Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Parole latine nel linguaggio corrente

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    Parole latine nel linguaggio corrente

    Agenda. Cose da farsi. Si identifica logicamente con un libretto dove sono annotati gli appuntamenti e le cose da sbrigare, con l’agenda.
    Alias (dictus). Altrimenti (detto).
    Alibi. Altrove. Se uno dimostra di essere altrove rispetto al luogo del delitto è da
    considerarsi innocente.
    Ave. Ti saluto. Saluto latino che si è guadagnato un posto nella lingua italiana.
    E’ presente nella preghiera che tutti conoscono bene… come l’Ave Maria.
    Bacus. Parola latinizzata attraverso un percorso non corretto.
    La parola originaria da cui deriva è bac, che significa propriamente cimice. Un pò ghiozzamente in italiano è stata interpretata come baco, nella accezione di verme. Da baco siamo passati, in maniera inverificata, al latino bacus. Ebbene: bacus non trova posto in un vocabolario latino.
    Bis! Ancora! Richiesta di replica.
    Deficit. Manca. Espressione verbale passata ad indicare ciò che manca.
    Deficit di sale nel sangue; ma anche deficit di denaro in un bilancio finanziario.
    &. Abbreviazione della congiunzione latina et. Nell’arte tipografica è considerata dagli stilisti il segno grafico più elegante e più versatile: figura nei vari repertori sotto diverse forme e elaborazioni. Universalmente impiegata per designare la consociazione di più membri nella stessa società. Si può collegare alla preposizione abbreviata @, che è la contrazione della preposizione inglese at ad indicare il termine di una missiva elettronica.
    Ex. Da. Corrisponde in certi casi all’avverbio italiano, già ad indicare il ruolo o la funzione già avuta da un personaggio.
    Exequatur. Si esegua.
    Expedit. Va bene!
    Extra. Fuori. Impiegato per sottolineare la straordinarietà di una cosa.
    O quando una richiesta va al di la delle prestazioni ordinarie.
    Gratis. Gratuitamente.
    Ictus. Colpo. Come termine clinico sta a designare l’effetto spesso mortale di una occlusione vascolare.
    Idem. La stessa persona; la stessa cosa.
    Imprimatur. Si stampi. Autorizzazione alla stampa.
    Associabile al nihil obstat, rilasciato dall’autorità religiosa per la pubblicazione di un libro.
    XVII. 17. Numero o parola? Il 17 era segno malaugurante per i romani
    in quanto si presentava come l’anagramma di XVII che dava come risultanza VIXI.
    Il significato di questa parola era nefasto in quanto VIXI (participio passato di vivo)
    indica un’azione compiuta e già consumata:
    ho vissuto, perciò ho finito di vivere e, in definitiva, sono morto (!).
    Lapsus. Caduta; errore involontario. Si impiega a giustificazione di sbagli
    fatti nel parlare o nello scrivere (lapsus linguae e lapsus calami).
    Media. I medii. La parola latina, impiegata per indicare i mezzi di comunicazione e di persuasione, ha incontrato molta fortuna nel linguaggio universale.
    Medium. Il medio. Significa semplicemente ciò che sta in mezzo.
    Nella logica indica il termine intermedio; nelle sedute spiritistiche
    è l’intermediario o il preteso interprete di voci e di forze collocate fuori dalla sfera ordinaria.
    Memento. Ricordati.
    Memorandum. Da ricordare.
    Miramur. Mi meraviglio! Espressione curiale che significa sorpresa
    e riprensione da parte dei superiori per un atteggiamento od un
    comportamento che pur non essendo previsto da una proibizione canonica,
    si presenta come disdicevole e al limite della liceità.
    Qui il plurale sottolinea l’importanza dell’autorità che si esprime nel rimprovero.
    Omissis. Essendo stati omessi. Nel linguaggio giuridico la formula indica fatti o dati di
    cui non si fa menzione non avendo particolare rilevanza.
    Post. Dopo. Parola presente nel vocabolario inglese con il significato originale della lingua
    latina.
    Placebo. Piacerò! Dal latino placere, preparato impropriamente medicamentoso, che si somministra, tanto per accontentare il paziente, contando sull’effetto dell’autosuggestione.
    Prosit! Ti giovi! Si dice al celebrante al suo ritorno alla sacrestia.
    Si dice anche alla fine di un pranzo o di una bevuta a conclusione di un brindisi.
    Salve. Salve! Saluto latino che esprime augurio di buona salute. Impiegato nel linguaggio dell’artiglieria, quando i proiettili hanno significato di annuncio. Ha largo uso in italiano, anche se sarebbe più corretto e più elegante, quando questo è rivolto a più persone, esprimerlo nella forma plurale: Salvete!
    Satis. Abbastanza. Ecco un’ espressione non troppo usata, ma di cui si può prevedere,
    per la sua concisione, una futura affermazione nel linguaggio comune.
    Snob. Curiosa abbreviazione di due parole latine: Sine nobilitate. Senza nobiltà.
    L’originaria connotazione ha slittato col tempo fino ad indicare una persona eccentrica,
    scanzonata e deliberatamente impopolare, anche un po' antipatica per la sua ostentata
    raffinatezza. Un tipo snob appunto.
    Super. Sopra. Applicato a persone o cose per evidenziarne prerogative non comuni.
    Ultimatum. Ultimo. Ingiunzione categorica e definitiva.
    Ultra. Oltre. Oltre uno spazio, oltre un tempo, ma anche oltre misura: gli «ultras»,
    per esempio.
    Vademecum. Vieni con me. Manuale guida con suggerimenti pratici per ogni evenienza.

    fonte:http://abbasnullius.blogspot.it

     
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