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Come imparare a leggere le note musicali senza fatica

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    Come leggere musica sul pentagramma

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    La musica è un linguaggio universale. Le stesse note che leggo e posso suonare io, le possono leggere e suonare un tedesco o un coreano. Imparare questo nuovo linguaggio può aprirti tantissimi orizzonti.

    La prima cosa che devi sapere è che cos’è un pentagramma. Il pentagramma è un insieme di 5 linee parallele all’interno delle quali si creano 4 spazi.

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    Dal basso verso l’alto abbiamo:



    Riga 1
    Spazio 1
    Riga 2
    Spazio 2
    Riga 3
    Spazio 3
    Riga 4
    Spazio 4
    Riga 5


    C’è una parte del nostro corpo che ricorda la forma del pentagramma. Pensaci bene. Qual è quella parte del tuo corpo che ha 5 parti che fra di loro formano 4 spazi?

    image004-368x260

    La mano! Se provi a posizionare la tua mano destra come in figura noterai che questa assomiglia molto al pentagramma. Fra le tue 5 dita si vengono a creare 4 spazi.

    Le note musicali vengono inserite all’interno del pentagramma, quindi o sulle righe o negli spazi.

    Le note musicali non sono altro che dei segni che rappresentano i suoni. Per rappresentare la loro durata si parla di figure. Esistono diversi tipi di figure musicali e a seconda della figurazione cambia la durata della note (il valore).

    Quando si vogliono inserire delle note nel pentagramma senza dare loro una durata stabilita, si utilizza questo tipo di scrittura:

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    Piccoli pallini neri posizionati o sulle righe o negli spazi.

    Che differenza c’è per esempio tra la nota più bassa (prima riga) e la nota più alta (ultima riga)? Cambia l’altezza del suono. L’altezza è quella caratteristica che rende un suono grave piuttosto che acuto.

    Le 7 note musicali
    Come ben sai, le note musicali sono 7 e sono: Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si. Non dimentichiamoci però che esistono altri suoni che hanno lo stesso nome delle note che sono: Do# o Reb, Re# o Mib, Fa# o Solb, Sol# o Lab e infine La# o Sib. Quindi i suoni che tuoi puoi emettere non sono 7 ma 12.

    Fatta questa precisazione, vediamo come riconoscere una di queste note sul pentagramma.

    Un’ultima premessa da fare è essenziale: l’errore più comune è quello di pensare che sulla seconda riga ci sia la nota SOL. Questo è vero solo se siamo in chiave di Sol. Devi sapere che in musica esistono 7 chiavi musicali e in base a quale chiave di lettura viene inserita all’inizio del pentagramma saprai come leggere le note.

    Oggi noi esaminiamo solo la chiave di violino detta anche chiave di Sol o chiave di canto.

    image007

    La chiave di violino è una delle chiavi più utilizzate. Molti strumenti utilizzano questa chiave, e attualmente si sta cercando di sostituire tutte le “chiavi antiche” con la chiave di violino e chiave di basso.

    Perché si chiama “chiave”? Perché ti offre una chiave di lettura. Ogni chiave ti dice come decifrare le note all’interno del pentagramma. Ogni chiave è una lingua a sé. Immagina la chiave di violino come l’italiano, la chiave di basso come l’inglese, la chiave di baritono come il francese e così via. Ci sono 7 lingue da imparare, ma la principale, quella che ti dà le basi è l’italiano, ovvero la chiave di violino.

    Vediamo quindi come sono disposte le note all’interno del pentagramma:

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    In questa figura qui sopra, hai uno schema dei nomi delle note posizionate sulle diverse righe e nei diversi spazi. In rosso trovi sottolineata la seconda riga quella del Sol. Proprio sulla seconda riga nasce il “ricciolino” della chiave di Sol, e per questo lì c’è il Sol.

    Man mano che si sale dal Sol si procede seguendo la scala musicale (Sol, La, Si, Do, Re ecc…), man mano che si scende dal Sol si procede in senso inverso (Sol, Fa, Mi, Re, Do, Si ecc…).

    Sempre come riportato in figura, puoi notare che ci sono delle note al di sopra e al di sotto del pentagramma. Vediamo come si leggono queste.

    I tagli addizionali

    I tagli addizionali sono quei trattini posizionati sopra e sotto il pentagramma che ne rappresentano un prolungamento. Essendo il pentagramma formato solo da 5 linee, avremmo una gamma limitata di suoni, dal Mi al Fa (Mi, Fa, Sol, La, Si, Do, Re, Mi, Fa). Per ovviare a questa limitazione sono stati inventati i tagli addizionali che rappresentano dei prolungamenti immaginari del pentagramma, rendendolo così praticamente infinito come estensione.

    Per esempio, sotto al primo rigo c’è un “primo spazio immaginario”, e sotto al primo spazio immaginario c’è una “prima riga immaginaria”. Sotto la prima riga immaginaria c’è una “secondo spazio immaginario” e così via. Solitamente si tende a non andare al di sotto dei 4 tagli addizionali.

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    Per cominciare basta imparare anche fino ai primi due tagli addizionali. Solitamente è piuttosto raro incontrare note molto al di fuori nel pentagramma negli spartiti per principianti. Leggi l’articolo con la videospiegazione sui tagli addizionali.

    I valori musicali
    Fino ad ora abbiamo visto solamente le note sotto forma di piccoli pallini bianchi con contorno nero oppure interamente neri. Abbiamo detto che questo tipo di figura ci indica solo l’altezza della nota ma non la durata. La durata, oltre all’altezza, è il secondo parametro importante nella lettura. Conoscendo che nota è, e quanto dura, possiamo essere in grado di suonare qualsiasi spartito. Qui di seguito trovi la tabella dei principali valori musicali:

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    I valori sono dal più alto (la nota che dura di più) al più basso (la nota che dura di meno). Questi non sono ovviamente tutti i valori musicali ma sono soltanto i principali, quelli che troverai nei primi spartiti per pianoforte.

    Il valore più alto è il 4/4. Cosa significa che una nota dura 4/4? Per cominciare possiamo dire che ¼ equivale ad un secondo, e quindi una nota che dura 4/4 dura 4 secondi. Ma in realtà non si tratta di un valore assoluto.

    La durata di ¼ viene stabilita dal compositore inserendo le indicazioni di metronomo all’inizio del brano. Il metronomo è uno strumento che permette di stabilire in maniera oggettiva le proporzioni dei valori di ogni singola nota in modo tale che chiunque suoni quel determinato spartito, sa quanto deve essere la durata di ogni singola nota.

    Le dinamiche



    Fortunatamente lo spartito non è fatto solo da note e valori musicali. Uno spartito di musica classica è formato anche da altri segni in grado da far capire all’esecutore come rendere l’interpretazione di quel brano. I computer eseguono le note corrette con i valori corretti, gli esseri umani cercano di eseguire le note corrette, con delle durate variabili, con un’intensità del suono variabile.

    Una delle caratteristiche del pianoforte, e lo dice la parola stessa, è quella di poter fare i suoni sia “piano” che “forti”.

    In musica queste variazioni di intensità del suono vengono chiamate dinamiche. Spesso come sinonimo si utilizza anche il termine colori. Studiare un brano inserendo i colori significa studiare un brano inserendo le dinamiche. Un pezzo senza dinamiche è privo di colori, è una mera esecuzione meccanica. Le dinamiche danno, insieme al fraseggio, espressività alla frase.

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    Esercizi di lettura
    Imparare a leggere la musica sul pentagramma è un po’ come imparare a leggere una lingua nuova. Più esercizio fai e più capisci come funziona. Prova a ricordarti le prima volte in cui leggevi in inglese. Facevi una grossa fatica. Magari pronunciavi il “ph” ancora come “p” e non come “f”. Poi a furia di sbagliare, rifare, essere corretto dal tuo insegnante hai appreso la pronuncia corretta.

    La stessa cosa funziona nella musica. In un primo momento ti ritrovi con una marea di nuovi segni da imparare, note posizionate in diversi punti del pentagramma, ma a furia di stare a stretto contatto con loro impari a conoscerle, fissando prima quelle che ti rimangono più in mente e poi pian piano tutte le altre.

    fonte:www.pianosolo.it

     
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