Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Sanremo: al traino di Fiorello, il festival tocca il 52,1% di share

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    Sanremo: al traino di Fiorello, il festival tocca il 52,1% di share


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    i aspetti il Sanremo di Fiorello da buoni dieci anni, tra promesse, annunci e smentite, ma non arriva mai. Poi arriva che neanche te ne accorgi, nella serata d'apertura del Sanremo di Claudio Baglioni: lo showman televisivo più corteggiato in circolazione, ieri sera, è stato il protagonista indiscusso della prima serata del Festival della canzone italiana. Un'edizione troppo canzonettistica? Eccesso di concorrenti? Formula poco televisiva: lasciate fare al «Fiore» nazionale che arriva sul palco, si cimenta con la nobile arte dello «scalda pubblico» ed è successo assicurato. Successo testimoniato anche dai dati di ascolto: la prima serata ha raccolto in media su Rai1 il 52,1% di share con 11 milioni 603 mila telespettatori, un risultato che migliora anche l'eccellente debutto del festival 2017, che aveva raccolto in media 11 milioni 374 mila spettatori con il 50,4% di share.

    Poi c'è la gara canora che, in mancanza di eliminazioni, per ora ha rilasciato una mappa (una classifica sarebbe stato pretendere troppo) del gradimento della giuria demoscopica. Divisa per tre fasce di colore: blu per i più apprezzati, giallo per gli artisti in posizione intermedia, rosso per la bassa classifica. In zona blu Nina Zilli, lo Stato Sociale, Noemi, Annalisa, Max Gazzé, Ron, Ermal Meta e Fabrizio Moro. In giallo Luca Barbarossa, Mario Biondi, The Kolors, Elio e le Storie Tese, Giovanni Caccamo, Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico. In rosso Decibel, Diodato e Roy Paci, Renzo Rubino, Enzo Avitabile e Peppe Servillo, Red Canzian, le Vibrazioni, Roby Facchinetti e Riccardo Fogli.
    Fiore tra il disturbatore ed Erdogan
    Ma è stata senza dubbio la notte di Fiorello, primo a calcare le tavole dell'Ariston e, novello Pippo Baudo, a ritrovarsi davanti l'incursione di un disturbatore («Sono due mesi che cerco un contatto con il procuratore della Repubblica», dirà l'uomo prima di essere interrotto e portato via). Fiorello se la cava con rara professionalità, poi dispensa battute a raffica, sul presidente turco Erdogan «che sta venendo a Sanremo perché ha saputo che ci sono 1300 giornalisti liberi», sul «toy boy di Orietta Berti», evidente allusione al candidato premier M5S Luigi Di Maio che, «se vince, il vertice Rai va a casa», sul «canone che pagano tutti perché sta in bolletta, e se staccano la corrente non si vedono Netflix e Sky».


    Lo showman siciliano si è preso la scena, svelando innanzi tutto il motivo che lo ha spinto a essere all'Ariston, un messaggio su Whatsapp di Baglioni: «Ciao Rosario, mi sono trovato a essere il sacrestano nel tempio della musica italiana - e qui, chiosa, gli hanno già levato dal compenso l'8 per mille - in queste notti di note, di emozioni che si intrecciano a passioni, sai quanto la tua arte sia sinonimo di sentimenti. Potresti essere il mio gancio in mezzo al cielo». «Claudio, se ci metti la musica vai terzo in classifica!». «Qui – sottolinea Fiorello - ci si gioca la carriera, ci ho messo anni per diventare un sex symbol e ora me lo gioco qua».
    Occhio al «toy boy di Orietta Berti»
    Poi si rivolge al dg Rai Mario Orfeo in platea e scherza sulle elezioni imminenti: «Occhio che il 4 marzo arriva, se vince il toy boy di Orietta Berti, si va a casa poi... Ma non sono qua per fare monologhi comici, o sulle tecnologie, o sui vegani». Poi le battute sul festival: «Guardate che meraviglia, è un festival avantissimo, è l'unico dove non si eliminano i cantanti, ma direttamente il pubblico, tagliando le file. Del resto se li elimini i cantanti se ne vanno, gli alberghi si svuotano. Ora è tutto pieno, io dormo con i coristi». Fiorello ne ha anche per le canzoni: «ne ho sentite tre o quattro che voglio usare il prossimo Capodanno...», dice simulando il trenino. «Il preludio di Chopin a confronto è una samba, ovviamente i testi sono bellissimi, con Baglioni non poteva essere altrimenti. Uno che scrive “Avrai” per il figlio... che però qualche giorno fa gli ha chiesto: papà, che me devi da'?. Renato Zero quando è nato il figlio ha detto: Lui chi è?». Certo, sottolinea Fiore, «mancano i rapper, non c'è Mondo Marcio, Fabri Fibra, Sfera Ebbasta, nessuno dice ciao frate', spacca, bella raga, al massimo bella ruga. Ma io dico ai genitori: fate vedere ai vostri figli questo festival, bellissimo, loro sono abituati solo a vedere sui social filmati che si bloccano».
    La «dichiarazione di voto» dell'Ariston
    I superospiti, poi, «hanno superato gli altri: la Rai non bada a spese, anche perché il canone lo pagano tutti, sta nella bolletta, se non paghi il canone ti levano la corrente e non puoi vedere Netflix e Sky, è un problema. Io sarò pagato in bitcoin questa sera». Fiorello scherza anche su Baglioni e sul superospite Morandi («si parlava di scimmiette clonate, loro sono come minimo alla terza copia»), poi propone un centone delle hit di entrambi, innestando le parole di uno sulle note dell'altro e imitandoli come sa fare. Chiusura caustica con gli auguri ai naviganti: «Buon Sanremo 1918».
    Pausini c'è o non c'è?
    Tornerà, poco più avanti, per riempire lo spazio che sarebbe stato destinato all'infortunata Laura Pausini. Osando: «Ci sono le elezioni, c'è la par condicio», avverte Fiorello. «Chi se ne frega», replica Baglioni. «Chi se ne frega», dice a sua volta Fiorello. E poi inscena una gag con il pubblico, invitandolo a indicare, con il gioco «su le mani, giù le mani», per chi voterà il 4 marzo. «Chi voterà Pd? Su le mani! Chi voterà Cinque Stelle? Su le mani! E chi il centrodestra, Berlusconi e compagni? Orfeo, - dice rivolto al dg Rai in platea - tu non puoi alza' la mano tre volte. E poi chi voterà Liberi e belli, quelli dello shampoo, scusate Liberi e uguali, quelli di Grasso? O la Lega... Venerdì viene qua Salvini...». Ci scappa la telefonata in diretta con la Pausini che tiene accesa la speranza di una sua esibizione sabato, poi la si butta in un suetto semiserio sulle note di «E tu». E Fiorello? Tornerà Fiorello per la finale? «Se Orfeo mi raddoppia i bitcoin torno sabato», ha risposto.
    Morandi e l'omaggio a Bacalov
    Con Fiorello si è tolto un bell'ingombro Baglioni, un «dittatore artistico» piuttosto impacciato che ha preteso il festival «canzonettocentrico» e cominciava a sentirne tutto il peso. Con Gianni Morandi, altro superospite italiano della serata, il terreno di confronto è stato soprattutto la musica, in particolare l'omaggio orchestrale a Luis Bacalov su «Se non avessi più te». Il resto lo hanno fatto il mestiere di Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino, chiamati al «lavoro sporco» dell'annuncio dei cantanti in gara.
    I venti Big in gara
    I cantanti, appunto. Annalisa apre le danze con «Il mondo prima di te», ballad chitarristica con il ritornello furbacchione, segue Ron con «Almeno pensami», l'inedito acustico dell'amico Lucio Dalla, operazione tutta giocata sull'emotività. Tormentone percussivo vagamente alla Imagine Dragons per The Kolors con la loro «Frida», pezzo che dentro o fuori il festival potrebbe funzionare. «La leggenda di Cristalda e Pizzomunno» è l'esperimento classicheggiante di Max Gazzè, probabilmente la cosa più complessa che abbia mai portato in riviera l'artista romano. Il ritorno di Ornella Vanoni con Bungaro, sulle note di «Imparare ad amarsi», è una prova di sorprendente equilibrio, visti i presupposti. Svolta fricchettone per Fabrizio Moro ed Ermal Meta con il folk di «Non mi avete fatto niente». Il ritornello della canzone risulta a rischio plagio e quindi squalifica, essendo molto simile sia nel testo sia nella melodia a un brano presentato a Sanremo Giovani nel 2016, 'Silenzio', cantato da Ambra Calvani e Gabriele De Pascali. Il destino al festival del brano non è ancora stato deciso: pur avendo assicurato, in un primo momento, che il pezzo «ha i requisiti di un brano nuovo a tutti gli effetti», dopo i rilievi emersi nel corso della conferenza stampa il vicedirettore di Rai1 Claudio Fasulo precisa che «in base agli elementi emersi, saranno fatte con l'ufficio legale della Rai ulteriori valutazioni».

    Proseguendo con le canzoni: la ballad jazzy («Rivederti») vede Mario Biondi in preoccupante deficit di originalità. La reunion poohista tra Roby Facchinetti e Riccardo Figli concepisce «Il segreto del tempo», una non troppo convinta meditazione sullo scorrere di tutte le cose. Minimalismo electro-pop con vecchia che balla e messaggio vagamente politico per lo Stato Sociale («Una vita in vacanza»). Non troppo distante dai solchi già arati Noemi con «Non smettere mai di cercarmi». Lezione di metafisica rock per i Decibel che immaginano una «Lettera dal Duca», ossia dalla buonanima di Bowie.

    Elio e le Store Tese, alle prese con lo scioglimento di band più lungo che la storia della musica italiana ricordi, scrivono il proprio epitaffio in «Arrivedorci», non il migliore pezzo del loro songbook. Pop ballad ottimistica per Giovanni Caccamo che canta l'«Eterno». Red Canzian la butta sull'autocompiacimento rock con «Ognuno ha il suo racconto». Operazione roots per Luca Barbarossa che risciacqua i panni nel Tevere in «Passame er sale», episodio di pop naif il tandem Diodato-Roy Paci su «Adesso», senza grande mordente per Nina Zilli in «Senza appartenere», ermetico Renzo Rubino in «Custodire». Buona la prova dell'accoppiata campana Enzo Avitabile-Peppe Servillo alle prese con «Il coraggio di ogni giorno». Si chiude con il noise pop frivolo delle Vibrazioni, «Così sbagliato». Appunto.

    fonte:http://www.ilsole24ore.com



    Sanremo, le pagelle della prima serata: Meta-Moro, Gazzè, Stato Sociale, ‪‪Elio e le Storie Tese‬
    I voti ai cantanti e agli ospiti


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    Ecco le pagelle della prima serata del 68/o festival di Sanremo in ordine di apparizione:

    FIORELLO: Mattatore e vincitore morale della serata. Si prende l'Ariston, il festival, tutto il 'cucuzzaro'. E' dirompente, divertente, ruba senza rimpianti la scena ai padroni di casa. VOTO: 10.


    CLAUDIO BAGLIONI: Inizia teso ed emozionato, da sacrestano - come si è definito - parte con un''omelia' un po' troppo lunga e verbosa. Poi però si mette al servizio del festival e dei suoi compagni di viaggio, Fiorello e Favino in primis, anche in modo ironico. VOTO 6.5

    PIERFRANCESCO FAVINO: Nonostante sia un debuttante, e senta l'emozione dell'Ariston, è una sorpresa in crescendo. Parte per essere la quota colta del festival, ma si diverte a sconfinare nel nazional popolare. Canta, declama e chiede al capitano coraggioso anche di poter ballare. VOTO 7.


    MICHELLE HUNZIKER: Dalla veterana della tv ci si aspettava di più. Invece di essere timoniera, a tratti si lascia andare alle onde del mare increspato. VOTO: 6

    GIANNI MORANDI: Commuove e si commuove su quel palco che lo ha visto cantante in gara e padrone di casa. La platea gli riserva una standing ovation. Scherza con Baglioni e si fa accompagnare da Tommaso Paradiso. Sempre piacevole ritrovarlo. VOTO: 7.5

    ANNALISA - Il mondo prima di te: a lei l'onore di aprire il festival con una ballad british e un look aggressivo con scollatura profonda e tatuaggio tra i seni. VOTO: 6

    RON - Almeno pensami: potenziale candidato alla vittoria e stasera lo ha ribadito. Ron ha l'onore e l'onere di portare un delicato inedito di Lucio Dalla, affidatogli dallo stesso Claudio Baglioni. Un tuffo nel mondo immaginifico e poetico del cantautore bolognese che mette i brividi. VOTO: 7.5

    THE KOLORS - Frida (Mai, Mai, Mai): canzone furba per il pubblico di teenager che li segue. Per il festival hanno dovuto rinunciare all'inglese, ma trovano comunque una chiave di lettura e un ritornello da far ricordare e cantare. VOTO: 5.5

    MAX GAZZE' - La leggenda di Cristalda e Pizzomunno: raffinata composizione che affonda nel sinfonico. L'arpa che accompagna l'orchestra impreziosisce la voce del cantautore. VOTO: 7.5

    ORNELLA VANONI con BUNGARO E PACIFICO - Imparare ad amarsi: presenza nobile del festival, la signora della canzone mette la perfezione della sua voce elegante e raffinata al servizio del festival. Oscurati dalla sua grandezza i suoi compagni. VOTO: 7

    ERMAL META E FABRIZIO MORO - Non mi avete fatto niente: il brano più impegnato, di matrice cantautorale. Lo cantano con convinzione e intensità, esorcizzano col ritmo le paure legate agli attacchi terroristici. VOTO: 8.5

    MARIO BIONDI - Rivederti: la voce di Biondi avvolge l'Ariston con la sua potenza da crooner in questa jazz ballad di "sinatriana" memoria, che però non decolla. VOTO: 6.5

    ROBY FACCHINETTI E RICCARDO FOGLI - Il segreto del tempo: esibizione sotto tono per i due ex Pooh. Facchinetti in particolare non convince. VOTO: 4.5 LO

    STATO SOCIALE - Una vita in vacanza: i ragazzi travolgono l'Ariston con la loro performance e un brano che vuole essere critica sociale. Sul palco una tranquilla signora si trasforma nella "vecchia che balla" del testo. E, con merito, indossano fiori per dire no alla violenza sulle donne. VOTO: 8

    NOEMI - Non smettere mai di cercarmi: graffia la voce della cantante romana alla sua quinta partecipazione. Ci mette convinzione nell'interpretazione, anche se ha saputo fare di meglio. VOTO: 6.5

    DECIBEL - Lettera dal Duca: Ruggeri & Co., con fiore in vista, tornano agli anni '70 in questa missiva idealmente spedita dal duca Bowie. Rock contaminato dal pop. VOTO: 6

    ELIO E LE STORIE TESE - Arrivedorci: più della canzone, non tra le migliori della band, a meritare attenzione è il look stravagante tra l'indiano e il Mago Otelma. VOTO: 5

    GIOVANNI CACCAMO - Eterno: romantico, elegante, raffinato come sempre il giovane cantautore siciliano, che si sente ormai di casa al festival. Da tenere d'occhio. VOTO: 6.5

    RED CANZIAN - Ognuno ha il suo racconto: rock delle origini per l'ex Pooh, che tira fuori una voce notevole e va decisamente meglio dei suoi ex compagni. VOTO: 6.5

    LUCA BARBAROSSA - Passame er sale: il cantautore torna al Festival dopo anni e lo fa in romanesco. Canzone nostalgicamente romantica. VOTO: 6

    DIODATO E ROY PACI - Adesso: inno al carpe diem, che al secondo secondo ascolto colpisce di più. Diodato ci ha messo musica e parole, Paci la tromba. VOTO: 6.5

    NINA ZILLI - Senza appartenere: al festival dei fiori per dire no alle violenze, Nina porta un brano per omaggiare il coraggio delle donne a 360 gradi, ma non vola. VOTO: 5.5

    RENZO RUBINO - Custodire: brano interessante, teatrale, con espliciti riferimenti alle sonorità degli anni Settanta. VOTO 6

    ENZO AVITABILE CON PEPPE SERVILLO - Il coraggio di ogni giorno: il sound napoletano di Avitabile si fonde con la world music in un pezzo in cui la voce di Servillo e' la ciliegina.
    Nel brano fa capolino anche Scampia e "il coraggio di ogni giorno", in una landa di testi dove l'amore è padrone. VOTO: 6.5

    LE VIBRAZIONI - Così sbagliato: reunion ispirata per il gruppo capitanato da Francesco Sarcina. Rock puro. VOTO: 7

    fonte:http://www.ansa.it



    Sanremo 2018, la prima serata. Gli artisti sul palco


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    Nina Zilli (foto: ANSA)

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    Enrico Ruggeri (foto: ANSA)

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    Renzo Rubino (foto: ANSA)

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    Enzo Avitabile e Peppe Servillo (foto: ANSA)

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    Red Canzian (foto: ANSA)

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    Diodato e Roy Paci (foto: ANSA)

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    Nina Zilli (foto: ANSA)

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    Luca Barbarossa (foto: ANSA)



    Elio e le Storie Tese (foto: ANSA)

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    Noemi (foto: ANSA)

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    Giovanni Caccamo (foto: ANSA)

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    Roby Facchinetti e Riccardo Fogli (foto: ANSA)

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    Ermal Meta e Fabrizio Moro (foto: ANSA)

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    Mario Biondi (foto: ANSA)

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    The Kolors (foto: ANSA)

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    Ornella Vanoni (foto: ANSA)

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    Max Gazze' (foto: ANSA)

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    Ron (foto: ANSA)

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    Annalisa (foto: ANSA)

     
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    Sanremo 2018, scaletta della terza serata. Ospiti e programma
    Meta e Moro restano in gara. Le motivazioni della Rai

    Gli ascolti della seconda serata

    Terza serata, classifica e ospiti

    Cosa si dice sui social (seconda serata)





    Sanremo 2018, le pagelle della seconda serata


    Sanremo (Imperia), 8 febbraio 2018 - Sanremo 2018 procede con gli ascolti in poppa: 9,7 milioni di spettatori con uno share del 47,7%, il miglior risultato degli ultimi tredici anni. L'effetto Fiorello, dunque, era stato eccezionale ma non indispensabile, un razzo vettore che ha mandato in orbita il Festival. E lì il Festival è rimasto.

    Bando alle ciance, passiamo alle cose serie. Innanzitutto le notizie: Ermal Meta e Fabrizio Moro sono stati riammessi dopo la sospensione. A termini di regolamento, in realtà, non si poteva fare altro, visto che è previsto che un brano possa contenere il 30% di un altro, piaccia o non piaccia.

    Terza serata, classifica e ospiti

    SCALETTA
    - E veniamo alla scaletta della terza serata. Primi a uscire saranno come al solito i giovani, in quest'ordine: Mudimbi, Eva, Ultimo, Monteiro. Seguono i big: Caccamo, Lo Stato Sociale, Barbarossa, Avitabile e Servillo, Gazzè, Facchinetti e Fogli, Meta e Moro, Noemi, Kolors, Mario Biondi.

    Ospiti (non in quest'ordine): Claudio Santamaria e Claudia Pandolfi per la fiction "È arrivata la felicità", Nino Frassica, Danilo Rea che con Baglioni omaggerà Umberto Bindi, Gino Paoli sempre in coppia col direttore artistico ricorderà De Andrè. Poi James Taylor che canterà, a sorpresa, "La donna è mobile", e poi i "Fire and Rain", Giorgia sempre con Taylor per "You've got a friend", i Negramaro che, oltre al loro brano "La prima volta", con Baglioni intoneranno "Poster".


    Altri scampoli di notizie. Domani Lo Stato Sociale si esibirà con il coro dell'Antoniano, ma c'è un problema: nella loro canzone "Una vita in vacanza" compare la parola "cog...". Per l'occasione quindi verrà edulcorata. Tra gli ospiti domani sono attesi Gianna Nannini, Piero Pelù e Federica Sciarelli mentre per sabato è confermata Laura Pausini che potrebbe anche duettare con Fiorella Mannoia. Sembre per la finale si è fatto il nome di Virginia Raffaele. "Potrebbe esserci", ha detto evasivo Baglioni, che rischia di essere proprio il bersaglio della mattatrice.

    Intanto Michelle ha raccontato che la prima telefonata, stamattina, è stata del marito Tomaso Trussardi non molto contento del ballo hot con Favino, e lo stesso Favino avrebbe ricevuto una chiamata dalla moglie: «Che sia l'ultima volta». Naturalmente scherzavano, o forse no. Favino è felice per aver potuto cantare e ballare, qualcuno ha buttato lì l'ipotesi di un musical, a quel punto Baglioni si è intromesso: «Posso scriverlo io?». Anche se, alla fine, il direttore artistico dopo 50 anni di carriera oltre a escludere un possibile bis («Per ora non se ne parla proprio») ha fatto intravedere l'eventualità di un possibile ritiro: «Non vedo l'ora di mettermi a fare il bagnino». Passerotto non volare via.

     
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