motomondiale, si è fatto consegnare una bandiera con la stampa del bellissimo sorriso di Sic. Un giovane che ricorda un ragazzo poco più grande di lui e lo considera un modello.
QUESTO EPISODIO SERVA DA MONITO - La morte di Simoncelli non può essere dimenticata, perché Sic vive nel ricordo di tutti. La sua tragica esperienza, però, deve servire da duplice esempio. In primis, se mai il destino delle corse dovesse decidere che le disgrazie purtroppo non sono finite, la memoria degli eventuali sfortunati dovrà essere onorata nello stesso modo, ben sapendo che nessuno di noi vorrebbe più rivedere immagini toccanti come quelle di Valencia perché, seppur belle, scaturiscono da un evento drammatico. come dire, se non ci sono commemorazioni è perché va tutto bene.
Inoltre, un incidente di questo tipo deve essere il punto di partenza per uno studio accurato sulla sicurezza. Il papà di Sic, infatti, ha detto che la responsabilità della morte di Marco è solo del ragazzo stesso, che ha tentato in tutti i modi di rialzare la moto invece di lasciarla andare. I prodigi dell'elettronica sfortunatamente portano anche a questo e forse è il caso di iniziare a rivedere alcuni concetti per evitare che queste disgrazie possano ripetersi. L'ingresso in Dorna di Loris Capirossi per la sezione sicurezza lascia ben sperare: un ex pilota sa capire meglio di chiunque altro quali siano le problematiche e i rischi di uno sport tanto avvincente quanto pericoloso.
Ovviamente la speranza, però, è che quello di Simoncelli sia l'ultimo di una sfortunata serie di episodi e che in futuro si possa parlare solo di lui, del ragazzo che era e di nient'altro. Ciao SuperSic, ci manchi già e continuerai a mancarci.
Ilaria BOTTURA / Eurosport. -
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Marco Simoncelli: Pirro gli dedica la vittoria
Il ricordo del 24enne Marco Simoncelli sta diventando indelebile. La scomparsa del pilota è una ferita ancora aperta sia per la famiglia e per i colleghi ma anche per i tifosi. La vittoria di Michele Pirro a Valencia con il team di Marco Simoncelli ha lasciato tutti senza fiato e con le lacrime agli occhi.
Pirro ha dedicato la vittoria al collega scomparso troppo presto. Ricordiamo che per il giovane foggiano di San Giovanni Rotondo, questa è stata la sua prima vittoria della carriera.
Questo è quanto dichiara Pirro: «Le condizioni della gara erano difficili ma ho cercato di rimanere concentrato e poi Marco dall’alto ha fatto il resto, mi è stato vicino tutta la gara ed ogni tanto gli chiedevo di non lasciarmi solo. La gara è stata dura, 27 giri sempre da solo in testa: non è stato facile.
Questa vittoria la voglio dedicare a lui ed alla sua famiglia che in questo momento sta soffrendo più di tutti noi, alla sua ragazza e poi anche ai ragazzi del Team».
«Dopo la Malesia è stato tutto molto difficile poi finalmente siamo riusciti a convincere Fausto nel venire a Valencia e sicuramente è stata la scelta migliore perché Marco avrebbe voluto così, le corse erano la sua vita e questo è il modo migliore per onorarlo e ricordarlo».
Il giovane ragazzo di Coriano è stato cremato. Dalle ultime notizie sembrerebbe che il papà di Marco si sia recato presso l’Ufficio Anagrafe del suo Comune e abbia chiesto il permesso di portarsi a casa le ceneri del figlio. Indimenticabili le immagini di quel funerale dove era presente anche il caro amico e collega Valentino Rossi. Per la fidanzata Kate Fretti questo è veramente un momento molto difficile.. -
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Marco Simoncelli: lettera commovente di Kate
Il tempo passa ma il dolore per la perdita di Marco Simoncelli è ancora vivo e probabilmente lo sarà per sempre. La mammma, il papà, la sorella Martina e la fidanzata Kate stanno vivendo un vero e proprio incubo. Riuscire a farsi forza e ad andare avanti sapendo che Marco non c’è più, non è facile.
Indimenticabile i funerali di Simoncelli dove eranno presenti centinaia di persone giunte sin li per dare l’ultimo saluto ad un grande pilota italiano ma soprattutto ad un grande uomo. Durante i funerali era presente anche il caro amico Valentino Rossi.
COllegandoci sul sito ufficiale di Marco Simoncelli potete vedere una lettera molto commovente scritta proprio dalla 22enne Kate Fretti. Quella gara di Moto Gp in Malesia le ha strappato il suo unico vero e grande amore e il sogno di invecchiare accanto a Marco.
Nella lettera la 22enne scrive: “Ciao… mi chiamo Kate.. e sono, anzi ero, la fidanzata di Marco. Fino a 13 giorni fa, tenevo aggiornato il suo sito e la sua fanpage su facebook, con l’aiuto dei ragazzi di Retina”.
“Per posta, per e mail, su facebook, ovunque in tanti avete scritto a me e alla famiglia Sic.. inizialmente credevo che parole come: “il vostro dolore è anche il nostro” fossero solo frasi di circostanza, d’obbligo. Poi invece avete continuato a scrivere, a telefonare a casa, in centinaia siete passati per Coriano.
ci avete stretto la mano, abbracciato, sussurrato all’orecchio, avete pianto con noi e il vostro affetto ci è stato di conforto, tutt’ora ci sta aiutando a non sentirci soli”.
“NON MOLLARE MAI, anche se ti trovi in difficoltà lotta per raggiungere il tuo obiettivo…fosse l’ultima cosa che fai”. Mai altre parole sono state più vere, non mollate mai ragazzi, noi non molleremo perché nonostante tutto la vita è bella!”.
Parole toccanti che ben lasciano intravedere un doppio strato di sofferenza in Kate. Auguriamo a tutti loro di ritornare presto a essere felici.
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