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Le origini di 10 superstizioni popolari

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    Le origini di 10 superstizioni popolari

    Chi è superstizioso dovrebbe leggere con estrema attenzione ciò che segue. Tremi dalla paura quando qualcuno fa cadere il sale sulla tavola? Sei stanco di passare in casa ogni venerdì 13 per timore che succeda qualcosa? Le superstizioni sono comuni in tutto il mondo, ma ti sei mai chiesto da dove provengano quelle storie? Dalle origini del gatti neri al perché si incrociano le dita quando non si vuol mantenere una promessa, dal perché porti fortuna gettare monete nei pozzi o nelle fontane al perché alcuni non camminino sotto ad una scala. Ecco spiegate 10 superstizioni popolari.

    10. Il gatto nero

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    Quella del gatto nero è la superstizione più gettonata: a seconda dell’età e della mentalità qualcuno ha sempre paura di incontrare un gatto nero per strada. Il colore nero ha infati un’accezione negativa, richiama il mistero, l’ignoto. Per questo in più culture si pensa che i gatti neri siano un presagio, credenza che è sfociata soprattutto durante la caccia alle streghe durante il Medioevo: si pensava che il gatto nero fosse il loro animaletto preferito. Poi con l’arrivo degli animalisti c’è chi ha cominciato a pensare che un gatto nero è solamente un gatto nero.

    9. Il numero 13

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    La reputazione dello sfortunato numero 13 sembra collegata a tempi molto antichi: il 13esimo commensale all’Ultima Cena di Gesù Cristo era il traditore Giuda, il 13esimo dio della mitologia scandinava era Loki, un malvagio che si comportava da tiranno con gli immortali. Anche se sono passati centinaia di anni, anche ai giorni nostri la cultura popolare è soggetta al timore di questo numero: alcuni palazzi non hanno il 13esimo piano, la numerazione salta dal 12 direttamente al 14. alcune compagnie aeree non hanno la 13esima fila. Forse è per commemorare questa fobia che la saga di film horror Venerdì 13 porta questo titolo. La paura del numero 13 ha un nome vero e proprio, triscaidecafobia, ed è considerata irragionevole come ogni fobia.

    8. Incrociare le dita per non mantenere una promessa

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    Ti è mai capitato di fare una promessa senza tanta voglia di volerla mantenere? Il gesto tipico per rappresentare questa bugia spudorata è incrociarsi le dita delle mani dietro la schiena. Ma qual è il motivo? Si pensa che abbia origini religiose. Secondo la fede cristiana, incrociare il dito indice e il medio allontanerebbe gli spiriti maligni dal portare la mala sorte. Una recente ricerca tra l’università di Verona e un college di Londra afferma che questo gesto può anche alleviare il dolore fisico.

    7. Esprimere un desiderio osservando una stella cadente

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    Chi in pieno agosto non si mai disteso su un prato ad osservare le stelle cadenti per esprimere un desiderio? La caduta di una stella è un fenomeno astronomico bellissimo che si verifica una volta l’anno ma nella cultura popolare è solo un’espediente per ottenere qualcosa. Nonostante in astronomia le stelle cadenti siano in realtà la scia luminosa dei frammenti di meteoriti che cadono dallo spazio nell’atmosfera terrestre, fu lo stesso Tolomeo, uno dei primi astronomi e geografi della storia, che fondò le basi della credenza attuale: lo scienziato ipotizzò che una stella cadente rappresentava la discesa degli dei sulla terra per ascoltare i desideri degli uomini. Per questo conviene esprimere un desiderio quando si è talmente fortunati da vederne una.

    6. Gettarsi il sale alle spalle

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    Anche se le pubblicità più recenti vogliono farci credere che rovesciare qualcosa per terra è solo un buon motivo per mettere alla prova il più recente panno in microfibra o l’ultimo aspirapolvere elettrico, c’è chi crede ancora che la sfortuna piomberà su di sé quando si rovescia il sale. Il rimedio veloce utilizzato per bloccare la maledizione, cioè gettarsi un pizzico di sale dietro alle spalle, risale niente meno che al 3500 a. C. ai tempi dei Sumeri che l’hanno tramandato poi agli Egiziani, Assiri e Greci. Fin da quei tempi infatti erano note le sue qualità purificatorie: piccole quantità di sale ripulivano gli ambienti dalle energie negative attirandole a sé.

    5. Gettare una moneta nel pozzo

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    La credenza che gettare una moneta in un pozzo o rivelargli il proprio desiderio per vederlo esaudito ha origine dal tempo dei Celti e delle popolazioni germaniche. Ogni volta che sconfiggevano il nemico, avevano l’usanza di derubarne le armature e le armi per gettarle in paludi o laghi come offerta per la divinità che le viveva. Credevano infatti che l’acqua fosse la dimora di creature divine, per questo pozzi e sorgenti erano considerate sacre. Si pensa che questa usanza sia stata tramandata nei secoli fino all’edificazione della nostrana fontana di Trevi, dove chiunque getta una o più monetine ma con l’augurio di tornare presto a Roma o di sposarsi con una bella italiana o italiano.

    4. Non camminare sotto ad una scala

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    La superstizione di passare sotto le scale si origina fin dai tempi degli Egizi. Da un punto di vista geometrico, una scala appoggiata ad un muro crea la forma di un triangolo, immagine che gli Egizi consideravano sacra. Anche per questo ad esempio il profilo delle piramidi è triangolare. Il numero 3 rappresentava per questo popolo la trinità degli dei e passare dentro ad un triangolo avrebbe voluto dire profanare la loro santità. la superstizione alla quale credevano nel medioevo invece è adatta anche per chi non è credente: all’epoca la figura della scala appoggiata portava sfortuna perché ricordava l’immagine della ghigliottina quindi la propria esecuzione.

    3. Dolcetto o scherzetto ad Halloween

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    Anche questa tradizione amata dai più piccoli risale a migliaia di anni fa: ai tempi dei Celti si credeva che le anime dei morti rimanessero ancora nel mondo dei vivi. Per placare le loro pene e le loro rappresaglie, le persone erano costrette ad offrirgli da mangiare e da bere di persona perché lasciandolo semplicemente fuori dall’abitazione era un invito a causare maggiori danni o a portare sfortuna. Lo “scherzetto” recitato nella formula ha il significato appunto di “maledizione” o, come si dice ai nostri tempi, un ricatto bello e buono.

    2. Fare il segno delle corna con la mano

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    Il segno delle corna fatto con le mani ha molti significati. Uno dei più noti ai giorni nostri è quello per indicare l’infedeltà, ed ha origini nella mitologia greca: il Minotauro, l’essere cornuto metà uomo metà animale, fu concepito attraverso un tradimento e mostrare il gesto con la mano al re Minosse, tradito dalla moglie, era il modo in cui il suo popolo glielo faceva ricordare. In India il gesto simboleggia uno scongiuro per allontanare i demoni, rimuovere ostacoli come le malattie o i pensieri negativi. Nel mondo della musica è stato introdotto negli anni ’80 da un noto cantautore per simboleggiare una sorta di complicità tra i fan e dichiarare il proprio amore per la musica rock.

    1. Non aprire un ombrello al chiuso

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    A quanto pare, aprire un ombrello in casa per farlo asciugare quando è bagnato porta sfortuna. Questa è una delle poche superstizioni in cui non c’entra la religione o la cultura popolare perché è nata esclusivamente per cause tecniche. Il meccanismo automatico per aprire e chiudere gli ombrelli con un semplice gesto fu brevettato ai tempi della Londra ottocentesca e per motivi pratici presto si scoprì che non era sicuro aprire un ombrello al chiuso: le dimostrazioni avvenivano in piccole stanze e purtroppo a causa del poco spazio l’improvviso scatto del dispositivo di metallo causava non pochi feriti o oggetti rotti.

    fonte:http://www.curiosone.tv/

     
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