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Georg Friedrich Händel

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    Georg Friedrich Händel


    Handel-Georg-Friedrich-01[1733]


    Georg Friedrich Händel (Halle, 23 febbraio 1685 – Londra, 14 aprile 1759) è stato un compositore tedesco naturalizzato inglese nel 1727, considerato uno dei più grandi musicisti tra XVII e XVIII secolo, e in assoluto tra i più importanti della storia della musica.
    Viene ricordato per esser stato il primo personaggio musicale in ordine cronologico a cui venne intitolata una biografia, il Memoirs of the Life of the late George Frederic Handel, pubblicato da J. Mainwaring intorno al 1760.
    Influenzato dai contemporanei, in particolare da quelli della scuola italiana come Alessandro Scarlatti e Corelli, dai suoi conterranei Buxthehude, Keiser, e dai francesi Lully, Charpentier fino a F.Couperin, nonché dal britannico Henry Purcell, i suoi lavori ebbero un influsso fra i compositori delle generazioni successive, primi fra tutti i maestri del Classicismo viennese, Haydn, Mozart e Beethoven, che evidenziò una sintesi di modelli estetici musicali del primo Settecento, al pari dei contemporanei J. S. Bach e Domenico Scarlatti.
    La tendenza prevalente in Italia oggi è quella di scrivere e pronunciare il suo nome alla tedesca (Georg Friedrich Händel), sebbene il compositore negli ultimi quaranta anni della sua vita si sia sempre firmato secondo l'uso della lingua inglese George Frideric Handel. Durante il suo soggiorno italiano veniva chiamato invece Hendel.




    Biografia

    Il compositore nacque nella città di Halle, nella regione tedesca della Sassonia, da una famiglia borghese (il padre era un barbiere-cerusico, ed era in seconde nozze) e trascorse gran parte della vita all'estero, frequentando prevalentemente la corte d'Inghilterra. Morì a Londra all'età di settantaquattro anni.488px-HAENDEL
    Prime esperienze in Germania
    Cominciò a studiare con Friedrich W. Zachov, organista della Liebfrauenkirche di Halle ed ottimo didatta che gli fece conoscere presto i propri contemporanei (Froberger, Krieger, Kerll), e le differenze tra i vari stili compositivi allora in auge (tedesco, italiano e francese). Il piccolo Handel mostrò assai presto una passione per la musica, trovando però un ostacolo nel padre che voleva farne un uomo di legge. Da qui la leggenda romantica secondo cui, appena dodicenne, Händel fosse solito esercitarsi nottetempo su un cembalo nascosto nel granaio di casa. A diciassette anni s'iscrisse all'Università di Halle, verosimilmente alla Facoltà di Giurisprudenza. Pochi mesi dopo divenne organista della cattedrale della stessa cittadina dedicandosi di più alla musica (organo, direzione di coro e di una banda di fiati) rispetto agli studi di giurisprudenza. Di quegli anni si ricorda l'amicizia con Georg Philipp Telemann, che durerà per cinquant'anni con ritrovi, viaggi, lettere e regali (molti vegetali e piante esotiche) che i due si scambiarono fino al termine della carriera. In particolare Telemann lo introdusse alla genere operistico, coltivato soprattutto ad Amburgo, dove nel 1678 era stato fondato il primo teatro d'opera tedesco, guidato da Reinhard Keiser. Proprio ad Amburgo approdò nel 1703, facendo amicizia con J. Mattheson che lo introdusse nel mondo musicale e aristocratico-borghese, facendogli conoscere l'ambasciatore inglese J. Wyche che successivamente lo aiuterà nello spostarsi in quella che diventerà la sua patria definitiva. Conosciuto, sempre ad Amburgo, il principe Ferdinando de' Medici che gli offrì di proteggerlo nel caso l'avesse seguito nel suo ritorno in Italia, fu dapprima riluttante ma poi accettò, decidendo di pagarsi il viaggio da sè.
    Il Caro sassone ovvero l'esperienza italiana
    "E' giunto nella nostra Città un Sassone eccellente suonatore di cembalo e compositore, il quale oggi ha fatto gran pompa di sè suonando l'organo nella Chiesa di San Giovanni, con stupore di tutti i presenti" (F. Valesio, Diario - Roma, 14 gennaio 1707). Händel visse dal 1706 al 1710 in Italia, dove raffinò la sua tecnica compositiva, adattandola a testi classici italiani; rappresentò opere nei teatri di Firenze, Roma, Napoli e Venezia e conobbe e frequentò musicisti coevi come Scarlatti, Corelli, Marcello. A Roma fu al servizio del cardinale Pietro Ottoboni, mecenate anche di Corelli e Juvarra. Dopo Firenze, per due anni fu ospite del Principe Francesco Maria Ruspoli, che lo nominò suo Maestro di cappella. Celebre l'aneddoto che vede A. Corelli, maestro di concerto del Cardinale Ottoboni, dirigere il primo importante lavoro italiano di Händel "Il Trionfo del Tempo e del Disinganno", con il tedesco seduto al basso continuo che durante le prove si spazientisce della direzione con cui Corelli stava affrontando l'ouverture iniziale: "Ma caro Sassone, questa vostra musica è nello stilo francese di ch'io non me ne intendo..." In Italia, all'inizio di un'opera o di un oratorio non veniva posta un'ouverture ma una sinfonia nello stile italiano. Invero gli anni italiani furono un periodo prezioso di formazione nella scrittura vocale e per gli archi, come si nota nella produzione successiva, dalla musica strumentale da camera a quella vocale sacra (oratori) e profana (melodramma). Tra i maggiori lavori del periodo, l'oratorio La Risurrezione del febbraio 1708 celebre non solo per la sua bellezza, ma anche perché è tra i pochi esempi di occasione musicale di cui siano rimaste informazioni tecniche sulla sua organizzazione, le spese, le scene, i cantanti e gli strumentisti, le cui dimensioni ricordano più un lavoro mahleriano rispetto ad uno cameristico. Impeccabile nel susseguirsi delle varie fasi del racconto biblico, il controllo drammaturgico dell'oratorio da parte del compositore, che metterà da parte ogni formalismo per configurare e privilegiare il tratteggio di emozioni e di reazioni umane nel gioco musicale.
    Il debutto italiano
    La prima opera italiana di Händel andò in scena con successo, nel 1707 a Firenze: era quel Rodrigo ovvero Vincer se stesso è la maggior vittoria che è stato recuperato solo in tempi recenti, per la prima rappresentazione in epoca moderna, dall'Accademia Musicale Chigiana di Siena. Gli italiani lo salutarono col grido "Viva il caro Sassone" a Venezia nel 1709 al debutto dell'opera Agrippina, la prima a giungere nella sua integrità ai nostri giorni. Questo appellativo venne in seguito talvolta condiviso con Händel da un altro grande compositore tedesco, Johann Adolph Hasse, che fece dell'Italia la sua patria d'elezione.
    Musicista "reale" ovvero l'esperienza inglese
    Georg_Friedrich_Haendel_6Dopo essere stato per breve tempo direttore musicale alla corte di Hannover, nel 1711 si trasferisce a Londra per rappresentarvi il Rinaldo, che riscuote un notevole successo. A Londra Händel decide così di stabilirsi e fondare un teatro reale dell'opera, che sarà conosciuto come Royal Academy of Music. Fra il 1720 e il 1728, scriverà per questo teatro quattordici opere.
    A Londra, sotto tre sovrani, Händel conoscerà la vera gloria (addirittura, un mecenate gli farà erigere - lui vivente - un monumento nei Giardini di Vauxhall), divenendo di fatto il musicista della famiglia reale inglese; ma vivrà anche scandali e rivalità dovuti soprattutto a motivi politici: il Re Giorgio I, tedesco, non era ben visto dal partito conservatore inglese, che non potendolo attaccare direttamente, prese come bersaglio "il Caro Sassone" e la sua musica[senza fonte], a loro dire non "in linea" con la moda italiana allora in voga a Londra: ingaggiarono addirittura vari compositori italiani (tra cui Giovanni Bononcini e Nicola Porpora) costituendo l'Opera della Nobiltà per contrastare il tedesco, che seppe comunque mantenere alto il proprio prestigio grazie a composizioni memorabili.
    Una volta decaduta la moda italiana, Händel, col sostegno della famiglia reale, seppe "riciclarsi" percorrendo la "strada" degli oratori, ancor oggi considerati tra i vertici della sua arte (basti ricordarsi del Messiah e del suo celeberrimo "Hallelujah"). Sennonché, i ritmi di lavoro autoimpostisi cominciarono a farsi pagar dazio: dapprima venne colto da un colpo apoplettico da cui si riprese subito, ma gli sforzi agli occhi (collegabili anche agli esercizi nel granaio in adolescenza) gli causarono gravi problemi alla vista. Un oculista itinerante ciarlatano, un certo John Taylor (detto Chevalier per distinguersi da altri omonimi, e già responsabile della cecità di Johann Sebastian Bach), si offrì di operare Händel, ma non fece altro che renderlo completamente cieco, a causa dell'uso di strumenti non sterilizzati.
    Impossibilitato a comporre e con la voglia di vivere venuta conseguentemente meno, fece testamento chiedendo di essere sepolto nell'Abbazia di Westminster con una cerimonia semplice.



    Le opere liriche

    Admeto
    Agrippina
    Alessandro
    Alcina
    Almira
    Amadigi di Gaula
    Arianna
    Arminio
    Ariodante
    Atalanta
    Berenice
    Catone (pasticcio)
    Deidamia
    Ezio
    Faramondo
    Flavio
    Floridante
    Florindo e Daphne
    Giulio Cesare in Egitto
    Giustino
    Hermann von Balcke
    Imeneo
    Lotario
    Nerone
    Orlando
    Ottone Re di Germania
    Partenope
    Il pastor fido (1712)
    Poro re delle Indie
    Radamisto
    Riccardo I
    Rinaldo
    Rodelinda
    Rodrigo
    Serse
    Scipione
    Silla
    Siroe
    Sosarme re di Media
    Teseo
    Tamerlano
    Tolomeo




     
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