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05\03\2016 Nota di Claudio Baglioni

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    05\03\2016 Nota di Claudio Baglioni

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    Nella vita bisogna discernere.
    Come anche in questo lavoro.
    C’è chi è interprete e terminale dell’attività
    di un insieme di apporti di professionisti
    e chi invece sta dietro e ben dentro
    a tutte le cose della sua professione.
    Io mi son ritrovato ad essere artista
    come artefice del mio proprio fare.
    E artificiere delle attese e dei sogni del pubblico.
    E artigiano di ogni singolo pezzo e passaggio
    nella fabbrica dell’espressione.
    Questo mestiere si fa ancora a mano.
    E tanto olio di gomito e sudore di fronte.
    Con sacrificio, vigore e più disciplina
    di tanti altri mestieri
    e ogni volta devi sapere trovarti assai prima
    e sempre nel centro di ogni progetto.
    Con passione, possessione e ossessione
    ho scelto di usare il mio tempo
    a comporre e scomporre, preparare e ideare
    tutti gli aspetti della mia opera.
    Nell’esercizio oscuro che nessuno mai vede.
    Il prospetto di un album. Lo script generale.
    Il piano particolare. I prearrangiamenti.
    Le grafiche. Gli schizzi. Gli studi d’immagine.
    I comunicati di informazione. Le presentazioni.
    La concezione d’uno spettacolo. La messinscena.
    Il disegno dei palchi. Le luci e le scenografie.
    La regia teatrale. La disposizione dell’audience.
    Le dinamiche e i repertori. Le invenzioni. Gli effetti.
    Le iniziative a corredo. Le tecnologie.
    Un’occupazione che non conosce fatica o riposo
    né risparmio di forze né orari.
    Si va avanti orgogliosi e mai soddisfatti del tutto.
    Nel lungo cammino verso il meglio
    si è sempre a metà della strada.
    E cura e attenzione per il risultato
    non staccano mai dal posto di impiego.
    Il primo a giungere e l’ultimo a uscire.
    Per meritare il grande onore e privilegio
    di offrire emozioni in cambio di applausi.
    E non perché ti mostri simpatico e affabile
    ma perché sei riuscito ad essere bravo e capace.
    Questo per me è il senso del maggiore rispetto
    nei confronti delle altre persone.
    Agire con la più rigorosa e dura onestà
    e con il massimo delle possibilità che uno ha.
    Avere un pensiero plurale che tenga conto di tutti
    e non uno spunto preferenziale per pochi.
    E quando sono un po’ meno disposto e disponibile
    è perché mi son preso l’impegno di perfezionarlo.
    Di mettermi a disposizione e al permanente servizio
    del significato sacro e sovrano
    essenza e frutto di ogni attitudine e azione:
    la condivisione della bellezza e dell’energia.
    Lo ripeto con difficile e impopolare franchezza.
    Se avessi soltanto un secondo a disposizione
    lo userei per formare un’idea interessante
    piuttosto che per firmare un autografo
    o fermare una faccia affrettata in un selfie.
    Più per impostare un evento importante
    che per postare un saluto o una fotografia
    o spostare un appuntamento con il dovere.
    Per il resto ho sempre affermato che l’affetto
    e la gentilezza sono pane quotidiano
    genuino e spontaneo
    che si fa e si dà per sfamare
    e che non deve mai essere ammuffito e raffermo.
    Io cercherò fino all’ultimo di far bene tutto
    per quello che sento, che posso e che so
    e per ricambiare tutto il bene che ho avuto
    e che fino all’ultimo avrò.

     
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