Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Quando la Cicogna si fa attendere

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    Quando la Cicogna si fa attendere

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    Voglio un figlio, perchè non resto incinta?

    I figli nascono nell’utero della donna naturalmente da un meccanismo fisiologico di fecondazione, ma prima sono frutto di un istinto, di un sentimento del cuore e di una immaginazione. E noi donne diveniamo nella mente e nell’animo madri già prima di esserlo fisicamente. È per questo che la ricerca di una gravidanza senza un immediato esito positivo può trasformarsi in un percorso snervante e psicologicamente impegnativo.

    Quando la cicogna, desiderata e inseguita, tarda ad arrivare, molte sono le domande che q1-150x150una coppia si pone.
    Alcune, assai ricorrenti, hanno risposte semplici e soluzioni spesso meno complesse di quanto non possa credersi.

    Proviamo a risolvere insieme taluni interrogativi che solitamente le donne si pongono

    NELL'ATTESA DEL CONCEPIMENTO:




    Non riesco a rimanere incinta, dopo quanto tempo devo rivolgermi ad un medico? La fecondazione dipende da un complesso di fattori che devono tutti collimare affinché l’evento nascita avvenga; e questa corrispondenza di “elementi” differenti non è cosa del tutto semplice. È usuale che siano necessari alcuni mesi di tentativi prima di concepire un bimbo, quindi il primo consiglio valido è non avere fretta: il tuo bimbo ha innanzitutto ovvbisogno che tu sia serena, felicemente pronta ad accoglierlo. Lo stress non favorisce un positivo esito dei tuoi tentativi. Di norma il momento di rivolgersi ad uno specialista arriva non prima che sia trascorso un anno di tentativi infruttuosi. Un consulto anticipato è opportuno, invece, per ragioni di età, ovvero quando la donna che cerchi la gravidanza abbia compiuto i 35anni; a partire da questa età, infatti, la fertilità subisce un calo fisiologico. È consigliabile rivolgersi al medico sin da subito ove esistano problemi pregressi – come precedenti malattie o interventi chirurgici che abbiano interessato l’apparato riproduttivo direttamente o indirettamente. Un immediato consulto medico può essere rassicurante anche in presenza di mestruazioni irregolari o anomale (troppo lunghe, troppo brevi o troppo dolorose). Se la donna, prima di abbracciare l’idea di avere un bambino, non abbia mai effettuato un controllo ginecologico è auspicabile una visita specialistica di mero controllo.
    Come posso capire quando sono fertile? Una donna è fertile quando ovula. Durante il processo fisiologico di ovulazione, che normalmente avviene una volta al mese, ovvero xxxuna volta per ogni ciclo, le ovaie rilasciano la “cellula uovo”. Tendenzialmente ciò accade Intorno al quattordicesimo giorno del ciclo, ma questa data è soggettiva e variabile. La “cellula uovo” (ovocita) liberata dalle ovaie percorre la tuba di Falloppio, è questo il momento in cui gli spermatozoi possono raggiungerla. E se nella “corsa della vita” uno spermatozoo riuscirà ad incontrare l’uovo potrà fecondarlo. L’ovulazione può non essere asintomatica, ovvero possono rilevarsi degli indicatori fisici del fenomeno: – le secrezioni vaginali divengono gelatinose e filamentose; – la temperatura basale si alza; – alcune donne avvertono dolori pelvici, altre semplici tensioni a pancia o seno, certe a metà ciclo hanno perdite ematiche, fenomeno, quest’ultimo, determinato dalla caduta improvvisa degli estrogeni in corso di ovulazione. Per conoscere con una certa sicurezza il momento giusto per concepire è possibile affidarsi alla misurazione della temperatura basale o anche ricorrere ai kit per rilevare l’ovulazione. Questi kit – di semplicissimo utilizzo – vengono venduti in tutte le farmacie ed hanno prezzi piuttosto accessibili. Attenzione a non entrare subito nella spirale del conto dei giorni fertili e del controllo fai da te dell’ovulazione; dai al tuo compagno ed a te stessa qualche mese di “spensierato amore”, i bimbi giungono come doni inattesi proprio quando meno te li aspetti … il mio primo bambino è arrivato dopo 11mesi di tentativi e non appena ero prossima ad incominciare il monitoraggio.
    Perché non resto incinta? Ogni mese immagino di esserci riuscita, mi suggestiono sino al punto da avvertire presunti sintomi ( mi pare di soffrire gli odori forti, avere nausee e capogiri), poi ogni volta che arriva il ciclo piango e mi dispero, avverto un senso di impotenza e frustrazione. Lo stress non fa mai bene. Nella ricerca di una gravidanza l’aspetto psicologico può contare moltissimo, l’accoglienza del figlio è fisica e mentale perciò bisogna essere serene, oltre che riposate. In pratica conta molto pensare positivo, dormire bene, mangiare in modo sano e, perché no, fare un po’ di movimento (ginnastica dolce, passeggiate, nuoto o acquagym). Cosa fare se l’ansia prende il sopravvento? Razionalizzare. Tira un bel respiro e pensa che i figli si fanno a “mente libera” amando serenamente! Nell’ultima pubblicazione divulgativa di midwivesonline.com (Dal concepimento alla nascita di Catharine Parker – Littler) sono riportate statistiche che jpgdimostrano che il 90% delle coppie riesce a concepire entro un anno di tentativi e qualche mese di attesa è assolutamente normale.
    Esistono tecniche di rilassamento che aiutano a vincere lo stress da concepimento e favoriscono il buon esito di una gravidanza? Lo yoga è un ottimo metodo per rilassarsi. Recenti ricerche, ancora non comprovate scientificamente, lasciano intendere che l’agopuntura riesca ad agire sul sistema nervoso autonomo sino a rilassare l’utero rendendo le pareti uterine più pronte all’accoglienza dell’embrione. Non a caso pare che questa pratica aumenti del 50% le probabilità di successo delle fivet.
    Cosa devo mangiare nel periodo in cui provo a rimanere incinta? Esistono alimenti che aiutano il mio fisico a prepararsi ad una gravidanza? Mangiare sano fa sempre bene! Ma è quasi “doveroso” controllare l’alimentazione nell’attesa di una gravidanza come nel corso della gestazione. La prima “regola” da seguire è ridurre zucchero, sale e grassi, oltre che eliminare i conservanti. È buona norma adottare un regime alimentare vario all’interno del quale non possono mancare: – le verdure a foglie verdi, fonti di minerali e vitamine; – i legumi secchi, fonti di acido folico; – il pesce che contiene i “grassi buoni” ed il prezioso omega3; – le uova, fonti di zinco. Ricorda che un giusto apporto di vitamine e minerali aiuta gli ovociti ed il liquido seminale e rafforza il tuo fisico predisponendolo meglio all’impianto dell’embrione.
    gifDevo assumere l’acido folico prima del concepimento? Si. È una evidenza scientifica, ovvero è comprovato, che l’assunzione di acido folico riesca a ridurre il rischio di difetti del tubo neurale nei feti (previene, tra le altre patologie, la spina bifida). L’integrazione di acido folico è consigliata per almeno tre mesi prima del concepimento e di norma continua sino alla dodicesima settimana di gestazione. Chiedi dunque consiglio al tuo medico o al farmacista, loro ti rassicureranno sui benefici dell’acido folico e ti indirizzeranno verso il prodotto più indicato per le tue esigenze (la dose di acido folico varia a seconda che la gravidanza sia in programma o in corso).
    Fumo, Droga ed Alcol influiscono sul concepimento? Devo smettere?
    1101-300x198Nell’ultima pubblicazione divulgativa di midwivesonline.com (Dal concepimento alla nascita di Catharine Parker – Littler) sono riportati gli esiti di recentissimi studi sugli effetti del fumo rispetto al concepimento: il fumo ha influenze negative sul ciclo mestruale e sui meccanismi riproduttivi. Sostanzialmente pare che il fumo danneggi la salute degli ovociti, chiaro è che un uovo debole o in cattiva salute non si presta ad una positiva fecondazione o, seppur fecondato, difficilmente “vivrà” un sano e regolare percorso di sviluppo. In pratica smettere di fumare quando si desideri un bambino è la cosa migliore da fare! Secondo gli studi appena citati vale la pena smettere quanto prima perché il fumo abbassa la capacità riproduttiva e una volta gettate le sigarette la fertilità risale si ma con lentezza: dopo aver smesso di fumare occorreranno almeno tre mesi per ritornare a dei livelli normali di fertilità! Le Droghe sono tutte nemiche della salute ed è assolutamente da evitare la pianificazione stessa di una gravidanza quando se ne faccia uso. Il fisico va prima “depurato” dai veleni delle sostanze stupefacenti, tieni conto che alcuni possibili effetti dannosi per la fecondazione, l’impianto dell’ovulo e la gestazione si prolungano nel tempo per diversi mesi. Le droghe leggere, come la cannabis, – malgrado la rassicurante aggettivazione – sono ugualmente dannose e pericolose! È scientificamente dimostrabile che fare uso di cannabis riduce la capacità riproduttiva: il THG, elemento chimico proprio della cannabis, è ritenuto responsabile di una riduzione dell’ormone LH nei genitali, ormone da cui dipende l’ovulazione femminile e la produzione di liquido seminale maschile. I bicchieri poi vanno riempiti con saggezza, ovvero solo di sana acqua e salutari bevande assolutamente non alcoliche. L’alcol ha effetti negativi sullo sviluppo del feto perciò meglio non farne uso neanche durante i tentativi di concepimento. Non crediate che bere poco significhi preservare il bimbo dai danni dell’alcol, meglio non bere affatto!
    Il peso influisce sulla fertilità?
    La migliore condizione per affrontare una gravidanza sarebbe il normopeso. Il sovrappeso può inficiare le capacità riproduttive perché pare che l’eccessiva massa grassa riesca a sbilanciare l’equilibrio ormonale del corpo . Tanto più che un peso eccessivo determina frequentemente problemi in gravidanza. Anche il sottopeso può determinare delle alterazioni ormonali, infatti una eccessiva magrezza potrebbe compromettere l’ovulazione e quindi i normali meccanismi procreativi. In questi casi basta solo un saggio controllo del peso per riequilibrare le funzionalità fisiche.
    Esistono delle posizioni che favoriscono il concepimento?

    vbn-300x204Non fate la verticale dopo aver fatto l‘amore … è veramente poco romantica. Piuttosto restate accanto al vostro partner e serenamente lasciate che la natura faccia il suo corso.
    Avere rapporti tutti i giorni o più volte al giorno aumenta le possibilità di concepire? Lo sperma ha più probabilità di raggiungere l’ovulo e fecondarlo quando è in buona forma, considerato che il fisico maschile ha dei tempi di produzione dello sperma fare l’amore di continuo non aumenta le possibilità di riuscire ad avere un bambino, tanto più che è inutile farlo per procreare se la donna non è nel suo momento fertile.



     
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    Procreazione: sempre più 40enni diventano mamme con la procreazione assistita

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    “La legge 40 del 19 febbraio 2004 necessita di alcune modifiche” è quello che ha annunciato il sottosegretario della salute Eugenia Roccella.
    La legge disciplina la procreazione assistita, da subito è stata molto discussa in quanto pone una serie di limiti alla procreazione, alla ricerca clinica e alla sperimentazione sugli embrioni. Necessita, appunto, di un aggiornamento considerando anche e soprattutto che sempre più quarantenni fanno ricorso alla procreazione assistita per fare figli.

    Altri indici sono cresciuti ed hanno portato alla necessità di modifiche a tale legge: si è registrata una crescita del numero di coppie infertili per le quali la procreazione assistita ha rappresentato la realizzazione di un obiettivo fondamentale nella vita: divenire genitori, nel 2009 la procreazione assistita ha portato in totale alla nascita di oltre 10mila bambini.

    Questi i risultati della relazione annuale sulla legge 40 inviata dal ministero della Salute al Parlamento dai quali emergono molti dati interessanti che hanno invitato appunto la Roccella a riflettere.

    L’aumento dell’età media delle primipare italiane è un dato oggettivo, le donne che decidono di avere un figlio in età avanzata è aumentata dal 35,9 del 2008 al 36,2 anni del 2009. Inoltre, dato molto interessante è che il 28,2% dei cicli finalizzati alla procreazoine è stato effettuato su pazienti over40.

    Dalla stessa relazione emergono anche dei dati circa i centri nei quali si effettuano tali interventi.
    Il 55,1% dei centri presenti in Italia sono strutture private e la maggior parte delle prestazioni avvengono nelle strutture pubbliche o private convenzionate.

    Rispetto al 2008 sono aumentati i cicli iniziati (+8,8%), le gravidanze ottenute (+12,3%) e i bambini nati vivi (+7,3%), così come cala anche la possibilità di portare a termine la gravidanza in donne tra i 40 e i 43 anni.

    D’ altro canto sono in netta discesa anche le complicanze da iperstimolazione ovarica, scese dallo 0,45% allo 0,28%.

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    In Italia ci sono 350 centri che si occupano di queste prestazioni, 130 sono pubblici, 27 privati convenzionati e 193 privati e il Lazio, la Calabria e la Sicilia sono le regioni con il minor numero di centri pubblici o convenzionati.

    “Le nuove linee guide sulla legge 40 prevedranno la rintracciabilità dei tessuti e delle cellule crioconservati, ed anche dei gameti, ovviamente nel rispetto della privacy“– afferma Roccella – che ha chiamato in causa anche e giustamente il Garante della privacy.

    La sentenza n. 151/2009 dell Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il comma 2, in quanto prevede un limite di produzione di embrioni “comunque non superiore a tre” .

    Il numero di embrioni congelati, intanto, è passato da 763 del 2008 ai 7337 del 2009, su un totale di 99.258 embrioni formati. Il numero degli ovociti congelati è calato passando dal 12% di prelievi nel 2008, in cui si congela parte degli ovociti, al 9,9% del 2009.

    Calate anche le gravidanze trigemine, dal 3,4% al 2,4%, e c’è stato uno 0,1% di gravidanze quadruple.

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    In aumento il numero delle gravidanze portate a termine con successo attraverso lo scongelamento di ovociti, dal 10,9% del 2007 al 14% del 2009, mentre è calato quello delle gestazioni ottenute da embrioni congelati: dal 20,5% al 17,4%.






    Per rimanere incinta procreazione assistita: aspetti psicologici

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    Le donne sanno che la maternità è un atteggiamento del cuore, è il desiderio di donarsi che nasce in noi già prima di essere incinta, spesso è una attitudine che si coltiva negli anni, qualcuno ritiene che sia addirittura un istinto. In ogni caso, ciò che tangibilmente pare emergere dai racconti di ogni donna, è che, di norma, si diviene madri prima nei pensieri e nei progetti e poi nel fisico.

    Cosa accade quando il corpo non può rispondere all’istinto dell’anima?

    Come reagisce il cuore alla impossibilità di avere figli, ovvero di realizzare il proprio desiderio genitoriale naturalmente?

    Oggi il nostro psicologo fa luce sul percorso emotivo che le coppie affrontano quando decidono di ricorrere alla Procreazione Medicalmente Assistita. L’impossibilità di generare un bimbo con il solo amore è un lutto che deve essere metabolizzato e superato dalla coppia. Il dolore ed il lutto, di cui il nostro psicologo ci parla, rappresenta il risultato dell’attrito tra i desideri del cuore, i progetti della mente e le potenzialità del corpo. La mancata armonizzazione di questi “aspetti dell’essere” determina sofferenza e difficoltà.

    Se la coppia da sola non può amandosi realizzare il suo sogno, per essa le strade della medicina devono rappresentare una risorsa, una opportunità a cui affidarsi con fiducia, ma soprattutto con serenità. E se quest’ultima dovesse mancare, vacillare, perdersi allora l’aiuto psicologico può fare moltissimo.

    La medicina e la scienza sono giunte a traguardi insperati, hanno aperto orizzonti ampi e segnato innumerevoli felici successi. Oggi molte sono le speranze di avere un bambino, anche per quelle persone che hanno bisogno di un supporto medico. Dunque, come coppia, ove necessario, abbiate fiducia nelle vostre forze e nella medicina, affidatevi a specialisti ed affrontate consapevolmente, serenamente e tenendovi per mano anche il percorso della procreazione assistita.


    Qui di seguito l’esame dell’aspetto psicologico che interessa il percorso della procreazione assistita ed i consigli del Dottor Giuliano Gaglione, il nostro esperto psicologo:

    Attualmente in Italia circa 20-30000 coppie all’anno si rivolgono al Medico per presunta sterilità, condizione che, qualora venga diagnosticata, può avere come cause fattori organici, idiopatici, età del concepimento, disagi psicologici e sessuali.

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    Una coppia che si rivolge ad un Centro specializzato nella Procreazione Assistita porta con sé un bagaglio emozionale di profonda sofferenza.
    Difatti i partners sono stati innanzitutto messi a conoscenza della sterilità di almeno uno e ciò già gli provoca sentimenti di impotenza, di fallimento, di inutilità, visto che una delle funzioni, ma anche gioie più bramate di un essere umano è la procreazione.

    Nel momento in cui la coppia si rende conto che la famiglia non può allargarsi in maniera naturale, essa cade nel più profondo sconforto, è attraversata da angosce di svuotamento, da solitudine e da tristezza ma anche da vergogna con un conseguente, significativo abbassamento del tono dell’umore. Tale situazione condiziona non solo la relazione di coppia, ma anche le attività sessuali che diventano talvolta più intense, in altri casi meno.
    Ciò che principalmente si riscontra in questi individui è una sensazione di perdita, perdita di un figlio naturale che mai arriverà. Pertanto tutte le aspettative e le speranze che avrebbero proiettato su un figlio biologico lentamente svaniscono.

    Questi sentimenti sono simili a quelli che si provano in un lutto, che, in queste coppie si distingue in:
    · Ricorrente: lutto che si riacutizza ogni mese quando il ciclo mestruale non comporta l’insorgenza della gravidanza
    · Stabile: lutto come disillusione della speranza di procreare un figlio naturale.

    In particolare nella donna si può riscontrare un desiderio spasmodico di rimanere incinta, per cui effettua continuamente numerosi “tentativi” in quanto non si sente ancora pronta e consapevole di non poter procreare naturalmente. Ovviamente questa condizione provoca ansia, rabbia, dipendenza, impulsività ed altro.
    Dopo che all’uomo viene riferita la condizione di sterilità, egli teme sia l’abbandono che il risentimento da parte della compagna, il che provoca in lui frequenti sensi di colpa.

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    L’opera dello psicologo nei confronti di coppie propense alla fecondazione assistita può essere di grande aiuto in quanto questi può in primis accogliere, ascoltare e sostenere le stesse; inoltre il suo lavoro può essere utile per affrontare gli stati ansiosi, quelli depressivi e la solitudine nonché per mitigare gli effetti degli insuccessi.
    In particolare egli può esplorare le seguenti aree:
    · motivazione che ha spinto entrambi a sottoporsi ad un trattamento di FMA (Fecondazione Medicalmente Assistita).
    · sensazioni e sentimenti che hanno provato e provano tuttora nell’aver effettuato questa scelta.
    · (nella donna) preoccupazione concernente la propria incolumità fisica e psicologica nei confronti di questo trattamento
    · (nell’uomo) coinvolgimento emotivo nei riguardi di in un cammino che “fisicamente” deve affrontare solo la donna
    · fantasie, ma anche le aspettative nei confronti di questo trattamento.

    A mio avviso il sostegno psicologico può essere utile in primis per affrontare in una maniera emotivamente benefica ogni step del trattamento, ma anche per permettere alla coppia di condividere e di aiutarsi reciprocamente nei momenti più critici.

     
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    L’adozione di embrioni per diventare madre

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    Decidere di avere un bambino, di diventare madre … Non c’è niente di più naturale al mondo.
    Purtroppo, però, molte donne si ritrovano a dover affrontare percorsi difficili per poter realizzare il proprio sogno.
    Sono sempre di più, infatti, le coppie con problemi di fertilità che devono ricorrere alla medicina per poter diventare genitori.

    In Italia, la legge 40 prevede un limite di produzione di embrioni – tre, per un unico e contemporaneo impianto – e ne vieta la crioconservazione.
    Restrizioni che spingono sempre più donne e coppie a rivolgersi all’estero, in altri Paesi Europei, in quello che viene definito “turismo procreativo”.

    E uno dei Paesi verso il quale si viaggia maggiormente, nella speranza di una gravidanza, è la Spagna.
    Questo perché la Legge di Riproduzione Assistita Spagnola prevede quattro opzioni per gli embrioni prodotti:
    - l’impianto alla paziente;
    - la donazione ad altre donne;
    - la distruzione;
    - la donazione alla ricerca.
    In questo modo, a meno che non si scelga espressamente la distruzione, tutti gli embrioni prodotti in eccesso hanno una destinazione.
    Malgrado non sia facile, per alcune coppie, decidere il futuro dei propri embrioni, sono molte quelle che decidono di donare, con grande altruismo, la possibilità ad altre donne di realizzare il loro desiderio di maternità.

    Perché l’adozione degli embrioni?
    Principalmente, i motivi che hanno dato origine all’adozione di embrioni, sono due:
    140-300x1871) dare maggiori possibilità, alle coppie con problemi di fertilità, di vivere l’emozione della gravidanza e della nascita di un figlio;
    2) dare maggiori possibilità di vita agli embrioni congelati, evitandone quindi la distruzione.

    I motivi, poi, che spingono ad adottare gli embrioni, possono essere molteplici, tra questi:
    1) i costi: non essendo prevista, per questo procedimento, la selezione della donatrice né la fecondazione in vitro, i prezzi sono notevolmente inferiori.
    2) la tempistica: non vi sono delle liste di attesa vere e proprie; dopo aver effettuato gli esami necessari e iniziato il procedimento di preparazione, si può effettuare il trasferimento degli embrioni anche già dalle 2 alle 4 settimane successive.
    Le percentuali di riuscita si aggirano sui 30 – 40 %.

    L’unica cosa da tener presente, è che trattandosi di accogliere embrioni donati, la similitudine fisica, il gruppo sanguineo o Rh del futuro bambino non sempre coincidono con quelle dei futuri genitori.
    Ma per chi ha affrontato un difficile percorso per poter vivere una gravidanza e provare la gioia di tenere in braccio il proprio figlio, questo passa senz’altro in secondo piano.

    Chi può adottare embrioni?

    Non ci sono molte restrizioni all’adozione di embrioni.
    Possono ricorrervi le donne adulte, in età riproduttiva, e con una buona salute psicofisica, le coppie con problemi di sterilità e ripetuti insuccessi con la Fecondazione in Vitro, le donne senza compagno che desiderano una gravidanza e anche le pazienti con ripetuti aborti alle spalle.

    Come avviene?
    Durante la prima visita al Centro di Riproduzione, viene valutato lo stato di salute generale della donna, con un controllo ginecologico e una prova catetere (è tramite questo che vengono trasferiti gli embrioni) durante l’ecografia.
    In seguito vengono assegnati gli embrioni e si programma, con il ginecologo del Centro, la data dello scongelamento e del trasferimento.

    In prossimità della data prestabilita, si comincia con la preparazione dell’utero attraverso cerotti ormonali da applicare sulla pelle e ovuli vaginali.
    In pochi giorni l’utero è pronto e si procede con lo scongelamento e il trasferimento degli embrioni.
    Questa operazione richiede pochi minuti, è indolore per la donna e non necessita di un ricovero.
    1q2Viene solo raccomandato alla paziente di evitare sforzi nelle ore successive al trasferimento.
    Dopo 14 giorni si effettua un test di gravidanza e in caso di positività, la donna dovrà continuare la cura prescritta per la preparazione iniziale dell’utero, per altri due mesi circa.
    Come per qualsiasi gravidanza, i controlli mensili possono eseguiti dal ginecologo di fiducia e nel proprio Paese di residenza, se si viene dall’Estero.

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    Una possibilità in più per tutte le donne e le coppie che desiderano solo coronare il proprio sogno, che vogliono solo amare e crescere un bambino, che vogliono semplicemente una famiglia.
    In attesa, che anche in Italia, la Legge sulla Riproduzione Assistita cambi.

    Fonti:


    //www.institutomarques.com
    ://www.institutobernabeu.com

     
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    Infertilità maschile: combattere l’infertilità con lo sperma creato in laboratorio

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    Un grande passo avanti è stato compiuto all’ Università tedesca di Muenster nella ricerca per combattere l’ infertilità maschile.

    La notizia è stata resa nota attraverso il quotidiano britannico “The Daily Telegraph” che ha illustrato il modo in cui si è giunti a tale scoperta che, siamo sicuri, rivoluzionerà totalmente i sistemi di inseminazione artificiale.

    Condotta su dei topi da laboratorio, l’ esperimento consiste nel prelevare dai testicoli delle cavie non fertili delle cellule staminali, nello specifico definite “germinali” (le cellule che danno luogo ai gameti maschili e femminili), introdotte poi in una particolare soluzione, generando così dei veri e proprio spermatozoi dalle funzioni vitali e dal codice genetico intatto.


    Ma sarà possibile applicare tale procedura ad un essere umano?

    Mahmoud Huleihel, uno dei ricercatori che ha partecipato alla scoperta, ha così risposto:
    spermatozoi-293x300
    “Abbiamo già applicato gli stessi metodi utilizzando cellule umane, finora senza successo: tuttavia, siamo fiduciosi nel fatto che se la tecnica funziona con un mammifero come il topo, può farlo anche nell’uomo.”

    Se questa scoperta avrà in futuro degli esiti positivi sull’ essere umano, le coppie che si sottoporranno all’ inseminazione artificiale potranno fare a meno dei donatori e riuscire così a “regalarsi” una nuova vita.

     
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    Aborto spontaneo


    L’aborto spontaneo è di per sè un evento drammatico per la donna che lo subisce.

    j7b29d-300x198Può diventare ancora più doloroso se è completamente inaspettato. In questo senso l’aborto ritenuto o aborto interno è forse la tipologia più subdola di aborto perchè non da nessun tipo di sintomo. La gravidanza sembra procedere regolarmente: non compaiono dolori, crampi, nemmeno una piccola perditadi sangue, nulla che possa far sospettare qualcosa.

    Mentre scrivo ripenso a quegli attimi. L’emozione per l’ecografia, il desiderio di sentire quel cuoricino galoppare, vedere un fagiolino di appena 9 millimetri essersi trasformato in un esserino di 7 centimetri.

    Poi la faccia seria della dottoressa e quella frase: “signora mi dispiace ma questa gravidanza si è interrotta, è necessario un raschiamento“. L’immagine dello schermo rimanda un’esserino ancora di 9 millimetri e il cuoricino non batte più.
    La gioia si tramuta in incredulità, poi nel dolore più profondo e le lacrime sgorgano senza più alcun freno.
    Ed infine arriva la rabbia. La rabbia per essere state prese in giro dal proprio stesso corpo. Nessun sintomo e nessun segnale.

    donna-in-controluce-ar-198x300

    Che cosa è successo quindi?

    I medici definiscono, appunto, questo tipo di evento “aborto ritenuto”. L’embrione – nostro figlio!! – resta ben ancorato alle pareti uterine ma il cuoricino non batte. In pratica la gravidanza si è interrotta.
    Nella maggior parte dei casi, specie alla prima gravidanza, si tratta di un’anomalia genetica incompatibile con lo sviluppo della vita.

    La cosa, ovviamente, non lenisce il dolore della perdita ma quantomeno ci aiuta a capire che la natura fa il suo corso.

    Una nuova gravidanza sembra essere l’unica cosa in grado di arginare la mamma_bambino-150x150sofferenza della perdita.
    Una delle domande che più spesso ci si pone è: “posso riprovarci subito?“.
    Teoricamente sarebbe preferibile aspettare il primo ciclo per dar nuovamente il via alla caccia. La spiegazione sta nel fatto che dopo il raschiamento le pareti uterine sono leggermente assottigliate dall’intervento e questo potrebbe rendere difficoltoso l’impianto dell’embrione.
    La mia esperienza personale può confermare che è effettivamente buona norma attendere un attimino prima di riprovarci. Infatti, rimasi incinta nuovamente a poche settimane dal raschiamento e la gravidanza ha avuto, in effetti, qualche problema iniziale.
    Un solo mese in più può sembrare un tempo infinito quando si soffre ma meglio sarebbe aspettare questo primo ciclo per aprirsi nuovamente e senza inconvenienti all’amore più immenso che il cuore di una donna possa provare: l’amore di una mamma per il suo bambino.

     
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    FERTILITA’ E I FALSI MITI

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    Vi sveliamo i falsi miti sulla fertilità delle donnePer molte coppie è difficile riuscire ad avere figli, a causa spesso di problemi fisiologici, ma anche per un’ inadeguata educazione sull’argomento.Bisogna innanzitutto tenere a mente che la donna raggiunge il picco di fertilità tra i 18 e i 28 anni, mentre dopo i 40 anni le probabilità di rimanere incinta sono estremamente ridotte, per cessare definitivamente dopo i 45 anni.Ci sono poi casi molto rari nei quali le donne possono arrivare ad essere ancora fertili verso i 48-50 anni.Un’altra credenza sbagliata riguarda l’allungarsi dell’età produttiva grazie al benessere e alla vita agiata che facciamo.Anche qui è da considerare che la riproduttività inizia con l’arrivo delle mestruazioni e ne termina con la scomparsa. La qualità della vita ha sicuramente prolungato il periodo riproduttivo, ma non poi così tanto, logicamente anche la medicina oggi ci dà la possibilità di superare questo limite di tempo, ma bisogna sempre considerare e mettere al primo posto la salute della mamma e del proprio bambino.L’ultimo falso mito riguarda i giorni fertili. Dobbiamo chiarire innanzitutto che il periodo fertile si può misurare in ore e non in giorni, infatti grazie alla ricerca sappiamo che l’ovocita femminile ha una vita di solo 12 ore, per poi deperirsi.L’ormone LH che si trova nelle urine avrà un picco in prossimità dell’ovulazione, da 24 a 36 ore prima.Quest’ormone si può facilmente rilevare con un test di ovulazione che si trova in farmacia, immergendo nelle urine uno dei cinque stick sensibili, per una diagnosi precisa.In questo modo sapremo con largo anticipo quando ci sarà l’ovulazione .

     
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    Infertilità maschile: combattere l’infertilità con lo sperma creato in laboratorio

    Un grande passo avanti è stato compiuto all’ Università tedesca di Muenster nella ricerca per combattere l’ infertilità maschile.
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    La notizia è stata resa nota attraverso il quotidiano britannico “The Daily Telegraph” che ha illustrato il modo in cui si è giunti a tale scoperta che, siamo sicuri, rivoluzionerà totalmente i sistemi di inseminazione artificiale.

    Condotta su dei topi da laboratorio, l’ esperimento consiste nel prelevare dai testicoli delle cavie non fertili delle cellule staminali, nello specifico definite “germinali” (le cellule che danno luogo ai gameti maschili e femminili), introdotte poi in una particolare soluzione, generando così dei veri e proprio spermatozoi dalle funzioni vitali e dal codice genetico intatto.

    Ma sarà possibile applicare tale procedura ad un essere umano?

    Mahmoud Huleihel, uno dei ricercatori che ha partecipato alla scoperta, ha così risposto:
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    “Abbiamo già applicato gli stessi metodi utilizzando cellule umane, finora senza successo: tuttavia, siamo fiduciosi nel fatto che se la tecnica funziona con un mammifero come il topo, può farlo anche nell’uomo.”

    Se questa scoperta avrà in futuro degli esiti positivi sull’ essere umano, le coppie che si sottoporranno all’ inseminazione artificiale potranno fare a meno dei donatori e riuscire così a “regalarsi” una nuova vita.

     
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    Donne e fertilità: facciamo chiarezza sui falsi miti

    Fertilità e giorni fertili del ciclo, un’incognita da indovinare sul calendario che prima o poi - sia che vogliate avere un figlio, sia che per voi non sia il momento - diventa croce e delizia per tutte le donne

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    Che cosa sappiamo davvero noi italiane della fertilità? A far luce su questo delicato tema ci ha pensato l’Aogoi (associazione ostetrici e ginecologi ospedalieri italiani) che con il sostegno di Clear Blue, dispositivo digitale misuratore di fertilità, ha realizzato una piccola indagine, coinvolgendo 40 centri convenzionati di tutta Italia e un campione di 1082 donne di età compresa tra i 18 e i 51 anni.

    I risultati della ricerca - che non vuole essere rappresentativa, ma indicativa di un trend - sono una sorpresa non troppo lusinghiera.
    Nonostante, infatti, il 57% delle donne coinvolte nella ricerca dichiari di essere alla ricerca di un bambino, poche (46,9%) sanno che in realtà il picco massimo di fertilità la donna lo raggiunge nel giorno dell’ovulazione e che dura addirittura poche ore.
    Vedi le foto: I miti della fertilità
    Poche, inoltre, sanno che oltre al progesterone, durante l’ovulazione entra in gioco anche l’ormone LH e che la sua misurazione è in grado di diagnosticare in quale giorno avverrà la maturazione dell’ovocita.

    Noi di Pianeta Mamma abbiamo chiesto allora al dottor Chiantera, specialista e segretario nazionale dell’AOGOI, di aiutarci a far chiarezza, sfatando alcuni falsi miti.

    Partiamo dal primo: i figli si possono avere fino a tardi oggi.

    “Falso. I casi recenti di gravidanze portate a buon fine in età avanzate hanno creato la credenza errata che si possa concepire oltre i 50 anni. In realtà si tratta di casi eccezionali.
    La donna raggiunge il picco massimo di fertilità tra i 18 e i 28 anni. Tra i 28 e i 33-35 anni perde qualche punto, dopo i 35 anni la capacità riproduttiva declina irrimediabilmente. Passati i 42 anni, essa risulta estremamente ridotta e cessa dopo i 45 anni. In alcuni casi si può arrivare a 48-50 anni, ma - ripeto - sono casi eccezionali e non la norma”.

    Secondo falso mito: l’età riproduttiva si è allungata grazie al benessere.
    “L’età riproduttiva femminile inizia e finisce con l’arrivo e la scomparsa delle mestruazioni.
    Le buone condizioni di qualità della vita hanno senza dubbio prolungato l’età riproduttiva femminile, ma non di molto: se dopo la guerra, le donne entravano in menopausa tra i 45 e i 48 anni, oggi il limite statistico si è spostato di un paio di anni e si parla di 48-50, massimo 52 anni. Certo la medicina oggi permette di superare questo limite naturale, tuttavia, bisogna sempre domandarsi a che prezzo, sia per la salute della mamma, sia per quella del neonato”.

    Terzo falso mito, i giorni fertili
    “La ricerca ha portato a misurare il periodo fertile per il concepimento non in giorni, ma in ore. L’ovocita femminile vive infatti solo 12 ore, alla fine delle quali deperisce. La misurazione dell’ormone LH presente nelle urine è in grado di fare una diagnosi precisa del momento dell’ovulazione”.

     
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    Fecondazione eterologa, la consulta dice no

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    La Corte Costituzionale si è già pronunciata sulla questione della presunta illeggittimità costituzionale di quella parte della legge 40 che vieta il ricorso alla fecondazione eterologa per le coppie infertili e ha scelto di non modificarla riinviando gli atti e invitando i tribunali che l’avevano sollecitata (Firenze, Catania, Milano) a considerare una recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo secondo la quale i governi dei paesi comunitari possono legittimamente vietare il ricorso a questa pratica poichè tale divieto non viola l’articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) della Convenzione dei diritti dell’uomo.
    In altre parole, la Consulta non ha dichiarato la legittimità del divieto ma neppure il contrario. Ha ribadito che è legittimo che ciascun governo nazionale decida in base alle proprie specificità storiche e culturali. Le coppie italiane che vedono nel ricorso alla fecondazione eterologa l’unica speranza per diventare genitori dovranno quindi ancora attendere.
    I centri italiani di procreazione medicalmente assistita avevano rilevato come una decisione favorevole della consulta alla revisione di questo stralcio della legge 40 avrebbe il potere di fermare il fenomeno del turismo procreativo del quale si è parlato molto in questi mesi visto l’alto numero di coppie italiane che si recano all’estero per sottoporsi a trattamenti di fecondazione assistita e la tragedia occorsa a una coppia che per avere un bambino di era rivolta ad una clinica cretese.
    Il bimbo è arrivato ma purtroppo è nato affetto da neurofibromatosi, una malattia genetica mortale della quale era portatrice la donatrice dell’ovulo, una donna greca naturalmente anonima. La madre del piccolo ha inviato una lettera di denuncia al presidente della Repubblica dove scrive:

    Se avessimo potuto tentare di avere un figlio nel nostro Paese con le garanzie che fino al 2004 vi erano per l’eterologa, non saremmo così disperati

     
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    Sterilità e infertilità: quando il figlio non arriva

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    La scelta di avere un figlio è da sempre un tappa fondamentale nel lungo processo di crescita e maturazione della personalità adulta dei membri della coppia. Il desiderio genitorialità è il frutto di bisogni e fantasie che però possono scontrarsi con la difficoltà o l’impossibilità di realizzarsi. Tale vissuto comporta l’intrecciarsi di un’eterogeneità di elementi medici, psicologici e sociali a cui corrisponde una complessità anche terminologia, gli stessi termini di sterilità e infertilità a volte sono usati come sinonimi pur rappresentando realtà diverse.Si parla di sterilità quando uno o entrambi i coniugi sono affetti da una condizione fisica permanente che non rende possibile la procreazione, invece il termine infertilità viene utilizzato quando la coppia dopo un anno o più di rapporti non protetti non è comunque riuscita a concepire e procreare.L’esperienza dell’infertilità presenta numerosi risvolti psicosociali e sessuali che possono interferire in modo significativo sia sul benessere individuale sia sulla relazione di coppia. “L’infertilità mette l’uomo e la donna di fronte all’impossibilità di donare vita e di allargare l’universo dei propri affetti” (R. Nappi et al.). Lo stato di stress che ne deriva non è solo il frutto della negazione del naturale desiderio di avere un figlio, a questo si aggiunge la pressione sociale alla genitorialità e il timore che i trattamenti medici possano fallire.Le aspettative esterne possono quindi acuire il vissuto di colpa e vergogna per l’impossibilità di “dare vita” alla scelta d’amore che l’uomo e la donna hanno fatto. L’emozionalità negativa che a questo vissuto si lega non va negata ma affrontata, il primo passo è quello di non lasciare prendere il sopravvento alla sensazione di inadeguatezza e cercare un sostegno nella propria famiglia, anche chiedendole di informarsi sull’infertilità e spiegando loro in che modo si vorrebbe essere trattati.La condivisione dei sentimenti rappresenta uno dei meccanismi più importanti che regolano le relazioni sociali, la comunicazione umana e lo scambio tra simili; mettere l’altro in grado di leggere il nostro stato emotivo e di rispondere in sintonia, consente di modulare il livello della propria esperienza sociale ed apre all’incontro, alla disponibilità, all’ascolto (Bonino et al.).Le emozioni sono ineliminabili e impedirne l’espressione non può che portare verso la sofferenza; un corretto sviluppo evolutivo implica che le emozioni siano simbolizzate e si trasformino in sentimento. In primis bisogna essere indulgenti con se stessi, e con il proprio partner non pretendendo da lui che reagisca nel vostro stesso modo. Questo al fine di evitare la comunicazione nella coppia diventi sempre più scarsa e fonte di disagio spesso a causa dell’ evitamento di argomenti inerenti la procreazione.Al frequente utilizzo di strategie di evitamento delle tematiche inerenti la fertilità e la genitorialità spesso si associano una rigida pianificazione della sessualità e dello stile di vita, un eccessivo controllo delle emozioni e un conseguente aumento dei livelli di stress. La difficoltà ad esprimere il proprio disagio emotivo, e il conseguente mantenimento del segreto può portare alla somatizzazione. Questa difficoltà emotiva è detta alessitimia, e indica l’incapacità di mentalizzare, percepire, riconoscere e descrivere verbalmente i propri e altrui stati emotivi.L’alessitimia si riscontra più spesso negli uomini, per i quali la somatizzazione rappresenterebbe la difficoltà di riconoscere il vissuto emotivo legato all’incapacità di avere un figlio attraverso il proprio patrimonio genetico.
    “Prendere atto di ciò che si prova significa far emergere, e quindi poter esprimere, la propria verità e questo permette di alleviare il senso di solitudine che ci accompagna quando si pensa di non poter condividere ciò che sentiamo” (Giannelli).Diversi studi hanno infatti confermato che un atteggiamento basato sul confronto attivo, sulla condivisione delle emozioni, sulla ricerca del supporto sociale, sul ricorso allo humour favoriscono il benessere individuale e un buon funzionamento sessuale. Nella situazione che la coppia si trova ad affrontare è estremamente importante il ruolo del ginecologo, a partire dal primo momento della diagnosi fino a alla fase terapeutica; la rilevanza del suo ruolo non risiede esclusivamente nelle competenze mediche ma anche nella sua capacità di creare una comunicazione corretta ed esaustiva con il paziente, e quindi di stabilire con quest’ultimo una buona relazione.Le informazioni riguardanti la scelta della terapia e una comunicazione basata sulla fiducia reciproca consentiranno alla coppia di percepire una condizione di maggior controllo sulla propria situazione. Questo rivelarsi molto utile per ridurre il disagio psicologico, consentendo di vivere in maniera più serena l’esperienza della “transizione alla non genitorialità” o di affrontare in modo più consapevole l’eventuale impossibilità di procreare.Per ulteriori informazioni:Dottore Giuseppe Noccioli, specialista in Ginecologia e Ostetricia

     
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    Fecondazione assistita: i figli della provetta sono 5 milioni nel mondo

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    La fecondazione assistita festeggia il primo successo da record. Sono passati 34 anni da quando, nel 1978, ha visto la luce la prima figlia della provetta, Louise Brown (Gran Bretagna). È stato un caso eclatante, che ha sollevato stupore e numerose polemiche. Oggi, i bambini nati con questa tecnica sono 5 milioni.
    È un numero ovviamente in divenire, perché sono molte le coppie che non possono avere figli o costrette a ritardare l’evento, quando ormai è un po’ troppo tardi. I numeri sono stati presentati dal Comitato internazionale per il monitoraggio delle tecniche di riproduzione (ICMART) assistita al Congresso della Società europea della riproduzione umana ed embriologia (Eshre), in questi giorni in corso a Istanbul.
    Il problema principale, emerso soprattutto negli ultimi 10 anni, è quello di aver trasformato la fecondazione in una tecnica non solo destinata alle coppie infertili, ma a quelle “anziane”. Sono tantissime le donne che a 40 anni decidono di soddisfare il loro desiderio di maternità, sapendo di avere una chance con la provetta. Gli esperti hanno ricordato, proprio durante il congresso, che si tratta di un’assicurazione in più, ma che aspettare troppo non è mai saggio.


    Ogni anno nel mondo si fanno circa un milione e mezzo di procedure di procreazione medicalmente assistita (ovvero fertilizzazione in vitro (Ivf) o la Icsi, iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo), e nascono circa 350 mila bambini. Ma è così facile avere un bambino con la fecondazione? Ovviamente no. I tassi di successo in questo periodo sono al 32 percento (3 gravidanza portate a termine ogni 10 trattamenti), ma si spera siano destinati a crescere, perché ovviamente la medina si sta perfezionando. Lo dimostra un altro dato interessante: sono diminuite le gravidanze gemellari, oggi al 19,6%, così come quelle triple (meno dell’1%).
    Ma quali sono i paesi in cui è maggiormente usata la fecondazione? In cima alla classifica troviamo Stati Uniti e Giappone. Anche in Europa è molto praticata: nel 2009 ci sono stati circa 537mila cicli. L’Italia è abbastanza indietro, rispetto al resto dei paesi europei, infatti nel nostro Paese è sempre più diffuso il turismo “procreativo” che spinge gli aspiranti genitori all’estero.

     
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    Utero retroverso e concepimento

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    Avere l'utero retroverso è semplicemente una caratteristica anatomica, che interessa circa il 25% delle donne e che non interferisce né con il concepimento né con il buon andamento della gravidanza. Ecco le risposte della ginecologa Monica Calcagni ai dubbi più comuni.

    Che cosa significa utero retroverso?

    L'utero retroverso non è nient'altro che una particolarità anatomica, in base alla quale l'utero, anziché essere poggiato in avanti sulla vescica, come in genere succede, poggia sul retto, quindi verso il retro.

    Come ci si accorge di averlo?

    Se ne accorge il ginecologo attraverso una semplice visita o un'ecografia pelvica.

    Può essere di ostacolo al concepimento?

    Assolutamente no: le probabilità di concepire sono esattamente le stesse delle donne con utero anteroverso.

    Durante la gravidanza l'utero retroverso comporta problemi?

    No, la gravidanza procede come tutte le altre. In più, dopo il terzo mese, grazie all'aumento di peso del bebè, l'utero si gira spontaneamente in avanti, ossia diventa normoversoflesso, esattamente come in tutte le altre donne. Nessun 'intoppo' neanche al momento del parto, che può avvenire senza alcun problema per via vaginale.

    E dopo il parto?

    Terminato il puerperio, una volta riprese le sue normali dimensioni, l'utero ritorna nella sua posizione, ossia torna ad essere retroverso, salvo poi rigirarsi se la donna dovesse di nuovo rimanere incinta.

    A prescindere dalla gravidanza, avere l'utero retroverso può dare problemi?

    No, solo alcune donne riferiscono di provare fastidio durante i rapporti sessuali se assumono alcune posizioni, ma per il resto non comporta alcun fastidio né problema di salute.



    Articolo di Angela Bisceglia



    Cosa fare dopo un aborto spontaneo

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    È nelle prime 12 settimane di gravidanza che il rischio di aborto spontaneo è più alto: anche la vita di un embrione apparentemente sano ha una probabilità di spegnersi nel 15% dei casi. In questa percentuale sono compresi gli aborti precocissimi che non vengono riconosciuti come tali: infatti può succedere che una perdita di sangue significativa venga erroneamente interpretata come una irregolarità mestruale.

    Ma cos'è l'aborto spontaneo, quali le cause, quanto aspettare per una nuova gravidanza? Ne abbiamo parlato con Giovanni Zerlotin, specialista in ginecologia e ostetricia a Trento.

    Le cause più frequenti

    Per aborto spontaneo s'intende l'interruzione spontanea della gravidanza entro il sesto mese di gravidanza. Nella maggioranza dei casi si verifica entro le 12-13 settimane. Tra le cause del primo trimestre: anomalie genetiche e cromosomiche del feto che non consentono un suo regolare sviluppo; patologie della madre fra cui diabete, ipertensione arteriosa, alterazioni immunitarie. Se l'aborto spontaneo si verifica nel secondo trimestre di gravidanza, le ragioni sono diverse. Quattro le principali: incapacità dell'utero a contenere la gravidanza fino al termine; dilatazione precoce del collo uterino;infezioni dell'apparato genitale che provocano la rottura prematura del sacco amniotico; tendenza della muscolatura uterina a contrarsi prematuramente.

    Quanto aspettare per ritentarci?

    Le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità consigliano alle donne di aspettare almeno 6 mesi per tentare un nuovo concepimento dopo un aborto spontaneo. Ma un recente studio coordinato dall'epidemiologa Sophinee Bhattacharya dell'Università di Aberdeen (pubblicato sul British Medical Journal, 2010) consiglia di non aspettare troppo prima di riprovare a concepire di nuovo: addirittura non sarebbe necessario attendere più di un ciclo mestruale normale. Ciò vale soprattutto per i Paesi occidentali, e in particolare per l'Italia, dove si assiste sempre più spesso alla programmazione di una gravidanza dopo i 35 anni. In tal caso, se dopo un aborto spontaneo si consigliasse un tempo di attesa lungo, si porterebbe la donna a ricercare una nuova gravidanza in una età ancora più avanzata, quando la fertilità tende normalmente a ridursi e il rischio di anomalie cromosomiche fetali è più alto.

    Esami e cure

    Oggi si ritiene giustificato il ricorso a indagini particolari da concordare con il proprio ginecologo solo nel caso in cui si verifichino 2 o 3 aborti consecutivi. Dopo un aborto, invece, nelle prime settimane di gestazione si prescrivono i seguenti controlli: ricerca nel sangue materno dell'ormone beta HCG; ecografia transvaginale per visualizzare l'immagine della gravidanza in utero e il benessere dell'embrione; tutti gli esami che vengono eseguiti di routine nelle prime fasi della gravidanza. La "cura" ideale agli inizi è fare una vita il più possibile tranquilla, evitando ogni tipo di eccesso, e assumere acido folico per almeno 3 mesi al fine di prevenire eventuali malformazioni.

    Articolo di Maria Angela Masino



    Fibromi e polipi: un ostacolo alla gravidanza?

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    Cosa succede se si scopre di avere un fibroma o un polipo e si desidera un bebè? Si può restare ugualmente incinte o è necessario asportarli prima del concepimento?

    Fibromi o utero fibromatoso?

    "Innanzitutto non confondiamo i fibromi con l'utero fibromatoso", precisa Monica Calcagni, ginecologa a Roma e Frosinone. "Per utero fibromatoso si intende semplicemente un utero un po' invecchiato, ossia un po' meno elastico; è una condizione piuttosto frequente dopo i 30 anni, ma che non dà alcun problema né per il concepimento né per il buon andamento della gravidanza.

    I fibromi veri e propri, detti anche miomi, sono invece formazioni solide benigne che interessano il muscolo uterino. Il loro sviluppo è legato a fattori ormonali, ecco perché crescono durante il periodo fertile e regrediscono in menopausa".

    I fibromi possono creare problemi in gravidanza?

    "Dipende soprattutto dalla loro localizzazione", risponde la ginecologa. "I fibromi, infatti, possono essere sottosierosi, ossia esterni alla cavità uterina, intramurali, ossia collocati nello spessore della parete uterina, o sottomucosi, cioè all'interno della cavità uterina. Le prime due tipologie, indipendentemente dalle dimensioni, non costituiscono un ostacolo al concepimento, tuttavia tendono ad aumentare di volume nel corso della gravidanza e, se la crescita è notevole, potrebbero causare minacce d'aborto.

    Molto più problematici i fibromi sottomucosi, di qualunque dimensione, che difficilmente consentono il concepimento e, se anche avviene, è alta la probabilità di un'interruzione di gravidanza. Per questo motivo tali fibromi vanno tolti già prima del concepimento con un intervento in isteroscopia (ossia per via vaginale). Con i sottosierosi e gli intramurali invece non occorre far nulla: solo se sono particolarmente ingombranti o situati in posizione scomoda potrebbero ostacolare il parto naturale e quindi costituire un'indicazione al cesareo".

    I polipi vanno sempre tolti?

    I polipi sono escrescenze che possono formarsi nell'endometrio, in genere per cause ormonali; possono essere singoli o multipli, di diametro variabile. Proprio perché si trovano nell'endometrio, dove avviene l'annidamento dell'embrione, rendono il concepimento praticamente impossibile. Per questo motivo è necessario asportarli prima di mettere in cantiere un bebè (anche perché potrebbero essere iniziale sede di neoplasia) con un piccolo intervento in isteroscopia e dopo un paio di mesi si può cercare tranquillamente un bebè.

    Articolo di Angela Bisceglia

     
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    Gravidanza con Trapianto di Tessuto Ovarico Dopo un’Asportazione delle Ovaie

    Grazie all'impianto di tessuto ovarico una 25enne sterile a causa di un'asportazione alle ovaie è incinta. Tecnica riuscita con successo in Australia

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    Piccolo miracolo di scienza avvenuto in Australia. Una donna aveva subito l’asportazione delle ovaie durante una cura per il tumore che aveva sviluppato.

    Nonostante la rimozione adesso la donna è incinta di 25 settimane di due gemelli.

    Il miracolo è potuto avvenire grazie ad un gruppo di ricercatori dell’Istituto di fecondazione in vitro (Ivf) di Melbourne. Il caso è stato riportato dalla direttrice del servizio Kate Stern, alla conferenza della Fertility Society of Australia in corso a Sydney.

    I ricercatori, sette anni fa, avevano prelevato e congelato alcuni frammenti di tessuto ovarico dalla donna, prima che iniziasse la cura anticancro.

    A guarigione completa la donna è stata sottoposta ad innesto dello stesso tessuto nella parete addominale, dove sono cresciuti gli ovuli, che sono poi stati fecondati in vitro e reimpiantati in utero, consentendo alla giovane una gravidanza normale.

    La dottoressa Stern ha così commentato il risultato di questo primo successo: «Abbiamo dimostrato che il tessuto ovarico può sopravvivere e funzionare normalmente fuori del suo ambiente naturale. La procedura offre alle pazienti di cancro la speranza di concepire».
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    Adesso l’ospedale di Melbourne ha in progetto di creare un centro per il prelievo e la crioconservazione di tessuto ovarico, per consentire a donne come questa, di potere sperare in una gravidanza anche dopo cure antitumorali aggressive che rendono sterili

    Nicola Surico, presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), commenta il successo dei colleghi australiani:

    «È una tecnica promettente, anche considerando il fatto che si sta abbassando l’età di esordio per i tumori ovarici, complici fattori quali l’inquinamento e l’alimentazione. Tuttavia si tratta di una metodica costosa, e dunque da utilizzare in casi selezionati come, appunto, le donne colpite da tumore».

    www.vitadamamma.com/

     
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    Diventare mamma: dieci cose da sapere

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    "Voglio diventare mamma" - Consigli pratici per chi cerca la cicogna


    Decidere di diventare mamma significa assumersi la responsabilità di una vita e concorre alla più grande opera della natura: la nascita di un essere umano.

    gesti2Il figlio è il frutto naturale, bellissimo e puro della donna che, dal concepimento alla nascita del bambino, diviene culla di vita e di amore.

    Diventare mamma è una scelta naturale, istintuale e amorevole ma implica delle responsabilità morali e impone delle cautele fisiche.

    1.La donna che pianifichi la gravidanza deve rispettare il suo corpo e assecondare i suoi ritmi naturali. La mamma è terra in cui il seme della 424537_526416854046513_1351239879_n1-300x168vita si apre e genera i suoi frutti, perciò è importante e giusto predisporre il corpo ad accogliere il figlio. gravidanza fertilità e concepimentoUn corpo e una mente liberi, rilassati, ben nutriti sono più predisposti a supportare il lungo e impegnativo percorso della gestazione. Quindi se stai cercando la cicogna, elimina dalla tua vita i possibili fattori di stress; alleggerisci i carichi lavorativi; concediti degli svaghi; mangia sano; fai passeggiate all’aria aperta e ama, possibilmente senza un’eccessiva “angoscia da procreazione”. In media per generare un bambino le coppie impiegano dai 6 ai 12 mesi e solo dopo uno o due anni di tentativi di procreazione falliti si avviano indagini e controlli volti ad appurare le capacità e potenzialità fertili della coppia.

    2.Se vuoi avere un bambino incomincia a introdurre nella tua dieta l’acido folico, valido supporto per la prevenzione delle patologie del tubo neurale e della spina bifida. Rivolgiti ad un ginecologo che ti consiglierà come e quanto acido folico assumere. Ricorda che una sana alimentazione favorisce il benessere del corpo e un fisico in buone condizioni di salute è senza dubbio più propenso ad accogliere un seme di vita e a coltivarlo nel migliore dei modi.

    3.Prima di “avviare i lavori” per diventare mamma fai un Rubeo-test ovvero il test della rosolia e sincerati di essere immune al virus. Contrarre la rosolia durante la gestazione è estremamente pericoloso, se non sei immune puoi decidere di vaccinarti. Il vaccino non presenta particolari controindicazioni ma è indispensabile evitare il concepimento nei 3\6 mesi successivi alla somministrazione.

    4.Smetti di fumare e non bere alcolici.

    5.Se la gravidanza è fisiologica e non vi sono pericoli né per il bambino né per la mamma, la pratica di uno sport dolce è sempre consigliata. Il nuoto leggero, l’acquagym, lo yoga, il pilates sono tutte Image of pregnant woman touching her belly with handspratiche sportive possibili durante la dolce attesa. Se la frequenza di un centro fitness è “impedita” da ragioni economiche o organizzative potete sopperire allo sport semplicemente camminando: passeggiare per 15\20 minuti favorisce la buona circolazione, l’ossigenazione e aiuta cuore e polmoni. Possibilmente scegliete parchi, spiagge o aree verdi per portare a spasso 1q1prima la pancia e successivamente il bebè!

    6.Non mettete a dieta vostro figlio. Durante la gravidanza ogni donna aumenta il suo peso almeno di 10\11 chilogrammi, comunemente si dice che è ideale assumere circa 1 chilo al mese. Considerate che un bambino pesa mediamente 3 chili, mentre placenta, sacco gestazionale e liquido amniotico non pesano meno di altri 2 o 3 chili, quindi almeno 6 chili di peso “verranno smaltiti in sala parto”!

    7.Per evitare aumenti di peso eccessivi e sconsiderati basta mangiare bene e moderatamente! Fate sempre attenzione a eventuali limiti alimentari (vedi toxoplasmosi); controllate la qualità del cibo e la sua provenienza; mangiate tutto dalla carne al pesce; non mancate mai di lavare bene le verdure (il bicarbonato è il migliore alleato nella pulizia di frutta e verdura); bevete molto e preferite l’acqua ad ogni altra bevanda.

    8.Dopo il pranzo e la cena una breve passeggiata aiuta la digestione e favorisce il buon umore. Se svolgete un lavoro sedentario ogni 30\40 minuti massimo lasciate la vostra poltrona e fate una breve passeggiata, camminare fa bene e per sgranchirsi le gambe basta anche il solo corridoio dell’ufficio.

    9.Contro le nausee adoperate cibi asciutti come grissini o fette biscottate. Molte mamme hanno trovato efficaci i braccialetti anti nausea e li hanno adoperati con successo. Atre hanno optato per rimedi naturali contro la scialorrea e i malesseri da gestazione. L’importante è ricordare sempre che tali disturbi sono solo passeggeri, sono fisiologici e non rappresentano assolutamente delle patologie.

    10.Conducete una vita intima serena! Laddove non vi siano patologie o problemi specifici la mamma ed il papà possono amarsi durante l’intera gravidanza. E sebbene vada rispettato il corpo della donna ed i suoi mutamenti la gestazione non è assolutamente di ostacolo all’affetto.

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    Inseminazione artificiale

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    L'inseminazione artificiale non è altro che una fecondazione tramite metodi non naturali: in pratica, gli spermatozoi vengono introdotti nel corpo della donna per facilitare l'incontro con l'ovocita.

    Consulenza scientifica di Rossella Nappi, ginecologa ed endocrinologa della Fondazione Maugeri - Università di Pavia

    L'inseminazione artificiale non è altro che una fecondazione tramite metodi non naturali e viene utilizzata in caso di sterilità maschile o di ridotta vitalità spermatica: in pratica, gli spermatozoi vengono introdotti nel corpo della donna per facilitare l'incontro con l'ovocita.

    Per chi. È indicata, per esempio, quando c'è un problema durante il passaggio degli spermatozoi nel muco cervicale perché permette di depositarli direttamente nell'utero, oppure nei casi di lieve oligoastenospermia (quantità, motilità o forma degli spermatozoi al di sotto della norma) perché prima dell'inseminazione il liquido seminale viene trattato in modo da migliorarne la qualità.

    Si ricorre all'inseminazione anche quando si utilizza seme proveniente da un donatore (ma in Italia ciò è vietato dalla Legge 40) o come prima terapia nei casi di infertilità inspiegata (infertilità idiopatica).

    Come. Gli spermatozoi possono essere depositati nella vagina (inseminazione intravaginale, Ivi), nel canale cervicale (inseminazione intracervicale, Ici), nelle tube (inseminazione intratubarica, Iti) o nell'addome (inseminazione intraperitoneale, Ipi). Ma la tecnica più usata prevede che vengano immessi per mezzo di un catetere nella cavità uterina (inseminazione intrauterina, IUI). Prima dell¹inseminazione c'è il monitoraggio ecografico dell'ovulazione, eventualmente preceduto da un bando trattamento ormonale di stimolazione dell'ovulazione stessa.

    Quando. L'inseminazione si effettua dopo la somministrazione di un ormone, la gonadotropina corionica (Hcg) o anche LH: l¹ovulazione avviene circa 36 ore dopo l'iniezione, perciò si può calcolare il momento giusto per l'intervento. Qualche ora prima dell¹inseminazione l¹uomo deve fornire un campione di liquido seminale (può raccoglierlo anche a casa, in un contenitore sterile per le urine, purché lo consegni al centro medico entro 45 minuti) che viene sottoposto a un trattamento (capacitazione), per selezionare gli spermatozoi più mobili e morfologicamente normali.

    Dopo. Nei giorni successivi, può essere prescritta alla donna una terapia ormonale per aiutare l'impianto dell'embrione. Le percentuali di successo variano molto in base al numero di follicoli che si sviluppano e alla qualità del seme. In genere si consiglia di passare a un¹altra tecnica dopo 46 tentativi falliti di Iui.

    www.nostrofiglio.it/

     
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