Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Che fine hanno fatto Starsky e Hutch

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    Che fine hanno fatto Starsky e Hutch


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    Nel 1975 negli USA sulla emittente ABC viene messa in onda la serie televisiva Starsky & Hutch composta da ben 93 episodi, che durerà ben 4 stagioni ognuna con non meno di 22 episodi e non più di 25, e terminata nel 1979. In Italia fu messa in onda su RAI2 il giovedì in prima serata a partire dal 15 marzo 1979 e poi replicato negli anni anche su Mediaset, LA7 e Sky. Chi si è appassionato ma soprattutto divertito a seguire le vicende poliziesche di questa spettacolare serie TV non può non avere la curiosità di chiedersi che fine hanno fatto Starsky e Hutch.

    La serie narra le vicende di una coppia di poliziotti Starsky e Hutch e le loro missioni nella città immaginaria di Bay City, anche se la maggior parte delle riprese sono state girate a Los Angeles, in particolare nei quartieri Century City, Venice Beach, Pico Boulevard, Beacon Street, San Pedro.

    Il successo della serie è dovuto alle ambientazioni nei quartieri malfamati, al carattere ironico dei dialoghi, al sentimento di forte amicizia dei due poliziotti ed alle spettacolari scene di azione spesso talmente estreme che i due attori erano costretti a ricorrere a stuntman professionisti. Verso la quarta stagione il sentimento popolare statunitense che portava alla condanna delle scene di violenze in TV ha fatto eliminare dal copione le molte scene d’azione a vantaggio di storie sentimentali, cosa che ha determinato un calo degli ascolti.

    La serie TV Starky & Hutch ha determinato anche la popolarità sia delle Adidas modello “Vintage SL 76” e sia della Ford Gran Torino guidata da Starsky.

    Che fine hanno fatto Starsky e Hutch

    Ecco cosa fanno oggi i due poliziotti più simpatici di Starsky & Hutch, diventato oggi un vero e proprio cult, tanto che nel 2004 Owen Wilson e Ben Stiller hanno provato a emularne le gesta in una pellicola ispirata alla serie, senza ottenere però il successo sperato.


    Che fine ha fatto Starsky – Paul Michael Glaser

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    Paul Michael Glaser nasce a Cambridge il 25 marzo 1943. Dei due è Starsky il riccioluto moro, il tipico poliziotto di strada, con una infanzia dura e povera a seguito dell’assassinio del padre e reduce da una esperienza in Vietnam.

    Tipica nel telefilm è la sua andatura dinoccolata con cui caracolla per le strade di Los Angeles. Ribelle, istintivo e disordinato anche nel mangiare, Starsky è un assiduo frequentatore di fast food, sempre vestito con un giubbotto di pelle marrone e con ai piedi le inseparabili Adidas celesti modello “Vintage SL 76”. Proverbiale la sua auto la Ford Gran Torino del 1975 divenuta famosissima anche grazie al telefilm.

    Dopo la fine del telefilm continuò la sua carriera in televisione e nel cinema, soprattutto come regista. Oltre a dirigere episodi di varie serie televisive, curò nel 1987 la regia de L’implacabile con Arnold Schwarzenegger, e nel 1992 quella di Vincere insieme e Kazaam – Il gigante rap con Shaquille O’Neal.

    Nel 2004 è tornato sul grande schermo come attore al fianco di Jack Nicholson in Tutto può succedere.

    Dagli anni novanta Paul Michael Glaser è impegnato nel sociale a sostegno dei bambini malati di AIDS, per continuare il progetto della sua prima moglie Elizabeth, morta nel 1994 di HIV, contratto a seguito di una trasfusione ricevuta durante il primo parto. Anche la prima figlia, nata sieropositiva, morì nel 1988.

    L’ultima sua apparizione pubblica è stata nel 2017 ad una conventions di fans a Liverpool assieme al suo inseparabile collega. Dei due è quello che si è mantenuto meglio nell’aspetto fisico, i capelli sono ancora ricci anche se brizzolati.

    Che fine ha fatto Hutch – David Soul

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    David Soul, nome d’arte di David Richard Solberg nasce a Chicago il 28 agosto 1943. Nel telefilm è Hutch, il poliziotto raffinato, figlio di un imprenditore, molto acculturato, dal carattere timido e riservato a dispetto della minacciosa rivoltella Colt Python 357 Magnum che lo accompagna in ogni puntata. Fissato con la sana alimentazione, segue diete macrobiotiche e si allena costantemente. La sua auto è una malandata Ford Galaxie 500 del 1973 che sfigura al cospetto della fiammante Gran Torino del suo collega.

    Nel corso degli anni settanta, Soul si affermò anche come cantante. Con grande successo ha raggiunto per ben due volte la prima posizione nelle chart inglese e americana con i singoli Don’t Give Up On Us e Silver Lady. Nel 1979 interpretò il ruolo di Ben Mears nella miniserie televisiva Gli ultimi giorni di Salem.

    Dagli anni ottanta in poi le sue apparizioni sul set sono diminuite a causa dei suoi problemi con l’alcool. Nel 1987 compare nello sceneggiato televisivo italiano Il segreto del Sahara. Negli anni novanta si trasferisce a Londra per dedicarsi al teatro.

    Anche per lui la sua ultima apparizione pubblica è la conventions di Liverpool del 2017 dove è apparso in condizioni molto dimesse, seduto sulla sedia a rotelle spinto dal suo amico ed inseparabile Starsky; un’immagine che ha fatto il giro del mondo suscitando molta tenerezza.

    fonte:https://www.informarea.it/

     
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    STARSKY & HUTCH - NASCE IL MITO GRAN TORINO!

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    Ford Gran Torino: la sua storia


    Quarant’anni fa la ABC mandava in onda l’ultima puntata di "Starsky & Hutch": il pubblico salutava così una delle auto più americane di sempre, omaggiata anche da Clint Eastwood nell'omonimo film del 2008!

    Lunga, slanciata, muscolosa. Americana, ma con un nome italiano. Costruita a Detroit, con un pensiero all’Italia. Guidata sulle strade statunitensi, amata in tutto il mondo, anche e soprattutto in televisione. Il 15 maggio 1979 la ABC manda in onda l’ultimo episodio di “Starsky & Hutch”. Il pubblico, fedele per tutte e quattro le stagioni, saluta le avventure dei due poliziotti della città fittizia di Bay City e la loro compagna fidata: la Ford Gran Torino versione 1972. Una terza attrice protagonista, già da tre anni fuori produzione, ma che continua a essere protagonista dello sceneggiato televisivo. È un’auto “Born in the USA”, tipicamente americana nelle linee, nella concezione, nell’aspetto. Eccessiva nelle dimension tanto che in Europa la definirebbero “troppo grande”, menter per gli americani è semplicemente “comoda e spaziosa”. Se si organizzasse una reunion delle macchine che hanno caratterizzato l’american style nel corso dei ruggenti anni 70 e 80, la Gran Torino sarebbe sicuramente tra le invitate, con un posto a sedere accanto a colleghe come la Impala e la Dodge Charger. Scopriamo insieme dunque la storia della sua evoluzione e del mito che è riuscita a tramandare.

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    LA NASCITA DELLA TORINO NEL 1968


    Nel 1968 Ford decide di rimpiazzare la Fairlane con una nuova coupé. Nasce così la Ford Torino, lunga più di 5 metri e larga 2, col nome della città di Torino, in quanto il capoluogo piemontese, sede di FIAT e Lancia, viene vista negli USA un po’ come la Detroit d’Italia in quanto sede dell'automotive nazionale.

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    Così la Torino viene fabbricata in diverse versioni: coupé due porte, berlina e familiare a quattro porte e cabriolet a 2. Disponibili più motorizzazioni, dal V8 a 4900 cm³ al 6400 cm³ Ford FE serie 390progettato direttamente dal Marchio. Per risaltare la versione sportiva, viene anche lanciato il modello GT.


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    LE VERSIONI DELLA TORINO NEL '69


    L’anno dopo escono le prime versioni alternative. La Ford Torino Cobra monta il motore Ford Cobra 428 da 7000 cm³, con cambio manuale a quattro marce, sospensioni potenziate, scarico doppiato e rinnovato con sedili ribaltabili. Come optional un cofano dotato di presa d'aria che aumentava le prestazioni ad alto numero di giri oppure un differenziale autobloccante.

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    Prima della fine degli anni Sessanta, esce anche la Talladega, versione più aerodinamica per garantire prestazioni migliori. Le performance sono così eccellenti da indurre la Ford a produrre pochi esemplari del modello da corsa, e la vettura viene iscritta al campionato NASCAR.

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    LA BOSS, COBRA E LE ALTRE


    Linee più pulite e aspetto totalmente rinnovato nel 1970, tanto che l'auto partecipa anche al concorso per il premio di Motor Trend Car of the Year, con i nuovi fari circolari sulla calandra (quell'anno solo nella GT i fari sono a scomparsa). Anche in questo caso, Ford offre diverse motorizzazioni con differenti livelli di potenza. In pieno costume americano, ai vari modelli vengono affibbiati nomi stravaganti e discretamente pacchiani, come Thunder Jet, Cobra Jet e Super Cobra Jet, oltre alla “Boss”, quest'ultima scelta per equipaggiare i 3.000 esemplari di Torino King Cobra necessari per l'iscrizione al Campionato NASCAR. correre in pista sui circuiti. Il progetto viene però presto abbandonato e la produzione della versione King Cobra si ferma allo stadio prototipale, con due soli esemplari costruiti.

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    FINALEMENTE LA GRAN TORINO


    Nel 1972, con la nuova calandra a "bocca di pesce", viene proposto il restyling più famoso e aggressivo di tutte le versioni. La GT cambia nome in Gran Torino o Gran Torino Sport (differiva solo per il paraurti anteriore). Un solo motore presente, il Cleveland 351 da 5800 cm³, capace di erogare una potenza di 265 CV a 4200 giri al minuto. Su richiesta resta comunque disponibile la versione Cobra Jet del motore.

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    La velocità di punta comunque non supera i 190 km/h. Cambio automatico, sospensione a ruote indipendenti, freni anteriori a disco e sterzo servoassistito: sono le altre caratteristiche rilevanti della macchina. Nel 1973 un grande paraurti sostituisce il precedente modello cromato e viene posto a filo della carrozzeria in quanto la nuova norma Ford prevede che ad un impatto frontale a 5 miglia orarie la fanaleria rimanga integra. Sono disponibili 4 versioni: Hardtop o Regular roof, 4 porte, Sedan station wagon e la Gran Torino Sport, che riprende le forme modello dell'anno precedente.



    IL SUCCESSO DEL TRAMONTO


    L'anno si chiude in bellezza per Ford che conta con poco meno di 500mila esemplari venduti, precisamente 496.581 modelli. Ma proprio all'apice del successo la Ford Gran Torino conosce il suo anno di grazia. La moda delle vetture potenti è ormai tramontata e quandoi la Ford prevede una produzione di 50.000 Ford Gran Torino Sport, le nuove ulteriori modifiche alle normative federali costringono il Marchio a fermare i suoi progetti a quota mille unità.

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    Così con le ultime modifiche del 1975-76 la Ford decide definitivamente di fermare la produzione della Gran Torino, anche se il pianale viene utilizzato ancora per altri tre anni.



    LA CONSACRAZIONE NEL CINEMA


    Ad alimentare il mito e a renderla immortale però ci pensa il mondo dell’entertainment. In tv ci sono "Starsky & Hutch", che per i loro inseguimenti utilizzano una Gran Torino del 1975, iconica nella sua colorazione rossa con la striscia bianca a coprire tetto e fiancata.

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    L’auto continua a “lavorare” sul set fino all’ultimo episodio del 1979, anche se già nel ’76 Ford decide di interrompere per sempre la produzione. Il telaio della Gran Torino continua tuttavia a essere utilizzato negli anni successivi per la costruzione di altre macchine Ford come LTD II, Thunderbird, Ranchero e Mercury Cougar.

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    Il revival romantico avviene poi nel 2008, quando Clint Eastwood la rende vera attrice protagonista del suo film “Gran Torino”. L’amore del protagonista Walt Kowalski per la sua auto è l’affetto e la passione di milioni di americani che nel corso dei decenni precedenti avevano avuto la gioia di mettersi alla guida di quell’auto un po’ troppo lunga, ma spaziosa, tipicamente americana, ma dal nome italiano.

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    Ma le comparse nel mondo del cinema e della tv sono tantissime. Dal film "Il grande Lebowski" a "Fast & Furious - Solo parti originali", sempre nel colore verde. Fino al mondo dei videogiochi nei titoli "Test Drive: Eve of Destruction", dove il Model Year 1971 viene denominata Ocelot, "Carmageddon 3: TDR 2000", dove il Model Year 1976 viene denominato Husky, e "Driver San Francisco".


    (www.auto.it/)

    Edited by falcon581 - 1/6/2020, 11:47
     
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