Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

LA RONDINE Commedia lirica

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    LA RONDINE

    la_rondine_800_800
    Commedia lirica in tre atti
    Monte Carlo, 27 marzo 1917 – Théâtre de l’Opéra
    Libretto di Giuseppe Adami
    Da uno scenario di Alfred Maria Willner
    e Heinrich Reichert


    Il genere musicale dell’operetta
    L’operetta è un genere di spettacolo teatrale che fonde la commedia con l’opera lirica e che ebbe
    Le-Bal-Bullier-Postervita in Europa tra la metà dell’Ottocento e la Prima Guerra Mondiale. L’origine di questo genere è
    controversa e di difficile localizzazione temporale. I generi precedenti più simili ad essa furono
    l’opera buffa italiana, l’opéra-comique francese e il singspiele tedesco. Nell’operetta si riuniscono
    dunque recitazione, musica, canto e ballo. Caratteristiche principali sono la leggerezza, la
    piacevolezza, l’effetto scenico e coreografico: l’unico scopo è dilettare il pubblico eludendo
    qualunque implicazione ideologica, didascalica, e di approfondimento psicologico. La forma
    musicale predominante è il valzer, a cui vengono affiancate le danze di sala più comuni dell’epoca,
    come mazurka, csarda, polka, fox-trot. I momenti centrali sono rappresentati dalle scene di ballo
    coreografico. Il canto si articola in assoli, duetti, terzetti e scene d’insieme comprendenti il coro.
    In Italia, il genere dell’operetta faticò non poco a inserirsi. La tradizione dell’opera seria aveva
    avuto una diffusione capillare anche negli strati medi e bassi della società anche se attraverso
    rappresentazioni popolari e talvolta parrocchiali. È naturale quindi che a un pubblico abituato al
    livello artistico dell’opera lirica romantica, la musica dell’operetta doveva apparire poco seria e di
    seconda qualità. L’operetta arrivò in Italia negli ultimi vent’anni dell’Ottocento, ma solo all’inizio
    del Novecento nuove compagnie d’operetta cominciarono a riscuotere fiducia a Milano e Napoli.
    L’instaurazione del Fascismo, i nuovi orientamenti della società, e in campo artistico l’ascesa della
    rivista e soprattutto del cinema, decretarono la fine dell’operetta già alla fine degli anni ’20.
    La Rondine: dall’operetta all’opera
    Dopo la Fanciulla del West (1910), la ricerca inquieta di un nuovo soggetto da musicare non
    portava a risultati concreti tanto che Puccini rinunciò a diversi progetti, come Due Zoccoletti, tratto
    da un romanzo d’appendice della scrittrice inglese Ouida, o Anima allegra, da una commedia dei
    fratelli Alvarez, La crociata degli innocenti, su libretto di D’Annunzio. Il 1912 fu un anno molto
    intenso per Puccini sia per gli impegni di lavoro che lo costringevano a frequenti viaggi in Italia e
    all’estero per le prime rappresentazioni della Fanciulla del West, sia per i dispiaceri personali:
    prima la malattia e la perdita della sorella Ramelde, poi la morte dell’affezionatissimo Giulio
    Ricordi; e infine la pubblicazione del saggio del critico Torrefranca che attaccava e denigrava
    Puccini e il melodramma in generale, ritenendo l’opera inferiore alla sinfonia e alla sonata.
    Nel 1913 due impresari di Vienna, Eibenschutz e Berté, lo convinsero a firmare un accordo per
    un’operetta, della quale Puccini avrebbe composto una decina di parti musicate inserite tra i
    dialoghi recitati. Il libretto fu affidato ad Arthur Willner (già collaboratore di Léhar) e a Reichert, e
    la versione in italiano a Giuseppe Adami. L’anno successivo, nel 1914, il libretto fu terminato ma
    non convinse Puccini che incaricò Adami di trasformarlo in libretto d’opera. Lo scoppio della Prima
    rondine_torre1Guerra Mondiale, in seguito all’assassinio di Francesco Ferdinando Imperatore d’Austria, e la
    successiva entrata in guerra dell’Italia, portò Puccini a volersi sbarazzare del contratto con gli
    austriaci. A questo scopo venne organizzato un incontro in Svizzera (stato neutrale) al termine del
    quale i viennesi conservarono il diritto della prima rappresentazione della Rondine dopo la fine
    della guerra. Da questo momento Puccini poté dedicarsi alla composizione dell’opera che terminò
    nella primavera del 1916. Dati i non buoni rapporti con Tito Ricordi, Puccini trovò l’accordo con
    Sonzogno, il quale riuscì a strappare agli austriaci il diritto di dare la prima rappresentazione fuori
    dal territorio austriaco. La decisione di mettere in scena l’opera nel principato di Monaco destò
    ugualmente polemiche con alcuni esponenti francesi che vedevano di malocchio un’opera
    commissionata da uno stato nemico. La Rondine andò in scena il 27 marzo 1917 con Gilda Dalla
    Rizza e Tito Schipa. A seguito della tiepida accoglienza che le repliche dell’opera ricevettero in
    Italia nel corso dell’anno successivo, Puccini si convinse ad apportare delle modifiche sostanziali,
    riuscendo a mandare in scena la nuova versione nell’ aprile del 1920 al Teatro Massimo di Palermo.
    La parte di Prunier fu spostata dal tenore al baritono; venne aggiunta una romanza a Ruggero; la
    parte di Lisette fu alzata in diversi punti; il concertato del brindisi del secondo atto fu trasformato in
    un quartetto dei personaggi principali; e fu eseguito un intervento radicale sulla trama del terzo atto.
    Ma anche questa nuova versione non convinse del tutto Puccini che già a ottobre, subito dopo la
    rappresentazione a Vienna, aveva deciso di mettervi mano per la terza volta. Conosciamo le
    modifiche eseguite solo tramite l’epistolario: il primo e il secondo atto avrebbero dovuto riprendere
    la prima versione, con Prunier al tenore, mentre il terzo atto subì di nuovo un rifacimento radicale
    della trama. Questa terza versione purtroppo non andò mai in scena vivente l’autore per la sfiducia
    che ormai gli impresari e i direttori dei teatri avevano verso il titolo. I bombardamenti durante la
    Seconda Guerra Mondiale distrussero gran parte degli archivi della Sonzogno, presso cui erano
    conservati l’originale e l’autografo, e oggi a noi rimane soltanto una riduzione per canto e
    pianoforte contenente alcune pagine di musica nuova. La versione comunemente rappresentata al
    giorno d’oggi è quella del 1917.
    La Rondine e le sue origini
    Il soggetto della Rondine, fu la realizzazione di un progetto originale di due impresari di Vienna,
    Eibenschutz e Berté, e pertanto non è tratto da opere letterarie precedenti. Tale progetto consisteva
    semplicemente nel mettere sul mercato viennese, e possibilmente europeo un’operetta dal carattere
    vivace di buon livello con le musiche di Puccini. Il primo soggetto inviato da Willner non aveva
    soddisfatto per niente Puccini che dichiarò di non avere assolutamente intenzione di musicare
    un’operetta con dialoghi parlati, ma di essere orientato più a un’opera comica, con una forma
    analoga a quella del Cavaliere della Rosa di Strauss. Così Willner inviò a Puccini nell’aprile del
    1914 il soggetto definitivo di Die Schwalbe (La Rondine) che fu messo in versi da Adami. Il
    risultato finale però non fu un prodotto in linea con la qualità standard pucciniana, specialmente dal
    punto di vista librettistico, ove la metrica è scadente quasi da filastrocca. L’impossibilità di
    recuperare il testo originario dell’operetta non ci permette di confrontare le due versioni e rilevarne
    le varianti.
    Trama dell’opera
    rondine_torre2Primo Atto. Elegante salotto in casa di Magda.
    Magda ospita nel suo salotto un gruppo di amici e amiche. La conversazione volge ironicamente
    sulla nuova epidemia che ha colpito Parigi: il ritorno dell’amore romantico, satiricamente
    sbeffeggiato dal poeta Prunier e strenuamente difeso dalle amiche di Magda. Per smorzare il
    sentimentalismo stucchevole delle donne, Rambaldo regala a Magda, sua amante, una collana di
    perle, dimostrando così che il romanticismo appartiene solo alla letteratura. Lisette, la cameriera,
    annuncia la visita di un ospite che cerca di Rambaldo. Intanto Magda ricorda con malinconia il suo
    primo amore, un giovanotto incontrato per caso al Bal Bullier. In contrapposizione al ricordo del
    passato, il poeta si improvvisa chiromante, e legge la mano alla stessa Magda: dopo aver disposto
    un paravento per ricreare la tenda di un’indovina, predice a Magda che come una rondine dovrà
    volare fino al mare, ma, vedendo qualcosa di strano sulla mano, si interrompe senza terminare la
    profezia. Nel frattempo Rambaldo si occupa del nuovo ospite, Ruggero: questi si presenta con una
    lettera del padre che raccomanda Rambaldo di seguire il figlio nel suo primo soggiorno parigino.



    Edited by Lussy60 - 11/10/2012, 15:21
     
    Top
    .
0 replies since 20/7/2012, 18:04   152 views
  Share  
.