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Dante ed il purgatorio.spiegazione e domande

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    Dante ed il purgatorio.spiegazione e domande

    - Quale logica ha mosso Dante per la classificazione dei peccati capitali nel purgatorio? (Perchè ha scelto proprio questa disposizione?)

    Durante il Medioevo la concezione di "Inferno" è stata esposta, spiegata e mostrata nella prima cantica dell'opera di Dante Alighieri, la "Divina Commedia". Infatti, l' "Inferno" di Dante è l'espressione di tutta la dottrina teologica e filosofica del Cristianesimo riguardo il luogo di soggiorno degli ingiusti. Dante descrive e narra la "storia" metafisica dell'Inferno: esso è un'enorme e profondissimo abisso, scavato da Lucifero (cioè Satana) nella sua caduta dal Cielo, e si troverebbe nel sottosuolo dell'emisfero delle terre emerse. L'Inferno è diviso, secondo Dante, in 9 "cerchi", cioè 9 cornici nei quali vengono scontati diversi peccati. Prima di tali cerchi, c'è l'Antinferno, cioè il luogo dove vengono puniti gli ignavi, ovvero le anime di coloro che in vita non si distinsero né per il bene, né per il male, e dunque nemmeno l'Inferno le vuole accettare, tanto furono mediocri ed inutili; il I cerchio, invece, è il Limbo, ovvero il luogo dove risiedono le anime dei bambini non battezzati, le anime di tutti i grandi poeti antichi e pagani (tra cui Omero, Ovidio, Orazio, Lucano e anche Virgilio, la guida di Dante) e gli "spiriti magni", ovvero le anime degli uomini virtuosi che però non credettero in Cristo, o perché vissero prima di Lui, o perché ebbero altra confessione religiosa (tra queste anime vi sono Giulio Cesare, Socrate, Platone, Aristotele e il Saladino). Queste anime, per le loro virtù, sono privilegiate, ed esentate dalla pena infernale, sebbene desiderino sempre Dio e non possano mai vederlo. Altri 4 Cerchi rappresentano i peccati mortali, ovvero, dal meno grave: lussuria, gola, avarizia (e, insieme, prodigalità), accidia, ira, invidia e superbia (questi ultimi 4 sono puniti in un unico Cerchio).

    Il VI Cerchio ospita gli eretici (tra cui gli Epicurei), mentre il VII Cerchio si suddivide in 3 "Gironi", dove vengono puniti tutti i violenti: nel I Girone risiedono i violenti contro il prossimo (omicidi e predoni), nel II Girone i violenti contro sé stessi (suicidi) e nel III i violenti contro Dio e contro Natura (bestemmiatori, sodomiti e usurai).

    L'VIII Cerchio, che è il più grande, è suddiviso in 10 "Bolgie", dove vengono puniti tutti i fraudolenti, cioè coloro che peccarono di malizia, rivolgendo l'intelligenza (dono divino) verso il male e diventando cosi simili al demonio stesso; per Dante, dunque, i peccati di malizia sono ancora peggiori di quelli di incontinenza e di violenza. Tali anime punite sono, in ordine, i seduttori (insieme ai ruffiani), gli adulatori, i simoniaci (cioè coloro che vendono beni spirituali, "usurpando" cosí Dio, unico dispensatore di tali beni), gli indovini (insieme ad astrologi e streghe), i barattieri, gli ipocriti, i ladri, i consiglieri di frode, i seminatori di scandali e scismi (tra cui Maometto) e i falsatori di metalli, monete, persone e parole.

    Infine, nella parte più profonda dell'Inferno si trovano, nel IX Cerchio, tutti i traditori, suddivisi in altre 4 Bolgie: nella "Caina" vengono puniti i traditori dei parenti, nella "Antenora" i traditori della patria, nella "Tolomea" i traditori degli ospiti ed infine nella "Giudecca" i traditori dei benefattori, che hanno commesso il peccato imperdonabile e più tremendo (cioè la bestemmia contro lo Spirito Santo manifestato nelle persone che fanno il bene e, per questo, invidiato), ed infatti vengono maciullati dalle fauci di Lucifero stesso (tra essi vi sono Giuda Iscariota, Bruto e Cassio). Tutte le pene infernali, tuttavia, sono regolate dalla cosiddetta "legge del contrappasso", che impone una pena simmetrica od opposta al peccato commesso. Deriva dal Latino (contrae patior).

    L'"Inferno" di Dante propone, tematicamente, tutta la dottrina teologica e filosofica cristiana, ovvero la dannazione per propria colpa, e non per castigo divino, l'eternità e l'immutabilità delle pene, poiché Dio non può contraddire la propria Giustizia (cioè Sé stesso) ed infine la necessità di tali pene eterne: un'anima fuor dalla Grazia di Dio, infatti, non potrebbe stare al Suo cospetto senza soffrire immensamente per la propria mostruosità, né potrebbe essere totalmente annichilita, poiché "renderla nulla" le costerebbe un dolore ancor peggiore. L'Inferno, inoltre, come il Purgatorio e il Paradiso, vengono presentati anche come dimensioni attuali e percepibili (seppur invisibili) nell'uomo vivente stesso: il dannato, dunque, è colui che si esclude da solo dalla vera felicità, che risiede solo in Dio, e dunque nell'eternità.
    (tratto da wikipedia)

     
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