Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Dentini forti e puliti

i denti da latte del bambino!!

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    Dentini forti e puliti
    Detergere le gengive

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    Fin dai primi mesi di vita del bambino è importante curare l'igiene della sua bocca: detergi e strofina delicatamente dopo ogni pasto, o almeno due volte al giorno, le sue gengive con una garzina umida.
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    Quando nasceranno i primi dentini passa a usare uno spazzolino piccolo e morbido inumidito con l'acqua. I primi dentini a spuntare saranno quelli davanti (gli incisivi), seguiranno poi quelli di lato (canini e molari), in tutto saranno venti: dieci sopra e dieci sotto. Verso i due anni di età la dentatura da latte dovrebbe essere completa.
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    Non bagnare il ciuccio o la tettarella del biberon con la tua saliva, in questo modo potresti trasmettergli batteri dannosi.
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    Evita di passare il ciuccio o la tettarella nel miele o in altre sostanze dolci che potrebbero causare carie gravissime e dolorose.
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    Verso i 18-24 mesi di vita dirada l'uso di ciuccio e biberon per passare all'uso di tazza e posate e a un'alimentazione solida.

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    Scegli con cura gli alimenti e pensa che tutto ciò che fa bene ai denti fa bene a tutto il corpo.

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    Evita di somministrargli alimenti e bevande zuccherate fuori dai pasti principali; non abituarlo a essere premiato o consolato con i dolci.

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    Prima e durante il sonno notturno dagli da bere solo acqua: la regola è si va a letto con i dentini puliti.

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    Scoraggia cattive abitudini come succhiarsi il dito o mangiarsi le unghie che possono procurare gravi danni alla dentatura e alla bocca.

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    Rendi l'ambiente dove vive sicuro da possibili traumi accidentali che potrebbero interessare denti e mascelle.

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    Lascia che sia presente quando ti lavi i denti: ti imiterà, ma solo per gioco; ecco perché dovrai essere tu a guidarlo insegnandogli i primi gesti. Spazzola i suoi dentini con una dose di dentifricio per bambini, pari alla dimensione di una lenticchia. Pulisci tutte le superfici: quelle dove mastica, quella verso l'interno, quella verso l'esterno sia sopra che sotto e non dimenticarti di pulire anche il dorso della lingua.

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    L'uso del fluoro aiuta a rinforzare la sua dentatura e a ridurre il rischio di carie: chiedi al dentista e al pediatra le dosi corrette di somministrazione.

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    Se sono presenti carie, queste devono essere curate perché, oltre a provocare molto dolore, possono rovinare i denti che nasceranno dopo.





    Dentino che viene, dentino che va...

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    Verosimilmente il protagonista della vicenda, ovverossia il proprietario delle povere gengive la pensa diversamente. È evidente che la vediamo sotto due angolature differenti. L'importante è che non ci si faccia prendere dall'ansia e ci si precipiti a chiedere ogni tipo di rimedio per alleviare le pene della creatura, la quale, essendo dotata di strumenti superiori a quelli stimati da noi genitori, cerca di mitigare il fastidio mordicchiando tutto ciò che gli capita a tiro.
    Tutto qua? Solitamente sì, nel senso che nella maggior parte dei casi tutto quello che dobbiamo fare è impedire che oggetti pericolosi finiscano nella bocca dei nostri bambini. Ci sono, tuttavia, casi in cui non tutto fila liscio. Per esempio può capitare che il nostro bimbo inizi a manifestare sbalzi d'umore inaspettati, fin'anche a immotivate crisi di pianto. Anche in questo caso niente paura: probabilmente è solo il dentino che fatica a spuntare e pertanto ecco che possono emergere irrequietezza, irritabilità, risvegli notturni, improvvisi accessi di pianto, febbriciattola e inappetenza. Se siamo attorno al quarto mese (ma anche più avanti) e le gengive sono più gonfie e arrossate del solito è probabile che i dentini fatichino a spuntare. Che fare in questo caso? Nulla di che: applicare un po' di miele rosato dalle proprietà lenitive, cercate di distrarlo giocando con lui ma soprattutto non perdere l'occasione per fargli un po' di coccole, che non guastano mai. Utili da ultimo anche i massaggiagengive debitamente freddi e gli apposti gel per la dentizione, contenenti blandi anestetici locali.
    Tutto bene quindi? Senz'altro sì, se non fosse che per un dente che viene, c'è un dente che andrà. Il che porta un dubbio: chi mette sotto il cuscino il soldino al posto del dentino? Il topino o la fata?

     
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    CURA
    Si è spezzato un dentino


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    Una brutta caduta, un colpo alla bocca... e tac! Un dentino si rompe. Nella bella stagione, tra corse e giochi, è un'eventualità che può verificarsi più facilmente. Cosa fare in questi casi? Meglio preservare il frammento del dentino rotto? E come dare sollievo al bimbo in attesa dell'intervento del dentista?

    Subito un controlllo

    "Il bimbo deve essere portato al più presto dal dentista pediatrico per un controllo della situazione", dice Laura Strohmenger, direttore del Dipartimento di odontostomatologia dell'Ospedale San Paolo di Milano. "In attesa della visita, è consigliabile toccare il meno possibile la zona. Eventualmente si può applicare del ghiaccio alla bocca, per attenuare il dolore. Se c'è stato il distacco di una porzione della corona, è utile recuperare il frammento e conservarlo immerso nel latte o in soluzione fisiologica. In alcuni casi, il dentista è in grado di incollarlo sul dente da cui si è staccato". Nei giorni successivi al trauma, è consigliabile dare al bambino alimenti morbidi, per ridurre l'eventuale fastidio nella masticazione e somministrargli paracetamolo se dovesse accusare ancora dolore.

    Non compromette lo sviluppo dei denti definitivi

    Talvolta il dente spezzato si scurisce progressivamente nelle settimane successive all'incidente. Il fenomeno è dovuto alla perdita di vitalità del monconcino, un inconveniente che si verifica quando il trauma provoca la rottura del nervo e dei vari sanguigni del dente e non comporta alcuna conseguenza. Il dente annerito non deve essere rimosso, a meno che il dentista non lo giudichi necessario: la sua presenza è importante per favorire uno sviluppo corretto delle arcate dentarie e fare posto ai denti definitivi che verranno.

    Di solito, un trauma ai denti da latte non pregiudica la successiva crescita di quelli definitivi, a meno che non abbia provocato l'intrusione di uno o più denti decidui nella gengiva e questi abbiano danneggiato le gemme di quelli permanenti. In caso di intrusione, in genere i dentini colpiti tornano alla loro posizione originaria spontaneamente nell'arco di alcuni mesi. Eventuali danni alle gemme sottostanti sono visibili solo con l'eruzione dei denti permanenti.



    Articolo di Maria Cristina Valsecchi Luglio 2012

     
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    Carie, un disturbo frequente anche nei bimbi


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    Non è certo una prerogativa degli adulti: la carie colpisce spesso anche i dentini da latte dei piccoli. E il fatto che i denti decidui, per loro natura, siano destinati a cadere non significa che la loro salute vada trascurata. Ecco i consigli per prevenire e curare la carie nei bimbi.

    Controlli regolari del dentista

    "È un disturbo che oggi interessa il 20% dei bambini", spiega Laura Strohmenger, direttore del Dipartimento di odontostomatologia dell'Ospedale San Paolo di Milano. "E non va sottovalutato perché le carie non trattate possono dare origine a complicanze, come ascessi dentari e infezioni sistemiche". È importante allora controllare regolarmente lo stato dei dentini, osservandoli quotidianamente durante le operazioni di pulizia e accompagnando il bimbo dal dentista periodicamente, ogni sei mesi o un anno. "Eventuali carie vanno curate con prontezza, appena ci si accorge della loro comparsa, anche se non è facile perché il piccolo, pur se collaborante, non riesce a stare fermo a bocca spalancata per lunghi periodi di tempo. Le carie dei bimbi si curano con le stesse modalità di quelle dei grandi, con interventi diversi a seconda della posizione e della gravità".

    Una corretta prevenzione

    "Per difendersi dalle carie, bastano poche e adeguate pratiche comportamentali", spiega l'esperta. È fondamentale pulire bene i dentini al termine di ogni pasto e alla sera, prima della nanna. Occorre, inoltre, evitare il consumo di bevande e cibi addizionati di zucchero fuori dai pasti. No anche a misure per calmare il bimbo come il ciuccio intinto nello zucchero o nel miele oppure bevande zuccherate nel biberon.

    "Molto importante nella prevenzione delle carie dei bambini è il ruolo della fluoroprofilassi", aggiunge Strohmenger. Oltre all'utilizzo quotidiano di dentifricio fluorato per bambini, consigliato a tutti i piccoli tra i 3 e i 6 anni, a quelli che vivono in aree con acqua a basso contenuto di fluoro (inferiore a 0,6 ppm) è raccomandata la somministrazione di una dose da 0,25 mg al giorno di fluoro in gocce dalla nascita ai tre anni e da 0,50 mg dai tre ai sei anni. I bambini di età superiore ai sei anni non hanno bisogno di assumere integratori di fluoro, ma si raccomanda l'utilizzo di un dentifricio fluorato per adulti.



    Articolo di Maria Cristina Valsecchi Agosto 2012

     
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    Digrigna i denti durante il sonno


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    Il bruxismo, cioè l'abitudine di serrare e digrignare i denti nelle ore notturne, può riguardare anche i più piccoli. Ma qual è l'origine di questo fenomeno? E come intervenire?

    Problemi ai dentini o tensione emotiva?

    "Non si conosce esattamente la causa che scatena il bruxismo", spiega Laura Strohmenger, specialista in Odontoiatria presso la Clinica Universitaria dell'Ospedale San Paolo di Milano. "L'ipotesi più probabile è che si inneschi quando il normale rapporto di chiusura e di contatto tra le due arcate dentarie viene in qualche modo alterato. È molto frequente, per esempio, nei bambini più grandicelli, che stanno sostituendo i dentini da latte con quelli permanenti: ogni volta, la caduta del dente da latte e, poi, l'erompere del nuovo dente porta a piccole disarmonie nell'assetto della bocca". Vanno prese in considerazione anche eventuali cause psicologiche. "La tensione emotiva spesso si trasforma in tensione muscolare", conferma la specialista. "A livello della bocca questo si riflette, ancora una volta, in un'alterazione, in un disequilibrio tra le due arcate dentarie. E, a questo punto, scatta il bruxismo: un meccanismo con cui l'organismo cerca di ripristinare l'armonia anatomica della bocca, 'modellando' la nuova superficie dentale che si è venuta a creare".

    Nei bimbi, in genere si risolve da solo

    Un meccanismo di adattamento, quindi, per il quale non è necessaria alcuna terapia. "A questa età, i problemi di malocclusione che lo determinano di solito sono temporanei, e non tali da arrecare danno ai dentini", rassicura Laura Strohmenger. Mamma e papà possono fare qualcosa? "Il consiglio è semplicemente di continuare a osservare il fenomeno, valutando le cause che possono averlo determinato", afferma l'esperta. "Può darsi che il bambino stia attraversando un periodo difficile, magari legato a un cambiamento che deve affrontare, come la nascita di un fratellino, l'inserimento alla scuola materna o un trasloco. Aiutarlo a superare il momento di crisi farà sì che anche il bruxismo, a poco a poco, scompaia o si riduca notevolmente. Solo se la situazione non cambia, o peggiora, può essere opportuno chiedere il parere di un odontoiatra infantile.

    Attenzione al ciuccio

    A volte, a monte del problema c'è proprio il succhiotto, soprattutto se il bambino ha l'abitudine di tenerlo da un solo lato della bocca. "Come suggeriscono le Linee guida del ministero della Salute, a due anni bisognerebbe cominciare a toglierlo", afferma Laura Strohmenger. "A 3 anni, poi, il bimbo deve definitivamente farne a meno".



    Articolo di Francesca Mascheroni Settembre 2012

     
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    Il bambino morde: cosa fare?

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    COSA FARE E COSA NON FARE - SE MORDE

    A sei mesi, il bambino può iniziare a mordere, a "testare" i suoi primi denti.
    A un anno, reagisce alle sue piccole frustrazioni e, a due anni, si impone sui suoi amici. Cosa fare se il bambino morde?


    Durante i primi due anni, il fatto che il neonato o un bambino morda non è da attribuirsi a ragioni psicologiche quanto a una normale fase di sviluppo fisiologico.



    I primi morsi si danno per alleviare il disagio causato dalla dentizione. Tuttavia, il bambino può prendere la cattiva abitudine di mordere.
    Come possiamo risolvere il problema quando è così piccolo? E cosa possiamo fare se questa abitudine persiste quando cresce?
    I genitori non devono lasciare che i bambini continuino a mordere, ma devono agire con fermezza in modo che il bambino capisca, senza traumatizzarlo,
    che è una cosa da non fare. Sebbene sia importante correggere questo atteggiamento, è importante farla finita con certi pregiudizi.

    I morsi del bambino non sono frutto di una cattiva educazione, né un sintomo di un comportamento aggressivo.


    Il bambino morde: dopo l'anno
    COSA FARE - SE MORDE


    Non meravigliatevi se il bambino continua a mordere, anche dopo il primo anno.
    A questa età sta apprendendo molte cose e la sua esperienza si esprime non solo con le buone maniere, ma anche con atteggiamenti aggressivi, come mordere o pizzicare.

    L'atteggiamento del bambino deve essere considerato nel contesto. Il bambino sta imparando a interagire con il mondo e comincia a capire che ha un ruolo in esso.
    Gli atteggiamenti aggressivi, come mordere, fanno parte del suo apprendimento. I genitori non devono prendere questi atteggiamenti alla leggera e dovrebbero
    correggere il bambino facendogli imparare dove arrivano i limiti, ma allo stesso tempo devono dare più importanza a questa fase di quanto normalmente non venga spontaneo dare.
    A questa età, non vi è alcuna intenzione di far del male: prima di tutto il bambino non si rende conto di quello che sta facendo e non è ancora in grado di dosare l'energia delle sue reazioni.
    D'altra parte, non può essere lasciato libero di agire con il rischio di far male gli altri bambini. Come correggerlo?


    La cosa migliore è distrarlo dal mordere, offrendo un'altra alternativa su cui concentrarsi e iniziare a spiegare lui che tale comportamento è sbagliato.
    In ogni caso, non dimenticate che a questa età la capacità di comprensione del bambino è limitata. Finchè il bambino è piccolo, è importante però non ridere o elogiare i suoi comportamenti che si intende correggere e che il rimprovero sia forte e determinato.

    Il bambino morde: come farlo smettere

    A partire dai due anni, il bambino morde per manifestare il suo dissenso, malessere o nervosismo. Come si può correggere questo comportamento?

    Dopo i due anni, la mamma e il papà devono essere più determinati ed è importante che spieghino al bambino perché i morsi rientrano nelle cose da non fare, cercando di capire essi stessi quali sono i motivi che spingono il bambino a farlo.
    Soprattutto ora che il bambino comincia a chiedere spiegazioni essere chiari può essere la strada giusta.
    Spesso, gli atteggiamenti apparentemente aggressivi nascono dalla paura di affrontare una nuova situazione e già lo stare più vicini al bambino,
    più attenti alle sue esigenze, può far ottenere buoni risultati in poco tempo. Talvolta, tuttavia, i morsi esprimono stress, ansia o "necessità di sfogarsi".
    In questo caso, è sufficiente lasciare che il bambino sia accompagnato in piscina o al parco;lo svolgimento di attività nel pomeriggio lo stancherà e svagherà, facendo scomparire questo vizio fastidioso.

     
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    La dentizione

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    Ad alcuni bambini il primo dentino compare già a quattro mesi. Altri, invece, ad un anno, ancora non ne hanno. Una dentizione più o meno precoce è una caratteristica individuale, che varia da bambino a bambino, e spesso ha una componente ereditaria.






    -Cosa è vero e cosa è falso


    Contrariamente a quanto molti genitori pensano, la comparsa ritardata dei denti non è dovuta a una mancanza di calcio. Infatti, un bambino riceve la quantità consigliata di questo minerale dall’assunzione di latte e latticini, alimenti in genere molto abbondanti nella dieta dei primi anni di vita. Per questo motivo, se la dieta del bambino è corretta, non occorre somministrare integratori di calcio per stimolare l'eruzione dei denti.

    "Solo nel caso in cui a quattordici o quindici mesi non sia ancora presente alcun sintomo di una futura eruzione sarebbe utile fare qualche ricerca per scoprire se qualcosa non funziona", spiega il pediatra.

    La dentizione è accompagnata in genere dalla presenza di lievi sintomi nel bambino, come febbre e brividi di freddo e talvolta anche da diarrea ed eruzioni cutanee come dimostrato in un recente studio condotto presso l'Università La Sapienza di Roma, che ha fornito dati incontestabili sul rapporto tra questo stadio di sviluppo del bambino e una serie di piccoli disturbi.

    Quando spuntano i primi denti al bambino?

    Nella maggior parte dei bambini, l'ordine di apparizione dei denti dipende dalla dieta. I primi a spuntare sono gli incisivi, ideali per masticare cibi morbidi verdure e, più tardi, i molari e i canini, adatti a masticare cibi più consistenti come la carne.

    Ecco l'ordine di apparizione:

    • 6-8 mesi: gli incisivi inferiori centrali

    • 7-10 mesi: gli incisivi centrali superiori

    • 8-10 mesi: incisivi laterali superiori

    • 10-14 mesi: gli incisivi inferiori laterali

    • 14-20 mesi: molari più interni superiore ed inferiore

    • 16-24 mesi: canini, superiore e inferiore

    • 24-30 mesi: molari esterni, alto e basso.


    Quando il dente da latte si rompe, a causa di un violento colpo alla bocca o di una caduta, non solo può creare un problema estetico, ma anche una difficoltà di masticazione e di movimento della mandibola.

    Cosa fare se si rompe un dente da latte?

    Quando il dente da latte si rompe occorre intervenire rapidamente, inserendo il frammento (o il dente intero) in un bicchiere di latte e correre dal dentista:

    • Se si tratta di un singolo frammento, può essere re-incollato.

    • Se il dente si è frammentato in varie parti, deve essere ricostruito con un materiale speciale.

    • Se il dente è caduto, può essere tentato un reimpianto, riposizionandolo nella cavità originaria.



    I denti da latte consentono al bambino di masticare cibo fino a 11/12 anni, un'età in cui essi sono sostituiti completamente dalla dentatura permanente. E’ molto importante che i denti da latte rimangano nella loro posizione per il tutto il tempo necessario, per permettere ai denti permanenti di crescere nella posizione corretta.


    VERO e FALSO sui dentini del bebè!

    I denti vengono additati come la causa di una serie di fastidi. Accuse spesso infondate, come spiegano gli esperti.

    E’irritabile e piange spesso perché sta mettendo i dentini”, “Stanotte si svegliava di continuo per il male alle gengive”. “Ha la febbre: sarà colpa dei dentini…”. Accade di frequente che mamma e papà attribuiscano i malesseri del piccolo all’eruzione dei dentini.
    Ma sarà vero che il loro arrivo provoca tanti fastidi? E come si devono comportare i genitori?
    Un’esperta chiarisce tutti i dubbi e sfata le false credenze.

    I tempi della dentizione non sono uguali per tutti.
    VERO
    Solitamente la comparsa dei denti decidui (i cosiddetti “da latte”) si verifica in una certa sequenza, ma ogni bambino può avere i suoi tempi.
    In genere, i primi spuntano verso i 6 mesi, ma la componente genetica conta molto: se i genitori (o i nonni) hanno messo i dentini in ritardo, probabilmente anche ai loro piccoli non succederà prima degli 8-10 mesi.
    Solo se al primo compleanno non è ancora spuntato alcun dente, vale la pena di consultare il dentista.

    Ci si accorge che sta per spuntare un dentino perché la salivazione aumenta.
    VERO E FALSO
    Quando un dente sta per uscire, i bambini possono manifestare una produzione più abbondante di saliva, ma non sempre. Piuttosto la mamma, se ha la buona abitudine di pulire la bocca del piccolo con una garzina dopo i pasti, se ne accorge perché sente una protuberanza nel punto in cui sta per erompere il dente.
    Inoltre, la gengiva appare ingrossata, gonfia e, a volte, anche arrossata. In seguito, noterà che i tessuti gengivali si aprono per far posto al dente, che spunterà dopo qualche giorno. Un altro segnale inconfondibile: quando usa per la pappa un cucchiaino d’acciaio, sente il tintinnio del contatto con la punta del dentino che sta uscendo.


    L’eruzione dei denti può causare dolore.
    FALSO

    È una falsa credenza, da sfatare definitivamente. Non esiste alcuna dimostrazione scientifica che l’eruzione dei dentini provochi un vero dolore al bambino, anche perché nessun piccolo, a quell’età, può dire: “Ho mal di denti!”. È vero che si tratta di una situazione in cui viene alterato il normale stato di benessere del bambino, che affronta un evento nuovo, che potrebbe provocargli un po’ di tensione o irrequietezza, ma proviamo a ricordarci se noi grandi ci siamo mai accorti dello spuntare dei denti permanenti (a parte quelli del giudizio).

    Il bimbo può avere febbre o diarrea.
    FALSO
    Non vi è alcuna correlazione dimostrata e nemmeno presupposti medici che possano giustificare questi disturbi, anche perché nel periodo in cui spuntano i dentini il bambino continua tranquillamente a mangiare gli stessi alimenti di prima. È vero piuttosto che l’epoca della dentizione coincide con il periodo in cui i piccoli contraggono più facilmente infezioni, perché il loro sistema immunitario non è ancora del tutto maturo e, magari, hanno anche cominciato a frequentare l’asilo nido e, quindi, sono venuti a contatto con altri bambini.


    I denti si devono mantenere puliti sin dalla loro comparsa.
    VERO
    Appena esce la prima puntina, bisogna cominciare le operazioni di igiene orale, aiutandosi con una garzina di cotone imbevuta d’acqua. I batteri, infatti, possono attaccare fin da subito i denti e lo sfregamento con la garzina riesce ad allontanarli, evitando il rischio che si accumulino insieme ai residui di cibo.
    L’ideale sarebbe ripetere questa operazione dopo ogni pasto, anche se è nutrito ancora esclusivamente con il latte. Così, sin dalla primissima infanzia, imparerà che pulire sempre i denti a fine pasto è un’abitudine molto importante.


    Il bimbo deve iniziare ad assumere fluoro già al primo dentino.
    FALSO
    La somministrazione deve cominciare fin dai primi giorni di vita o, ancor meglio, quando il piccolo è ancora nel pancione, con l’assunzione da parte della mamma di integratori a base di questo minerale, molto utile perché inibisce l’attività batterica della placca dentale e riduce la demineralizzazione dello smalto.


    I massaggi alle gengive sono utili ad alleviare il fastidio.
    VERO
    I massaggia gengive sono giocattoli in gomma ruvida, solitamente a forma di anello, che contengono un liquido refrigerante (e, quindi, vanno tenuti in frigorifero) e vengono offerti al bambino perché li possa mordicchiare. Sfregando la gengiva, il piccolo può trovare sollievo a quello stato di tensione che caratterizza l’eruzione di un dentino e il freddo ha un leggero effetto anestetizzante, che allevia il fastidio.


    I denti da latte non si cariano.
    FALSO
    Anche i dentini da latte possono cariarsi, quindi è sbagliata la consuetudine di intingere il ciuccio nel miele o nello zucchero, non solo perché tali alimenti favoriscono la formazione di carie, ma anche perché abituano il bebè al gusto dolce. È scorretto anche ‘pulire’ ciucci, cucchiai o giochi nella bocca della mamma, per poi metterli di nuovo in quella del piccolo.


    Lo spazzolino può essere utilizzato solo dopo l’anno di età.
    VERO
    Per cominciare ad adoperarlo, è bene aspettare che la bocca abbia raggiunto dimensioni sufficienti, quindi all’incirca verso l’anno di vita, anche se la mamma può tranquillamente continuare a usare la garzina dopo ogni pasto, fino a quando riesce a ottenere un buon risultato (e, in ogni caso, finché i dentini sono pochi).

     
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    Il calendario dei dentini da latte

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    La dentizione decidua (cioè dei denti da latte) inizia con l'eruzione degli incisivi centrali, neri primi tre-sei mesi di vita del neonato e si completa tra i 24 e 30 mesi con l'eruzione dei secondi molari.
    L'epoca media in cui spunta il primo dente (di solito un incisivo inferiore) è attorno al sesto mese del bebè. Si continua con gli altri incisivi centrali, un paio di mesi dopo arrivano gli incisivi laterali e poi si passa con intervalli di quattro-cinque mesi ai primi molari, ai canini e per ultimi verso i due anni arrivano i secondi premolari.

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    (Fonte del disegno: Puericultura - Il bambino da 0 a 6 anni - Garzanti)



     
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    Speciale dentizione nei bambini: un breve manuale per affrontare ogni fase al meglio

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    Sintomi, febbre, fasi, stitichezza, diarrea: questi e molti altri questi sulla dentizione dei neonati e dei bambini dai 3 anni in su, in questo speciale pediatrico dedicato.

    La dentizione costituisce uno dei momenti più importanti della vita del lattante. Essa, come tutte le cose che "contano" nella vita del bambino, è circondata da una serie di luoghi comuni, errate convinzioni e paure. Esistono due aspetti fondamentali riguardanti i denti dei bambini:
    la dentizione decidua dei "cosiddetti" denti da latte (denti che si cambiano) che interessa il lattante
    la dentizione permanente che compare intorno al 6°- 7°anno di vita
    A che età deve comparire il primo dentino?
    La comparsa del primo dente avviene mediamente intorno al 6° mese di vita, tuttavia, in alcuni bambini l'eruzione del primo dente avviene oltre il 6° mese (addirittura al 8° - 9 – 10° mese) in altri, sia pure molto più raramente, avviene molto prima (4° - 5° mese) senza costituire una anomalia. La dentizione infatti è regolata da fattori ereditari, per cui, ad un ritardo o un anticipo di inizio della dentizione, sicuramente è collegato un comportamento analogo in uno dei genitori.
    La dentizione avviene secondo uno schema rigoroso e sempre uguale in tutti i bambini?
    No. Qualche volta l'eruzione dei denti non rispetta la successione prevista dagli schemi comuni che si trovano nei vari manuali.
    In altre parole può comparire prima l'incisivo superiore o l'incisivo inferiore o addirittura i molari prima degli incisivi inferiori. Questi eventi rientrano nella normalità e sono anch'essi legati alla ereditarietà.
    Entro quale anno si completa la dentizione decidua?
    Entro il 30° mese di vita. Anche in questo caso però il limite non è perentorio.
    Quali sono i fenomeni e i disturbi legati alla dentizione?
    Aumento della salivazione
    Verso il 3° mese il bambino si mette a "fare le bave". Questo fenomeno è dovuto alla maturazione dell'attività delle ghiandole che producono la saliva (ghiandole salivari). Molti interpretano questo fenomeno come l'inizio della dentizione, ritenendo che ci sia un interessamento irritativo delle gengive che stimola come conseguenza una maggiore salivazione.
    In realtà la maggiore salivazione è causata dal fatto che il bambino non ha ancora imparato bene a inghiottire la sua saliva. Sicuramente però lo sviluppo e la maturazione delle ghiandole salivari nei bambini precede di poco l'epoca della dentizione e pertanto, pur non essendoci una connessione diretta, si può giustamente pensare a una correlazione cronologica fra i due eventi.
    La "duplicazione" delle gengive
    Le mamme hanno spesso la sensazione che il bordo gengivale del bambino, verso il 4° – 5°mese di vita, si raddoppi per poter lasciare spazio all'eruzione dei denti. Questa sensazione definita dalla voce popolare "duplicazione delle gengive" non corrisponde a una reale condizione dello sviluppo dentario del bambino, ma viene tuttavia salutata dalla mamma con soddisfazione. Sbagliano quei pediatri che ironizzano su questi aspetti che, anche se non corrispondono a realtà scientificamente provate, fanno parte di un rituale e, se vogliamo, di una cultura popolare gratificante per la mamma.
    Esistono i disturbi della dentizione come febbre, diarrea, irrequietezza?
    In genere la comparsa dei denti nei bambini avviene senza particolari problemi. La mamma si accorge del dentino perché le capita di avvertire un bel giorno uno strano rumore mentre con il cucchiaino alimenta il suo bambino oppure, mettendo un dito in bocca, sente un rilievo duro e tagliente. Il più delle volte, quindi, il primo dente arriva in silenzio e di sorpresa.
    Qualche altra volta invece, l'eruzione dei denti, il primo o i successivi, può accompagnarsi a un breve periodo, due o tre giorni, di maggiore irrequietezza, a un calo dell'appetito, a un lievissimo e fugace episodio diarroico, a un piccolo e breve rialzo termico.
    Su questi argomenti esistono divergenze di interpretazione. I cosiddetti pediatri intransigenti non ammettono assolutamente nessun legame fra la dentizione e i disturbi sopra elencati; salvo poi tradire qualche imbarazzo nel proprio ambito familiare nel caso in cui i loro figli presentino questi fenomeni. Per fortuna le mamme "scavalcano" la professionalità di questi pediatri con il loro buon senso.
    L'eruzione di un dente può in effetti talvolta dare un disturbo locale: gengiva irritata e dolente. Tale disturbo provoca irritazione nel bambino e nello stesso tempo può presentare un momento di debolezza e maggiore vulnerabilità dell'organismo con possibilità di insorgenza di piccoli processi infiammatori alla gola o modesti disturbi intestinali. In quest'ottica diventa credibile ritenere la dentizione causa di alcuni di questi piccoli inconvenienti. E' sbagliato invece attribuire alla dentizione fenomeni ben più rilevanti come
    febbri di più giorni
    tonsilliti
    bronchiti
    episodi diarroici protratti
    E' molto strano, addirittura quasi divertente, rilevare quale enorme potere tranquillizzante ha sulle mamme l'attribuire alla dentizione l’origine di certi disturbi dei bambini. In altre parole, se si fa risalire qualsivoglia disturbo di un bambino alla dentizione, la madre, nella maggior parte dei casi, si sente tranquilla. Se questo fatto può essere utile al pediatra nel caso di piccoli problemi (brevi episodi diarroici, modesti episodi febbrili, saltuari momenti di irritazione e di inappetenza) può divenire pericoloso in situazioni gravi, in quanto può ritardare l’esatta diagnosi e l’attuazione di corretti provvedimenti terapeutici.
    Si possono usare medicamenti lenitivi per il presunto dolore gengivale da dentizione?
    L'uso di tali prodotti non è particolarmente consigliabile, in primo luogo perché esistono dubbi sulla loro reale efficacia, secondariamente perché, posto che funzionino, dovrebbero venire applicati ininterrottamente per impedire la loro diluizione ed eliminazione ad opera della saliva. Altro motivo per non usarli è dato dal fatto che essi contengono un certo quantitativo di zuccheri che hanno un'azione favorente lo sviluppo della carie.
    Come mantenere l’igiene dentale nel lattante?
    Molte mamme hanno un atteggiamento eccessivamente esasperato nei riguardi della pulizia dei denti dei lattanti. Ed è un bene. Ma vi prego di non esagerare. Vedo bambini a cui non viene fatto il bagnetto giornaliero (e quindi non sono pulitissimi) con mamme particolarmente orgogliose perché gli strofinano i denti. Nel lattante può essere usata una garza sterile avvolta intorno al dito e strofinata sui denti o uno spazzolino morbido bagnato senza dentifricio
    Bisogna somministrare il fluoro al bambino?
    Il fluoro è un minerale che rende più resistente lo smalto dei denti. Quindi la sua somministrazione è utile ai bambini è indiscutibile. In alcune nazioni si è ricorso a metodi capillari di fluorizzazione, nell’acqua potabile, nel sale da cucina. In Italia non sono applicati metodi così generalizzati e capillari, per cui è necessario provvedere alla somministrazione di fluoro ai bambini con iniziative personali.
    La somministrazione, in linea di massima, non dovrebbe mai essere sospesa. Tuttavia se, per motivi contingenti, si interrompe per qualche giorno o qualche settimana l'uso del fluoro, ciò non pregiudica il buon esito della prevenzione. Questo fatto però non deve indurre la mamma a una eccessiva disattenzione.
    Da che età cominciare?
    Si comincia nel primo anno di vita. La somministrazione per via orale deve essere giornaliera. La dose deve essere aumentata gradualmente e deve essere in genere continuata fino ai 12/13 anni. Tuttavia ogni bambino deve essere valutato singolarmente; per questo motivo in alcuni casi il fluoro può essere interrotto anche prima. La decisione deve comunque spettare al pediatra.

     
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    Come insegnare al bambino a lavarsi i denti

    bambino-spazzolino-denti.600

    di Grazia Garlando

    Quando è ora di lavarsi i denti tuo figlio fa un sacco di storie? Leggi come convincerlo a far diventare questo appuntamento un'abitudine divertente.


    "Un buon metodo per insegnare ai bambini a lavarsi i denti è quello di trasformare il momento della pulizia orale da dovere a gioco - suggerisce la dentista Federica Addamiano -.
    Provate per esempio a lavarveli insieme, suscitando lo spirito di emulazione del bambino verso l'adulto, fate a gara a chi fa meno boccacce, guardatevi e confrontate i denti allo specchio, fategli scegliere lo spazzolino che preferisce, in commercio ce ne sono tanti che sembrano giocattoli.
    Contemporaneamente insegnategli a spazzolare correttamente i denti: spiegategli molto semplicemente di andare con le setole dal rosso (gengive) al bianco (dente), cioè nell'arcata superiore dall'alto al basso, in quella inferiore dal basso all'alto. Se impara bene il movimento gli rimarrà come buona abitudine anche quando cresce.
    Per una bocca sana infatti è importante l'uso corretto dello spazzolino, che deve essere medio (setole né dure né morbide) e con la testina piccola. Per la scelta del dentifricio meglio orientarsi verso gli specifici per bambini, formulati appositamente con poco fluoro, così anche se lo inghiotte non c'è rischio".
    E quando inizierà a lavarsi i denti da solo, gratificatelo dicendogli che sta diventando grande. Si sentirà fiero e incentivato a fare meglio.
    Leggi anche gli articoli: Sigillatura dei denti e Dentini cariati dei bambini, che cosa fare
    20 Agosto 2014 |

    fonte:http://www.nostrofiglio.it

     
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    DISTURBI DA DENTIZIONE, I RIMEDI OMEOPATICI


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    Sta spuntando il primo dentino: un gran fastidio, per il nostro bimbo. “I disturbi collegati alla dentizione sono davvero numerosi e molto diffusi fra i bambini dai 4 ai 30 mesi”, afferma Tommaso Lovecchio, pediatra omeopatico a Bari. “È un momento di vera e propria crisi: aumenta la loro salivazione, le gengive si arrossano, smaniano di mordere qualunque cosa capiti loro a tiro. Non solo: molto spesso diventano inappetenti e irritabili, hanno il sonno disturbato, soffrono di scariche isolate di diarrea e per una sovrapproduzione di muchi respiratori”. Come intervenire?

    “Per agire complessivamente su tutti i sintomi della dentizione”, prosegue il pediatra, “consiglio di dargli una monodose di Camilia, versandone l’intero contenuto direttamente in bocca, 2-3 volte al giorno. Questo medicinale contiene tre diverse sostanze attive – Chamomilla vulgaris, Belladonna e Ferrum phosphoricum – che da sempre sono utilizzate dalla farmacologia omeopatica per alleviare i problemi di questo genere”.

    E se invece nella sua bocca è “fiorito” il mughetto? “Capita soprattutto nei primi sei mesi di vita. Del resto, i bimbi esplorano il mondo portandosi gli oggetti all’interno del cavo orale”, afferma Lovecchio. “Borax 6 CH è il medicinale omeopatico specifico: se ne lasciano sciogliere in poca acqua 5 granuli e se ne somministra una piccola quantità al bambino per tre volte al giorno, almeno dieci minuti prima o dopo la poppata”. Sempre Borax, ma alla diluizione di 5 CH, “è indicato in caso di afte rosse e dolenti”, precisa il pediatra, “mentre Mercurius solubilis 9 CH è suggerito se il disturbo determina un’intensa salivazione e lingua bianca. La posologia, in entrambi i casi, è di 5 granuli per quattro volte al giorno”.

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    La dentizione permanente nei bambini sintomi, cura e crescita

    denti-permanenti-300x185I denti permanenti sono 32 di cui 4 incisivi, 2 canini, 4 premolari e 6 molari (o 4 se mancano i denti del giudizio) per arcata e costituiscono la dentizione dell’adulto. Gli abbozzi si sviluppano già dai primi giorni di vita all’interno delle gengive.

    I denti permanenti sono molto importanti perchè servono per masticare, parlare e sicuramente migliorano anche l’aspetto estetico di una persona. Questi denti non vengono sostituiti, vanno perciò mantenuti sani e nella loro corretta posizione, perchè qualora succedesse la perdita precoce di un dente questo condiziona in modo negativo la posizione di tutti gli altri denti.

    Quando compaiono? Verso i 5-6 anni si ha la prima eruzione del primo molare permanente, poi dopo circa 1 anno i denti da latte iniziano ad essere progressivamente sostituiti da quelli permanenti. Molto importante è da ricordare che ogni bambino ha i suoi ritmi personali e questo dipende soprattutto da caratteristiche costituzionali.

    La caduta dei denti: l’arrivo dei nuovi denti permanenti è preceduto dalla comparsa del caratteristico dondolamento. Il dente con il tempo cade da solo. Talvolta il nuovo dente si vede già, a volte spunta da solo dopo qualche mese.

    Come proteggerli: fondamentale è che i denti non abbiano la carie (piccoli buchi scuri), quindi siano sani. Quindi bisogna cercare di non esagerare con caramelle, dolciumi… tutti i prodotti dolci in genere. Se un dente cariato non viene curato può provocare dolore oltre che si può distruggere. I denti vanno puliti con uno spazzolino di setole artificiali a punte arrotondate da cambiare ogni 3 mesi circa. Il movimento di spazzolamento deve interessare le superfici del dente con movimenti dalla gengiva al dente. Il dentifricio deve essere al fluoro e la pulizia deve essere fatta almeno alla sera dopo aver mangiato.

     
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    Denti cariati già a 2 anni: poca igiene e troppe bibite zuccherate

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    SALUTE > PRIMA INFANZIA
    Lunedì 23 Dicembre 2019
    Il 6% dei bambini ha denti cariati già a 2-3 anni e la percentuale aumenta andando avanti con l'età, arrivando al 15% tra i bimbi di 5 o 6 anni. Ma il problema non esclude i piccolissimi: tra i 0 e i 24 mesi, ad averle sono il 3% dei bimbi. Colpa anche di genitori, spesso da bocciare in salute orale: pochi sono coloro che portano il bimbo piccolo a fare un controllo dal dentista. E d'altronde, pochissimi sono i pediatri che consigliano di farlo. Questi i dati che emergono da un'indagine pubblicata fa sullo European Journal of Paediatric Dentistry.

    La ricerca è stata condotta dal Dipartimento di odontoiatria materno-infantile dell'Istituto Stomatologico Italiano, in collaborazione con il Laboratorio di epidemiologia degli stili di vita dell'Istituto Mario Negri e la società di ricerche di mercato Doxa. Ha riguardato 2.522 genitori di 3000 bimbi, campione rappresentativo della popolazione italiana tra 0 e 71 mesi. Circa la metà dei bimbi prendevano il biberon prima di addormentarsi, il 10% con l'aggiunta di sostanze zuccherine; 7 su 10 facevano uso del ciuccio, nel 18% dei casi con l'aggiunta di miele o zucchero.

    Tra quelli di 2 anni ed oltre, il 60% non era mai stato visitato dal dentista e a meno dell'1% il pediatra aveva consigliato di farlo. Tra i genitori, 8 su 10 non giudicavano la carie come malattia infettiva e spesso non sapevano che la salute della bocca influisce su quella generale e quasi uno su due ha cominciato a pulire i denti solo dopo l'anno di vita del figlio. Ne è emerso, inoltre, che le carie erano più frequenti nei bambini che avevano un maggior numero di spuntini tra i pasti e se i genitori erano fumatori o avevano, a loro volta, una scarsa igiene orale.

    «Le carie potrebbe essere prevenute - osserva Mario Aimetti, presidente della Società italiana di Parodontologia e Implantologia (Sidp) - seguendo semplici accortezze, come iniziare a lavare i denti mattina e sera anche ai bimbi nei primissimi anni di vita, ridurre le bevande zuccherate e spuntini fuori pasto. Servono quindi campagne di informazione sulle poco salutari abitudini che favoriscono il problema, così come servirebbe maggiore dialogo con i pediatri, in grado di poter sensibilizzare la famiglia sull'importanza della prevenzione».

    Quello che a molti genitori andrebbe chiarito, conclude, è che la carie non è un problema estetico, «ma una malattia distruttiva del dente, e che un dente da latte cariato può comportare infezioni con rischi anche per la salute generale del bambino mentre la sua estrazione anticipata può far 'perdere la strada' al dente definitivo con conseguenti malposizionamenti dentali..

    fonte:https://www.ilmessaggero.it/

     
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