Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Baglioni: "Con pianoforte e chitarra vi racconto la mia storia in musica"

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    Baglioni: "Con pianoforte e chitarra
    vi racconto la mia storia in musica"



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    DALLA canzone Porta Portese in poi, Claudio Baglioni è logicamente associato alla sua città, Roma. Eppure ha un legame con Milano fortissimo: il record di presenze a San Siro (81mila nel 1998) e concerti comunque sempre pienissimi, come quelli agli Arcimboldi dello scorso gennaio e i tre che iniziano oggi sempre al teatro della Bicocca.

    "Non solo. Pochi sanno che da qui è partita la mia avventura di musicista. Feci un provino alla Ricordi che non ero neppure maggiorenne. Un disastro totale che mi lasciò una voglia di rivincita e riscatto così forte che fu la molla per far partire tutto. Milano è la città del fare, il posto ideale per dare concretezza a progetti e idee. E anche l'ultimo disco, ConVoi, è stato interamente lavorato a pochi passi da qui".

    Porterà ConVoi al Forum il 6 e7 maggio. Ma ora parliamo del progetto di oggi, Dieci Dita, lo stesso del 2013.
    "Come allora sarò solo sul palco con piano e chitarra: autore, interprete/ esecutore e narratore. Però ho cercato di rendere ancor più evidente la dimensione di incontro ravvicinato. E non intendo solo il dialogo con gli aneddoti sulla mia storia o la mia discesa in platea per cantare in mezzo al pubblico. Ci sarà un inedito e divertente momento di dediche a braccio in cui cercherò compagni di palco così temerari da interpretare con me alcune canzoni che cambiano ogni sera".

    Certo, per lei la scaletta è difficile, col repertorio che ha.

    "Molto. Ho scritto centinaia di canzoni, e molte ben oltre i canonici tre minuti di durata dei brani pop. Per cui pur se i miei concerti non durano mai meno di tre ore (e Dieci Dita non fa eccezione), è fisicamente impossibile eseguire più di 25-30 canzoni. Io cerco di venire incontro a tutti, ma a fine serata spesso qualcuno mi dice che non ho fatto questa o quella canzone. E io mi sento così in colpa che mi verrebbe quasi voglia di fargliela lì su due piedi. Ma è meglio lasciarsi con il desiderio di ritrovarsi, più che con l'idea di essersidetto e dato tutto".

    Lei da 10 anni è architetto. Da tecnico ci descrive gli Arcimboldi?
    "Uno spazio di grande atmosfera, che unisce il pregio di una struttura moderna e innovativa con l'atmosfera di un teatro di tradizione. Uno spazio ideale per serate nelle quali si vuole puntare tutto sulla qualità, l'intensità e la profondità delle emozioni. La canzone è una forma d'arte piccola e breve che spesso tendiamo ad ascoltare distrattamente, in sottofondo, mentre siamo impegnati a fare altro. È un errore. Dobbiamo assaporarla, gustarla e com-prenderla meglio. Come un bicchiere di vino: un conto è buttarlo giù distrattamente, tutt'altro è annusarlo, lasciarlo riposare qualche secondo nel palato e berlo, cogliendone al meglio le qualità. Gli Arcimboldi aiutano a gustare le canzoni come se fossero un buon vino".

    E San Siro? Ci tornerà, prima o poi?
    "La voglia dei grandi spazi non passa mai. Ho fatto due tour straordinari nei grandi stadi, nel 1998 e nel 2003, sono stato il primo a utilizzare il terreno di gioco come spazio-palco e a disporre il pubblico su tutte le gradinate intorno a me. Il richiamo di quelle esperienze è fortissimo e nella pentola delle idee c'è sempre qualcosa che bolle a riguardo. Ma adesso penso a Dieci Dita e Con Voi".

    Ci racconta già qualcosa dei concerti di Con Voi?

    "Sarà un tour sorprendente, e siccome deve sorprendere non anticipo nulla. Dico solo che sarà un concerto-concerto, nella grande tradizione dei live anni '70 e che la musica tornerà di prepotenza a occupare il centro della scena, con tutta la carica di energia e di capacità di caricare, emozionare e far sognare che solo la musica ha. Sarà lei il cuore dello show e il vero effetto speciale: musica, parole, suoni, interpretazioni si riprenderanno il posto che gli spetta. Ne parleremo a primavera".

    http://milano.repubblica.it/

     
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