Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Lupo Solitario....miti, leggende, storia

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    Lupo Solitario

    lupo+solitario




    POCHI SONO COSI’ ASSENNATI DA PREFERIRE IL BIASIMO UTILE ALLA LODE TRADITRICE.



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    [CENTER]

    Oh lupo solitario che ululi alla luna
    la lucente compagna che ascolta i tuoi tormenti.
    Oh lupo solitario,che gridi il tuo dolore
    la tua anima è incatenata, il tuo spirito si ribella.
    Oh lupo solitario, spezza le tue catene
    liberati dai vincoli, che ti tengono legato.
    Oh lupo solitario,corri corri verso la luna
    pronta per accoglierti, pronta per accarezzarti
    pronta per placare , la tua fame d'amore.

    By SilenteAnima

     
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    Lupo-solitario

    A te uomo, a te corridore, che questa mattina, dopo aver spalato la neve, te ne sei ritornato in casa al caldo della stufa oppure ti sei recato al lavoro aspettando il riposo della sera.

    Non lasciar passare la gioia di uscire a correre o tuttalpiù di camminare nella neve. Non accontentarti di una corsetta sulle strade pulite ma avventurati nella neve alta dei prati, dei boschi, dove nessun occhio umano ha ancora posto il suo sguardo. Nel silenzio del bianco ascolta l’alito del vento tra le orecchie, lo scricchiolio sotto i piedi, l’ansimare del respiro. E come un bambino gettati a gambe alte nell’uniformità del bianco immacolato dove la vista si assopisce e il pensiero ti porta a convincerti che stai correndo nel nulla, nelle nuvole.

    Poi una foglia sulla neve, una traccia di coniglio, un rametto di betulla ti riporteranno alla realtà. E allora via tra gli alberi a rincorrere orme di animali. E mentre fai tutto questo medita la fortuna di poterlo fare, la bellezza dell’immacolato, la semplicità della natura, l’umiltà di quei quattro passeri che cantando nella neve si accontentano del boccone che ogni giorno il buon Dio gli fa trovare.

    E poi quando le braccia indolenzite per il gran spalare della mattinata saran per te il segnale che è ora di ritornare a casa, afferra tutte le emozioni vissute nel silenzio del bosco e dopo averne fatto un bel fascio nasconditelo nel cuore per poi, con meraviglia, farlo rispuntare davanti ai tuoi cari.

     
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    LUPO%20SOLITARIO%20olio%20molle%20su%20piatto%20di%20porcellana,%20diam.%2060cm%20(2007)



    Ascolto il vento soffiare contro il vetro della finestra. E' notte fonda e non riesco a dormire.

    Sono sola in casa. Sola dentro questa stanza vuota dove anche l'aria si muove facendo troppo rumore.
    E' appena caduta la neve. Riesco ad esserne consapevole anche se non l'ho vista scendere giù dal cielo.
    Vivo in questa baita di montagna da quando ero una bambina e conosco ogni suono che mi circonda, anche quello che fa la neve quando si posa sugli alberi.
    E' un rumore simile al mio respiro , un sibilo talmente lieve che per udirlo devo trattenere il fiato per qualche istante e farmi attenta al minimo soffio del vento.
    Ci sono i lupi anche stanotte. Li sento ululare in direzione della luna piena, ma non ho paura.
    E' da quando ero bambina che non temo più i lupi, perché loro mi rispettano e non oserebbero mai farmi del male.
    Quando avevo poco più di sei anni mi capitò di perdermi nei boschi in pieno inverno.
    Ricordo che mi trovavo con mio padre per raccogliere della legna da bruciare nel camino.
    Lui, quel freddo pomeriggio di novembre, non voleva portarmi con se per paura che potessi farmi del male, ma io insistetti così tanto che alla fine acconsentì alla mia richiesta.
    Mi fece salire sul suo furgoncino bianco e ci dirigemmo verso il Bosco di San Martino.
    Io mi misi subito all'opera raccogliendo dei piccoli ceppi e dei rametti secchi caduti dagli alberi, gli unici di cui potevano sopportare il peso le mie esili braccia.
    Mio padre aveva portato con se una pesante ascia e con quella, mi ricordo, cominciò ad abbattere un piccolo alberello che cadde, sulla neve solo dopo pochi colpi.
    Quando vidi quel piccolo albero steso in terra, mi salirono le lacrime agli occhi.
    Sono sempre stata fermamente convinta che anche i fiori e le piante, come noi, possiedano un anima...e quell'alberello lo sentii quasi gridare pietà un istante prima che mio padre gli recidesse il tronco, privandolo delle sue radici.
    Fu per quello che mi allontanai da lui. Per non sentire le urla degli alberi del bosco che cadevano sotto la sua ascia.
    Gli voltai le spalle senza dirgli nulla. La neve attutì il rumore dei miei passi. Il vento mi prese per mano e mi guidò lontano da lui e io non mi opposi alla sua volontà.
    La luna stava prendendo, nel cielo, il posto del sole e nell'aria si respirava l'intenso profumo della resina che gli alberi lasciavano cadere lungo i loro tronchi ruvidi.
    Continuai a camminare senza sapere dove stavo andando. Continuai a camminare nei mie stivaletti di camoscio, abbassando, di tanto in tanto, lo sguardo sulla loro punta che si sporcava di neve e fango.
    Spesso volgevo gli occhi anche verso l'alto e sia il cielo e la terra mi apparivano sempre uguali.
    Era come girare in tondo senza sapere dove iniziava e finiva il cerchio che stavo percorrendo.
    Ero prigioniera di un labirinto sferico, dove, con il passare dei minuti, la luce che avevo a disposizione per orientarmi s'affievoliva sempre di più. Finché non si fece del tutto buio.
    Anche la luna sparì dietro una nube scura e tutto quello che i miei occhi riuscirono a scrutare fu il nero più assoluto. Mi sentii avvolta da un pesante telo nero da cui non sapevo come liberarmi e venire fuori.
    Non ebbi mai paura come in quell'istante. Cercai, a tentoni, l'albero più vicino a me e mi abbracciai al suo tronco così stretta, così attigua alla sua corteccia, che quasi ebbi timore di fargli del male e mi sembrò di udirlo gridare come l'alberello abbattuto a colpi d'ascia da mio padre.
    In quell'attimo mi passò ogni timore. Ricordo che quell'albero, misteriosamente, abbassò su di me i suoi rami frondosi, quasi a volermi fare da coperta e proteggermi dal freddo pungente della notte.
    Indossavo un cappottino di lana troppo leggero per il clima gelido del bosco e bene presto presi a tremare vigorosamente dalla testa ai piedi.
    Avrei rischiato di morire congelata se quella notte non avessi fatto il mio primo incontro con i lupi.
    Vidi, improvvisamente, apparire nel buio degli occhi gialli e minacciosi. Il terrore che provai fu tale che lasciai andare il tronco dell'albero e mi rannicchiai tutta su me stessa. Mi feci bozzolo. Pietra dura. Elemento naturale del bosco, nell'illusione che i lupi non s'accorgessero che io ero, in realtà, un essere umano e se ne andassero via senza toccarmi. Ma non fu così.
    I loro occhi si avvicinarono sempre di più a me, ma guardandoli meglio mi resi conto che non erano così minacciosi come mi erano sembrati all'inizio.
    Avvertii il naso umido di uno di loro sfiorarmi il collo e per un istante mi sentii morire dalla paura, tanto che mi feci la pipì tra le gambe.
    Mi calmai solo quando sentii una lingua lambirmi delicatamente la guancia destra. Una specie di bacino come quelli che mi cedeva sempre Birillo, il mio cucciolo di cane Lupo.
    Forse, i lupi, quella notte mi accettarono tra di loro perché avevo sulla pelle il suo odore, o forse essi, in realtà, sono animali buoni e non bestie feroci come li dipingono nelle favole.
    Ricordo che erano in due. Forse un maschio e una femmina. Si accucciarono accanto a me, tra gli alberi del bosco e mi fecero spazio tra di loro, riscaldandomi con il calore del loro corpo.
    La mattina dopo, quando mi svegliai, erano ancora vicino a me che vegliavano il mio sonno.
    Quando si rimisero in cammino verso la profondità del bosco, decisi di seguirli. Ero sola e loro erano gli unici due amici su cui sentivo di poter contare in tutta quella brutta avventura in cui mi ero, involontariamente, cacciata.
    Loro mi portarono a conoscere il branco.
    Una decina di lupi che mi scrutarono con occhi curiosi, dove scintillava un inquietante diffidenza che mi fece tornare di nuovo a temerli come era accaduto in precedenza.
    Inizialmente non fu semplice farmi accettare dal loro gruppo.
    Una femmina, che doveva essere il capo-branco, mi saltò addosso con entrambe le zampe anteriori, facendomi cadere in terra e ci mancò poco che non mi azzannasse ad una spalla se non fosse intervenuta la lupa che m'aveva tenuto compagnia durante la notte.
    Vissi assieme al branco per due mesi interi. Imparai a cibarmi della carne cruda dei cinghiali che loro cacciavano condividendola con me. Nelle notti di luna piena guardavo il cielo ed ululavo assieme a loro.
    Mi sentivo una lupa anche io e per qualche strano motivo arrivai a dimenticarmi del mio essere umana.
    Tra i lupi ero regredita ad uno stato naturale e lentamente stavo perdendo anche l'uso della parola.
    Quando la polizia del posto, dopo estenuanti ricerche attraverso la fitta boscaglia, riuscì a trovarmi, in me non c'era più traccia della bambina che ero stata in precedenza.
    Mi ero inselvatichita a tal punto che quando un agente di polizia tentò d'afferrarmi per un braccio tentando di portarmi via, io mi ribellai mordendogli una mano.
    Quando mi portarono in ospedale, per curarmi le inevitabili ferite che mi ero procurata durante quei due indimenticabili mesi nel bosco, e ripulirmi dalla sporco che si era incrostato sulla mia pelle, piansi per giorni e giorni la mancanza dei lupi e a nulla servirono le carezze di consolazione dei miei genitori.
    Ancora oggi, quando il tempo lo permette e non fa troppo freddo, scappo su per montagna e mi addentro nel bosco a trovare i miei amici lupi.
    A volte porto con me un sacco a pelo e dormo assieme a loro per una notte intera. Nonostante siano passati più di trent'anni non mi hanno mai dimenticata ed io mi sento orgogliosa di aver fatto parte del loro branco anche se solo per due mesi..ma chi lo sa; forse uno di questi giorni abbandonerò definitivamente questa mia comoda baita di montagna e tornerò per sempre a fare parte del branco.
    Mi unirò a loro perché in fondo, io, ho un cuore di lupa.....
    animali096

     
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    E' una notte strana che non mi ascolta e non mi ama
    Lupo solitario dove sei?
    Tu che porti a spasso dentro un sacco i sogni miei
    ridammeli se puoi.
    E' una notte strana troppe stelle che non sanno
    Lupo solitario cosa fai?
    Tu che parli spesso dentro il cuore, con chi sei?
    riparlami se vuoi e ascoltami se puoi.
    Sento qualche cosa che mi brucia dentro
    che mi butta via e che non sa che tu
    che solo tu mi fai sentire inutile la vita.
    Sento tutti insieme i brividi del mondo
    quella rabbia che mi fa star male e so
    che ho per me soltanto l'animale che c'è in te.
    Sento E' una notte astratta basta niente è già disfatta
    Lupo solitario tu lo sai che con un po' di luce scopriresti un'altra in me
    che non conosci ancora...
    Tu che non hai bruciato tutto il mondo che c'è in me
    non chiedermi di più ma in questa notte brucia un po' anche tu.
    Sento qualche cosa che mi brucia dentro
    che mi butta via e che non sa che tu
    che solo tu mi fai sentire inutile la vita.
    Sento tutti insieme i brividi del mondo
    quella rabbia che mi fa star male e so
    che ho per me soltanto l'animale che c'è in te.
    Sento E' una notte strana che non mi ascolta e non mi ama
    Lupo solitario dove seii?

     
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    lupo

    Il lupo appare in molti racconti della Creazione: per il popolo dei Piedineri è lui che, ai tempi dei tempi, fermandosi ogni tanto sulla Terra, creò le valli e tutte le altre zone non toccate dalle sue zampe si innalzarono formando le montagne. Sono molte le cerimonie che hanno per protagonisti i lupi: le popolazioni della Costa Nordovest celebrano un rituale invernale che, secondo la leggenda, veniva presieduto da lupi soprannaturali. Parecchi, inoltre, sono i racconti di lupi, che come nel caso di Romolo e Remo, adottano neonati o ragazzi.

    Un racconto narrato dai Kiowa parla di un giovane che viveva con il fratello maggiore e la cognata, la quale approfittava dell'assenza del marito per importunare il giovane con profferte d'amore ma inutilmente. Un giorno, stanca di essere rifiutata, riuscì con l'inganno a far cadere il ragazzo in un pozzo e lì lo lasciò a morire di fame. Il giovane fu salvato da un lupo che lo adottò e lo portò nel branco.


    La gente del villaggio si accorse che fra i lupi di quel territorio viveva un ragazzo e riuscì a catturarlo. La famiglia e il fratello furono felici di riavere il ragazzo che ormai avevano pianto come morto ma i lupi si aggiravano intorno al villaggio, ululando minacciosi.

    Il ragazzo parlò con loro e riferì che gli animali volevano qualcuno al suo posto: saputo dal giovane come si era comportata la cognata, nessuno, neppure quelli della sua famiglia, si oppose allo scambio.

    Così il ragazzo l'accompagnò fra i lupi, si mise a ululare e la lasciò lì.

    I lupi la fecero a pezzi.

    FONTE: "Storia degli Indiani del Nord America" a cura di Delia Guasco

     
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    lupo



    Come t'immagino
    Il lupo solitario incontra la Luna
    in un aereo prato;
    le chiede perché sia così pallida.
    Lei risponde che il suo sangue ha
    perso colore per i dolori della vita.
    Il lupo ulula che le starà accanto
    nel suo peregrinare nell'etereo spazio.
    Lei sorride senza rispondere.
    Il lupo ritorna nella sua tana
    ed osserva la sua amica
    che gli offre il proprio tenue
    cenerino raggio di luce
    nel buio della notte.
    -
    Vedo un lupo solitario
    cantare alla Luna
    una dolce melodia:
    la Luna risponde
    col suo silenzio.
    Il lupo ritorna mesto
    nella sua tana;
    ma domani sera
    ritornerà a cantare
    a colei che non gli risponderà
    mai.

    Il lupo: storia di una persecuzione





    “Mentre state leggendo queste parole, branchi di lupi stanno correndo a lunghi balzi attraverso le foreste e nelle lande selvagge dell’America settentrionale. Fiutando il vento, cacciano e giocano, si nutrono e riposano, proprio come hanno fatto i loro antenati per milioni di anni. Ce ne sono ancora migliaia di esemplari, selvaggi come le immense regioni in cui vagano......
    Il lupo, Canis lupus, un tempo era il mammifero terrestre più ampiamente distribuito nel mondo, e si poteva trovare in tutto l’emisfero settentrionale, ovunque fossero presenti i grandi mammiferi che è in grado di cacciare. Ora la specie è estinta, o quasi, in gran parte del suo habitat naturale....” (Savage, 1989).
    In nessuna epoca storica v'é mai stata cultura umana in cui la convivenza con il lupo non abbia dato luogo a forme di spietata persecuzione del vituperato animale. Questo formidabile carnivoro, fiero e selvaggio, non è, per sua sventura, nella condizione di sottrarsi alle vessazioni umane, al punto che, se volessimo emblemizzare la violenza che l'uomo esercita sulla natura, dovremmo assumere a riferimento la drammatica vicenda esistenziale del lupo. Oggetto di universale odio, il lupo è stato considerato in ogni epoca nemico da distruggere con qualsiasi mezzo, quale le fucilate, l'avvelenamento, l'impiccagione o anche mediante la crudelissima, lunga agonia provocata dalla indicibile spietatezza delle trappole.
    L'inevitabile esito di un siffatto rapporto conflittuale instaurato dall'uomo a danno del lupo è stata la scomparsa di quest'ultimo da molti territori che gli erano propri.
    Assieme all'orso bruno, il lupo è il più forte predatore presente in Europa: si giova di muscoli potenti e resistenti, è agile, ha vista acuta e odorato finissimo; la naturale vocazione alla vita di branco gli consente di adottare tecniche di caccia mediante le quali può abbattere prede più grandi di lui, anche se è bene ricordare che più del 90% dei tentativi di predazione va a vuoto. La colorazione del pelo del lupo varia a seconda delle stagioni, nonché delle zone geografiche in cui vive, tanto che il suo mantello è completamente bianco nell'Artide; nelle latitudini intermedie dell'Europa il colore spazia dal fulvo macchiettato, al grigio di varie tonalità. Durante il periodo invernale il pelo è tanto più folto da far apparire il lupo più grande di quanto effettivamente sia; le sue dimensioni aumentano invece realmente man mano che il suo areale si spinge verso il Nord, al punto che un lupo d'Arabia pesa molto meno di un lupo della Siberia; un maschio adulto che vive nei Territori del Nord-Ovest del Canada, o che vive nell'Alaska, può raggiungere pesi di 50/60 Kg., con punte di 80 Kg. (Goldman, 1944 in Boscagli, 1985). Nelle regioni appenniniche il peso dei maschi adulti è in genere inferiore ai 30 Kg. (Boscagli, 1985), con punte alquanto desuete e dubbie di 50 Kg (Boscagli, 1985).
    Il lupo ha un grande areale di distribuzione, ma ha uno scarso numero di esemplari, in molte zone ridotti allo zero. E' presente in buona parte della Russia e di altri paesi dell'Europa orientale; popolazioni isolate vivono in Spagna e in Italia, pochi esemplari sussistono nei paesi scandinavi, mentre popolazioni più consistenti sono presenti nell'America settentrionale, in specie in Canada e in Alaska; si incontra anche nel sud dell'Arabia e dell'India.
    Il lupo svolge un ruolo ecologicamente rilevante mediante il controllo delle specie predate; la rarefazione di queste lo spingono tuttavia a nutrirsi anche di carogne e - emblematica rappresentazione dell'inarrestabile antropizzazione del territorio - a ricercare spesso il cibo nelle discariche.
    Incontrare il lupo in natura è evento ormai raro, mentre una volta era una circostanza abbastanza consueta in Italia, non solo sui rilievi alpini, ma anche nelle pianure; con la sopravvenuta espansione antropica il lupo è stato confinato sulle montagne, con conseguente contrazione del numero degli esemplari. Dalle Alpi è stato comunque "scacciato" sin dal secolo scorso, mentre sopravvive con esigua popolazione sull'Appennino, ristretto per lo più nelle zone boscose. In questi ultimi anni, grazie ai sopravvenuti interventi protettivi, nonché alla reintroduzione di certe prede, come il cinghiale, il lupo è in graduale ripresa e va ricolonizzando poco per volta i territori che un tempo gli erano propri (sta rioccupando l’arco alpino e il sud della Francia), anche se non dobbiamo nasconderci che le sorti di questo predatore sono ancora precarie, non solo in Italia, ma anche in altre zone del pianeta (in Italia, come abbiamo appena visto, sembra che la specie sia in ripresa, ma si è ben lontani dalle consistenti popolazioni dei secoli passati ed è completamente falsa la diceria, spesso proveniente anche da “fonti” accreditate, che i lupi “pullulano” ormai quasi dappertutto. Tra l’altro occorre dire che vengono spacciati per lupi tutti i cani di simile sembianza presenti in montagna o vengono attribuiti alla specie dubbi segni di presenza. Chi scrive ha potuto verificare di persona moltissime volte questa evenienza, non considerando che spesso si prendono per buoni riconoscimenti fatti da persone che non hanno alcuna dimestichezza con la specie. Ovviamente anche questi falsi dati spesso confluiscono nelle stime della popolazione). In effetti il lupo, ancora largamente temuto e odiato, potrà tornare a svolgere il compito che la natura gli ha assegnato e potrà correre libero e selvaggio soltanto se le zone che va ricolonizzando potranno preservarsi dall'espansione antropica! Come ogni altra specie animale in via di estinzione, i pericoli che incombono sul lupo sono di due tipi: le uccisioni dirette e, evento che produce effetti ben più ampi ed esiziali, la manomissione dell'ambiente in cui esso vive. Noi, è del tutto evidente, stiamo dalla parte del lupo, questo vituperato predatore, millenaria vittima dell'antropocentrismo. E non è un caso che la distruzione del lupo e della wilderness è andata di pari passo l’un verso l’altro senza soluzione di continuità.
    Se è possibile, facciamo in modo che il lupo viva nella sua libertà e nella sua fierezza, quella libertà e quella fierezza che l'uomo, prigioniero e schiavo delle proprie convenzioni, forse inconsciamente invidia.
    “I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamernte intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti dell’arte di adattarsi a circostanza sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi.
    Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate, tormentate e falsamente accusate di essere voraci ed erratiche, tremendamente aggressive, di valore ben inferiore a quello dei loro detrattori. Sono state il bersaglio di coloro che vorrebbero ripulire non soltanto i territori selvaggi ma anche i luoghi selvaggi della psiche, soffoconda l’instintuale al punto da non lasciarne traccia. La rapacità nei confronti dei lupi e delle donne da parte di coloro che non sanno comprenderli è incredibilmente simile.... “ (Pinkola Estés, 1993).
    Dagli appunti di campo del 18 dicembre: ".... quella mattina faceva molto freddo. Durante la notte il termometro era sceso di almeno 8 gradi sotto lo zero e un vento gelido riempiva l'aria con il suo sinistro sìbilo. La neve caduta copiosamente 2 giorni prima rendeva il paesaggio incantevole e quasi fiabesco tanto che in certi momenti non riuscivo a discernere la realtà dal sogno. Alle 10,15 avevo alle spalle già 2 ore abbondanti di cammino per seguire le tracce fresche, su neve, della fauna di queste montagne. Erano evidenti i segni lasciati dalla volpe, dallo scoiattolo, dalla lepre, da almeno una decina di cinghiali e forse da 2-3 lupi. Proprio questi ultimi erano lo scopo principale dell’escursione. La maggior parte del mio tragitto si muoveva all'interno della faggeta. D'improvviso, dopo una piccola salita, raggiunsi, sempre all'interno del bosco, una postazione dominante. Mi affacciai è con grande meraviglia osservai a circa 80 metri da me, 3 lupi che lentamente camminavano, uno dietro l’altro. Erano tre esemplari stupendi, fieri, potenti, ricchi di quel senso di selvaggio ormai del tutto estraneo alla nostra mente. Trattenni il fiato, mi abbassai leggermente e continuai a guardare. I lupi girarono intorno ad un grosso acero, rasparono un po' a terra, poi, sempre lentamente, ripresero il cammino verso monte, ignari della mia presenza. Riuscii a tenerli inquadrati con il binocolo per almeno 2-3 minuti, poi scomparvero alla vista. Quei tre lupi erano come fantasmi, apparsi e poi svaniti nel nulla. Non riuscivo ancora una volta a capire come questo stupendo mammifero fosse tanto odiato dal genere umano......."





     
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    "In ogni donna si nasconde una essere ""naturale"" e selvaggio,
    una forza potentissima formata da istinti, creatività passionale e un sapere ancestrale.
    Il suo nome è ""Donna selvaggia"", ma purtroppo, identifica una specie gravemente minacciata.
    Benchè la sua presenza sia innata, secoli di cultura e di civiltà l'hanno soffocata, domata, talvolta annullata,
    cercando pervicacemente di rintuzzarne gli slanci più pericolosi
    e incalzandola in uno stereotipo rigido e di sottomissione.
    In questo modo si è sciupato un tesoro inestimabile e si sono tarpate le ali
    a ciò che invece è quanto più di vitale esista nell'animo femminile.
    Di conseguenza la donna selvaggia -paragonabile alla lupa, ferina e al contempo materna - diventa
    iperaddomesticata, timorosa, priva di iniziative, ingabbiata.
    Clarissa Pinkola Estés, l'autrice di questo illuminante saggio, mostra come sia possibile l'istintualità
    e la capacità visionaria perdute nel corso del tempo.
    Attraverso un lavoro di ricerca ventennale ha raccolto un ingente mole
    di materiale attinto al patrimonio delle fiabe, dei miti,
    dei racconti popolari e su tale base - non inquinata da censure e pregiudizi -
    ha costruito una interssante interpretazione
    psicoanalitica, enucleando una serie di archetipi di tipologie femminili.
    Con questo suo notevole contributo, la dottoressa Estér
    ha forgiato un nuovo lessico per descrivere la psiche della donna.
    Profondo e originale, fecondo di spunti di riflessione, un libro salutato con estremo favore da pubblico
    e critica, che negli Stati Uniti ha raggiunto la vetta delle classifiche ."

    disegno_lupo8

     
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    Lupo Solitario


    angera-tana-del-lupo

    Lupo solitario, che vaghi nella notte,
    sogni le stelle, oltrepassi le montagne
    e ascolti il suono del mare.

    Lupo solitario, non importa se nero o bianco,
    parli col vento, balli col sole,
    ululi alla luna e canti col fiume.

    Lupo solitario, solo! in un mondo strano!
    lupo che ascolti il vento e che parli col fuoco,
    e dopo gli urli senza paura:
    -SOLO! contro il mare e la luna!-

     
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    I LUPI DI MALAGA

    Nel cuore rurale dell' Andalusia, i lupi possono vivere una vita virtualmente libera e selvaggia, grazie ad un ex addestratore di cani tedesco, e alla sua passione per la consevazione della natura. Questo è il suo racconto.

    Daniel Weigend abbandona il suo ormai consumato cappello da cowboy e, alzando la testa “ulula”. Tre lupi canadesi dietro di lui, puntano il muso in alto, e ululano al falco che vola sopra di loro. “Non tutti sanno che lo Yorkshire terrier discnde dal lupo – dice Daniel – come non tutti sanno che i lupi hannoscelgono un compagno per la vita, o che usano espressioni del viso per mostrare le loro emozioni ai membri del branco, o che posseggono il più evoluto sitema sociale del mondo animale”. Daniel posside 40.000 ettari di terreno nel cuore dell 'Andalusia (a poco più di un'ra da Malaga) in cui, oltre ad una scuola di ippica e ad un piccolo zoo, ha ricreato tane e habitat popolati da quattro diverse specie di lupo: Grigio, Europeo, Bianco e della Tundra. Un luogo incredibile, circondato dal massiccio di El Torcal, in cui l'uomo può avvicinarsi a questo affascinante, ma indomato animale. Raggiungere Lobo Park davvero un'impresa : le strade sono ripide e scoscese, le colline circostanti non hanno mutato il loro solitario ed enigmatico profilo, che già nel 18° secolo fungeva da rifugio a briganti e banditi di ogni risma. Vicino al vilaggio di Antequera, e lonatno dalle chiassose spiagge affollate, questa regione nel sud della Spagna è il luogo in cui gli animali regnano supremi : cinghiali selvatici, tassi e rapaci dall'apertura alare di circa tre metri saranno gli unici a darvi il benvenuto. L'impatto maggiore, comunque, lo danno i lupi. Per realizzare il suo sogno, e far vivere questi animali il più verosimilmente possibile, Daniel ha incontrato non pochi ostacoli. Fino a pochi anni fa infatti i fattori locali, stanchi di vedere le loro stalle razziate, assoldavano i cosiddetti “loberos”, cacciatori di lupi, che si appostavano ai margini dei boschi con fucili e trappole per eliminare il temuto predatore. Era un lavoro che veniva pagato profumatamente, quindi i volontari non mancavano mai, e furono in grado di svolgere bene il loro lavoro se, agli inizi degli anni '70 erano riusciti lasciare solo 400 esemplari, cacciandone migliaia – oggi per fortuna un progetto di conservazione è riuscita a riportare la popolazione locale a circa 2500 esemplari.
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    Daniel si trasferì qui nel 2001, lasciando il suo lavoro di addestratore di cani per l'esercito tedesco. Ciò che lo spinse ad una simile decisione, avendo come base la sola conoscenza del mondo, delle abitudini e attitudini canine fu “La voglia – dice – di lavorare e confrontarsi con animali che l'uomo non può dominare”. Il terreno di Daniel è recintato, ma i lupi sono liberi di vagare in quest'ampia zona a loro piacimento : le uscite a cavallo che organizza per imparare a comunicare con questi maestosi animali sono molto popolari, e non sono pochi i visitatori che hanno raccontato di come, in presenza di un lupo, abbiano letteralmente sentito rizzarsi i capelli sulla nuca. Spesso durante queste uscite si possono vedere interi branchi scendere al lago del parco, sempre guidati, come ricorda Daniel “Da una coppia capobranco che ha il compito di mantenere una severa disciplina all'interno del gruppo, facendo sempre in modo che ogni esemplare conosca il suo posto nella gerarchia sociale”. Spesso quando lo vedono avvicinarsi i lupi vanno incontro a Daniel salutandolo come parte del branco : “Non è per niente sicuro, anzi, questi animali non sono addomesticati - dice Daniel – mi riconoscono come membro del branco “extra”, ma non sono certo un leader. Sono i lupi stessi a decidere la loro gerarchia sociale e chi li deve guidare. Non sopportano alcun tipo di debolezza e le lotte che nascono nel branco sono dovute a questo. Mesi fa – racconta – c'è stata una grande lotta : un lupo, giuducato debole dal branco è stato attaccato da tutti, e a perso la vita. Avrei potuto salvarlo togliendolo dal branco, ma questo ne avrebbe compromesso l'equilibrio, la stabilità e l'ordine, creando ulteriori attriti all'inetrno della gerarchia”.
    In questo secolo così incurante dei danni che l'uomo provoca all'ambiente e alla natura, trovare un luogo in cui gli animali vivono in libertà e non sono al servizio dell'uomo regala un po' di serenità.
    lupi


     
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    IL lupo

    Il lupo, è un mammifero appartenente alla famiglia dei Canidi.Il lupo appartiene alla famiglia dei Canidi. Tra i canidi il lupo è il più grande come dimensioni: lunghezza tra i 145 e i 160 cm., altezza tra i 90 e i 110 cm. Il colore del suo mantello varia a seconda dell'età e delle stagioni; generalmente grigio-giallastro o marrone-rossiccio. Il lupo presenta una dentatura caratterizzata da canini affilati, lunghi e ricurvi verso l'interno.
    La fronte è ampia, le mandibole particolarmente robuste, gli occhi sono chiari, generalmente di colore diverso e dal taglio leggermente obliquo, le zampe hanno dei piccoli artigli affilati. La mascherina facciale di un lupo adulto si estende intorno alle labbra inferiori e superiori ed è di colore bianco-crema, mentre negli individui giovani può essere incompleta oppure scura in prossimità del muso. Le orecchie hanno generalmente un'attaccatura più laterale e sono più lunghe e larghe. Il pelo ha sempre una colorazione varia che comprende colori dal marrone antracite al marrone chiaro; ma anche nero, beige, bianco o fulvo. Molto vorace, appartiene all'ordine dei carnivori ed è classificato nel genere dei superpredatori.


    Il branco
    12374229_7979_lupi_e_nativa_H151524_L2La funzione di ogni lupo è organizzata all'interno di un branco, con una struttura sociale fortemente gerarchica.
    Il branco è guidato da due individui che stanno alla punta della piramide sociale, il maschio alfa e la femmina alfa. La coppia alfa possiede più libertà rispetto al resto del branco, anche se i due non sono capi nel senso umano del termine: gli individui alfa non impartiscono ordini agli altri lupi; bensì, possiedono la libertà di scegliere cosa fare, quando farlo, dove andare, quando andare. Il resto del branco, che possiede un forte senso della collettività, solitamente li segue.
    Anche se la maggior parte delle coppie alfa è monogama, ci possono essere alcune eccezioni: un individuo alfa può preferire l'accoppiamento con un lupo di importanza minore nella scala sociale, in particolare se possiede legami di parentela molto vicini con l'altro alfa . Si è osservato che se un esemplare Alfa muore, il compagno o la compagna spesso non forma una nuova coppia con un altro soggetto, ma rimane da solo a guidare il branco. Tuttavia a volte può succedere che il lupo o la lupa vedova prendano un nuovo compagno.
    Solitamente, solo la coppia alfa è in grado di crescere una cucciolata (gli altri lupi del branco possono allevare, ma, di solito, non possiedono le risorse necessarie a portare i cuccioli alla maturità). Tutti i lupi del branco assistono la crescita dei cuccioli. I piccoli, quando diventano adulti, possono scegliere se rimanere all'interno del branco e aiutare ad allevare i nuovi nati.

    La grandezza del branco può cambiare con il passare del tempo secondo alcuni fattori, come lupol'habitat, la personalità individuale dei lupi, o la quantità di cibo disponibile. I branchi possono contenere dai 2 ai 20 lupi, sebbene un branco medio contenga circa 6 o 7 lupi. Un nuovo branco si forma quando un esemplare abbandona il suo branco di nascita e rivendica un suo territorio. I lupi solitari possono viaggiare in cerca di altri individui anche per distanze molto lunghe. Gli individui che si disperdono devono evitare i territori di altri lupi perché gli intrusi su territori già occupati vengono cacciati via o uccisi.

    Leggende

    Lupi+%25286%2529Per i Mongoli il lupo è l’antenato del conquistatore Gengis Kan. Forse non a caso, in ottica astrologica, il lupo è posto sotto l’influenza di Marte e Saturno.
    In un’altra cultura africana, quella etiope, si rinviene una curiosa leggenda riguardante una razza di lupi denominata Theas, la cui corsa somiglia più a un vero e proprio volo. Al solstizio d’inverno, il loro pelame fulvo appare foltissimo, mentre a quello d’estate il corpo dei Theas appare completamente privo di pelo.
    Tornando in Europa, anzi alla nostra Penisola, non possiamo non gettare un ultimo sguardo alle origini della civiltà romana. Dove, con sorpresa, incontriamo un lupo ben più rassicurante e fecondo. Anzi, una lupa. Colei che allattò Romolo e Remo, fondatori della città eterna e simbolo primigenio dell’intera italianità.


    Perchè i lupi ululano alla luna?

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    Perchè i lupi ululano alla luna? Su questa domanda si perdono le più affascinanti storie e native+%25288%2529leggende in cui si intrecciano scienza, epica e mistero. Non sono poche le interpretazioni scientifiche sugli ululati di cani e lupi, ma sul rapporto tra il Lupo e la Luna la scienza non riesce ancora a capire neanche se esista davvero o se si tratta solo di antiche leggende. A prescindere dalla realtà scientifica, ecco una splendida leggenda indiana che merita di essere considerata, così, tanto per ritrovare almeno un pò la capacità di emozionarsi e sensibilizzarci: “In una calda notte di luglio di tanto tempo fa, un lupo, seduto sulla cima di un monte, ululava a più non posso.
    In cielo splendeva una sottile falce di luna che ogni tanto giocava a nascondersi dietro soffici trine di nuvole, o danzava tra esse, armoniosa e lieve.
    Gli ululati del lupo erano lunghi, ripetuti, disperati.
    In breve, arrivarono fino all’argentea regina della notte che, alquanto infastidita da tutto quel baccano, gli chiese:- Cos’hai da urlare tanto? Perché non la smetti almeno per un po’?-
    - Ho perso uno dei miei figli, il lupacchiotto più piccolo della mia cucciolata. Sono disperato. aiutami! – rispose il lupo.
    La luna, allora, cominciò lentamente a gonfiarsi. E si gonfio, si gonfiò, si gonfiò, fino a diventare una grossa, luminosissima palla.
    - Guarda se riesci ora a ritrovare il tuo lupacchiotto – disse, dolcemente partecipe, al lupo.
    Il piccolo fu trovato, tremante di freddo e di paura, sull’orlo di un precipizio.
    img_46349d9601c5a_verybigCon un gran balzo il padre afferrò il figlio, lo strinse forte forte a sé , felice ed emozionato, ma non senza aver mille e mille volte ringraziato la luna.
    Poi sparì tra il folto della vegetazione.
    Per premiare la bontà della luna, le fate dei boschi le fecero un bellissimo regalo: ogni trenta giorni può ridiventare tonda, grossa, luminosa, e i cuccioli del mondo intero, alzando nella notte gli occhi al cielo, possono ammirarla in tutto il suo splendore.
    I lupi lo sanno. E ululano festosi alla luna piena. “

    libri


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    Zanna Bianca (pubblicato la prima volta a puntate tra il maggio e l'ottobre del 1906) è uno dei più famosi romanzi dello scrittore statunitense Jack London.
    Il libro racconta la vita di un lupo con un quarto di sangue di cane, che nasce nel territorio canadese dello Yukon alla fine del XIX secolo.
    Il romanzo è fedele alla prosa precisa dello stile di London e presenta un uso innovativo della prospettiva narrativa: la maggior parte del romanzo è scritto dal punto di vista degli animali, descrivendo il modo in cui London ritiene che essi vedano il loro mondo a loro circostante e soprattutto gli uomini.
    Viene descritto dettagliatamente il violento mondo selvaggio[, in cui vige la "legge dell'artiglio e della zanna", affiancato subito all'altrettanto violento mondo della cosiddetta civiltà umana.
    Zanna Bianca è stato tradotto in moltissime lingue ed ha avuto anche numerose trasposizioni cinematografiche.
    TRAMA
    La storia inizia narrando la fine di due uomini: Henry e Bill, che cercano di attraversare la foresta con una slitta trainata da sei cani, per tornare alla civiltà; i due uomini da giorni sono tallonati da un branco di lupi affamati guidati da una lupa, quando finalmente una squadra di soccorso raggiunge Henry, ma sia Bill che i cani sono stati divorati.

    La narrazione segue quindi il branco, attraverso la caccia agli alci e i combattimenti tra i maschi per il corteggiamento di Kiche, lupa con metà sangue di cane; il Guercio, un lupo cieco da un occhio per gli innumerevoli combattimenti, la spunta su tutti gli altri contendenti e diventa il compagno della lupa.Dalla loro unione nascono cinque cuccioli, ma una grave carestia li uccide tutti tranne uno e, nella ricerca del cibo, il Guercio viene ucciso da una grossa lince anch'essa alla ricerca di cibo per i suoi cuccioli.Durante una delle sue esplorazioni, il piccolo lupo si imbatte in una comitiva di cinque indiani; quando la madre lo raggiunge per soccorrerlo, Castoro Grigio, la riconosce come Kiche, posseduta da suo fratello e fuggita durante una carestia. Il fratello di Castoro Grigio è morto, quindi lui si impossessa della madre e del cucciolo, dando a quest'ultimo il nome di Zanna Bianca.
    L'infanzia di Zanna Bianca al campo indiano è molto dura. Kiche viene ceduta e scompare dalla sua vita. I cani vedendolo come un lupo, lo attaccano costantemente; gli uomini lo difendono, ma i cani non lo accettano come un loro compagno e soprattutto il capobranco Lip-Lip lo bersaglia in modo particolare. Zanna Bianca cresce quindi sempre più selvaggio, scontroso, solitario e sanguinario.

    Dovendo stare continuamente all'erta contro ogni tipo di pericolo, le sue abilità predatorie e difensive si svilupparono più del normale. Divenne più agile di qualsiasi altro cane, più veloce, più astuto, più implacabile, più snello, più esile ma con muscoli e tendini di acciaio, più resistente, più crudele, più feroce e più intelligente.Quando Zanna Bianca ha 5 anni di età, Castoro Grigio lo porta con sé a Fort Yukon, villaggio di cercatori d'oro e mercanti di pellicce, dove conta di concludere affari vantaggiosi vendendo manufatti ai bianchi cercatori d'oro in arrivo da tutto il mondo.Smith il Bello(così soprannominato per via del suo aspetto raccapricciante), convince con l'inganno Castoro Grigio, ormai ridotto in povertà dall'alcolismo, a vendergli Zanna Bianca. L'uomo bianco, notate le straordinarie doti del lupo, lo tortura a sangue per incattivirlo al massimo e utilizzarlo come cane da combattimento.Zanna Bianca sbaraglia tutti i cani che gli vengono posti contro, vincendo anche contro una lince, finché a Fort Yukon non arriva il primo bulldog. Il bulldog infatti resiste ai terribili attacchi del lupo e riesce a serrare la fortissima mandibola intorno al collo di Zanna Bianca, soffocandolo.Proprio in quel momento giunge Weedon Scott, un giovane e ricco commerciante californiano; nauseato dalla scena, irrompe nel ring e salva Zanna Bianca, malmenando Smith il Bello e costringendolo a venderglielo.La parte oscura della storia ha termine; nonostante tutti lo credano impossibile, Scott riesce a recuperare Zanna Bianca non solo fisicamente, ma anche caratterialmente; con infinita pazienza, l'uomo riesce a convincere il lupo che al mondo non ci sono solo odio e violenza, ma anche amore e affetto, sentimento che il lupo scopre per la prima volta.Weedon Scott si era assunto il compito di redimere Zanna Bianca, o piuttosto di redimere l'umanità dal male che aveva fatto a Zanna Bianca. Sentiva che il male fatto al lupo era un debito contratto dall'uomo e lupo+che+cammineche doveva essere pagato.Per l'uomo arriva il momento di tornare a casa, in California; nonostante l'idea fosse quella di lasciare Zanna Bianca, il lupo rompe una finestra della casa in cui era stato rinchiuso e lo raggiunge sul battello, convincendo Scott a portarlo con sé.In California Zanna Bianca impara la vita in città e le regole della tenuta del giudice Scott, padre di Weedon, dando prova ancora una volta della sua stupenda adattabilità, diventando un perfetto cane da guardia e riuscendo pazientemente a convivere con i cani di casa, Collie femmina di cane pastore e il levriero Dick.Nell'ultimo capitolo, Jim Hall, un pericoloso assassino condannato dal giudice Scott, evade dal carcere e fa irruzione nella tenuta per uccidere il giudice, ma Zanna Bianca interviene uccidendo il criminale ma restando a sua volta gravemente ferito da tre colpi.Contro ogni previsione dei veterinari, Zanna Bianca sopravvive e al ritorno alla tenuta scopre che Collie ha appena dato alla luce sei cuccioli e conosce quindi i suoi figli.Un cucciolo incoraggiato da Weedon Scott si avvicina lecca il padre e a sua volta viene leccato. Anche gli altri piccini, con grande disgusto di Collie, gli si avvicinarono strisciando, e lui permise gravemente che gli si arrampicassero e gli capitombolassero addosso. Dapprima, tra gli applausi degli dèi, egli tradì un tantino della sua timidezza e goffaggine ma anche questa sparì mentre continuavano i giochi e i capitomboli dei cuccioli. Rimase sdraiato con gli occhi semichiusi a riposare al sole.

    Film

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    Balto è un film d'animazione prodotto dalla Amblimation e uscito nei cinema nel 1995. La trama del film è liberamente ispirata alla storia vera di Balto, un cane che salvò da un'epidemia di difterite i bambini della città di Nome, in Alaska, trasportando la medicina dalla città di Nenana attraverso una tormenta.

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  12. Wolf_2.0
     
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    Magnifico...spettacolare...sei semplicemente geniale!!Io amo i lupi (e mi sento un pò un lupetto solitario!!)
     
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    CITAZIONE (Wolf_2.0 @ 23/3/2012, 15:15) 
    Magnifico...spettacolare...sei semplicemente geniale!!Io amo i lupi (e mi sento un pò un lupetto solitario!!)

    grazie Wolf.. :drive1.gif:

    lupo_luna

     
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    lupettoe

    Il lupo


    Mentre state leggendo questo post, branchi di lupi stanno correndo a lunghi balzi attraverso le foreste e nelle lande selvagge. Fiutando il vento, cacciano e giocano, si nutrono e riposano, proprio come hanno fatto i loro antenati per milioni di anni….

    Il lupo, Canis lupus, un tempo era il mammifero terrestre più ampiamente distribuito nel mondo, e si poteva trovare in tutto l’emisfero settentrionale, ovunque fossero presenti i grandi mammiferi che è in grado di cacciare. Ora la specie è estinta, o quasi, in gran parte del suo habitat naturale….

    lupetto-290x300

    …. La persecuzione del lupo è stata attuata con un accanimento particolare a causa della componente simbolica – culturale che questo animale ha sempre evocato: da divinità pagana a simbolo del male, o meglio incarnazione di tutti i mali e soprattutto della parte più malvagia dell’uomo, vittima di leggende e falsi simbolismi, paura che l’uomo ha per ciò che non conosce …

     
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