Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Inverno-Primavera-estate-autunno..(le quattro stagioni)

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    La magia dell’inverno


    E’ inverno quando sembra che tutto dorme, quando l’albero spoglio aspetta solenne con le braccia verso il cielo e un uccellino infreddolito si posa sui suoi rami. E’ inverno quando la mattina le gocce di rugiada sono diventate ghiaccio e scricchiolano sotto le tue scarpe. La terra ha messo un vestito di colore marrone scuro e nessun filo d’erba si sogna di affacciarsi al gelo. Lo senti dal freddo pungente che fa battere i denti e il vento che fischia fin dentro le orecchie. L’odore degli agrumi riempie l’aria e a mangiarli fanno stringere i denti. E quando nevica tutto si copre di un manto silenzioso e odi solo il battere del cuore in mezzo a un paesaggio di fiaba. Allora scopri che il Natale è finito. Dietro l’angolo c’è il Carnevale e mentre canti e balli il freddo non fa più paura. (Rosalba)

     
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    Le emozioni e i colori dell’inverno

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    le-quattro-stagioni

    Filastrocche sulle stagioni


    “Le stagioni”

    Luce, tepore e fiori,
    profumi e buoni odori,
    pioggerella leggera:
    è questa primavera!
    Caldo, biade mature,
    rischio di scottature
    e pozze disseccate:
    “Son io! Son l’estate!”
    Grappoli d’oro ai tralci,
    ruggine sulle falci,
    foglie gialle in danza:
    l’autunno rapido avanza.
    Ventaccio, neve e gelo,
    imbronciato e grigio il cielo;
    tutto di neve è ammantato:
    l’inverno è ormai arrivato!


    “Le stagioni”

    (di Marisa)
    Sono quattro come i moschettieri
    le stagioni scacciapensieri.
    É fatta di fiori e frutti profumati,
    è la più sincera,
    il suo nome è primavera.
    È esuberante e piena di belle giornate:
    è l’estate,
    con il sole che scotta
    e il mare che borbotta.
    Tra i banchi di scuola come un alunno,
    a settembre torna l’autunno.
    E l’inverno come un nonnetto,
    ci manda tutti presto a letto.
    Fa buio, fa freddo, ma c’è la neve,
    e questo lo rende una stagione lieve.
    Sono quattro come le pareti della mia stanza,
    le stagioni vestite d’organza.
    E la più bella sai qual è?
    Quella che sceglierò insieme a te!

    ” Le stagioni”
    (di R. Piumini)
    Prima viene Primavera
    con i fiori sulla pianta,
    poi Estate calda e chiara
    quando la cicala canta,
    poi Autunno bruno e quieto
    con castagne e foglie rosse,
    poi Inverno infreddolito
    con starnuti, gelo e tosse.

    “Le stagioni, i mesi, le settimane, i giorni”

    (di Gioia Vanni)
    Ebbe la primavera coi bei fiori.
    Ebbe l’estate con i suoi colori.
    Ebbe l’autunno coi grappoli d’oro.
    Ebbe l’inverno, con il suo lavoro
    di trine e di merletti: erano i bianchi
    ghiaccioli e neve, a fiocchi lenti e stanchi.
    Fu un anno come gli altri, coi suoi mesi,
    con le stagioni e con le settimane:
    una fila di giorni che rimane
    nel ricordo di chi li ha bene spesi.

    “I doni”

    (di Angelo Silvio Novaro)
    Primavera vien danzando,
    vien danzando alla tua porta.
    Sai tu dirmi che ti porta?
    Ghirlandette di farfalle,
    campanelle di vilucchi,
    quali azzurre, quali gialli;
    e poi rose, a fasci e a mucchi.
    E l’estate vien cantando,
    vien cantando alla tua porta.
    Sai tu dirmi che ti porta?
    Un cestel di bionde pesche
    vellutate, appena tocche,
    e ciliegie lustre e fresche,
    ben divise a mazzi e a ciocche.
    Vien l’autunno sospirando,
    sospirando alla tua porta.
    Sai tu dirmi che ti porta?
    Qualche bacca porporina,
    nidi vuoti, rame spoglie,
    e tre gocciole di brina,
    e un pugnel di morte foglie.
    E l’inverno vien tremando,
    vien tremando alla tua porta.
    Sai tu dirmi che ti porta?
    Un fastel d’aridi ciocchi,
    un fringuello irrigidito;
    e poi neve, neve a fiocchi
    e ghiacciuoli grossi un dito.
    La tua mamma vien ridendo.
    vien ridendo alla tua porta,
    sai tu dirmi che ti porta?
    Il suo vivo e rosso cuore,
    e lo colloca ai tuoi piedi,
    con in mezzo, ritto, un fiore:
    Ma tu dormi e non lo vedi…

    “Le stagioni”
    La primavera è una stagione fiorita,
    cantano i bimbi agitando le dita.
    L’estate ci dona frutti saporiti,
    porta il caldo e divertimenti graditi.
    L’autunno le foglie fa cadere
    e tra gli alberi spogli tutto si può vedere.
    L’inverno è freddo e bianco di neve
    cappotti e guanti metter si deve.



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    La Primavera

    primavera

    Prima che la mia anima mi consigliasse, dubitavo del valore del mio lavoro. Ora ho capito che gli alberi fioriscono in Primavera e fruttificano d’Estate senza cercare lodi; e le loro foglie cadono in Autunno e i loro rami restano spogli d’Inverno senza timore di biasimo.
    K. Gibran, Pensieri e Meditazioni

    primavera
    Quando ci sentiamo affranti e deboli, tutto ciò che dobbiamo fare è aspettare. La primavera torna, le nevi dell’inverno si sciolgono e la loro acqua ci infonde nuova energia.
    Paulo Coelho, Aleph

    la-primavera-sfondo

    Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera.
    Pablo Neruda

    primavera_025

    I fiori della primavera sono i sogni dell’inverno
    raccontati, la mattina, al tavolo degli angeli.
    Kahlil Gibran

    primavera_titolo
    Se non hai visto arrivare la primavera alzati, apri gli occhi, cercala fuori e dentro di te!
    Spaventa la tristezza. Cacciala via!
    Non fermarti a guardare il passato, la noia, la nostalgia, l’apatia…
    Ricordati che non comincia dalla gente
    la ricerca della felicità,
    Ricordati che molti nella vita ti deluderanno, ti feriranno,
    ti scorderanno, tu non fermarti per questo. Avanza, vai oltre!
    e soprattutto ricorda che la vera gioia è in TE!
    Non aspettarti nulla da nessuno, ma aspettati tutto da te!
    Lascia che arrivi anche nel tuo cuore la PRIMAVERA!
    Anna Pianura


    primavera

    Cade la foglia d’inverno e il ramo rimane solo
    Ad aspettare
    Il primo raggio di sole che porta la primavera
    Cosi la foglia rinasce più verde, più bella e più forte
    Biagio Antonacci, Così presto No


    02_primavera

    Il sole della primavera scioglie la neve fiocco dopo fiocco…
    Khaled Hosseini

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    Fabrizio De André
    Primavera non bussa, lei entra sicura, come il fumo lei penetra in ogni fessura, ha le labbra di carne, i capelli di grano, che paura, che voglia che ti prenda per mano. Che paura, che voglia che porti lontano.



    primavera%202

     
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    I Colori Della Primavera

    primavera2004

    Previsioni-Meteo-Primavera-2011

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    primavera

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    Le quattro stagioni ( Novellius)

    stagioni



    Luce, tepore e fiori,
    pioggerella leggera;
    ecco la Primavera.

    Caldo,sole, biade mature,
    e fonti disseccate:
    ecco l'Estate.

    Grappoli d'oro
    foglie secche in danza:
    è l'Autunno s'avanza.

    Vento,freddo,neve,
    tutto ghiacciato e muto
    e l'Inverno è venuto.

     
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    primavera1

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    primavera


    gwyn_primavera

    Benvenuta primavera

    Ecco arrivare la Primavera,
    sbocciano i fiori, ridono i mari
    i venti cantano a festa.

    E’ benvenuta la Primavera.

    Sui monti nasce l’erbetta
    di mattina il sole sorgerà,
    e tutti gli animali sveglierà.

    La Primavera è arrivata all’improvviso
    e sull’ albero spunta un nido,
    i pulcini pigolano.

    Un bimbo sorride felice
    ed il cuore allegro sospira leggero
    (Anonimo)

     
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    Equinozio di Primavera

    primavera

    LA FESTA DI PRIMAVERA
    La festa di Primavera è una ricorrenza presente in tutti i calendari del mondo e sembra essere fra le più antiche celebrazioni dell’umanità.
    In ogni epoca, cultura e popolazione queste celebrazioni sono legate a una diversa leggenda che ne spiega il senso all'interno del mondo di significati religiosi propri dei festeggianti.
    Pur essendo i popoli che la celebrano molto diversi e spesso lontanissimi nel tempo e nello spazio i festeggiamenti hanno sempre caratteristiche, simboli e significati in comune ai quali si aggiungono poi, simboli e riti particolari del luogo, l’epoca o la religione.
    Con il termine generico di "festa di Primavera" s’intendono tutte le celebrazioni legate all'equinozio primaverile, e cioè alla stagione del risveglio della Natura e del raccolto. Le celebrazioni in questione fanno sempre riferimento, nella loro simbologia, a questo momento astrologico ritenuto molto speciale e importante.


    ETIMOLOGIA E SIGNIFICATO

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    La parola "equinozio" deriva dal latino e significa "notte uguale" (al dì). La definizione puramente teorica, riguardante la durata del giorno, si basa sull'intervallo di tempo compreso fra due intersezioni temporalmente consecutive del centro apparente del disco solare con l'orizzonte del luogo geografico. Usando questa definizione la lunghezza del giorno risulterebbe di 12 ore, eguagliando così la notte. In realtà a causa degli effetti di rifrazione atmosferica, il semidiametro e la parallasse solare fanno sì che negli equinozi la lunghezza del giorno ecceda quella della notte. Agli equinozi, in teoria, il Sole dovrebbe sorgere quasi esattamente ad est e tramontare nettamente ad ovest, ma in realtà ciò non avvenire, in quanto per definizione l'equinozio è un preciso istante che quindi può, al massimo, coincidere con uno dei due eventi, ma non prodursi due volte nell'arco di 12 ore.
    Gli equinozi possono essere considerati anche come punti nel cielo. Il punto dell'equinozio di primavera dell'emisfero settentrionale è anche chiamato punto vernale, punto dell'Ariete o

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    punto gamma (γ). Tuttavia, a causa della precessione degli equinozi, questi punti non si trovano più nella costellazione da cui prendono il nome. L'istante nel quale il Sole passa attraverso ogni punto di equinozio può essere calcolato accuratamente, così l'equinozio è sempre e solo un particolare istante, piuttosto che un giorno intero.

    Se l’Equinozio d’autunno segna l’inizio della metà oscura dell’anno e quello di primavera l’esatto opposto: è l’inizio della metà luminosa, quando le ore di luce superano le ore di buio. E’ il primo giorno della primavera, la stagione della rinascita, associata presso varie culture a concetti come fertilità, resurrezione, inizio.
    La storia è piena di tradizioni e miti legati alla primavera e molti di questi si basano sul concetto di sacrificio e successiva rinascita.

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    LE ADONIE
    Dopo l'Equinozio, si svolgevano nel mondo ellenico le Adonìe, le feste che ricordavano la resurrezione di Adone, bellissimo giovane amato da Afrodite. Nella sua infanzia la dea lo nascose in una cassa che consegnò a Persefone, regina del mondo sotterraneo; ma quando Persefone aprì la cassa e vide la bellezza del bambino, si rifiutò di renderla ad Afrodite, malgrado la dea in persona fosse scesa agli Inferi. La disputa fu placata da Zeus, il quale stabilì che Adone abitasse con Persefone nel mondo delle tenebre per una parte dell'anno e, per l'altra, nel mondo superiore. Il giovane venne poi ucciso per gelosia da Ares trasformato in cinghiale. Questa festa ricalcava quella assiro-babilonese nella quale la figura di Adone era rimpiazzata dal Dio Tammuz a cui i fedeli si rivolgevano chiamandolo "Adon" (Signore). Egli dimorava sei mesi all'anno negli inferi, come il sole quando si trova al di sotto dell'equatore celeste (autunno e inverno). Si festeggiava a primavera la sua risalita alla luce quando si ricongiungeva alla dea Ishtar, l'equivalente dell'Afrodite greca. Allo stesso modo si festeggiava Persefone che ritorna nel mondo dopo aver trascorso sei mesi nel regno dei morti. Tutti questi miti ci mostrano l'unione di un simbolismo celeste (il cammino del sole nel cielo) e un simbolismo terrestre (il risveglio della Natura) in cui riecheggia il tema del matrimonio fra una divinità maschile, celeste o solare, ed una femminile, legata alla terra o alla luna. La primavera era infatti la stagione degli accoppiamenti rituali, delle nozze sacre in cui il Dio e la Dea (personificati spesso da un sacerdote e da una sacerdotessa) si accoppiavano per propiziare la fertilità. Venivano accesi dei fuochi rituali sulle colline e, secondo la tradizione, che peraltro è rimasta ancora oggi nel folklore europeo, più a lungo rimanevano accesi, più fruttifera sarebbe stata la terra.


    DA FESTA PAGANA A CRISTIANA
    Come molte delle antiche festività pagane, anche l’Equinozio di Primavera fu cristianizzato: la prima domenica dopo la prima luna piena che segue l’Equinozio (data fissata nel IV°secolo D.C.), i cristiani celebrano la Pasqua. Se traduciano la parola Pasqua in inglese essa si trasforma in Easter. Essa riporta ad un'antica divinità pagana dei popoli nordici, la Dea Eostre (o Ostara, “la stella dell’est” cioè Venere), assimilabile a Venere, Afrodite e Ishtar, la quale presiedeva ad antichi culti legati al sopraggiungere della primavera e alla fertilità dei campi.

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    LA DEA DELLA PRIMAVERA EOSTRE
    Secondo quanto si racconta si tratta di una dea teutonica associata ai fiori e la primavera, e dal suo nome provengono sia il nome «Easter» (Primavera o Pasqua in inglese), sia il nome di Ostara.
    Eostre compare nella letteratura europea per la prima volta circa milletrecento anni fa, nel «De temporum Ratione» di Beda il Venerabile, che a proposito del mese di aprile scrive quanto segue:

    "Eosturmonath (nome del mese di aprile in Gran Bretagna) ha un nome che è ora tradotto «mese pasquale», e che una volta era usato in onore di una dea dal nome di Eostre, che era celebrata durante questo mese."

    Ancora Beda spiega la natura di questa dea riconducendo l’etimologia del suo nome al termine aus o aes, che significa Est, luogo dal quale nasce il sole. Per questo motivo, secondo lo studioso, Eostre è una divinità portatrice di fertilità e legata alla nascita e appunto all’Est. Dal nome della dea si fa risalire anche il termine usato per definire l’equinozio di Primavera, chiamato dai popoli celti prima «Eostur-Monath» e successivamente «Ostara».

    Il legame fra Eostre e la primavera è confermato dai termini «Oster» cioè pasqua in tedesco, ed «Easter», termine anglosassone che indica sia la pasqua che la primavera. Le uova, prima di serpente e poi di gallina, venivano decorate e successivamente donate come simbolo di fertilità.
    Sempre secondo il Venerabile Beda, Eostre era la versione Sassone della dea germanica Ostara. La sua celebrazione si svolgeva durante la prima luna piena dopo l’equinozio di primavera - lo stesso calcolo usato per la Pasqua cristiana in Occidente.

    Dopo il «De temporum Ratione», non si parlò più di Eostre ed Ostara fino al 1800 quando i fratelli Grimm dichiararono d’aver trovato le prove dell’esistenza di Eostre nelle tradizioni orali della Germania.
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    IL SIMBOLO DELLA LEPRE
    Una di queste leggende popolari riguarda il «Coniglio Pasquale» (Easter bunny), un simbolo molto popolare in Inghilterra e in Germania. Secondo la leggenda, verso la fine dell’inverno, la dea Eostre trovò un uccello ferito a terra mentre passeggiava nel bosco. Compassionevole nei confronti della piccola creatura, la dea decise di trasformarlo in una lepre in modo tale che potesse superare il resto dell’inverno e trovare un rifugio. La trasformazione non fu però completa. Pur avendo preso l’aspetto di una lepre, l’uccellino mantenne la capacità di deporre le uova da lasciare in dono ad Eostre come ringraziamento per aver avuto salva la vita.

    I Britannici associavano la lepre alle divinità della luna e della caccia e i Celti la consideravano un animale divinatorio. In molte culture, da quella cinese a quella indiana o africana, campeggia l'immagine della lepre impressa nella Luna. Nella tradizione buddhista le leggende narrano di come una lepre si sacrificasse per nutrire il Buddha affamato, balzando nel fuoco. In segno di gratitudine il Buddha impresse l'immagine dell'animale sulla luna. In Cina la lepre lunare ha un pestello ed un mortaio con cui prepara un elisir di immortalità. Gli Indiani Algonchini adoravano la Grande Lepre che si diceva avesse creato la Terra. Nell'antica Europa i Norvegesi rappresentavano le Divinità lunari accompagnate da una processione di lepri che portano lanterne. Anche la Dea Freya aveva come inservienti delle lepri e la stessa Dea Eostre era raffigurata con una testa di lepre. La lepre di Eostre, che deponeva l'uovo della nuova vita per annunciare la rinascita dell'anno, è diventata l'odierno coniglio di Pasqua che porta in dono le uova, altro simbolo di fertilità.
    uova
    IL SIMBOLO DELL'UOVO
    Anche le uova pasquali si ricollegano alle tradizioni pagane in cui si celebrava il ritorno della dea andando a scambiarsi uova “sacre” sotto l’albero ritenuto “magico” del villaggio, usanza che collega Eostre alle divinità arboree della fertilità.
    E l'uovo non è scelto a caso ma è da sempre simbolo di vita, di creazione, di rinascita.
    Per il primitivo raccoglitore e cacciatore la primavera portava gli uccelli a deporre le proprie uova e dunque ad avere un nuovo sostentamento dopo l’austerità dell’inverno.
    E la nascita del mondo da un uovo cosmico è un'idea universalmente diffusa che veniva celebrata presso molte civiltà alla festa equinoziale di primavera, quando la natura risorge.
    Infatti in numerose mitologie un uovo primordiale, embrione e germe di vita, è il primo essere ad emergere dal Caos: è l'"Uovo del mondo" covato da una Grande Dea e dischiuso dal Dio Sole. Un mito dell'India narra che nella notte dei tempi tutto era immerso nelle tenebre e sepolto in un sonno profondo. L'Assoluto volle creare il cosmo dalla propria sostanza, così creò le acque e vi depose a galleggiare un uovo splendente il quale generò al proprio interno Brahma, il Creatore, che divise poi l'uovo stesso in due parti, formando la terra e il cielo.
    trifoglio
    IL TRIFOGLIO
    La pianta sacra dell’Equinozio di Primavera è il trifoglio. Pianta simbolo dell’Irlanda, della quale si dice che San Patrizio, evangelizzatore dell’Isola se se usasse per spiegare la Trinità cristiana (la festa di San Patrizio ricorre il 17 marzo, in prossimità dell’equinozio). In realtà si tratta di una tradizione tarda risalente al 180 secolo e il trifoglio non era altro che la triskele, la ruota solare a quattro bracci, mentre la varietà a quattro foglie rappresentava la croce celtica, la ruota solare, il cerchio magico delle quattro direzioni: tutti simboli molto più antichi del Cristianesimo.
    primavera1
    Fonti: 3bmeteo.com
    mariapaolavannucchi.xoom.it
    cronacheesoteriche.com

     
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    Viva la primavera!!!!!!

    striscioprima4
    LA VISPA TERESA

    La vispa Teresa
    avea tra l'erbetta
    al volo sorpresa
    gentil farfalletta;
    e tutta giuliva
    stringendola viva
    gridava a distesa:
    L'ho presa! l'ho presa!

    A lei sospirando
    l'afflitta gridò:
    Vivendo, volando
    che male ti fo?
    Tu si, mi fai male,
    stringendomi l'ale;
    deh! lasciami! anch'io
    son figlia di Dio!

    Confusa pentita
    Teresa arrossi,
    dischiuse le dita:
    l'insetto fuggi.

    (L. Sailer)

     
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