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Sanremo Story
Da Al Bano e Romina ai Jalisse, tutti i vincitori degli Anni '80 e '90. Com'erano e come sono
»Salvatore Coccoluto
Tutti ricordano la vittoria di Anna Oxa e Fausto Leali nel 1989 o quella di Eros Ramazzotti nel 1986, pochi saprebbero intonare il brano di Tiziana Rivale che vinse nel 1983, o sanno che fine hanno fatto i Jalisse, trionfatori a sorpresa nel 1997 e oggi quasi scomparsi dalle scene. Ecco allora un amarcod delle edizioni degli Anni '80 '90 del Festival di Sanremo, per ricordare le canzoni prime classificate e scoprire come sono oggi i vincitori.
Toto Cutugno con "Solo noi", 1980
Toto Cutugno vinse l’edizione del 1980 con la canzone Solo noi. Quello fu un anno importantissimo per la carriera del cantante. Oltre a trionfare sul palco del Festival, infatti, vinse il Festival di Tokyo con la canzone Francesca non sa. Sempre nel 1980 confermò anche le sue doti di autore firmando il brano Olimpic Games, con il quale Miguel Bosè si aggiudicò il Festivalbar.
Toto Cutugno oggi
Oggi Toto Cutugno, 68 anni, continua a fare concerti in tutto il mondo. Nella sua carriera ha partecipato a quindici edizioni del Festival di Sanremo. L’ultima volta nel 2010, quando ha presentato il brano Aeroplani, scegliendo di interpretare il pezzo, nella serata dei duetti, con la bellissima Belen Rodriguez. Dopo il Festival uscì la raccolta dei suoi brani intitolata I miei 15 Sanremo.
Alice con "Per Elisa", 1981
La cantante Alice vinse l’edizione del 1981 con la canzone Per Elisa, scritta insieme a Franco Battiato e al Maestro Giusto Pio. Il brano riscosse un successo contro ogni pronostico, arrivando al vertice delle classifiche di vendita nel nostro Paese. Qualche mese dopo uscì l’album Alice e la cantante partì per il suo primo tour europeo che la rese famosa anche in Germania.
Alice oggi
Oggi Alice, 57 anni, continua a portare le proprie canzoni nei teatri di tutta Italia. Nel 2011 è uscita una raccolta dei suoi migliori pezzi, ma in questi giorni pare che stia lavorando a un nuovo album di inediti che dovrebbe vedere la partecipazione di Franco Battiato e Tiziano Ferro.
Edited by Lussy60 - 17/9/2012, 13:42. -
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FESTIVAL DI SANREMO, L’ALBO D’ORO: ASCOLTA (E GUARDA) LE 62 CANZONI VINCITRICI DAL 1951 AL 2012
Il 16 febbraio Fabio Fazio e Luciana Littizzetto proclameranno la canzone vincitrice di Sanremo 2013. Sarà la 63a della storia del Festival e andrà ad aggiungersi a un Albo d’oro in cui compaiono leggende della musica leggera italiana ma anche meteore delle quali si è persa traccia. Li trovate tutti in questa pagina-jukebox, nata per consentirvi di viaggiare nella storia di Sanremo. Che aspettate? Per ascoltare (e guardare) le canzoni è sufficiente cliccare sui titoli. Buon viaggio!
Gli Anni 50
1951 Grazie dei fiori Nilla Pizzi. -
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SANREMO STORY, 1964: L’ANNO DI GIGLIOLA CINQUETTI E DEL PLAYBACK DI BOBBY SOLO
XIV Festival della Canzone Italiana – Salone delle Feste del Casinò Municipale di Sanremo, 30-31 gennaio, 1 febbraio 1964. Presentano Mike Bongiorno e Giuliana Lojodice. Organizzazione: Azienda Turistico Alberghiera con la direzione artistica di Gianni Ravera
CANZONI E ARTISTI IN GARA
1. Non ho l’età (per amarti) (di Mario Panzeri-Nicola Salerno-Gene Colonnello) Gigliola Cinquetti – Patricia Carli
Che me ne importa a me (di Domenico Modugno) Domenico Modugno – Frankie Laine
Come potrei dimenticarti (di Vito Pallavicini-Ezio Leoni) Tony Dallara – Ben E. King
Ieri ho incontrato mia madre (di Gino Paoli) Gino Paoli – Antonio Prieto
La prima che incontro (di Vito Pallavicini-Gorni Kramer) Fabrizio Ferretti – Gil Fields e The Fraternity Brothers
Motivo d’amore (di Pino Donaggio) Pino Donaggio – Frankie Avalon
Ogni volta (di Carlo Rossi-Roby Ferrante) Roby Ferrante – Paul Anka
Quando vedrai la mia ragazza (di Carlo Rossi-Enrico Ciacci) Little Tony – Gene Pitney
Sabato sera (di Bruno Pallesi-Walter Malgoni) Bruno Filippini – Gil Fields e The Fraternity Brothers
Stasera no no no (di Vito Pallavicini-Evasio Roncarati) Remo Germani – Nino Tempo e April Stevens
Un bacio piccolissimo (di Giovanni Ornati-Gino Mescoli) Robertino – Bobby Rydell
Una lacrima sul viso (di Mogol-Roberto Satti) Bobby Solo – Frankie Laine
Canzoni non finaliste
Così felice (di Giorgio Gaber) Giorgio Gaber – Patricia Carli
E se domani (di Giorgio Calabrese-Carlo Alberto Rossi) Fausto Cigliano – Gene Pitney
I sorrisi di sera (di Mogol-Alberto Testa-Tony Renis) Tony Renis – Frankie Avalon
L’inverno cosa fai? (di Nicola Salerno-Gene Colonnello) Piero Focaccia – Bobby Rydell
L’ultimo tram (di Giorgio Calabrese-Eros Sciorilli) Milva – Frida Boccara
Mezzanotte (di Carlo Rossi-Angelo Rotunno) Cocky Mazzetti – Los Hermanos Rigual
Passo su passo (di Franco Migliacci-Umberto Bindi) Claudio Villa – Peggy March
Piccolo piccolo (di Antonio Amurri-Lelio Luttazzi) Emilio Pericoli – Peter Kraus
Sole pizza e amore (di Tata Giacobetti-Antonio Virgilio Savona) Aurelio Fierro – Marina Moran
Sole sole (di Laura Zanin-Arturo Casadei) Laura Villa – Los Hermanos Rigual
Tu piangi per niente (di Vito Pallavicini-Piero Soffici) Lilly Bonato – Richard Moser jr.
Venti chilometri al giorno (di Mogol-Pino Massara) Nicola Arigliano – Peter Kraus
Chiamato a organizzare il Festival per il terzo anno consecutivo, Gianni Ravera rimescola le carte in tavola per rimettere le ali alla rassegna canora. Prima di tutto elimina il voto in sala e dispone che le 20 giurie dislocate nel territorio siano composte per metà da minorenni. Stabilisce inoltre che le canzoni vengano proposte all’organizzazione già abbinate ai rispettivi interpreti e non successivamente com’era sempre accaduto dal 1951. Al rilancio del Festival dà il suo contributo anche la Rai, che oltre alla finale trasmette in diretta anche la seconda serata.
Ma la vera grande novità del 14° Festival è l’introduzione dei cantanti stranieri, ai quali viene affidata la seconda esecuzione dei brani in gara. E così, nella città dei fiori arrivano grandi stelle internazionali come il 22enne canadese Paul Anka, diventato famoso sette anni prima con «Diana», successo mondiale bissato in seguito da «You Are My Destiny» e «Put A Weight On My Shoulder». Anka è abbinato al debuttante Roby Ferrante, in gara con «Ogni volta».
Dagli Stati Uniti arrivano Ben E. King, Frankie Avalon, Bobby Rydell, Frankie Laine e la 16enne Little Peggy March, reduce dal successo planetario di «I Will Follow Him». Dall’Inghilterra invece sbarca Gene Pitney, abbinato a Little Tony («Quando vedrai la mia ragazza») e a Fausto Cigliano, in gara con «E se domani». Quasi tutti gli stranieri cantano in italiano.
Tra i debuttanti di Sanremo 1964 ci sono anche i due giovanissimi vincitori del Festival di Castrocaro: la 16enne Gigliola Cinquetti e il 18enne Bruno Filippini. Sono minorenni anche altre promesse del Festival come Robertino (17 anni), Bobby Solo (18), Lilly Bonato (16) e Fabrizio Ferretti (18).
La pattuglia dei Big della canzone italiana è composta da Claudio Villa, Domenico Modugno, Pino Donaggio, Tony Renis, Milva, Giorgio Gaber e Gino Paoli. Modugno è protagonista di una delle poche polemiche di questo Festival. Mister Volare, infatti, si rifiuta di parlare con Paul Anka. Non gli ha perdonato uno sgarbo che risale al 1959, quando Anka gli negò un prestito. «Modugno non è un artista leale» dichiara il cantante canadese a Sorrisi. «Ha messo in giro la storia dei dollari che non gli avrei imprestato per danneggiarmi, e questo non è giusto. Gli ho anche scritto una lettera, chiedendo un colloquio che chiarisse definitivamente l’equivoco. Modugno ha creduto di non rispondermi, e questo mi ha molto amareggiato. Gli avrei detto che quando a Los Angeles mi fece quella insolita richiesta di denaro avevo soltanto 17 anni, e non disponevo personamente di un cent. Ad esser franchi, non capii neanche la drammaticità della situazione».
L’altro caso del Festival vede protagonista Bobby Solo. Il giovane romano rischia di non potersi esibire a causa di una faringite, ma i suoi discografici lo convincono a cantare in playback. La squalifica è assicurata ma vale la pena tentare perché comunque la canzone avrebbe comunque la sua bella visibilità. Alla fine viene deciso che «Una lacrima sul viso», qualora sia ammessa alla finale, venga considerata fuori concorso. Ed è proprio ciò che accade: Bobby Solo accede alla serata di sabato insieme con molti altri giovani mentre escono dalla gara Claudio Villa, Tony Renis e Milva.
Quando inizia la serata finale, i pronostici sono quasi tutti per «Ogni volta» di Roby Ferrante e Paul Anka e per «Che me ne importa a me» di Domenico Modugno. Solo Mina, seduta in platea per assistere allo spettacolo con Milva e Villa, prevede la vittoria di Gigliola Cinquetti. Il verdetto delle giurie le dà ragione: «Non ho l’età (per amarti)» trionfa davanti al brano di Modugno e a «Come potrei dimenticarti» di Tony Dallara e Ben E. King. Mister Volare ci resta male («È una buffonata») commenta mentre la liceale Cinquetti entra a soli 16 anni nella storia del Festival come la più giovane vincitrice nella categoria principale, un record ancora imbattuto nel 2014.
Dopo il Festival, «Non ho l’età (per amarti)» diventa un successo internazionale e regala all’Italia la prima vittoria all’Eurovision Song Contest, che tutti chiamano Eurofestival. Tuttavia, il 45 giri sanremese più venduto è «Una lacrima sul viso» di Bobby Solo che supera in poche settimane il traguardo del milione di copie. Entrano in classifica anche Little Tony e Gene Pitney con «Quando vedrai la mia ragazza» e Paul Anka con «Ogni volta», mentre «E se domani» nelle versioni di Fausto Cigliano e Gene Pitney non lascia traccia. Ci penserà Mina, nel 1965, a portarla ai piani alti della Hit Parade contribuendo a farla diventare un classico della canzone italiana.
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