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Catullo - Il passero di Lesbia (carme 2)
«O passero, gioia della mia donna, con cui ella è solita giocare, tenerlo in grembo, dar da beccare la punta del dito a lui che la reclama e provocarne i morsi pungenti, quando a lei, mio desiderio splendido, piace far per gioco qualcosa di dilettevole e che sia conforto per il suo dolore, credo, perché si acquieti il suo insopportabile bruciare: ah, potessi anch’io giocare come te e alleviare gli affanni penosi dell’anima»..