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Un «Tram»
da non perdere
Al Piccolo di Milano una nuova messa in scena del testo di Tennessee Williams. Da vedere per la straordinaria interpretazione di Laura Marinoni
di Marina Cappa
UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO, di Tennessee Williams. Scritto nel '47, l'anno seguente diventato il film pluri-Oscar con Marlon Brando, l'anno dopo ancora in scena in Italia con la regia di Luchino Visconti. Eppure, è da un po' di tempo che il «Tram» mancava dal teatro. Ce lo riporta Antonio Latella, inscrivendo la storia di Blanche - sofferente protagonista che capita in casa della sorella Stella e del rozzo cognato Kowalsky, e finisce per mettere a soqquadro la vita di tutti - nel mondo manicomiale in cui lei è destinata a finire. Un mondo di riflettori violentemente puntati sulla platea, dove le urla trascolorano in miagolii e vagiti, mentre la rabbia esplode guidata dallo psichiatra maestro di scena: «disturbante» (per alcuni spettatori forse troppo), e proprio perciò capace di scavare nel dolore di una donna che, non a caso, è uno dei personaggi più ambiti dalle attrici.
Da vedere (anche) perché nei panni di Blanche Laura Marinoni (se volete vederla anche in una parte comica: la trovate al cinema con Ci vuole un gran fisico) dà il meglio di sé, del proprio talento e della propria fisicità. Mentre nella parte di Stanley Kowalsky stupisce Vinicio Marchioni, che da Freddo (il personaggio che interpretava in Romanzo criminale) diventa rozzo e aggressivo, dotato di baffetti e accento polacco.
Al Piccolo Teatro di Milano, fino al 24 marzo.
(11/03/2013 15:00).