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LA DIETA GIUSTA X TE!!!

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    LA DIETA DEL GRUPPO SANGUIGNO

    La dieta del gruppo sanguigno è uno stile alimentare salutare basato su alimenti freschi, naturali e tradizionali, combinati correttamente. La correlazione tra cibo e sistema immunitario è stata sperimentata per la prima volta nel 1957 dal naturopata americano James D’Adamo. Nel nostro paese è diventata molto popolare grazie a un medico piacentino, il dottor Mozzi. Negli ultimi anni sta riscuotendo molto successo anche attraverso la rete e i social network: si è creata una vera e propria rete di comunicazione e informazione che ha aiutato migliaia di persone a migliorare la qualità della propria vita in modo semplice e naturale.


    Cos’è la Dieta del Gruppo Sanguigno

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    Quando si parla di “dieta del gruppo sanguigno”, la parola chiave che bisogna tenere a mente è consapevolezza. Questa dieta nasce ispirandosi all’alimentazione dei nostri antenati, per ricercare un modello di vita più naturale a misura d’uomo. Lo scopo è aiutare le persone ad andare oltre la semplice cura delle malattie, arrivando a comprenderne le cause e a migliorare la propria vita consapevolmente, tramite un’alimentazione corretta.
    Gruppo-sanguigno-4-600x424
    sistema_immunitarioCome tutte le grandi intuizioni, l’emodieta si basa quindi su un concetto molto semplice: le abitudini alimentari sono il fattore che influisce maggiormente sul sistema immunitario. Per stare bene è necessario individuare e modificare quelle che risultano dannose per il nostro organismo, ascoltandone i segnali con attenzione. Più che una dieta è un vero e proprio percorso per arrivare ad alimentarsi correttamente, dal quale tutti possono trarre beneficio: non solo le persone che hanno bisogno di migliorare la propria salute (da mal di testa e bruciore di stomaco, fino a patologie più gravi), ma anche tutti coloro che vogliono dimagrire, gli atleti che desiderano migliorare le proprie prestazioni o, in generale, chi vuole prevenire e mantenere intatto il proprio benessere.

    Gruppe von Blutmännchen bei der Blutgruppenbestimmung



    Il primo passo per iniziare a praticare la dieta è, naturalmente, conoscere il proprio gruppo sanguigno. Una volta appurato, è necessario capire quali cibi siano più o meno compatibili con il nostro sistema immunitario; queste informazioni si possono trovare in diversi libri e manuali che trattano l’argomento: i più conosciuti sono “La dieta del dottor Mozzi. Gruppi sanguigni e combinazioni alimentari” del dottor Piero Mozzi e “L’alimentazione su misura” del dottor Peter D’Adamo, le cui recensioni sono disponibili, insieme a molte altre, nella sezione “Libri” di questo sito. Questi libri contengono inoltre preziose indicazioni sul modo migliore di cucinare e combinare gli alimenti tra loro, frutto delle ricerche e dell’esperienza dei dottori D’Adamo e Mozzi. Un’ulteriore fonte di informazioni è il programma televisivo “Box salute” su Telecolor, dove il dottor Mozzi interviene in qualità di esperto. Alcuni video della trasmissione sono presenti nella sezione video del sito.
    dieta del Genotipo

    Visti i risultati positivi ottenuti, il dottor D’Adamo sta continuando le ricerche negli Stati Uniti. Negli ultimi anni ha perfezionato la dieta del genotipo, un piano alimentare basato su diversi fattori genetici, tra cui il gruppo sanguigno.Oltre a coloro che hanno aperto la strada, altri medici stanno poco a poco riconoscendo la validità della dieta: ne è un esempio la giovane e dinamica dottoressa milanese Silvia La Chiusa, Psicoterapeuta e Bionutrizionista , che da tempo la propone ai suoi pazienti con ottimi risultati.

    Quando ci si approccia a questa dieta è buona norma tenere a mente che ogni essere umano è diverso dagli altri, ha uno specifico DNA e, pertanto, esigenze uniche. I libri e i video costituiscono una guida molto utile, ma per ottenere il meglio da questa dieta bisogna sperimentarla di persona in modo da capire quali siano i nostri personali bisogni. La particolarità di questa alimentazione sta proprio qui: non è predefinita e universale, ma adattabile al singolo individuo.Solo noi possiamo capire, ascoltando le reazioni del nostro corpo, se un cibo particolare ci fa bene o male e solo noi possiamo usare questa consapevolezza come chiave per un’alimentazione corretta e una vita migliore.

    ospedale sala attesaL’importanza delle diete alimentari sta attirando l’attenzione di alcuni ricercatori in varie parti del mondo. Si sta studiando la prevenzione delle malattie, con una particolare attenzione all’alimentazione, per far fronte ad una situazione che col tempo potrebbe rivelarsi insostenibile. In particolare nel mondo occidentale.
    Negli ultimi decenni, infatti, la nostra società sta attraversando un cambiamento demografico: la durata media della vita è aumentata, ma questa condizione non va di pari passo con un buono stato di salute. Sempre più persone, non solo anziane, soffrono di malattie croniche, con conseguente aumento dei costi per la sanità pubblica.



    I GRUPPI SANGUIGNI

    «Sono fermamente convinto che non esistano sulla faccia della terra due persone identiche; nessuno che abbia le stesse impronte digitali, labiali o vocali. E neppure due fili d’erba o due fiocchi di neve sono uguali. Visto che tutti gli individui sono diversi l’uno dall’altro, non ritengo logico che essi debbano nutrirsi allo stesso modo. Poiché ciascuno di noi “abita” un corpo dotato di punti di forza e debolezza differenti e di diversi fabbisogni nutrizionali, per conservare la salute e per combattere le malattie è indispensabile tenere conto di queste peculiarità.»

    JAMES D’ADAMO

    L’idea di nutrirsi in base al gruppo sanguigno nasce dall’esigenza di capire perché più persone reagiscano in modo diverso alla stessa alimentazione. Cosa fa sì, ad esempio, che un alimento benefico per alcuni risulti addirittura nocivo per altri? La risposta si trova nel sistema immunitario, che è strettamente connesso al gruppo sanguigno.



    Il nostro sistema immunitario individua gli “intrusi” nell’organismo grazie a sostanze chiamate antigeni, che oltre a questo determinano i gruppi sanguigni. Una persona può avere infatti diversi tipi di antigeni. Quello fondamentale, che contraddistingue il gruppo 0, è uno zucchero semplice chiamato fucosio. Esso costituisce la base degli altri gruppi, più complessi, nei quali si combina con N-acetil-galattosamina (gruppo A), D-galattosamina (gruppo B) o entrambi (gruppo AB). Il fattore Rh è un ulteriore antigene del sangue, ma attualmente non risulta una sua connessione con l’alimentazione. Una volta individuate le sostanze nocive, gli antigeni comunicano con le cellule tramite una catena di zuccheri semplici. Il loro “allarme” stimola la produzione di anticorpi.

    La chiave del collegamento tra cibo e sistema immunitario sono le lectine, una particolare famiglia di proteine contenute negli alimenti. Tutte le lectine reagiscono in modo diverso ai singoli antigeni. Quando ne incontrano uno “incompatibile” inizia l’agglutinazione: le cellule si legano tra loro e formano dei grumi che in parte vengono smaltiti attraverso le vie urinarie e le feci, in parte si possono depositare sulle pareti degli organi interni, causando infiammazioni. Queste ultime possono essere più o meno gravi a seconda del grado di compatibilità.

    Il dottor D’Adamo ha verificato gli effetti delle lectine sui diversi gruppi sanguigni non solo in modo teorico ma con evidenza scientifica: ha esaminato tutti gli alimenti più comuni e ne ha verificato la compatibilità con i gruppi sanguigni. È possibile infatti verificare la presenza di lectine nocive nell’organismo mediante un semplice esame delle urine, il test dell’indacano. L’indacano è un indolo, vale a dire una sostanza chimica che viene prodotta dall’organismo quando una proteina non è stata digerita bene e. Per rilevarlo è sufficiente aggiungere all’urina acido cloridrico e ferro, lasciar riposare due minuti e aggiungere ancora tre gocce di cloroformio. Il risultato viene rilevato mediante una scala colorimetrica: più il numero è alto, maggiore è la presenza di lectine incompatibili nell’organismo.

    Evoluzione dei gruppi sanguigni nella storia
    Nel corso dei millenni l’uomo ha dovuto adattarsi a diverse condizioni climatiche, ambientali e alimentari. Questi adattamenti gli hanno permesso di sopravvivere, ma hanno anche provocato grandi cambiamenti nel sistema immunitario e determinato la diversificazione degli antigeni nel sangue.

    Burundi

    Gli uomini di Neanderthal non erano ancora abili predatori: si cibavano infatti di piante selvatiche, larve e degli animali uccisi da altri predatori. Con la comparsa dell’uomo di Cro-Magnon circa 40.000 anni fa i nostri antenati, tutti appartenenti al gruppo 0, divennero cacciatori che si alimentavano principalmente di carne e si posizionarono in cima alla catena alimentare. Iniziarono così a spostarsi dall’Africa verso l’Europa e l’Asia, alla ricerca di nuovi territori di caccia. Durante i successivi 30.000 anni arrivarono in tutte le aree del pianeta, con l’eccezione dell’Antartide, e le popolarono. Ancora oggi il gruppo 0 è quello maggiormente diffuso nel mondo.

    Durante il periodo Neolitico si verificò il primo cambiamento rilevante di stile di vita: l’uomo da nomade divenne sedentario. In Asia e Medio Oriente nacquero le prime comunità agricole, basate sulla coltivazione di cereali e l’allevamento. Le popolazioni vicine ai fiumi e al marepraticavano anche la pesca. Fu in questo nuovo ambiente che iniziò a svilupparsi il gruppo A, che tuttora è principalmente concentrato nel bacino del Mediterraneo.

    Il gene del gruppo B comparve nelle popolazioni di nomadi che 10.000 anni fa si spostarono nelle zone montuose dell’Asia. Nacque per fronteggiare il passaggio dal clima torrido dell’Africa al freddo glaciale dell’Himalaya. Questi popoli erano dediti soprattutto alla pastorizia, di conseguenza si nutrivano principalmente di carne e prodotti caseari. Questa cultura si diffuse in Europa orientale fino all’attuale Germania,in Cina e Sud-est asiatico. Un’alta percentuale di gruppo B è presente inoltre nella popolazione ebraica; gli antropologi sono ancora incerti su quale sia la dinamica dietro questo fenomeno.

    Infine, il gruppo AB è il più recente di tutti, oltre che il più raro: è presente infatti in meno del 5% della popolazione. La sua comparsa è stata collocata circa 1000-1200 anni fa, quando l’Impero Romano fu invaso dai barbari e il sangue di tipo A si mescolò con quello di tipo B. E’ difficile determinare il periodo esatto, ma studi condotti su cadaveri ritrovati in Ungheria dimostrano senza dubbio che in epoca longobarda (IV-VII secolo d.C.) il gruppo AB ancora non esisteva. Questo gruppo sanguigno ha caratteristiche complesse e contraddittorie: eredita infatti le tolleranze di entrambi i gruppi di origine, ma non ha gli anticorpi di nessuno dei due, cosa che lo rende al tempo stesso resistente e vulnerabile.

    I quattro gruppi e le loro caratteristiche
    Gruppo 0: è il gruppo più antico, ed è quello dei primi uomini che si procuravano il cibo cacciando. Le persone appartenenti al gruppo 0 hanno un sistema immunitario molto reattivo. L’apparato digerente è robusto e ha un ambiente interno acido in grado di tollerare un leggero stato di chetosi (alterazione del metabolismo dovuta a una dieta ricca di proteine e grassi e povera di carboidrati). Questa condizione permette al tipo 0 di metabolizzare meglio gli alimenti di origine animale. Per mantenersi in salute necessita di un’alimentazione ricca di proteine animali, verdure e legumi, abbinata a un programma di attività fisica intensa. Non tollera bene prodotti caseari, cereali contenenti glutine e alcuni legumi (ad es. lenticchie) perché il suo organismo, pur essendosi evoluto, non si è ancora adattato a questi alimenti. Il gruppo 0 deve stare attento al glutine: le sue lectine interferiscono con il metabolismo indebolendo l’attività dell’insulina; questa reazione non causa soltanto un aumento del peso, ma a lungo termine può sfociare in patologie più gravi, come ad esempio il diabete. Il gruppo 0 è particolarmente vulnerabile nei confronti di malattie infettive come peste, vaiolo, colera, tifo e malaria. Per questa ragione i nativi americani, tutti di gruppo 0, furono decimati dal tifo quando vennero a contatto con i primi coloni europei, di gruppo A e B, portatori del virus. Uno studio pubblicato anni fa sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet correlava la gravità dell’epidemia di colera osservata in Perù alla grande diffusione del gruppo 0 tra la popolazione; molte città furono spopolate da questa malattia, alla quale sopravvissero solo i soggetti più forti e quelli di gruppo A.

    Chi appartiene a questo gruppo tende a reagire allo stress in modo rapido e istintivo, proprio come i suoi antenati cacciatori che in situazioni di pericolo dovevano agire in fretta. Gli effetti dello stress si concentrano perciò nei muscoli. Il modo migliore per scaricarlo è sottoporsi a un esercizio fisico pesante: aerobica, sollevamento pesi, arti marziali, ecc.

    Gruppo A: si è sviluppato in seguito alla nascita delle prime comunità agricole ed è caratterizzato da un sistema immunitario sensibile alle infezioni. Un’alimentazione salutare per le persone di gruppo A è composta principalmente da frutta, verdura, pesce e uova. Per molti versi, si trovano all’opposto del gruppo 0: il loro sistema digerente presenta un ambiente interno scarsamente acido che non tollera la chetosi. Non riesce pertanto ad assimilare bene la carne rossa, che viene immagazzinata sotto forma di grasso. Anche i latticini sono poco tollerati e possono rallentare il metabolismo. Il gruppo A è particolarmente esposto a diversi tipi di cancro, come quello del seno, dello stomaco e tumori cerebrali. Questo perché le cellule tumorali hanno un’alta affinità con l’antigene A, che non le riconosce come nocive.

    Le persone di tipo A sono molto sensibili alle situazioni stressanti, soprattutto a livello mentale: l’adrenalina da stress li colpisce principalmente al sistema nervoso. Questo fenomeno è per loro causa di ansia e irritabilità. Il modo migliore per contrastarlo è intraprendere un’attività fisica che favorisca il rilassamento mentale, come Yoga, Tai Chi Chuan, camminata veloce…

    Gruppo B: questo gruppo è originario delle antiche tribù nomadi dell’Asia, che dovettero adattarsi al clima delle montagne. Il sistema immunitario del gruppo B è resistente a molte patologie, ma suscettibile alle malattie autoimmuni e a quelle con virus a crescita lenta (sclerosi multipla, lupus…). Le persone appartenenti a questo gruppo possono seguire una dieta molto varia, poiché il loro sistema digerente si adatta bene ai cambiamenti di alimentazione. Come per il gruppo 0, sono intolleranti al glutine di frumento. Tendono inoltre a ingrassare con alcuni alimenti come lenticchie, grano saraceno, sesamo e granturco, che possono causare ipoglicemia. Il tipo B tende a contrarre più facilmente infezioni delle vie urinarie e dei reni: i batteri coinvolti in questo tipo di infezioni presentano infatti caratteristiche simili all’antigene B.

    Le persone di gruppo B gestiscono bene lo stress quando riescono a mantenere una situazione di equilibrio tra corpo e mente. Quando questo equilibrio viene a mancare possono insorgere disturbi come affaticamento cronico e annebbiamento mentale. Le attività fisiche a loro più congeniali sono perciò quelle che impegnano in quantità moderata sia il corpo che la mente: nuoto, Tai Chi Chuan, escursioni…

    Gruppo AB: è il gruppo sanguigno più recente e più raro. Nato dalla mescolanza dei gruppi A e B, presenta caratteristiche affini a entrambi. Il sistema immunitario è resistente alle malattie infettive grazie alla presenza di entrambi gli antigeni. È caratterizzato anche dall’assenza di anticorpi anti-A e anti-B, il che rappresenta sia un vantaggio che uno svantaggio: se da una parte è più resistente ad allergie e altre malattie del sistema immunitario, dall’altra riconosce più difficilmente cellule estranee affini ai gruppi A e B. Questo comporta una predisposizione a sviluppare tumori, poiché una delle funzioni del nostro sistema difensivo è anche quella di riconoscere e uccidere cellule trasformate che, nel tempo, possono dare origine a una neoplasia. L’apparato digerente ha una tolleranza generale abbastanza alta, ma anche la scarsa acidità del gruppo A, che gli rende difficile digerire la carne rossa. Presenta inoltre le stesse intolleranze del gruppo B verso granoturco, grano saraceno, sesamo e frumento, che riducono l’efficienza dell’insulina. I soggetti di tipo AB devono fare particolare attenzione alle malattie dovute a parassiti, che presentano affinità con entrambi gli antigeni A e B.

    Per quanto riguarda la gestione dello stress, la tendenza è la stessa del gruppo A: l’adrenalina colpisce il sistema nervoso e la reazione è principalmente emotiva, con tendenza a stati d’ansia e irritabilità. Quindi, come per il gruppo A, la soluzione è un’attività fisica che aiuti a rilassarsi: Yoga, camminata veloce, Tai Chi Chuan…



    fonte:http://dietagrupposanguigno.net/
     
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    DIETA GRUPPO SANGUIGNO 0

    erectus.jpg
    L’antica alimentazione dei nostri progenitori


    Nel corso della storia l’uomo ha dovuto adattarsi a diverse condizioni climatiche, ambientali e alimentari. Questi adattamenti gli hanno permesso di sopravvivere, ma hanno anche provocato grandi cambiamenti nel sistema immunitario e determinato la diversificazione degli antigeni nel sangue. In definitiva, i più grandi passi avanti nell’evoluzione sono dovuti al cibo e ai diversi modi inventati dall’uomo per procurarselo.

    Il gruppo sanguigno 0 è il gruppo più antico e risale ai primi esseri umani che comparvero sulla faccia della Terra, centinaia di migliaia di anni fa. Questi uomini preistorici, probabilmente originari dell’Africa, non erano ancora cacciatori, non avevano una vita lunga e potevano morire per moltissime ragioni, dalle malattie infettive alle aggressioni di animali feroci e persino per una semplice frattura; di conseguenza, impiegavano le loro risorse e la loro intelligenza principalmente per difendersi dall’ambiente ostile nel quale erano costretti a sopravvivere.Gli homo habilis, vissuti circa 2,5 milioni di anni fa, furono presumibilmente i primi a maneggiare utensili; tuttavia non erano ancora abili cacciatori: si cibavano infatti di piante selvatiche, larve e degli animali uccisi da altri predatori.Il primo cacciatore nella storia evolutiva dell’uomo, seppur ancora in modo rudimentale, fu presumibilmente l’homo erectus; questo passaggio fu favorito anche dalla scoperta del fuoco, che rendeva più facile assimilare la carne grazie alla cottura.

    [IMG]Homo sapiens - Neanderthal abili cacciatori. Si vestivano con le pelli di animali[/IMG]
    Homo sapiens – Cro- Magnon abili cacciatori. Si vestivano con le pelli di animali. Fisicamente erano molto simili a noi


    Fu solo con le prime migrazioni che l’uomo inizio a sviluppare le sue capacità di predatore, modificando la sua alimentazione in modo profondo e determinante. Con la comparsa degli uomini di Neanderthal (circa 100.000 anni fa) e degli uomini di Cro-Magnon- Sapiens (circa 40.000 anni fa) i nostri antenati, tutti appartenenti al gruppo 0, divennero cacciatori che si alimentavano principalmente di carne. Iniziarono a cacciare in gruppi organizzati e ben presto furono in grado di costruire armi e di utilizzare utensili. Grazie alle nuove abilità acquisite, gli uomini si posizionarono in cima alla catena alimentare.
    Questa condizione permise inoltre all’uomo di riprodursi in modo più efficace: l’alimentazione ricca di proteine gli forniva tutta l’energia di cui aveva bisogno per popolare il mondo, e fu proprio in questo periodo che il gruppo sanguigno 0 raggiunse la sua massima espansione. Iniziarono così anche le migrazioni di massa dall’Africa verso l’Europa e l’Asia, alla ricerca di nuovi territori di caccia. Durante i successivi 30.000 anni arrivarono in tutte le aree del pianeta, con l’eccezione dell’Antartide, e le popolarono.
    Indiani-peruviani
    Indiani peruviani. Una popolo antico tutti del gruppo 0
    Indiani peruviani. Una popolo antico di cacciatori tutti del gruppo 0
    Le teorie dei gruppi sanguigni del dottor D’Adamo trovano riscontro nel fatto che ancora oggi il gruppo 0 è quello maggiormente diffuso nel mondo. Attualmente i gruppi etnici più antichi come gli indiani peruviani, Bororo del Brasile, Maya …sono tutti del gruppo 0. Per maggiori informazioni su questo argomento visitate questa pagina

    Le persone appartenenti al gruppo 0 hanno un sistema immunitario molto reattivo. L’apparato digerente è robusto e ha un ambiente interno acido in grado di tollerare un leggero stato di chetosi (alterazione del metabolismo dovuta a una dieta ricca di proteine e grassi e povera di carboidrati). Questa condizione risale ai tempi in cui l’uomo primitivo necessitava di molta energia per sopravvivere in un ambiente estremamente ostile, e permette al tipo 0 di metabolizzare meglio gli alimenti di origine animale. Per mantenersi in salute necessita di un’alimentazione ricca di proteine animali, verdure e legumi, abbinata a un programma di attività fisica intensa. Non tollera bene prodotti caseari, cereali contenenti glutine e alcuni legumi (ad es. lenticchie) perché il suo organismo, pur essendosi evoluto, non si è ancora adattato a questi alimenti.

    Il gruppo 0 deve stare attento al glutine: le sue lectine interferiscono con il metabolismo indebolendo l’attività dell’insulina; questa reazione non causa soltanto un aumento del peso, ma a lungo termine può sfociare in patologie più gravi, come ad esempio il diabete. È inoltre particolarmente vulnerabile nei confronti di malattie infettive come peste, vaiolo, colera, tifo e malaria. Per questa ragione i nativi americani, tutti di gruppo 0, furono decimati dal tifo quando vennero a contatto con i primi coloni europei, di gruppo A e B, portatori del virus. Uno studio pubblicato anni fa sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet correlava la gravità dell’epidemia di colera osservata in Perù alla grande diffusione del gruppo 0 tra la popolazione; molte città furono spopolate da questa malattia, alla quale sopravvissero solo i soggetti più forti e quelli di gruppo A.

    [IMG]Pesce, carne, uova e verdure sono la base alimentare consigliata al gruppo 0[/IMG]
    Pesce, carne, uova e verdure sono la base alimentare consigliata al gruppo 0
    Come già accennato, il maggior responsabile dell’aumento di peso nel gruppo 0 è il glutine contenuto nel germe di grano e, più in generale, nei prodotti a base di frumento: esso spinge il metabolismo in una direzione diametralmente opposta a quella della chetosi. Tuttavia, non è l’unico fattore che determina questo fenomeno.
    Un altro elemento da tenere in considerazione sono le lectine di alcuni legumi (ad esempio le lenticchie e i fagioli di Spagna), dotate di un’alta affinità per il tessuto muscolare, che lo rendono alcalino e meno propenso ad accumulare energia. In questo modo viene a mancare la condizione di leggera “acidità” necessaria alle persone di gruppo 0 per metabolizzare gli alimenti in modo efficiente.
    C’è infine un terzo fattore cui il tipo 0 dovrebbe prestare attenzione, ed è la tendenza all’ipotiroidismo (la tiroide non riesce a produrre la quantità di ormoni necessaria per far funzionare i processi metabolici a pieno ritmo). Un valido aiuto per le persone di gruppo 0 che soffrono di questa condizione è lo iodio, contenuto nel pesce e nelle alghe, che stimola la produzione di ormoni tiroidei.

    Il segreto per trarre in positivo gli effetti dello stress è racchiuso nel nostro gruppo sanguigno. Il problema, infatti, non è rappresentato dallo stress in sé, ma dal nostro modo di reagire alle situazioni stressanti: ciascun gruppo sanguigno è capace di dominarle utilizzando reazioni istintive programmate nel proprio DNA.
    [IMG]L’attività fisica molto intensa consigliata al gruppo 0[/IMG]
    L'attività fisica molto consigliata al gruppo 0

    Le persone di gruppo 0 tendono a reagire allo stress in modo rapido e istintivo, proprio come i loro antenati cacciatori che in situazioni di pericolo dovevano agire molto in fretta. Gli effetti dello stress si concentrano perciò nei muscoli. Questo gruppo sanguigno è infatti programmato per reagire alle situazioni stressanti con una vera e propria esplosione di energia fisica che, se correttamente indirizzata, può avere effetti estremamente positivi. Se la persona di tipo 0 non riesce a rispondere allo stress nel modo che le è più congeniale, rischia di accumulare energia in eccesso fino a raggiungere la cosiddetta fase di “esaurimento”; tale condizione può portare al manifestarsi di sintomi psicologici come depressione, affaticamento o insonnia e (se protratta a lungo termine) a una maggiore sensibilità nei confronti di malattie infiammatorie e autoimmunitarie, come l’artrite e l’asma.
    Il modo migliore per scaricare tutta l’energia a disposizione è sottoporsi a un esercizio fisico pesante. Le attività migliori per il gruppo 0 sono pertanto: aerobica, sollevamento pesi, arti marziali, jogging, nuoto, tapis-roulant, step, ginnastica ritmica, bicicletta (o cyclette), camminate, danza, pattinaggio.


    Dottor Peter D’Adamo
    L’idea che esista un collegamento tra gruppo sanguigno e personalità è un’ipotesi affascinante cui si sono dedicati molti studiosi negli ultimi cento anni.
    Al giorno d’oggi anche alcuni scienziati e psicologi occidentali, tra cui il dottor D’Adamo, hanno condotto diversi studi e riscontrato una certa affinità tra persone appartenenti allo stesso gruppo sanguigno. Lo stesso dottor Mozzi, basandosi sulla sua esperienza, ha delineato nel suo libro alcune caratteristiche comportamentali dei quattro gruppi; queste osservazioni sono coerenti con gli studi condotti finora.
    Secondo tali studi, ogni persona con sangue di gruppo 0 cela nella sua memoria genetica forza, resistenza, senso di autostima, temerarietà, intuizione e ottimismo. Questa è infatti l’eredità genetica dei primi uomini, dotati di passione, energia, istinto di conservazione e una grande fiducia in se stessi, tutte qualità necessarie un ambiente ostile come il loro.
    Altre caratteristiche di questo gruppo osservate nel tempo sono la propensione al successo e le qualità per diventare un leader: molti personaggi che hanno ricoperto un ruolo di potere nel panorama mondiale appartengono al gruppo 0, tra i quali la maggior parte dei primi ministri eletti in Giappone.

     
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    La dieta del gruppo sanguigno A

    L’evoluzione dell’agricoltura e delle prime comunità

    “Sentirete spesso critiche alla mia teoria del gruppo sanguigno poiché, mentre io affermo che il tipo 0 è il gruppo sanguigno dei nostri antenati, recenti studi molecolari hanno identificato il tipo A come il “gruppo selvatico”. Ora risulta che entrambe le affermazioni sono vere: il gruppo A comparve, poi scomparve, e infine riapparve più o meno dopo il gruppo 0 (non solo per ragioni evoluzionistiche, ma anche grazie alla loro maggiore capacità di resistere alle malattie infettive). Nonostante questo, per diverso tempo la stragrande maggioranza degli uomini primitivi nel mondo sono stati indubbiamente di gruppo 0.”

    DOTT. PETER D’ADAMO
    Dadamo
    Nel corso della storia l’uomo ha dovuto adattarsi a diverse condizioni climatiche, ambientali e alimentari. Questi adattamenti gli hanno permesso di sopravvivere, ma hanno anche provocato grandi cambiamenti nel sistema immunitario e determinato la diversificazione degli antigeni nel sangue. In definitiva, i più grandi passi avanti nell’evoluzione sono dovuti al cibo e ai diversi modi inventati dall’uomo per procurarselo.

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    Molto probabilmente il gruppo sanguigno A fece la sua comparsa definitiva nell’area asiatica o mediorientale 25.000-15.000 anni fa, in risposta alle mutate condizioni ambientali.
    Durante il periodo Neolitico si verificò il primo cambiamento rilevante di stile di vita: l’uomo da nomade divenne sedentario. La coltivazione dei cereali e la disponibilità del bestiame diedero un forte impulso all’evoluzione umana: grazie ad esse l’uomo poté iniziare a sviluppare comunità stabili e a costruire le prime abitazioni. Di conseguenza, l’alimentazione e lo stile di vita delle nuove popolazioni erano completamente differenti; questo comportò una forte mutazione dell’apparato digerente e del sistema immunitario, che permise loro di tollerare le sostanze nutritive contenute nei cereali e negli altri prodotti agricoli.
    Dall’Asia e dal Medio Oriente il gruppo A si diffuse in Europa occidentale grazie agli indoeuropei, che si mescolarono alle popolazioni locali tra il 3500 e il 2000 a.C. I cambiamenti ambientali, dovuti alla rapida espansione dell’agricoltura, ebbero un forte impatto che permise al gene del tipo A di radicarsi definitivamente. Ancora oggi questo gruppo sanguigno si concentra nei Paesi del Mediterraneo, principalmente in Corsica, in Sardegna, in Spagna, in Turchia e nei Balcani.

    Per il gruppo A sono importanti gli alimenti di origine vegetale
    [IMG]Gruppo A .Importanti gli alimenti di origine vegetale[/IMG]
    Un’alimentazione salutare per le persone di gruppo sanguigno A è composta principalmente da ortaggi, frutta, legumi, pesce e uova. Le persone di tipo A si sentono meglio seguendo una dieta vegetariana, un’eredità tramandata dai loro antenati che erano diventati agricoltori stanziali e poco aggressivi.
    Per molti versi, il loro metabolismo si trova all’opposto di quello del gruppo 0: il loro sistema digerente presenta un ambiente interno scarsamente acido che non tollera la chetosi. Per questo motivo, chi appartiene al gruppo sanguigno A potrebbe sentirsi intorpidito e stanco dopo aver mangiato carne rossa, cosa che non avverrebbe con proteine di origine vegetale.
    Le persone di gruppo A sono predisposte a sviluppare malattie di cuore, tumori e diabete. In particolare sono esposte a diversi tipi di cancro, come quello del seno, dello stomaco e tumori cerebrali. Questo perché le cellule tumorali hanno un’alta affinità con l’antigene A, che non le riconosce come nocive. Per contro, nel corso della storia questo gruppo si è sempre distinto per la grande resistenza alle malattie infettive come la peste, il vaiolo e il colera (caratteristiche delle comunità con una grande densità di popolazione): una qualità che ha conservato sino ai giorni nostri.



    Gruppo A. Carni rosse, glutine e latticini da evitare
    [IMG]Gruppo A. Carni rosse, glutine, latticini e cibi industriali da evitare[/IMG]
    La carne rossa è la causa principale dell’aumento di peso nei soggetti appartenenti a questo gruppo che, non riuscendo ad assimilarla bene, la immagazzinano sotto forma di grasso. Alcuni possono soffrire addirittura di ritenzione di liquidi e di una digestione lenta e difficoltosa quando mangiano cibi inadatti.
    Un’altra causa dell’aumento di peso sono i latticini: essi sono infatti poco tollerati e possono rallentare il metabolismo. Inoltre i formaggi sono spesso ricchi di grassi saturi, che mettono in pericolo il cuore e le arterie.
    Per le persone appartenenti a questo gruppo è essenziale un’alimentazione basata sul consumo di cibi naturali, freschi e possibilmente non contaminati da pesticidi o conservanti.

    Il segreto per trarre in positivo gli effetti dello stress è racchiuso nel nostro gruppo sanguigno. Il problema, infatti, non è rappresentato dallo stress in sé, ma dal nostro modo di reagire alle situazioni stressanti: ciascun gruppo sanguigno è capace di dominarle utilizzando reazioni istintive programmate nel proprio DNA.

    [IMG]Attività come lo yoga sono consigliati al gruppo A[/IMG]
    Attività come lo yoga sono consigliati al gruppo A
    Le persone di tipo A sono molto sensibili alle situazioni stressanti, soprattutto a livello mentale: l’adrenalina da stress li colpisce principalmente al sistema nervoso. Questo fenomeno è per loro causa di ansia, iperattività e irritabilità. A lungo termine, questa situazione mina l’efficienza del sistema immunitario favorendo infezioni, malattie cardiache e varie forme di tumore.
    Il modo migliore per contrastarlo è intraprendere un’attività fisica che favorisca il rilassamento mentale, come Yoga, Tai Chi Chuan, camminata veloce, arti marziali, golf, nuoto, danza, sport aerobici (leggeri) e stretching.
    Praticare attività rilassanti non significa evitare di fare sforzi: la cosa più importante non è tanto la fatica, quanto il coinvolgimento mentale nell’esercizio fisico. Gli sport molto competitivi, per esempio, esauriscono l’energia fisica ma non quella mentale che, al contrario, è proprio quella che le persone di tipo A hanno bisogno di scaricare.



    In Giappone
    Il 70% dei giapponesi segue la dottrina dei gruppi sanguigni


    Giapponesi-gruppo-sanguigno
    L’idea che esista un collegamento tra gruppo sanguigno e personalità è un’ipotesi affascinante cui si sono dedicati molti studiosi negli ultimi cento anni. È stata oggetto di studio soprattutto in Giappone con il nome ketsuekigata (“dottrina dei gruppi sanguigni”) e oggi il 70% dei giapponesi ci crede fermamente. Numerosi autori giapponesi contribuirono al consolidamento di questa teoria scrivendo libri sull’argomento. Tra questi, il principale è sicuramente “Ketsuekigata de wakaru aisho” (Capire le affinità in base al gruppo sanguigno), del giornalista Masahiko Nomi. Attualmente il libro ha raggiunto le 240 ristampe!
    Il ketsuekigata viene usato per tutti gli aspetti importanti della vita: indagini di mercato, selezione del personale, scelta del coniuge e molti altri.


    Dottor Peter D’Adamo
    Al giorno d’oggi anche alcuni scienziati e psicologi occidentali, tra cui il dottor D’Adamo, hanno condotto diversi studi e riscontrato una certa affinità tra persone appartenenti allo stesso gruppo sanguigno. Lo stesso dottor Mozzi, basandosi sulla sua esperienza, ha delineato nel suo libro alcune caratteristiche comportamentali dei quattro gruppi; queste osservazioni sono coerenti con gli studi condotti finora.
    Secondo tali studi, il tipo A conserva l’eredità genetica dei primi agricoltori della storia. Questi furono anche i primi esseri umani che si organizzarono in comunità, imparando a cooperare gli uni con gli altri e a rispettare i tempi della natura per ottenere i prodotti agricoli di cui si nutrivano. Dovevano inoltre essere socialmente accettabili, ordinati, rispettosi delle leggi, sensibili, intuitivi e dotati di un buon autocontrollo.
    Per questo le persone appartenenti al gruppo sanguigno A sono quelle che tendono ad avere una struttura emotiva più forte e conservano tratti psicologici che conferiscono loro grande capacità di pianificazione e collaborazione. Possono essere dei buoni leader, ma rifiuta di assumere atteggiamenti eccessivamente aggressivi per adempiere al suo ruolo.

    fonte:http://dietagrupposanguigno.net/

     
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    La dieta del gruppo sanguigno B

    Il percorso alimentare verso l’equilibrio

    Nel corso della storia l’uomo ha dovuto adattarsi a diverse condizioni climatiche, ambientali e alimentari. Questi adattamenti gli hanno permesso di sopravvivere, ma hanno anche provocato grandi cambiamenti nel sistema immunitario e determinato la diversificazione degli antigeni nel sangue. In definitiva, i più grandi passi avanti nell’evoluzione sono dovuti al cibo e ai diversi modi inventati dall’uomo per procurarselo.

    [IMG]Tribù mongole nomadi[/IMG]
    Tribù mongole nomadi
    Il gruppo sanguigno B comparve per la prima volta 10.000 – 15.000 anni fa, nelle zone montuose dell’Himalaya che oggi fanno parte del Pakistan e dell’India. Come per il gruppo A, l’evoluzione di questo gene fu una diretta conseguenza del cambiamento ambientale e climatico; in questo caso, il passaggio dal clima torrido delle savane africane a quello freddo e rigido delle catene montuose himalaiane. Presumibilmente, il nuovo gruppo si sviluppò in India o negli Urali nel contesto di tribù caucasiche e mongoliche, ma presto divenne caratteristico delle tribù nomadi delle steppe.
    Questi popoli erano dediti soprattutto alla pastorizia, di conseguenza si nutrivano principalmente di carne e prodotti caseari. Si differenziarono ben presto in due sottogruppi: il primo, più stanziale e dedito principalmente all’agricoltura, si stabilì nel Sud-est asiatico; l’altro, nomade e bellicoso, conquistò i territori a nord e a ovest dell’Asia. Questi ultimi si spinsero in Europa orientale fino all’attuale Germania: ancora oggi in molte popolazioni di quest’area geografica è presente un’alta concentrazione di gruppo B. In particolare, la concentrazione di soggetti di tipo B in Germania si riscontra nella zona lungo il fiume Elba, considerato un antico confine naturale che separava la civiltà dalla barbarie.
    Questo gruppo è inoltre molto presente nella popolazione ebraica; gli antropologi sono ancora incerti su quale sia la dinamica dietro questo fenomeno. Nel nostro paese abbiamo un’alta concentrazione del gruppo sanguigno B nell’Italia meridionale.



    La dieta delle persone di tipo B è molto bilanciata e include una grande varietà di alimenti, poiché il loro sistema digerente si adatta bene ai cambiamenti di alimentazione. Secondo il dottor James D’Adamo, essa comprende “il meglio del regno animale e vegetale”.
    Solitamente il loro fisico è resistente a molte malattie caratteristiche delle società economicamente sviluppate, come i tumori e le patologie cardiovascolari; e anche quando non riescono a evitarle, sono in grado di combatterle bene. Per contro, sono suscettibili a disturbi meno comuni, come le malattie autoimmuni e a quelle con virus a crescita lenta (sclerosi multipla, lupus, sindrome da affaticamento cronico, ecc.).
    Il tipo B tende inoltre a contrarre più facilmente infezioni delle vie urinarie e dei reni: i batteri coinvolti in questo tipo di infezioni presentano infatti caratteristiche simili all’antigene B.

    Come per il gruppo 0, le persone appartenenti al gruppo B sono intolleranti al glutine di frumento. Tendono inoltre a ingrassare con alcuni alimenti come lenticchie, grano saraceno, arachidi, sesamo e granturco, che possono influire negativamente sul metabolismo causando ipoglicemia, stanchezza e ritenzione di liquidi (specialmente se consumati insieme a frumento).
    I formaggi, generalmente da evitare per favorire la perdita di peso, con moderazione sono invece consigliati per il gruppo B poiché aiutano a bilanciare il metabolismo (da preferire quelli ovini). Altri alimenti utili per questo scopo sono il fegato, le uova, la carne e gli ortaggi verdi.

    Il gruppo B tendenzialmente più equilibrato
    [IMG]Il gruppo B tendenzialmente il più equilibrato[/IMG]
    Il segreto per trarre in positivo gli effetti dello stress è racchiuso nel nostro gruppo sanguigno. Il problema, infatti, non è rappresentato dallo stress in sé, ma dal nostro modo di reagire alle situazioni stressanti: ciascun gruppo sanguigno è capace di dominarle utilizzando reazioni istintive programmate nel proprio DNA.
    Le persone di gruppo B mostrano una spiccata tendenza a ricercare sempre una situazione di equilibrio, tanto nell’alimentazione quanto nella risposta allo stress che, infatti, consiste in una via di mezzo tra la risposta emotiva del tipo A e quella fisica del tipo 0. Questo comportamento è dovuto alla loro eredità genetica: i popoli che per primi hanno sviluppato il gene del tipo B avevano la necessità di adattarsi a una situazione ambientale molto variegata.
    Oggi queste persone hanno una capacità molto elevata di gestione dello stress, poiché sono più riflessive rispetto al gruppo 0 ma anche più “energiche” fisicamente rispetto al gruppo A. Quando il loro equilibrio viene a mancare possono insorgere disturbi come affaticamento cronico e annebbiamento mentale. Le attività fisiche più congeniali al gruppo B sono perciò quelle che impegnano in quantità moderata sia il corpo che la mente: nuoto, Tai Chi Chuan, escursioni a piedi o in bicicletta, aerobica, tennis, arti marziali, ginnastica ritmica, camminata veloce, jogging, sollevamento pesi, golf, yoga.

    Prodotti giapponesi personalizzati per gruppo sanguigno


    [IMG]Prodotti personalizzati per gruppo sanguigno[/IMG]
    L’idea che esista un collegamento tra gruppo sanguigno e personalità è un’ipotesi affascinante cui si sono dedicati molti studiosi negli ultimi cento anni. È stata oggetto di studio soprattutto in Giappone con il nome ketsuekigata (“dottrina dei gruppi sanguigni”) e oggi il 70% dei giapponesi ci crede fermamente. Numerosi autori giapponesi contribuirono al consolidamento di questa teoria scrivendo libri sull’argomento. Tra questi, il principale è sicuramente “Ketsuekigata de wakaru aisho” (Capire le affinità in base al gruppo sanguigno), del giornalista Masahiko Nomi. Attualmente il libro ha raggiunto le 240 ristampe.
    Il ketsuekigata viene usato per tutti gli aspetti importanti della vita: indagini di mercato, selezione del personale, scelta del coniuge e molti altri.

    Dottor Peter D'Adamo
    Dottor Peter D’Adamo
    Al giorno d’oggi anche alcuni scienziati e psicologi occidentali, tra cui il dottor D’Adamo, hanno condotto diversi studi e riscontrato una certa affinità tra persone appartenenti allo stesso gruppo sanguigno. Lo stesso dottor Mozzi, basandosi sulla sua esperienza, ha delineato nel suo libro alcune caratteristiche comportamentali dei quattro gruppi; queste osservazioni sono coerenti con gli studi condotti finora.
    Come ormai sappiamo, la parola d’ordine del tipo B è “equilibrio”: è questo il retaggio genetico dei popoli nomadi conquistatori, che dovevano per forza essere flessibili e creativi. Le persone di questo gruppo riescono a esaminare ogni questione mettendosi anche nei panni degli altri e quindi vivono e agiscono all’insegna dell’empatia. In Asia il gruppo B è molto ben rappresentato; non a caso la medicina tradizionale cinese considera un perfetto equilibrio fisico, psichico ed emotivo fondamentale per la buona salute


    http://dietagrupposanguigno.net/

     
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    La dieta del gruppo sanguigno AB

    Il moderno frutto di antiche mescolanze
    Nel corso della storia l’uomo ha dovuto adattarsi a diverse condizioni climatiche, ambientali e alimentari. Questi adattamenti gli hanno permesso di sopravvivere, ma hanno anche provocato grandi cambiamenti nel sistema immunitario e determinato la diversificazione degli antigeni nel sangue. In definitiva, i più grandi passi avanti nell’evoluzione sono dovuti al cibo e ai diversi modi inventati dall’uomo per procurarselo.

    Invasioni barbariche

    Invasioni-barbariche
    Invasioni barbariche hanno contribuito
    Il gruppo sanguigno AB è il gruppo più recente e più raro. È il risultato della mescolanza tra il sangue caucasico di tipo A e quello mongolico di tipo B, e oggi è presente in meno del 5 per cento della popolazione.
    Dodici secoli fa il tipo AB non esisteva: alcuni studi su salme ritrovate in Ungheria dimostrano che in età longobarda (IV-VII secolo d.C.) non aveva ancora fatto la sua comparsa. Le prime prove della sua esistenza risalgono a circa novecento – mille anni fa, quando le popolazioni barbariche riuscirono a penetrare nell’Impero romano e il sangue dei vincitori si mescolò a quello dei vinti.



    Il sistema immunitario del gruppo AB


    [IMG]Il sistema immunitario AB resistente alle malattie infettive[/IMG]
    Il sistema immunitario del gruppo AB è resistente alle malattie infettive grazie alla presenza di entrambi gli antigeni. È caratterizzato anche dall’assenza di anticorpi anti-A e anti-B, il che rappresenta sia un vantaggio che uno svantaggio: se da una parte è più resistente ad allergie e altre malattie del sistema immunitario, dall’altra riconosce più difficilmente cellule estranee affini ai gruppi A e B. Questo comporta una predisposizione a sviluppare tumori, poiché una delle funzioni del nostro sistema difensivo è anche quella di riconoscere e uccidere cellule trasformate che, nel tempo, possono dare origine a una neoplasia. I soggetti di tipo AB devono fare particolare attenzione alle malattie dovute a parassiti, che presentano affinità con entrambi gli antigeni A e B.
    La contemporanea presenza di caratteristiche di tipo A e B influenza notevolmente sia l’aumento di peso sia il dimagrimento. L’apparato digerente ha una tolleranza generale abbastanza alta, ma anche la scarsa acidità del gruppo A, che gli rende difficile digerire la carne rossa. Presenta inoltre le stesse intolleranze del gruppo B verso granoturco, grano saraceno, sesamo, fagioli di Spagna e di Lima e frumento, che riducono l’efficienza dell’insulina. Lenticchie e arachidi sono invece ben tollerate grazie alla parte A che, in questo caso, predomina.

    Sport all'aria aperta consigliati
    Attività rilassanti consigliati al gruppo AB

    bicicletta-350x263
    Il segreto per trarre in positivo gli effetti dello stress è racchiuso nel nostro gruppo sanguigno. Il problema, infatti, non è rappresentato dallo stress in sé, ma dal nostro modo di reagire alle situazioni stressanti: ciascun gruppo sanguigno è capace di dominarle utilizzando reazioni istintive programmate nel proprio DNA.
    Per quanto riguarda la gestione dello stress, la tendenza è la stessa del gruppo A: l’adrenalina colpisce il sistema nervoso e la reazione è principalmente emotiva, con tendenza a stati d’ansia e irritabilità. A lungo termine, questa situazione mina l’efficienza del sistema immunitario favorendo infezioni, malattie cardiache e varie forme di tumore.
    Quindi, come per il gruppo A, la soluzione è un’attività fisica che favorisca il rilassamento mentale: Yoga, camminata veloce, Tai Chi Chuan, aikido, golf, bicicletta, nuoto, danza, sport aerobici (leggeri), escursioni a piedi, stretching. È preferibile evitare gli sport molto competitivi, poiché esauriscono l’energia fisica ma non quella mentale che, al contrario, è proprio quella che le persone di tipo AB hanno bisogno di scaricare.

    [IMG]Personaggi di fumetti giapponesi[/IMG]
    Personaggi di fumetti giapponesi
    L’idea che esista un collegamento tra gruppo sanguigno e personalità è un’ipotesi affascinante cui si sono dedicati molti studiosi negli ultimi cento anni. È stata oggetto di studio soprattutto in Giappone con il nome ketsuekigata (“dottrina dei gruppi sanguigni”) e oggi il 70% dei giapponesi ci crede fermamente. Numerosi autori giapponesi contribuirono al consolidamento di questa teoria scrivendo libri sull’argomento. Tra questi, il principale è sicuramente “Ketsuekigata de wakaru aisho” (Capire le affinità in base al gruppo sanguigno), del giornalista Masahiko Nomi. Attualmente il libro ha raggiunto le 240 ristampe.
    Il ketsuekigata viene usato per tutti gli aspetti importanti della vita: indagini di mercato, selezione del personale, scelta del coniuge e molti altri.


    Dottor Peter D’Adamo
    Al giorno d’oggi anche alcuni scienziati e psicologi occidentali, tra cui il dottor D’Adamo, hanno condotto diversi studi e riscontrato una certa affinità tra persone appartenenti allo stesso gruppo sanguigno. Lo stesso dottor Mozzi, basandosi sulla sua esperienza, ha delineato nel suo libro alcune caratteristiche comportamentali dei quattro gruppi; queste osservazioni sono coerenti con gli studi condotti finora.
    Secondo tali studi, la personalità delle persone di gruppo AB rappresenta la fusione tra la sensibilità del gruppo A e l’equilibrio del gruppo B. Il risultato sono persone originali, molto sensibili agli aspetti più spirituali dell’esistenza, a volte impulsive, e dotate di un grande carisma e fiduciose nei confronti del prossimo.

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  6. Massimo Rossi1
     
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    Ciao! Volevo segnalare questo sito web dove trovate molte più informazioni e nettamente più leggibili rispetto a quello pubblicato dall'autore: dieta gruppo sanguigno
    Qui trovate molte informazioni sulla dieta del gruppo sanguigno, per tutti i gruppi sanguigni (gruppo 0, A, B ed AB), oltre a consigli e rimedi naturali divisi in base alla malattia. Ci sono inoltre tante ricette utili, le proprietà di tante piante officinali, con l'elenco completo dei fitoterapici consigliati dal dottor Mozzi e una sezione dedicata ai video. Inoltre c'è una ricca sezione dedicata alle testimonianze di persone guarite, o migliorate nettamente, seguendo la dieta del gruppo sanguigno. Spero possa esservi utile come lo è stato per me.
     
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    CITAZIONE (Massimo Rossi1 @ 12/1/2017, 15:47) 
    Ciao! Volevo segnalare questo sito web dove trovate molte più informazioni e nettamente più leggibili rispetto a quello pubblicato dall'autore: dieta gruppo sanguigno
    Qui trovate molte informazioni sulla dieta del gruppo sanguigno, per tutti i gruppi sanguigni (gruppo 0, A, B ed AB), oltre a consigli e rimedi naturali divisi in base alla malattia. Ci sono inoltre tante ricette utili, le proprietà di tante piante officinali, con l'elenco completo dei fitoterapici consigliati dal dottor Mozzi e una sezione dedicata ai video. Inoltre c'è una ricca sezione dedicata alle testimonianze di persone guarite, o migliorate nettamente, seguendo la dieta del gruppo sanguigno. Spero possa esservi utile come lo è stato per me.

    ok..grazie.. x la tua segnalazione!!!

    Edited by Lussy60 - 9/1/2020, 22:41
     
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    7 Cibi "GRASSI" che ti aiutano ad avere la pancia-piatta (alcuni di questi ti sorprenderanno!)

    Questi 7 super-cibi grassi (ma sani) ti aiutano effettivamente a bruciare il grasso ostinato più velocemente!

    di Mike Geary, Nutrizionista Specialista Certificato, Personal Trainer Certificato
    Autore – La Verità sugli Addominali Scolpiti - La Cucina Brucia grassi - i 101 cibi che COMBATTONO l'invecchiamento

    Ormai non esistono più le propagande anti-grasso e quasi tutti hanno capito che mangiare i grassi non fa necessariamente ingrassare. Infatti, è assolutamente indispensabile introdurre una quantità sufficiente di grassi sani nella tua dieta per mantenere gli ormoni in equilibrio, tenere sotto controllo la glicemia e prevenire gli attacchi di fame. Qui ci sono 7 esempi di cibi "grassi" che possono AIUTARTI a dimagrire...

    darkchocolate
    1. Cioccolato super fondente (con un contenuto di cacao del 72% o superiore) - Potrebbe non essere più un segreto, ma sì, il cioccolato fondente (NON il cioccolato al latte) può essere un cibo molto salutare, anche se è tecnicamente ricco di calorie.

    Tuttavia, io sostengo che il cioccolato fondente può effettivamente AIUTARTI a bruciare il grasso della pancia, se sei il tipo di persona che ha un debole per i dolci. In questo caso, solo 1 o 2 quadratini di cioccolato fondente spesso può soddisfare la tua golosità con solo 30-40 calorie, a differenza delle 500 calorie di un pezzo di torta al cioccolato o di una fetta di crostata.

    Inoltre, alcune marche di cioccolato fondente che hanno un contenuto di cacao del 70%, o superiore, possono avere un elevato contenuto di fibre (ho visto che alcune marche che hanno 5 grammi di fibra su 15 grammi di carboidrati totali per porzione), e un contenuto di zuccheri relativamente basso rispetto alla quantità di grassi sani presenti. In realtà, questo è uno dei "trucchi" che uso per scegliere un cioccolato di buona qualità...Per essere un cioccolato di qualità, sull etichetta, devono esserci più grammi di grassi che di carboidrati totali (o approssimativamente lo stesso numero di grammi di ciascuno).

    Se mangi cioccolato fondente, inoltre non hai problemi di glicemia rispetto ad altri "dolci".

    Il cioccolato fondente è anche molto ricco di antiossidanti, tra cui un composto potente chiamato teobromina, che aiuta ad abbassare la pressione sanguigna e fa molto bene alla salute. Il contenuto di grassi di un buon cioccolato fondente deve provenire esclusivamente dai grassi naturali presenti nel burro di cacao, e non da grassi aggiunti. Qualsiasi tipo di cioccolato con grassi aggiunti, o altri additivi, non è sano.

    Il motivo per cui suggerisco di scegliere il cioccolato fondente con un contenuto di cacao di almeno il 72%, è che maggiore è la percentuale di cacao e minore è la percentuale di zucchero. Tuttavia, questo significa che qualsiasi cioccolato con un contenuto di cacao superiore all’80% in genere ha un sapore più amaro ed è meno dolce. Se ti piace questo tipo di gusto, più è alta la percentuale di cacao e meglio è. In caso contrario, un buon cioccolato fondente con il 75% di cacao è, a mio avviso, una combinazione quasi perfetta di un sapore, leggermente dolce con un sapore ricco. Però non esagerare con le quantità di cioccolato, perchè ha molte calorie!

    Puoi inoltre ottenere i benefici degli antiossidanti e delle fibre, senza tante calorie, aggiungendo il cacao amaro in polvere biologico non zuccherato nei tuoi frullati o nelle altre ricette.


    2. Latte di cocco, farina di cocco e olio di cocco –
    coconuts
    Il latte di cocco e l'olio di cocco sono grandi fonti di un tipo super sano di grassi saturi, chiamati trigliceridi a catena media (MCT), tra cui un componente chiamato acido laurico, che è un potente nutriente per il sistema immunitario, e che manca nella maggior parte delle diete occidentali. Inoltre, gli MCT sono utilizzati facilmente dal corpo come energia ed hanno meno probabilità di essere immagazzinati come grasso corporeo rispetto agli altri tipi di grassi.

    Oltre al latte di cocco e all’olio di cocco, un’altra alternativa è la farina di cocco, una farina tra le più sane che puoi usare in cucina. La farina di cocco è una farina con una quantità estremamente elevata di fibra (quasi TUTTI i carboidrati di questa farina sono costituiti fibra e non amido!). La farina di cocco è anche MOLTO ricca di proteine ​​rispetto alla maggior parte delle farine ed è senza glutine!

    La farina di cocco DEVE assolutamente essere miscelata con altre farine perchè si secca molto...Ho preparato squisiti prodotti da forno con la farina di cocco mescolandola con la farina di mandorle e la farina di quinoa in parti uguali.

    Butter1
    3. Burro biologico -
    sì, il BURRO (vero burro, non la letale margarina!)...È delizioso, contiene un sacco di nutrienti sani, e NON devi eliminarlo dalla tua dieta se vuoi dimagrire. Devi sapere che io mangio un cucchiaino di burro biologico tutti i giorni e ho meno del 10% di grasso corporeo per la maggior parte dell'anno.

    C'è molta confusione su questo argomento...in effetti, oggi stavo guardando uno show televisivo che parlava di cibi non sani e una delle prime cose che hanno mostrato è stato il burro. Questo dimostra che la maggior parte della popolazione non sa che il burro (solo quello biologico!) può effettivamente essere un alimento sano per la dieta.

    Infatti, è stato ampiamente dimostrato che il burro VERO può anche aiutare a perdere grasso corporeo per questi motivi:

    a. Il burro biologico è noto per avere grandi quantità di un grasso sano chiamato CLA. È stato dimostrato che questo tipo di grasso ha proprietà anti-cancro e aiuta a bruciare il grasso addominale e a costruire massa muscolare magra.

    b. Il burro biologico ha anche un equilibrio ideale di acidi grassi omega 3 e omega 6 (a differenza del burro convenzionale), questo aiuta a combattere le infiammazioni nel corpo e a mantenere in equilibrio gli ormoni.

    c. I grassi sani presenti nel burro biologico contengono anche MCT, che aiutano a rafforzare il sistema immunitario e sono facilmente bruciati dal corpo per produrre energia. I grassi sani del burro biologico contribuiscono anche a soddisfare il tuo appetito e a controllare i livelli di glicemia, aiutandoti, quindi, a rimanere magro!

    Questi 23 cibi "salutari" DANNEGGIANO il tuo metabolismo e aumentano il grasso addominalie (evitali assolutamente!)

    wholeeggs4. Uova intere, tuorlo compreso (non solo gli albumi) - La maggior parte delle persone sa che le uova contengono proteine di alta qualità. Tuttavia, molte persone non sanno che i tuorli sono la parte più sana delle uova...è lì che si trovano quasi tutte le vitamine, i minerali e gli antiossidanti (come la luteina) delle uova.

    In realtà, i tuorli contengono più del 90% del calcio, ferro, fosforo, zinco, tiamina, B6, folato e B12, e acido pantotenico dell'uovo. Inoltre, i tuorli contengono TUTTE le vitamine liposolubili A, D, E, K dell'uovo, così come TUTTI gli acidi grassi essenziali. Inoltre, le proteine delle uova intere sono più bio-disponibili rispetto ai soli albumi , in quanto i tuorli aiutano a costruire un profilo amminoacido più equilibrato.

    Scegli sempre le uova biologiche di galline ruspanti invece delle normali uova del negozio di alimentari. Come nel caso del manzo biologico, il contenuto nutrizionale delle uova e l'equilibrio tra acidi grassi sani omega 3 e acidi grassi infiammatori omega 6 (in eccesso) è determinato dalla dieta delle galline.

    I polli che sono liberi di girovagare all’aria aperta e che possono seguire una dieta più naturale ti daranno uova più sane e più ricche di nutrienti, con un equilibrio di grassi più sano rispetto alle tipiche uova del negozio di alimentari (che provengono da polli nutriti solo con soia e mais, rinchiusi all'interno di "fabbriche di uova” per tutto il giorno).

    Se vuoi maggiori dettagli sulle uova, ecco un articolo che spiega dettagliatamente i motivi per cui i tuorli sono MEGLIO degli albumi per te.

    burger
    5. Manzo biologico (NON il tipico manzo del negozio di alimentari!) – La maggior parte della gente pensa che la carne rossa non sia salutare, ma non capisce che questo dipende essenzialmente dalla salute dell'animale da cui proviene. Tieni questo in mente: "un animale poco sano fornisce carne poco sana, ma un animale sano fornisce carne sana".

    La tipica carne di manzo che si vede al supermercato proviene da animali nutriti con cereali e soprattutto mais (e in certa misura anche di soia). La soia ed il mais NON costituiscono la dieta naturale del bestiame, per cui cambia l'equilibrio chimico dei grassi e degli altri nutrienti nella carne di manzo. Il manzo nutrito con cereali presenta in genere livelli troppo alti di grassi omega 6 ed è povero di grassi omega 3. Inoltre, alimentare i bovini con mais e soia come alimento principale della loro dieta sconvolge il loro sistema digestivo e li fa ammalare...e aumenta anche la quantità di e-coli pericolosi nella carne. Questo non è il caso della carne di animali nutriti con erba (carne biologica).

    D'altra parte, la carne di manzo di bovini nutriti con erba e con alimenti naturali, di cui dovrebbero cibarsi naturalmente (erba e altro foraggio), ha livelli molto più alti di grassi sani omega 3 e livelli più bassi di grassi infiammatori omega 6 (che la maggior parte delle persone già mangia in quantità troppo elevate) rispetto alla carne di manzo nutrito con cereali.

    La carne biologica in genere contiene fino a 3 volte la vitamina E della carne di animali nutriti con cereali.

    Inoltre, la carne di bovini sani, nutriti con erba, contiene anche un grasso sano speciale, chiamato acido linoleico coniugato (CLA), in quantità MOLTO più elevate rispetto alla carne di animali nutriti con cereali. Studi scientifici condotti di recente hanno dimostrato che il CLA aiuta a bruciare i grassi e a costruire massa muscolare magra ( ti può aiutare a perdere peso!). Oltre a questi benefici c’è il fatto che le proteine della carne biologica sono tra le proteine ​​di più alta qualità che si possano mangiare...e anche questo aiuta a bruciare i grassi e a costruire la massa muscolare magra.

    La carne biologica è un po' più difficile da trovare, ma basta che chiedi al tuo macellaio o trovi un negozio di alimentari specializzato (di solito hanno dei tagli disponibili).


    6. Avocado - Anche se in genere si pensa all’avocado come un "cibo grasso", è pieno zeppo di grassi sani! Non solo questo frutto avocado(sì, l’avocado è un frutto) è ricchissimo di grassi monoinsaturi, ma è anche pieno zeppo di vitamine, minerali, micronutrienti e antiossidanti.

    Inoltre, a mio parere, il guacamole (purea di avocado con aglio, cipolla, pomodoro, pepe, ecc.) è uno dei condimenti più gustosi, e puoi gioire del fatto che è anche uno dei condimenti più sani che puoi usare sui tuoi cibi. Prova l’avocado a fette o il guacamole su panini, hamburger, uova o omelette, sulle insalate o con il pesce, o come contorno delizioso per quasi tutti i pasti.

    Le dosi di grassi sani, fibre e micronutrienti che ottieni dall’avocado aiutano il tuo corpo a mantenere sotto controllo i livelli ormonali che aiutano la perdita di grasso e la costruzione del muscolo. Inoltre, dato che l’avocado è un cibo molto saziante, mangiarlo aiuta a ridurre l'appetito nelle ore dopo i pasti. Puoi dire addio alle voglie di cibo spazzatura se inizi a mangiare l'avocado! Personalmente mangio un quarto di avocado TUTTI I GIORNI e mi aiuta a rimanere in forma.





    7. Frutta a guscio:
    nuts
    noci, mandorle, pistacchi, noci pecan, noci del Brasile, ecc. - Sì, questo è un altro "cibo grasso", che può effettivamente aiutarti a bruciare il grasso della pancia! Anche se il 75 - 90% delle calorie contenute nella frutta a guscio provengono da grassi, questo è un altro tipo di cibo che è ricco di grassi sani e presenta anche alti livelli di micronutrienti come vitamine, minerali e antiossidanti. La frutta a guscio è anche una buona fonte di fibre e proteine, che naturalmente aiutano a controllare la glicemia e possono aiutarti nella perdita di grasso.

    La frutta a guscio aiuta anche a mantenere buoni livelli di ormoni brucia-grassi nel tuo corpo (un adeguato apporto di grassi sani è di vitale importanza per l'equilibrio ormonale) e a controllare l'appetito e gli attacchi di fame, quindi complessivamente assumi meno calorie durante la giornata anche se stai consumando un cibo ad alto contenuto di grassi. Le noci che preferisco sono le noci pecan, i pistacchi, le mandorle e le noci macadamia. Mangiarne in varietà ti aiuterà ad ampliare i tipi di vitamine e minerali e a bilanciare i grassi polinsaturi e i grassi monoinsaturi che assumi.

    Scegli sempre le noci secche al posto delle noci tostate.

    Uno dei piccoli "trucchi" che uso con i miei clienti quando cercano di dimagrire è di mangiare una manciata di frutta a guscio, come mandorle o noci pecan, circa 20 minuti prima di pranzo e cena. Questo è un trucco perfetto per controllare l'appetito prima del pranzo o della cena e ti aiuta ad assumere meno calorie nel pasto.

    Spero che ti sia piaciuta questa panoramica su alcuni dei cibi “grassi” e brucia-grassi più sani che puoi mangiare. Potrei elencarne una tonnellata, ma ho voluto fartene conoscere alcuni dei miei preferiti per ora. Buon appetito!


    Ma ATTENTO...

    Anche se questi 7 cibi sono una scelta super-salutare per avere un corpo magro, forte e energico... Ho scoperto che ci sono almeno 23 cibi - molto popolari - che molte persone considerano erroneamente come "salutari" che in realtà danneggiano il tuo metabolismo e favoriscono l'accumulo di grasso nella zona della pancia.

    fonte:http://addominaliperfetti.com/

     
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    Per dimagrire, mangia a questi orari. La dieta del digiuno part-time aiuta a bruciare i grassi




    In base a uno studio americano basterebbe evitare di mangiare dopo una certa ora per dimagrire velocemente: in altre parole, a letto senza cena non è una punizione per bambini indisciplinati ma una buona regola per ragazze in forma.


    I ricercatori del Pennington Biomedical Research Center, negli Stati Uniti, hanno condotto uno studio su 11 persone in sovrappeso, sia uomini che donne, a cui è stato chiesto di mangiare per quattro giorni tra le ore 8 e le 20, seguendo l’orario canonico, e poi per altri quattro giorni a “orario ridotto”, dalle 8 alle 14. Tutti i volontari hanno sempre assunto lo stesso numero di calorie ogni giorno e sono stati sottoposti ad una serie di test rigorosi per verificare l’impatto dell’orario sul metabolismo. I risultati dello studio sono stati illustrati alla Obesity Week di New Orleans: mangiare “part time” sembra poter cambiare i meccanismi interni del nostro organismo, rendendo più flessibile il metabolismo e permettendo di bruciare più grassi durante la notte, anche se non aumenta il dispendio energetico e il numero di calorie consumate.


    In attesa di risultati che confermino quella che per il momento è ancora una teoria possiamo, senza danni e con benefici garantiti, provare la dieta qui sopra oppure, semplicemente, alleggerire il carico calorico della cena a favore di quello del pranzo: avremo più tempo per digerirle e smaltirlo e, con buona probabilità, notti più serene.

    Torna in forma con la dieta dell’orologio!




    Non conta solo la scelta del cibo, per dimagrire bisogna rispettare intervalli regolari e digiunare 12 ore al giorno. Tenendo d’occhio l’orologio, quello biologico

    Avete sempre sospettato che gli spuntini di mezzanotte fossero sconsigliabili? Adesso la scienza ce ne dà la conferma definitiva. È stato infatti dimostrato che una delle regole fondamentali per stare in linea è mangiare sempre nelle stesse ore, ad intervalli regolari. E nello stesso arco di tempo: 12 ore. In tal modo si regolarizza il metabolismo, si perdono i chili di troppo e si previene il diabete.

    LA REGOLA DELLE 12 ORE - A sostenerlo è un gruppo di studiosi del Salk Institute di La Jolla di San Diego supervisionati da Satchidananda Panda, che sulle pagine di Cell Metabolism spiegano che per avere un metabolismo in salute ed evitare l’accumulo di grassi è fondamentale permettere all’organismo di smaltire ciò che è stato introdotto. E per far questo il nostro organismo ha bisogno, per l’appunto, di 12 ore di digiuno al giorno. Senza apportare modifiche sostanziali al menu. Ovvio che, se ogni 12 ore ingurgitate dolciumi, patatine o bibite gassate la regola non vale!

    LA DIETA DELL’OROLOGIO BIOLOGICO – “Mangiare in un intervallo di tempo limitato non solo ha agito sulla prevenzione, ma ha anche fatto perdere peso a persone che già avevano qualche chilo di troppo” spiega Satchidananda Panda, uno dei ricercatori del Salk che ha curato lo studio. La soluzione è, quindi, consumare i pasti, dalla colazione alla cena, entro un arco temporale che può andare dalle 9 alle 14-15 ore, rispettando il proprio orologio biologico. Sforata la soglia delle 15 ore si rischia di andare incontro all’obesità. Se fate colazione intorno alle 8.00, ad esempio, cercate di cenare entro le 20 ed evitate di concedervi ulteriori spuntini dopo la cena o durante la notte. L’orologio scatta nuovamente con la prima tazza di caffè del mattino successivo.

    L’ESPERIMENTO - Lo studio è stato condotto su topi di laboratorio che hanno seguito quattro diete diverse (a base di grassi, grassi e saccarosio o solo fruttosio, normali crocchette per topi). Ad alcuni è stato permesso di mangiare quando volevano durante le ore di veglia, altri sono stati limitati a periodi di alimentazione di 9, 12 o 15 ore. La quantità di calorie introdotte per tutti i topi è stata la stessa. Risultato? Indipendentemente dal tipo di dieta seguita i topi che hanno mangiato in un arco di tempo di 8-12 ore hanno sviluppato meno grasso corporeo e sono rimasti agili e sani rispetto ai “colleghi” che hanno avuto libero accesso al cibo a tutte le ore, diventati obesi e malaticci.

    Quindi domani, dopo la colazione del mattino, iniziate a contare i minuti.

    Marianna Monte

    fonter:http://www.oggi.it

     
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    ACQUA E LIMONE:
    12 BENEFICI



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    12 benefici di bere acqua e limone tutte le mattine
    Un toccasana per la salute semplice e veloce è bere acqua e limone tutte le mattine: ecco tutti i benefici


    Vi siete appena svegliate, avete aperto la dispensa (o il frigorifero), vi siete versate un bel bicchiere d’acqua, ci avete spremuto dentro il succo di un limone. Ormai il bicchiere d’acqua e limone è diventata un’abitudine di bellezza e guai a chi ve la tocca.

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    Può aiutarti a perdere peso
    I polifenoli contenuti nel limone possono contribuire a ridurre l’appetito, lo ha dimostrato un recente studio condotto su dei roditori. Inoltre, quando si beve un bicchiere d'acqua, soprattutto prima di un pasto, questo aiuta a riempire lo stomaco, compensando la quantità di cibo necessaria per sentirsi soddisfatti. Basta un limone spremuto in un bicchiere d’acqua (non utilizzate quello in bottiglia), magari con anche un po’ di scorza grattugiata e il vostro toccasana giornaliero è assicurato: per incrementare la sferzata al metabolismo, aggiungete del ghiaccio.

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    Aiuta la digestione I flavonoidi contenuti nel limone aiutano l’assimilazione del cibo, migliorando nel complesso la digestione. A tal proposito, bere la bevanda calda offre ancora maggiori benefici. Questo è importante con l’avanzare dell’età, quando la quantità di acido presente nello stomaco tende a diminuire: un recente studio ha dimostrato che oltre il 30% della popolazione sopra i 60 anni soffre o ha sofferto di gastrite atrofica, una patologia caratterizzata da un ambiente poco acido nello stomaco. Se si vuole godere appieno delle proprietà del limone, basta aggiungere all’acqua delle fette o un po’ di scorza, parti ricche di pectina, una fibra presente nella polpa e nella buccia, che ha la proprietà di regolarizzare le funzioni intestinali

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    Contiene molta vitamina C Gli agrumi sono una grande fonte di vitamina C. Secondo una ricerca effettuata dal Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti, un quarto di bicchiere di succo di limone può contenere fino a 23,6 mg di vitamina C, circa un terzo della razione giornaliera raccomandata per le donne e un quarto per l’uomo. La vitamina C è un potente antiossidante che aiuta a proteggere le cellule dai radicali liberi, quindi di riflesso aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari, il cancro e anche lo scorbuto, una malattia del tessuto connettivo, che indebolendosi si manifesta tra gli altri sintomi con il sanguinamento delle gengive e con ulcere che si rimarginano con difficoltà.

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    Aiuta l’idratazione costante L’idratazione non è un beneficio diretto del limone, ma del suo sapore: bere acqua aromatizzata, infatti, potrebbe invogliare a consumarne di più. Bere acqua infatti non è cosa da tutti: tanti fanno fatica ad assumere una quantità adeguata di acqua al giorno semplicemente perché non sentono lo stimolo o ne trovano disgustoso il sapore. L'aggiunta di limone è un trucco furbo e salutare per aggiungere gusto all’acqua e invogliare a idratarsi di più. Anche se la vecchia regola era quella di bere otto bicchieri d’acqua al giorno, oggi i nutrizionisti riconoscono che la quantità può variare in base a quanto si pesa, quanto si è attivi e lo stile di vita. Un test veloce per assicurarvi che state bevendo abbastanza? La vostra pipì dovrebbe essere di colore chiaro: se è giallo scuro, è necessario bere di più.

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    Mantiene più giovane la pelle La vitamina C aiuta a mantenere la pelle pura. Uno studio condotto nel Regno Unito ha dimostrato che più è alto il livello di vitamina C che si assume, meno rughe compaiono sul volto, in quanto questo nutriente aiuta a combattere i danni dei radicali liberi, proteggendo la pelle. Non solo, la vitamina C ha effetti benefici anche sulla produzione di collagene, che aiuta a mantenere elastico il tessuto connettivo del derma, lo strato più profondo della pelle. Infine, idratarsi con costanza aiuta la pelle a depurarsi e a svolgere meglio le sue naturali funzioni, conferendo un aspetto più giovane e riposato

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    Può aiutare la funzione epatica L’acqua con limone aiuta il fegato a funzionare meglio come filtro del nostro organismo. Un recente studio infatti ha dimostrato che i flavonoidi contenuti nell’agrume proteggono il fegato dalle tossine, che quotidianamente vengono smaltite dall’organo, e riducono il livello di accumulo dei grassi nelle cellule (che può causare la steatosi epatica, conosciuta più comunemente come fegato grasso, appunto).


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    Aumenta i livelli di potassio Generalmente si associa il potassio con le banane, ma anche i limoni ne sono ricchi: è un nutriente essenziale per la corretta funzione delle cellule del sistema nervoso e del metabolismo. Secondo uno studio condotto dall’Università del Maryland Medical Center, infatti, il potassio è un elettrolita naturale, che aiuta a condurre l'elettricità in tutto il corpo. La comunicazione nervo-muscolo facilita le funzioni dell’apparato scheletrico-muscolare: per questo, quando si ha un crampo, si raccomanda di assumere potassio.

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    Aiuta la regolarità intestinale Oltre a far funzionare meglio il fegato, l'acqua con limone può facilitare anche il transito intestinale, non tanto per le proprietà del limone, quanto più per la maggiore idratazione quotidiana. Per assumere più fibre, potete aggiungere della scorza grattugiata o delle fettine del frutto alla bevanda.

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    Aiuta a prevenire i calcoli renali I calcoli renali spesso si formano a causa della disidratazione, quindi l’acqua e limone può diventare una sana abitudine per ripulire di frequente i reni ed evitare questi accumuli fastidiosi: l’acidificazione dell’ambiente acquoso di questi organi potrebbe ridurre le probabilità che il calcio si solidifichi, dando vita a questi piccoli sassolini.

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    Rinfresca l'alito L’acqua con limone igienizza le mucose, quindi anche il cavo orale: può contribuire a ridurre la proliferazione di batteri nella bocca, e questo si traduce in un alito più fresco. Una controindicazione è che l'acidità del succo di limone potrebbe nel corso del tempo erodere lo smalto dei denti: per ovviare a questo problema, provate a bere con una cannuccia.

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    Può velocizzare il metabolismo Acqua e limone di prima mattina può aiutare a rimettere in moto il metabolismo, in particolare se l’assumete ghiacciata: questo per via della termogenesi, ovvero quando il corpo impiega energia per riportare il liquido a temperatura ambiente e avviare la digestione. L’obiettivo è berne almeno tre bicchieri al giorno, prima dei pasti principali, per dare una sferzata al metabolismo e raggiungere prima la sensazione di sazietà.

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    Rinforza il sistema immunitario
    Sappiamo tutti che la vitamina C, contenuta anche negli agrumi come il limone, dà protezione al sistema immunitario. Ma il succo di limone contribuisce anche a innalzare i livelli di acidità dello stomaco, una barriera naturale contro gli agenti patogeni, che in questo modo non trovano un ambiente dove attecchire. Inoltre, secondo il sito del centro medico Cleveland Clinic di Cleveland, in Ohio, i fitonutrienti del limone hanno proprietà antiossidanti, che possono aiutare a proteggere l'organismo dalle malattie.

    fonte:http://www.vanityfair.it



    Dieta 16:8: il digiuno a intermittenza


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    16:8. Tenete a mente questi due numeri: no, non si tratta di un’equazione da risolvere, né di un orario strano o di una data particolare, ma è la formula per perdere peso in modo rapido ma costante, depurando l’organismo dalle tossine in eccesso. È la dieta 16:8 appunto, la nuova forma di digiuno a intermittenza, che sta imperversando tra i fitness addicted e gli sportivi: 16 sarebbero le ore in cui astenersi da ogni forma di alimento, 8 invece le ore in cui concentrare i pasti della giornata. Un modo per permettere all’organismo di sostentarsi e nel tempo che segue, di detossinarsi in modo profondo, riattivando il metabolismo e la corretta produzione di insulina. A Hollywood è stata testata e consigliata da David Kingsbury, personal trainer di Hugh Jackman e Jennifer Lawrence, raccomandando però di seguirla per almeno una settimana al mese o per due mesi di fila.

    Il digiuno non è una novità in tema di salute: astenersi dal cibo per almeno 12 ore sarebbe un vero toccasana per il corpo. Ricerche scientifiche hanno evidenziato che stare per qualche ora senza cibo aiuta a ridurre le infiammazioni in atto, potenzia il sistema immunitario e la capacità delle cellule di rigenerarsi. Non solo, il digiuno per 24 ore consecutive favorirebbe anche la formazione di nuovi neuroni nel cervello.



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    Quando mangiare? La prassi consiglia di ripartire i pasti così: assumere liquidi per colazione, fare un piccolo spuntino a pranzo, ancora liquidi nel pomeriggio e la sera cenare entro le 22. Dopo quell’orario, si ricomincia, a osservare la dieta liquida, concedendosi al massimo della verdura. Essendo però una dieta studiata su misura, il digiuno andrebbe osservato nel momento della giornata in cui si è più propensi a non mangiare: per questo, molte persone scelgono di non mangiare a colazione, mentre altre saltano il pranzo.

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    Il consiglio Alcuni specialisti consigliano il digiuno serale, concedendosi al massimo una tisana o un pinzimonio per cena, per poi ricominciare a mangiare a colazione: in questo modo, si placa il picco insulinico, andando a ridurre anche le infiammazioni in atto. In ogni caso, l’importante è osservare le 16 ore di digiuno consecutive.


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    Cosa mangiare? Non ci sono particolari restrizioni, le raccomandazioni sui cibi da preferire sono le solite: tanta frutta e verdura, proteine magre, cereali integrali e porzioni non esagerate.

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    Da evitare Gli zuccheri raffinati e le carni grasse, come salumi e insaccati.

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    Per chi è indicata? La dieta 16:8 non è per tutti: per esempio, è caldamente sconsigliata a chi non riesce a stare senza spuntini, mentre è ideale per chi pratica regolarmente uno sport

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    Per gli sportivi La formula a intermittenza permette un recupero muscolare migliore e l’utilizzo dei grassi a scopo energetico. Ma occhio a non fare un allenamento troppo intensivo: la durata massima dev’essere di un’ora e mezza.

    fonte:http://www.vanityfair.it/

     
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    Cibi per dimagrire velocemente tutto il corpo: gli alimenti ad hoc per ogni zona



    Quali sono gli alimenti ad hoc per ogni zona del corpo che ci aiutano a dimagrire? Scopriamo insieme i migliori cibi per snellire e rassodare velocemente tutto il corpo, andando ad agire in modo localizzato, da associare a un po' di esercizio fisico per potenziarne gli effetti e avere risultati più rapidi.
    da Laura De Rosa, il 7 Giugno 2017 alle 17:00

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    Scopriamo quali sono i cibi per dimagrire velocemente tutto il corpo, alimenti ad hoc per ogni zona. L’alimentazione è molto importante durante la dieta dimagrante e alcuni cibi in particolare si rivelano utilissimi per determinate parti del corpo, dalle braccia alle gambe passando per i glutei. Ovviamente il consumo dei cibi giusti non può prescindere dallo svolgimento di un’adeguata attività fisica perché, senza di essa, ottenere risultati rapidi e duratori è molto difficile. Quindi cercate di mangiare gli alimenti consigliati ma facendo sempre un po’ di sport localizzato, a seconda della zona che volete rassodare e dimagrire.

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    Scopriamo quali sono i cibi per dimagrire velocemente tutto il corpo, alimenti ad hoc per ogni zona. L’alimentazione è molto importante durante la dieta dimagrante e alcuni cibi in particolare si rivelano utilissimi per determinate parti del corpo, dalle braccia alle gambe passando per i glutei. Ovviamente il consumo dei cibi giusti non può prescindere dallo svolgimento di un’adeguata attività fisica perché, senza di essa, ottenere risultati rapidi e duratori è molto difficile. Quindi cercate di mangiare gli alimenti consigliati ma facendo sempre un po’ di sport localizzato, a seconda della zona che volete rassodare e dimagrire.

    Alimenti per dimagrire pancia e fianchi


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    Partiamo dagli alimenti per dimagrire pancia e fianchi, che includono dal peperoncino, ideale per perdere grasso sui fianchi, alle mandorle che aiutano invece a snellire la pancia se consumate nel modo giusto. Per non parlare delle mele che, a quanto pare, sono utili per entrambe queste parti del corpo, specialmente se consumate prima dei pasti. Ciò dipende, fra le altre cose, dal loro potere saziante che ci induce a mangiare meno. E l’elenco degli alimenti per dimagrire pancia e fianchi continua con cannella, lenticchie, cavolfiori e altro ancora.

    da Laura De Rosa, il 7 Giugno 2017 alle 17:00
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    Scopriamo quali sono i cibi per dimagrire velocemente tutto il corpo, alimenti ad hoc per ogni zona. L’alimentazione è molto importante durante la dieta dimagrante e alcuni cibi in particolare si rivelano utilissimi per determinate parti del corpo, dalle braccia alle gambe passando per i glutei. Ovviamente il consumo dei cibi giusti non può prescindere dallo svolgimento di un’adeguata attività fisica perché, senza di essa, ottenere risultati rapidi e duratori è molto difficile. Quindi cercate di mangiare gli alimenti consigliati ma facendo sempre un po’ di sport localizzato, a seconda della zona che volete rassodare e dimagrire.

    Alimenti per dimagrire pancia e fianchi

    Partiamo dagli alimenti per dimagrire pancia e fianchi, che includono dal peperoncino, ideale per perdere grasso sui fianchi, alle mandorle che aiutano invece a snellire la pancia se consumate nel modo giusto. Per non parlare delle mele che, a quanto pare, sono utili per entrambe queste parti del corpo, specialmente se consumate prima dei pasti. Ciò dipende, fra le altre cose, dal loro potere saziante che ci induce a mangiare meno. E l’elenco degli alimenti per dimagrire pancia e fianchi continua con cannella, lenticchie, cavolfiori e altro ancora.

    Alimenti per dimagrire le gambe

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    Gli alimenti per dimagrire le gambe includono sia spezie che verdure specifiche, adatte a lavorare su questa parte del corpo, favorendo l’eliminazione delle scorie e del grasso in eccesso. Dalla pasta integrale associata a sessioni di cyclette, ai latticini con pochi grassi, dal tè verde che aiuta ad accelerare il metabolismo, alle lenticchie, vero toccasana per qualunque dieta dimagrante. Ma non dimentichiamo anche la carne magra che, a dispetto di quanto si crede, è indispensabile per dimagrire le gambe.


    Alimenti per dimagrire i glutei

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    I glutei spesso sono un cruccio per noi donne che li vorremmo sempre più sodi. Premesso che ogni donna è bella e piacevole a dispetto degli standard di peso e forma, se proprio volete intervenire su questa parte del corpo, per snellirla o renderla più tonica, l’ideale è consumare alimenti per dimagrire i glutei che agiscano su più livelli. Ci sono quelli, per esempio, che accelerano il metabolismo, altri che aiutano i tessuti muscolari a consumare meno ossigeno durante l’attività fisica, come gli spinaci, altri ancora che assicurano nelle giuste dosi la tonicità del corpo, come le mandorle.


    Alimenti per dimagrire le braccia

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    Gli alimenti per dimagrire le braccia includono verdure, carni magre, cereali integrali e spezie come il peperoncino, un condimento che non dovrebbe mai mancare durante una dieta localizzata visto che è in grado di accelerare il metabolismo. Inoltre alcuni di questi alimenti per dimagrire le braccia, come i cetrioli o i kiwi, possono essere utilizzati per preparare deliziosi frullati proteici, associati ad altri ingredienti, che sono perfetti per sostituire alcuni pasti, andando ad agire in modo specifico sulle braccia. Anche in questo caso è importante fare attività fisica localizzata, così da potenziare gli effetti della dieta.

    fonte:http://dieta.pourfemme.it

     
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    Dieta: ricercatori USA sviluppano farmaco contro il recupero di peso


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    Importante scoperta quella fatta da un gruppo di ricercatori degli Stati Uniti, che potrebbe rivoluzionare e migliorare incredibilmente i risultati al termine di una dieta.

    Come è infatti ben noto, il problema che si riscontra al termine di un certo regime alimentari protratto per settimane o mesi, è il ritorno della fame, con conseguente recupero del peso perduto a caro prezzo.

    I risultati del lavoro dell’equipe di ricercatori della Mayo Clinic di Rochester verrà pubblicato a breve sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas): nel testo dovrebbe trovarsi la dimostrazione dell’effettivo funzionamento del cosiddetto ormone della fame, la grelina.

    Con una sostanza inibitrice studiata per l’occasione, la butirilcolinesterasi, i ricercatori avrebbero bloccato il lavoro dell’ormone, evitando che il paziente riprenda peso dopo la dieta. La grelina infatti viene prodotta spesso copiosamente dopo una dieta, aumentando lo stimolo della fame.

    Lo studio per il momento è stato eseguito su animali, e si attendono repliche su esseri umani. Topi ex-obesi cui è stata iniettata per una sola volta la sostanza hanno mantenuto il peso corporeo per tutta la vita, evitando il rischio di ingrassare ancora.

    Nel caso in cui dovessero esserci riscontri ci si troverebbe di fronte a un passo avanti fondamentale nella lotta all’obesità e a tutte le malattie a essa legate, tra cui il controllo del diabete.

    fonte:http://salute.leonardo.it/

     
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    Dieta mediterranea: la dieta più sana e più giusta

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    Mai come negli ultimi anni il cibo è diventato centrale nel dibattito pubblico.

    Programmi tv su cucina e diete vanno in onda a tutte le ore del giorno e della notte.

    L’alimentazione anima confronti, manifestazioni e festival, scatenando contese aspre.

    Che dividono i vegani dagli onnivori, i favorevoli e i contrari a questa o quella tecnologia, chi ama il biologico e chi lo detesta e così via.

    La scienza e la tecnologia possono contribuire, rendendo più efficace l’agricoltura o limitando l’impatto ambientale degli allevamenti.

    Ma per vincere la sfida, tutti dobbiamo collaborare, riducendo gli sprechi, acquistando prodotti di stagione e, soprattutto, mangiando meno e meglio.

    Gli esperti, su questo, danno un’indicazione chiara: la dieta migliore è quella mediterranea. Ci converrà ascoltarli, perché ciò che oggi fa bene alla nostra salute ci garantisce anche il futuro.

    Eppure, da tempo ormai, neppure chi vive nel Paese che l’ha eletta a suo simbolo – ovvero, il nostro – la segue davvero: quel che la maggioranza degli italiani mangia oggi, nella migliore delle ipotesi, è solo un pallido tentativo di imitazione della vera dieta mediterranea.

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    1. Napoli e dintorni

    Ma per scoprire in che cosa consiste questo regime alimentare dobbiamo fare un passo indietro.

    A identificarne i principi e gli alimenti chiave fu infatti, nel secolo scorso, il fisiologo americano Ancel Keys (nella foto accanto), lo stesso che aveva inventato la celeberrima razione K (dall’iniziale del suo cognome) per fornire alle truppe americane un rancio equilibrato.

    Nel 1951, Keys fu invitato in Italia a un convegno Fao e conobbe Gino Bergami, un fisiologo napoletano.

    Discutendo con lui il cruccio dei medici al di là dell’oceano, ovvero gli infarti e ictus che parevano in crescita continua e inarrestabile, Keys rimase a dir poco sorpreso nello scoprire che a Napoli e dintorni di malattie cardiovascolari non si moriva quasi mai, fatta eccezione per le classi sociali più agiate.



    Volle quindi vederci chiaro, e si stabilì a Pollica, nel Parco del Cilento, per studiare le abitudini degli abitanti e capire quale fosse il segreto che li rendeva così sani, convinto che alimentazione e stili di vita avessero buona parte del merito.

    Si accorse così che l’infarto aveva a che fare con i livelli di colesterolo, ma soprattutto che la dieta dei locali era ben diversa da quella degli americani.

    «Il grosso dell’alimentazione è costituito da pane, pasta e verdure locali», scriveva Keys nel suo primo lavoro sugli abitanti di Pollica.
    «Carne, pesce, latte, formaggio e uova sono un lusso per questi uomini, che mangiano zucchero e patate in minime quantità e non usano mai il burro. Regolarmente consumano piccole quantità di formaggio e frutta».

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    2. Stile di vita

    Eccola qua, la “vera” dieta mediterranea: per lo più a base di verdure e legumi del proprio orto (il vero chilometro zero, insomma) e cereali non raffinati, inclusi orzo, farro e simili.

    La carne era per il pranzo della domenica; il pesce era quello che i pollichesi riuscivano a pescare in mare (quindi, soprattutto pesce azzurro come sardine o acciughe).

    Il formaggio si preparava per poter conservare il latte in assenza di frigoriferi, le uova venivano dalle galline allevate in cortile, lo zucchero era un’eccezione. Nell’Italia rurale degli anni ’50 toccava guadagnarsi il cibo faticando nei campi.

    Ecco perché la dieta mediterranea non è un elenco di alimenti, ma un concetto che abbraccia lo stile di vita: a tavola si portano i prodotti locali, procurati con lo sforzo quotidiano.

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    La differenza fra quell’alimentazione e la nostra è un po’ come quella che passa fra un gatto selvatico e uno domestico:
    -il primo è magro, corre per trovarsi da mangiare e se è sazio non caccia, perché farlo comporta fatica;
    - il secondo è sovrappeso, perché in casa trova croccantini a volontà, non deve sudare per averli e spesso li mangia per noia più che per fame.

    Oggi apriamo il frigorifero e troviamo di tutto, i nostri nonni un maiale dovevano farselo bastare per un anno intero: non buttavano via niente e ci mangiavano in dieci o più persone.

    3. Cibi industriali e un vago ricordo

    Cibi industriali
    Ma quando abbiamo iniziato a “scollarci” dalla dieta della tradizione?
    In pratica, già mentre Keys studiava gli abitanti di Pollica.
    Nell’immediato dopoguerra non c’era più carestia ma il cibo era prodotto a livello domestico: è stato il periodo in cui mangiavamo meglio.
    Già negli anni ’50, però, è iniziata la produzione industriale degli alimenti, che ne ha aumentato la disponibilità, ma ha portato anche a un cambio deciso nella quantità e qualità.
    La gente ha iniziato a volere prodotti facili da preparare e conservare.
    Nelle città l’effetto è stato ben presto evidente, ma oggi perfino a Pollica chi vive sulla costa, più a contatto con il turismo, mangia meno mediterraneo di chi nell’entroterra ha vissuto una minore modernizzazione delle abitudini.
    E se questo capita in un territorio dove c’è il Museo della dieta mediterranea (a Pioppi, una frazione di Pollica), figuriamoci che cosa succede nel resto d’Italia.

    Un vago ricordo
    Infatti, benché periodicamente emergano dati confortanti su aspettativa di vita e salute degli italiani (il Bloomberg Global Health Index ci piazza al primo posto al mondo, ben lontani da statunitensi o britannici), la distanza fra quel che mettiamo in tavola e i dettami della dieta mediterranea appare siderale.
    E non solo perché compriamo le zucchine al supermercato tutto l’anno, anziché crescerle in estate nell’orto.
    Ma soprattutto perché portiamo in tavola gli alimenti sbagliati: un’indagine condotta di recente su 15.000 italiani nell’ambito della campagna “Curare la salute” ha rivelato che solo tre su dieci mangiano le giuste quantità di verdura e uova, appena due su dieci la giusta quantità di frutta e latticini, e che solo uno su tre consuma pesce a sufficienza.
    Soprattutto, però, eccediamo con la carne: ne mangiamo infatti intorno agli 80 chili a testa all’anno, in pratica il maiale dei contadini che sfamava dieci persone oggi ce lo sbafiamo da soli.

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    4. Troppo zucchero e Giapponesi virtuosi

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    Troppo zucchero
    I legumi, fondamentali nella dieta dei nostri nonni, sono invece quasi scomparsi dalla tavola.
    Al bicchiere di vino al pasto si sono aggiunti superalcolici e bibite e soprattutto è arrivato lo zucchero. A palate.
    Gli zuccheri semplici dei dolci, quasi assenti nella dieta mediterranea vera, oggi sono onnipresenti: basti pensare al consumo di bibite.
    I bambini, sui quali il deragliamento da una sana alimentazione è ancora più rischioso perché compromette la salute di tutta la vita, sono “drogati” di zuccheri, il gradimento del dolce si è impennato rispetto al passato. Il paradosso?
    Oggi australiani, neozelandesi e indiani sono più aderenti di noi ai principi della dieta mediterranea.
    Questi dati si ritrovano anche nel Seven Countries Study, che ha seguito per decenni le abitudini alimentari e i destini di italiani, greci, finlandesi, olandesi, abitanti della ex Jugoslavia, statunitensi e giapponesi: dal 1960 al 1985 gli italiani, inizialmente virtuosi, hanno visto salire tutti gli indici di pericolo e di malattia, dalla pressione alta al diabete, dal colesterolo agli infarti.


    Giapponesi virtuosi

    Gli unici a non andare alla deriva sono i morigerati giapponesi.
    Ma non è un caso: i componenti fondamentali della loro dieta sono i vegetali, cereali come il riso, pesce per le proteine.
    Pare che anche Keys apprezzasse la dieta nipponica, e Regimi alimentari diversi da quello mediterraneo possono andare benissimo. Infatti, ciò che conta sono i principi base: pochi grassi animali e zuccheri e carboidrati dai vegetali, che sono essenziali non solo perché contengono vitamine e antiossidanti, ma soprattutto perché “occupano” lo stomaco, impedendoci di mangiare troppo di altro.
    L’unico alimento solo mediterraneo con qualità eccezionali è l’olio d’oliva: ci sono pochi dubbi che sia meglio di qualsiasi altro olio o condimento.

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    5. La dieta amica dell'ambiente e piatto unico
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    La dieta amica dell'ambiente
    Le proteine possono arrivare da legumi, uova, pesce, in quantità moderata dai latticini: dipende anche da che cosa abbiamo a portata di mano.
    Per il giapponese sarà il sushi, per noi le uova di gallina.
    Il che sottolinea un’altra caratteristica della dieta mediterranea, cioè la sua sostenibilità: non solo perché prevedendo poca carne è più “leggera” per il pianeta, ma anche perché cibarsi di ciò che offre il territorio ha un impatto ambientale più ridotto.
    Lo ha sottolineato anche uno studio dell’International Foundation of Mediterranean Diet, secondo cui mangiare prodotti locali ha ricadute positive sull’economia del territorio e sulla biodiversità, poiché spesso si riscoprono prodotti dimenticati.
    Per esempio i grani antichi, con filiere produttive corte e che per le loro caratteristiche devono essere macinati a pietra, cosicché restano più integrali.
    Mangiare locale significa anche smettere di credere ai super-cibi esotici e capire che i mirtilli sono salutari come le bacche di Goji: nessun alimento da solo fa miracoli, ma perché scegliere un prodotto che da noi non c’è e ha caratteristiche molto simili a ciò che troviamo sotto casa?.


    Piatto unico

    La dieta mediterranea, insomma, è una scelta di buon senso, non una semplice lista di alimenti.
    Fa bene perché ci riporta alle radici del rapporto fra uomo e cibo, perché al posto dei sughi pronti ci sprona a cercare un contadino nelle vicinanze, perché invece di riempire il carrello di prodotti in formato famiglia ci ricorda che dovremmo ascoltare di più i segnali di sazietà.
    Perché, è bene ricordarlo, i nostri nonni mangiavano più vegetali e meno carne, ma soprattutto mangiavano parecchio meno di noi: sono stati loro a inventare il piatto unico, i pasti con tante portate erano per le feste comandate. Un’eccezione, insomma, non certo la regola come oggi.

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    fonte:http://best5.it/
     
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    La dieta del riso e tonno: fa davvero bene mangiarli insieme?

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    Tempo d’estate tempo di diete ma anche tempo di cibi da preparare in poco tempo; piatti semplici e freschi che possano essere perfetti per la nostra estate e magari anche con poche calorie. Che ne dite quindi del riso e del tonno? Pare che questi due ingredienti combinati insieme possano esser perfetti per la linea. La dieta del riso e tonno è perfetta per l’estate. Ovviamente, come vi consigliamo sempre di fare, prima di iniziare qualsiasi genere di percorso alimentare, contattate il vostro medico o un nutrizionista che vi saprà dare, tutti i consigli del caso.

    Ma torniamo adesso alla dieta del riso e del tonno, in che cosa consiste e perchè farebbe bene mangiare questi due alimenti insieme?



    LA DIETA DEL RISO E DEL TONNO: ECCO PERCHE’ FA BENE


    Il riso è perfetto come potrete immaginare, per chi deve eliminare qualche carboidrato di troppo ; questo alimento è ricco di sali minerali come fosforo, potassio e calcio, e di vitamine. Il tonno invece è pieno di Omega 3 e contribuisce ad abbassare il colesterolo e a combattere l’ipertensione, inoltre vanta una notevole quantità di fosforo, potassio, iodio e vitamina B. Insomma due alimenti che sono perfetti per una dieta più che equilibrata e se si considera che in estate si ha anche meno voglia di cucinare , possiamo pensare che questa dieta sia davvero perfetta per chi può sceglierla.

    Pare che questa dieta permetta di perdere anche tre chili in una settimana. Ma come detto in precedenza, non può essere seguita senza chiedere prima l’ausilio di un esperto. Prima di iniziare ogni dieta dobbiamo conoscere i limiti del nostro corpo e capire cosa ci può fare bene e cosa no.

    LA DIETA DEL RISO E DEL TONNO, COME FUNZIONA? LE FASI
    La dieta del riso e del tonno si divide in due fasi. Nella prima, avviene una sorta di purificazione, rispetto a quella che è la nostra abitudine alimentare, nella seconda invece , che dura 4 giorni, avviene il classico mantenimento.

    LA PRIMA FASE DELLA DIETA DEL RISO E DEL TONNO

    Che cosa dobbiamo mangiare nella prima fase di questa dieta? Iniziamo dalla colazione, ovviamente non mangiamo riso e tonno di prima mattina! Per la nostra colazione potremo mangiare 2 fette biscottate integrali con un filo di marmellata, una tazza di caffè o di tè. Per spuntino può andare bene uno yogurt magro con dei cereali integrali. Per pranzo invece ok a 100 g di riso basmati con una scatola di tonno al naturale, condito con olio a crudo. Il riso basmati che è più saporito di quello classico vi farà gustare di più la preparazione. Come dessert un frutto. A metà pomeriggio una spremuta d’arancia o un frutto. Per cena infine, ancora 100 g di riso basmati con una scatola di tonno al naturale condito con olio a crudo e un frutto.

    LA SECONDA FASE DELLA DIETA DEL RISO E DEL TONNO
    In questa seconda fase per gli spuntini e la colazione possiamo mangiare le stesse cose della prima fase. Poi però per quello che riguarda i pranzi e le cene, possiamo anche aggiungere del pesce fresco come delle orate ai ferri o cotta al forno. Vanne bene anche il salmone e il merluzzo oppure delle carni bianche come il tacchino. E’ possibile mangiare anche la verdura ma non le patate. Ovviamente senza esagerare con i condimenti.

    fonte:www.ultimenotizieflash.com

     
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    Come fare a dimagrire utilizzando prodotti naturali

    Se vuoi dimagrire in fretta ma stando attendo agli alimenti o ai prodotti che aggiungi alla tua dieta per dimagrire ecco alcuni pratici consigli:

    nel 90% dei casi per dimagrire il primo fattore da superare è psicologico, quindi prima di passare da un dietologo o prima avventurarti in diete consigliate su internet chiedi un appuntamento da uno psicoterapeuta.
    Devi cambiare stile di vita, un pò di movimento al giorno ti gioverà, prova ad alzarti un pò prima ed effettuare una passeggiata 5km al giorno.
    L’alimentazione è fondamentale, siamo quello che mangiamo. Mangia sano e fai una dieta equilibrata mangiando 5 pasti al giorno, cercando di tenere come pasti più energetici quelli della mattina (colazione e pranzo) andando poi a scendere fino alla cena.
    Integra la tua dieta con prodotti di qualità, gli integratori possono aiutare il metabolismo ad ottenere risultati più in fretta.
    Prodotti naturali che aiutano a dimagrire

    Qui troverai una lista di esempi di integratori naturali che aiutano se integrati ad una buona dieta a dimagrire più velocemente.

    Mango Africano

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    L’African Mango, in italiano mango africano (o mango selvatico) è il frutto di una pianta chiamata Irvingia Gabonensis, un albero nativo dell’est Africa.

    Per migliaia di anni le popolazioni di queste zone hanno usato l’African Mango sia come alimento base della loro dieta, sia per scopi medicinali. Il nocciolo del frutto veniva ridotto in polvere e utilizzato in cucina, mentre la polpa veniva usata per combattere la fame durante le lunghe battute di caccia.

    African Mango aiuta a ritardare il processo di svuotamento gastrico, in questo modo il cibo viene digerito molto più lentamente.

    In questo modo, dopo ogni pasto, ti sentirai più sazio e non avrai appetito per un periodo di tempo molto più lungo rispetto al normale.

    In questo modo eviterai di mangiare snek e varie schifezze.

    Un integratore a base di Mango lo puoi trovare qui: Mango african integratore

    Barbabietola + Curcuma
    La barbabietola è un antiossidante depurativo, associato alla curcuma, aiuta a velocizzare il metabolismo.

    Quindi un metabolismo più veloce consuma più calorie e permette all’organismo sopratutto migliora i processi digestivi e di assimilazione selettiva.

    Se volete un prodotto che può aiutarvi a base di barbabietola e curcuma ecco: Biosazio.

    Licheni selvatici
    I licheni selvatici hanno un potere antinfiammatorio è utile e nella maggior parte di prodotti naturali per dimagrire sono presenti prodotti che aiutano a togliere l’infiammazione, questo perché l’infiammazione a stomaco ed intestino sono uno dei problemi delle cattiva digestione.

    Se aggiungiamo poi a questi prodotti, elementi come la Griffonia, pianta tropicale africana che da il buon umore, aiuta ad affrontare meglio le giornate e dimagrire diventa più semplice, se poi aggiungiamo un pò di energia come la caffeina?

    Per questo prodotto vi consigliamo un drink: una bevanda energizzante ma che aiuta a sentirsi sazi

    Piperina + Curcuma
    potrebbero essere equiparati a barbabietola e curcuma, sono due prodotti naturali che assieme sono utilissimi per migliorare la digestione e l’infiammazione del intestino.

    La piperina in particolare: genera un aumento dei succhi gastrici (digestivo, dello stomaco e dell’intestino), accelera il metabolismo e blocca la produzione di nuove cellule adipose.

    Se volete testare questi prodotti vi consigliamo un prodotto chiamato KiloKalo: lo trovate qui in offerta

    Se siete a conoscenza di altri prodotti naturali che aiutano la digestione e quindi favoriscono il metabolismo scriveteci.
     
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16 replies since 17/12/2016, 21:29   640 views
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