Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Veglia di Ungaretti: analisi, commento e parafrasi

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    Veglia di Ungaretti: analisi, commento e parafrasi


    Le lettere d'amore: una prima vittoria sulla morteÈ la stessa scena descritta dal poeta: il particolare della contrazione della bocca è identico: «con la sua bocca / digrignata / volta al plenilunio…».
    Di fronte a questa scena, il poeta avverte che quel cadavere potrebbe essere lui: solo una fatalità ha permesso questo scambio. E vuole la vita, con tutto se stesso, vuole le cose belle per cui vale la pena di vivere. Vuole in questo naufragio di morte, ritrovare la vita e renderla eterna grazie all’amore. Dice il poeta: «Esultanza che l’attimo, avvenendo, dà perché fuggitivo, attimo che soltanto amore può strappare al tempo, l’amore più forte che non possa essere la morte». Per questo di fronte al compagno scrive quelle «lettere piene d’amore» a dire che la prima vittoria sulla morte, sull’odio, sul tempo, è nel mistero del nostro cuore e della nostra umanità.


    Testo e parafrasi


    Cima Quattro il 23 dicembre 1915

    Un’intera nottata
    buttato vicino
    a un compagno
    massacrato
    con la sua bocca
    digrignata
    volta al plenilunio
    con la congestione
    delle sue mani
    penetrata
    nel mio silenzio
    ho scritto
    lettere piene d’amore

    Non sono mai stato
    tanto
    attaccato alla vita

    Parafrasi
    Una nottata intera accasciato a fianco ad un compagno massacrato, guardando quella bocca serrata, a denti stretti, con i suoi occhi rivolti alla luna piena, guardando le sue mani gonfie che penetrano nel mio silenzio, ho scritto lettere piene d’amore. Non mi sono mai sentito tanto attaccato alla vita.



    3Analisi retorico-stilistica

    La poesia si compone di due strofe di diversa lunghezza: la prima è di 13 versi, la seconda di 3. I versi sono liberi, e abbiamo delle rime: nottata/ digrignata/ penetrata; e poi: buttato / massacrato. I suoni scelti sono duri: domina la /t/ che troviamo anche raddoppiata (geminata) /tt/: nottata/ buttato/ lettere / attaccato. Le scelte lessicali sono molto importanti perché il poeta insiste su parole «violentemente cariche e deformanti» (Luperdini-Cataldi), come: buttato, massacrato, digrignato, congestione, penetrata. Inoltre il poeta insiste sui suoi –ato /–ata con una forte presenza del participio passato, così da rendere con immediatezza la condizione in cui il poeta si trova a scrivere le lettere piene d’amore, che chiudono la prima strofa. Molto importante è la pausa perché permette all’emozione di trovare forma, creando un finale di grande potenza.

    4Commento
    Approfondisci
    Giacomo Leopardi: vita, opere e pensiero
    La luna: l'ultima splendida immagine prima della morteQuesta poesia ha un’atmosfera leopardiana grazie alla luna piena che rischiara la trincea. La luna, bella e insensata, è forse l’ultima immagine che il soldato morto ha contemplato durante la sua agonia. Una domanda è rimasta forse serrata dietro quei denti: perché? Sembra di risentire l’interrogativo che Giacomo Leopardi aveva affidato al pastore errante per l’Asia: «Che fai tu luna in ciel?», che prelude l’interrogativo sulla morte e sulla sofferenza. Ma la domanda non è solo del soldato morto, perché è in comunione col poeta che lo veglia: la mostruosità della morte, così vicina, opposta alla bellezza della vita, pongono una domanda senza scampo. Ed è un baratro. Eppure il silenzio diventa lo spazio comune in cui le due esperienze, la morte del soldato e la vita riamata dal poeta, trovano il passaggio l’una nell’altra.

    Il ritmo spezzato, emblema dell'agonia del soldatoIl ritmo spezzato delle parole, l’insistenza sui suoni duri diventano l’elemento portante delle immagini: ricordiamoci di quello che aveva scritto Lussu: «Prima tanto forte e pieno di vita, ora era sfinito. Steso sul lettino da campo, le labbra bianche, immobile, sembrava un cadavere. Solo una contrazione della bocca, simile ad un sorriso amaro, mostrava ch'egli viveva e soffriva.»
    La contrazione della bocca, eccola. Possiamo quindi immaginare che quel tentativo di parlare attraverso i denti digrignati sia naufragato nel silenzio e che Ungaretti sia stato testimone di ciò, o lo abbia facilmente intuito. La domanda del soldato, in ogni caso, resta aperta, fermata nell’immagine che il poeta ci ha donato.

    Un rapporto tra chi muore e chi resta in vitaC’è poi una comunanza che è bello far risaltare. La descrizione del soldato occupa la prima parte della poesia e il poeta la chiude con la sua confessione: «Non sono mai stato / tanto /attaccato alla vita». Possiamo però notare la comunanza dello spazio dei vv. 1-4. La notte è di entrambi, e i primi due participi appartengono uno al poeta («buttato») e uno al compagno («massacrato»). Quindi l’esperienza della morte chiede di essere ascoltata e accolta: è il poeta che deve dare voce a quel che non ha voce, anche se si tratta di restare in silenzio, che per un poeta è paradossale. Oltre la riflessione, c’è il tentativo di sopravanzare la morte con l’amore segno di una superiore armonia. L’amore è il mistero che ci rende vivi anche quando siamo costretti ad attraversare il dubbio della morte e del nulla.


    Ciò che tiene ancorati alla vita: l'amore«Lo scatto positivo finale», secondo il manuale di Luperini-Cataldi, La scrittura e l'interpretazione, «risponde appunto a questa esigenza di ricomposizione e di armonia, affidata alla forza dell’”allegria” vitale». Ungaretti compie quasi un percorso dantesco: scende negli inferi e nell’orrore, nel dubbio che la morte istilla impietosamente, per poi attraverso l’amore risalire e ancorarsi in una dimensione di purezza che non esclude la morte ma la comprende come parte dell’armonia. E l’amore, l’amore per l’uomo – quando l’uomo dovrebbe essere odiato – per quel che di buono c’è nell’uomo che occorre lottare. E quella risposta è, e non potrebbe essere altro, che l’amore. Solo attraverso l’amore si può sentire l’attaccamento alla vita, alla speranza, alla bellezza: ed è la conclusione di questa straordinaria poesia.
     
    Top
    .
0 replies since 11/2/2019, 16:07   112 views
  Share  
.