Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

in questo mondo terribile di sisalvichipuò

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    in questo mondo terribile di sisalvichipuò

    Nota di Claudio Baglioni del 20 Aprile 2015
    Ho imparato a nuotare intorno ai miei nove anni.
    L’ho fatto per non essere meno degli altri.
    L’ho fatto da solo.
    Una mattina in cui il sole cuoceva
    e il mare era liscio come l’olio
    e caldo, si sa, come un brodo.
    Sperando che quasi nessuno potesse vedermi
    mentre, come un ossesso, mi dimenavo sul bagnasciuga.
    Poi in venti, quaranta, sessanta centimetri di profondità.
    Così fino al punto in cui non toccai più.
    E andai avanti, via via sempre meglio.
    Sempre più disinvolto e sicuro di me.
    In autunno mi iscrissi a una scuola di nuoto.
    E in piscina imparai proprio per bene.
    Ancora dopo frequentai dei corsi di nuoto per salvamento.
    E a chi mi correggeva dicendo “di salvataggio”
    rispondevo, orgoglioso ed esperto,
    “di salvamento per salvataggio”.
    Diventai bravo davvero.
    Ci mettevo costanza e passione
    Feci persino qualche piccola competizione.
    Era l’unico gesto sportivo che mi riuscisse con un certo successo.
    E quando sai fare qualcosa
    quel qualcosa continui a rifare
    per poterti distinguere e pure vantare.
    Da allora fu il mio passatempo migliore.
    Con il tempo che passa, una volta rischiai di annegare.
    Sotto un cielo di cenere, le onde correvano mosse dal vento
    fino a girarsi su loro stesse.
    Anche la bandierina rossa che vietava il bagnarsi
    sembrava strapparsi sbattendo e urlando il suo allarme.
    Sulla spiaggia deserta c’era pure un cartello
    con scritto ‘proibito uscire dalle corde’.
    Io mi tuffai lo stesso e nuotai verso fuori.
    Proseguii, a saliscendi sui cavalloni, fino al largo.
    Quando là mi sembrò che fosse più calmo,
    un muro d’acqua improvviso mi capovolse
    e mi buttò verso il fondo.
    Poi mi trascinò e io non seppi più dove.
    Cominciai a bere acqua, sale, sabbia e paura
    e a pensare che era proprio finita.
    Dopo un po’ e non so come, nauseato e intontito
    mi ritrovai fino quasi alla riva.
    Starnutivo, sputavo, tossivo
    però mi ero salvato.
    Me la presi col mare.
    Ma che colpa ne aveva.
    Ero io che ero stato protervo o incapace
    Ora quando qualcuno ci lascia la vita
    mi trovo a rifletterci su molto di più.
    La morte per mare mi appare diversa da tutte le altre.
    Più oscura e più misteriosa.
    Più grande e più spaventosa.
    Ma puoi gridare contro e maledire il mare o il destino?
    Il mare non è cattivo né buono.
    È quello che è.
    Siamo noi, donne e uomini, tutti
    che non siamo più quello che fummo
    nei pensieri, i progetti, i disegni
    del nostro artefice e autore.
    Esseri umani che non sanno più essere umani.
    Un’umanità senza più umanità.
    È questa la sorte che abbiamo, il nostro orrendo destino?
    Dovremmo imparare di nuovo a nuotare
    e aiutare a salvarci l’uno con l’altro
    in questo mondo terribile di sisalvichipuò.


    Dal Facebook ufficiale di Claudio Baglioni

     
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