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Esiodo, Le opere e i giorni: il mito delle cinque età.

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    Esiodo, Le opere e i giorni: il mito delle cinque età.

    Ora se vuoi darò coronamento al mio dire con un altro racconto
    bene e in modo opportuno e tu nel tuo cuore riponilo
    come medesima origine fu agli dèi e ai mortali.
    1. Prima una stirpe aurea di uomini mortali fecero gli immortali che hanno le olimpie dimore. Erano ai tempi di Crono quand’egli regnava nel cielo; come dèi vivevano senza affanni nel cuore
    lungi e al riparo da pene e miseria né per loro arrivava la triste vecchiaia ma sempre ugualmente forti di gambe e di braccia
    nei conviti gioivano lontano da tutti i malanni; morivano come vinti dal sonno e ogni sorta di beni c’era per loro; il suo frutto dava la fertile terra senza lavoro ricco e abbondante e loro contenti
    sereni si spartivano le loro opere in mezzo a beni infiniti
    ricchi d’armenti cari agli dèi beati. Poi dopo che la terra coprì questa stirpe
    essi sono démoni per il volere di Zeus grande
    benigni sulla terra; custodi degli uomini mortali della giustizia hanno cura e delle azioni malvagie
    vestiti di nebbia sparsi dovunque per la terra
    datori di ricchezza: ebbero infatti questo onore regale.
    2. Come seconda una stirpe peggiore assai della prima
    argentea fecero gli abitatori delle olimpie dimore
    né per l’aspetto all’aurea simile né per la mente
    ché per cent’anni il fanciullo presso la madre sua saggia veniva allevato giocoso e stolto dentro la casa; ma quando cresciuti giungevano al limitare di giovinezza vivevano ancora per poco soffrendo dolori per la stoltezza perché non potevano da tracotante violenza l’un contro l’altro astenersi né gli immortali venerare volevano né sacrificare ai beati sui sacri altari
    come è legge fra gli uomini secondo il costume. Allora costoro Zeus Cronide li fece morire adirato perché gli onori non vollero rendere agli dèi beati che possiedono l’Olimpo. E poi quando anche questa stirpe la terra ebbe coperto
    costoro inferi beati sono chiamati presso i mortali
    genî inferiori ma onore anche loro accompagna.
    3. Zeus padre una terza stirpe di gente mortale fece di bronzo in nulla simile a quella d’argento
    nata da frassini potente e terribile: loro di Ares avevano care le opere dolorose e la violenza né pane mangiavano ma d’adamante avevano l’intrepido cuore
    tremendi; grande era il loro vigore e braccia invincibili dalle spalle spuntavano sulle membra possenti; di bronzo eran le armi e di bronzo le case
    col bronzo lavoravano perché il nero ferro non c’era. E costoro dalle loro proprie mani distrutti partirono per la tenebrosa dimora di gelido Ade
    senza fama; la nera morte per quanto temibili li prese e lasciarono la splendente luce del sole.
    4. E poi dopo che anche questa stirpe la terra ebbe nascosto
    di nuovo una quarta sopra la terra feconda
    fece Zeus Cronide più giusta e migliore
    di eroi stirpe divina che sono detti semidei
    anteriore alla nostra sulla terra infinita. Questi li uccise la guerra malvagia e la battaglia terribile alcuni a Tebe dalle sette porte nella terra di Cadmo
    combattendo per le greggi di Edipo
    altri poi sulle navi al di là del grande abisso del mare condotti a Troia a causa di Elena dalle belle chiome; là il destino di morte li avvolse; ma poi lontano dagli uomini dando loro vitto e dimora il padre Zeus Cronide della terra li pose ai confini. Abitano con il cuore lontano da affanni nell’isole dei beati presso Oceano dai gorghi profondi
    felici eroi ai quali dolce raccolto tre volte in un anno abbondante produce il suolo fecondo
    lontano dagli immortali ed hanno Crono per re; … lo liberò infatti il padre di uomini e dèi
    ed ora con quelli ha il suo onore come conviene. Zeus poi pose un’altra stirpe di uomini mortali dei quali quelli che ora vivono…
    5. Avessi potuto io non vivere con la quinta stirpe di uomini e fossi morto già prima oppure nato dopo
    perché ora la stirpe è di ferro; né mai di giorno cesseranno da fatiche e affanni né mai di notte
    affranti; e aspre pene manderanno a loro gli dèi. Però anche per questi ai mali si mischieranno dei beni. Ma Zeus distruggerà anche questa stirpe di uomini mortali quando nascendo avranno già bianche le tempie; allora né il padre sarà simile ai figli né i figli al padre; né l’ospite all’ospite né l’amico all’amico e nemmeno il fratello caro sarà come prima; ma ingiuria faranno ai genitori appena invecchiati; a loro diranno improperi rivolgendo parole malvagie
    gli sciagurati senza temere gli dèi; né ai genitori invecchiati di che nutrirsi daranno; il diritto starà nella forza e l’uno all’altro saccheggerà la città. Né il giuramento sarà rispettato né lo sarà chi è giusto o dabbene; piuttosto l’autore di mali e l’uomo violento rispetteranno; la giustizia sarà nella forza e coscienza non vi sarà; il cattivo porterà offese all’uomo buono dicendo parole d’inganno e sarà spergiuro; l’invidia agli uomini tutti miseri
    amara di lingua felice del male s’accompagnerà col volto impudente. Sarà allora che verso l’Olimpo dalla terra con le sue ampie strade
    da candidi veli coperte le belle persone degli immortali alla schiera andranno lasciando i mortali
    Vergogna e Sdegno: i dolori che fanno piangere resteranno agli uomini e difesa non ci sarà contro il male.

    fonte:wordpress.com

     
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