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Claudio Baglioni: nuovo album“In questa storia che è la mia”

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    Claudio Baglioni: "Un nuovo album per lasciare un segno"

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    Il cantautore presenta il nuovo disco 'In questa storia che è la mia' in uscita il 4 dicembre, realizzato durante il lockdown. "Bisogna prendere il meglio di quello che questa situazione ci sta insegnando". E scherza su Sanremo: "Non si può uscire papi e rientrare cardinali"

    Claudio Baglioni emerge dal lockdown con un nuovo album, In questa storia che è la mia, che uscirà venerdì 4 dicembre anticipato dal singlo Io non sono lì. Il cantautore romano spiega che se dal punto di vista "personale" le chiusure determinate dal Covid non gli sono pesate, dal punto di vista artistico lo hanno "paralizzato" per diverse settimane. Ma poi si è ripreso il tempo perduto e ha portato a termine il disco che contiene 14 brani, 1 ouverture, 4 interludi piano e voce, e un finale.

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    Il tempo è l'avversario micidiale di ognuno di noi. E per quanto cerchiamo di affrontarlo, alla fine possiamo solo corrergli dietro. Il vantaggio di questo mestiere è pensare che resterà qualcosa dopo. Qui dico che ho vissuto per lasciare un segno. Che è poi la speranza di tutti: che qualcosa resisterà, andrà avanti" ha detto Baglioni spiegando il senso del nuovo disco.

    "La mia vita personale non è cambiata molto, non sono mai stato uno che usciva molto la sera. Ho bisogno di stare da solo, anche per compensare i momenti in cui si sta in mezzo a tanta gente. Quindi questa chiusura non mi ha pesato. Chiaramente dal punto di vista dei concerti mi sono fermato ma anche dal punto di vista della composizione mi sono paralizzato. Sono stato fermo tre, quattro mesi senza fare niente. Ho pensato che non avrei finito nemmeno questo disco. Poi invece ho ricominciato a lavorarci e l'abbiamo portato a termine", ha detto Baglioni nel corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo album.

    Sempre sul Covid, Baglioni è convinto che sarebbe un grande sbaglio non ricavarne degli insegnamenti: "Sarebbe una bestemmia. Bisogna prendere il meglio di quello che questa situazione ci sta insegnando: occorre rivedere, ripensare, correggere. Non mi aspetto un mondo tutto nuovo ma l'idea di rifare tutto proprio com'era prima mi preoccupa", ha aggiunto.

    fonte:https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/



    Testo “Io non sono lì”, il nuovo singolo di Claudio Baglioni. Ascolta il brano, leggi il significato e guarda il video ufficiale.

    “Io non sono lì” è una canzone inedita tratta dall’album “In questa storia che è la mia” di Claudio Baglioni. La traccia, che vede Celso Valli al pianoforte, Gavin Harrison alla batteria e Paolo Gianolio al basso e chitarre), è una ballad profonda, ispirata e celata di nostalgia. Un pezzo che analizza pensieri, emozioni, delusioni e speranze di quell’incertezza nella quale tutti noi ci chiediamo se è meglio esserci o non esserci, che è come esserci senza esserci.


    testo



    Chi lo sa se ti alzi ancora mezza addormentata
    se ti scaldi il petto con la tazza tra le dita
    se ti fai la doccia sulle punte a schiena un po’ inarcata
    se ti provi tutti gli abiti e non c’è mai un si


    Chi lo sa se cerchi dove l’auto è parcheggiata
    se la in mezzo al traffico ti metti la matita
    se ti volti verso me con la tua faccia stralunata
    io ti vedo e chiedo perché invece resto qui
    se è meglio esserci o non esserci

    Io non sono li
    li dov’eri tu
    quanto l’aurora ci stupì
    in quel temporale che un’estate già partì
    dentro un bacio eterno che il cuore ci stordì
    tra i desideri e giuramenti che il mondo non udì
    mi sento come se io fossi li

    Chi lo sa se arrivi sempre all’ultimo affannata
    se tu mangi poco e non ti trovi dimagrita
    se ti alleni con la stessa maglia logora e bagnata
    se ti vedi con le amiche a ridere di chi


    Chi lo sa se a cena ti sei solo un po’ ubriacata
    se rientri tardi e ti abbandoni giù sfinita
    se ti appoggi al mio cuscino con la testa già assonata
    e ti pesa un senso pure di ?
    che è come esserci o non esserci

    Io non sono li
    dove fosti tu
    mentre una stella ci smaltì
    lungo il falsopiano che un inverno ci tradì
    sotto quella neve che i passi ci sbiadì
    nelle carezze negli abbracci che il gelo
    e spingo come se io fossi lì

    Io non li
    dove sarai tu
    e il nostro amore che appassì
    con le parole e con le note
    che poi il tempo ammutolì



    Edited by Lussy60 - 9/12/2020, 19:39
     
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    Capostoria
    Altrove e qui
    1. Non So Com'è Cominciata
    Gli anni più belli
    Quello Che Sarà Di Noi
    In un mondo nuovo
    2. Al Pianoforte Ogni Giorno
    Come ti dirò
    Uno e due
    Mentre il fiume va
    3. E Firmo In Fede Un Contratto
    Pioggia blu
    Mal d'amore
    Reo confesso
    4. Adesso è Strano Pensare
    Io Non Sono Lì
    Lei Lei Lei Lei
    Dodici note
    Uomo di varie età
    Finestoria





    Altrove e qui
    Ho vissuto per lasciare un segno
    come se non fosse mai finita
    ho portato la mia fede in pegno
    per non farla più cadere dalle dita
    ho sentito i brividi del mare
    quando canta ruggini di voci
    ho pregato muto su un altare
    di speranze vuote infrante come noci
    ho disegnato un universo parallelo
    dove non ero più così
    e ho costruito una terrazza sopra il cielo
    per stare ovunque ma non qui
    Qui lungo una via per arrivare al centro
    qui di fronte al vento che mi soffia contro altrove
    qui sul limite del bosco in cui mi addentro
    qui nel mulinello di una scia

    Ho suonato il tema della sera
    senza saper leggere le stelle
    ho dormito tra le nubi a schiera
    per trovare un posto a un’anima ribelle
    ho inseguito più di mille anni
    aspettando l’ultimo domani
    ho sparato all’alba degli inganni
    perché il sogno non si sporchi mai le mani
    ho colorato un uomo come fa un bambino
    che non si è alzato più da lì
    ed ho smarrito il passaporto del destino
    di esser chiunque ma non chi

    Qui sul petto in cerca del mio baricentro
    qui nell’eco di una stanza mai un riscontro altrove
    qui dietro la porta tra una fuga e un rientro
    qui in uno specchio che mi spia

    In ogni notte accesa a far le prove
    di storie nuove nell’attesa
    di quell’impresa che commuove
    che è mai si è arresa e che si muove altrove

    Qui sul fondo del mio cuore l’epicentro
    qui sotto la pelle di un eterno scontro altrove
    qui nel mondo a chiedermi che cosa c’entro
    qui col tempo che è volato via altrove
    qui con una musica che batte dentro
    qui per una vita che mi corre incontro altrove
    qui dove sarò per sempre un fuoricentro
    qui in questa storia che è la mia
    la mia




    1. Non So Com'è Cominciata
    Non so come è cominciata
    forse ascoltando una radio
    ch’era un gigante di fronte a me
    una vampata improvvisa
    da quell’armadio parlante
    qualcosa che non si sa cos’è
    con una piccola fisa
    giocare a fare il cantante
    e su una sedia sei quanto un re
    perché l’incanto è un brigante
    ti assedia e ti ruba via per sé

    Gli anni più belli

    Noi
    che sognavamo i giorni di domani
    per crescere insieme mai lontani
    E sapere già cos’è un dolore
    e chiedere in cambio un po’ d’amore
    Noi
    occhi di laguna noi
    Ladri di fortuna noi
    cavalieri erranti della luna

    Noi
    Una bufera di capelli
    In aria a far castelli noi
    che abbiamo urlato al vento
    Per cantare noi gli anni più belli

    Noi
    in una fuga da ribelli
    Un pugno di granelli noi
    che abbiamo preso strade
    per cercare in noi gli anni più belli

    Noi
    che volevamo fare nostro il mondo
    e vincere
    o andare tutti a fondo
    Ma il destino aspetta dietro un muro
    e vivere
    è il prezzo del futuro

    Noi
    guance senza fiato noi
    Labbra di peccato noi
    Passeggeri persi nel passato

    Noi
    Una rincorsa di ruscelli
    Tra nuvole di uccelli noi
    che abbiamo visto il sole accendere su noi
    gli anni più belli

    Noi
    Una promessa da fratelli
    Tra lacrime di ombrelli noi
    Che abbiamo udito il mare
    piangere con noi
    Gli anni più belli

    E quel tempo è un film di mille scene
    non si sa com’è la fine
    Se le cose che ci fanno stare bene
    sono qui
    proprio qui
    forse no, forse sì
    sempre qui,
    E siamo noi
    Ancora quelli

    Noi
    Con le ferite dei duelli
    e spalle di fardelli
    Noi
    che abbiamo spinto il cuore
    a battere per noi gli anni più belli
    Noi che siamo stati lupi e agnelli
    con l’anima a brandelli noi
    che abbiamo chiesto al cielo
    di ridare a noi
    gli anni più belli
    gli anni più belli



    Quello Che Sarà Di Noi

    Dopocena di discorsi e sguardi
    Quasi a rimandare in la il saluto
    finchè non si è fatto molto tardi
    nel congedo un bacio ed è accaduto
    e ritrovaci l’uno e l’altra addosso
    come quando non si vede l’ora
    di schiacciarci sopra il cuore grosso
    senza chiederci per quanto ancora no

    Non sognarci mai
    per non risvegliarci
    non pensarci mai
    per non dimenticarci
    non cercarci mai
    per non lasciarci e perderci
    e per non mancarci
    non giurarci mai
    per non rinnegarci
    non trovarci mai
    per non abbandonarci
    per non domandarci quello che sarà di noi

    L’eco di un silenzio sottovuoto
    ascoltarci il vento del respiro
    fra i timori di un domani ignoto
    abbracciarci per un altro giro e
    ricambiarci un debito struggente
    che la vita non sarà la stessa
    e tenerci senza dire niente
    neanche l’alibi di una promessa no
    Non sognarci mai
    per non risvegliarci
    non pensarci mai
    per non dimenticarci
    non cercarci mai
    per non lasciarci perderci
    e per non mancarci
    non giurarci mai
    per non rinnegarci
    non trovarci mai
    per non abbandonarci
    per non domandarci quello che sarà di noi
    insieme noi
    quando va la notte e gli occhi tuoi
    sono due candele noi contro noi
    con le labbra rotte
    e staccarci poi
    sarà più crudele
    noi verso noi
    mentre si fa giorno
    e anche se vuoi
    non può trattenerci
    noi solo noi
    e nient’altro intorno
    nei corridoi
    di un arrivederci

    Non sognarci mai
    per non risvegliarci
    non pensarci mai
    per non dimenticarci
    non cercarci mai
    per non lasciarci perderci
    e per non mancarci
    non giurarci mai
    per non rinnegarci
    non trovarci mai
    per non abbandonarci
    per non domandarci quello che sarà di noi




    In un mondo nuovo

    Un mondo senza aridità
    di abbracci senza ipocrisia
    di sguardi senza falsità
    di gesti senza codardia
    un mondo senza oscenità
    ne sciatteria senza più volgarità nè idiozia
    un mondo senza crudeltà
    di corpi senza malattia
    di grembi senza povertà
    di mani senza ruberia
    un mondo senza siccità nè carestia
    senza più disparità nè razzia
    tra le tende e il vetro un mare biondo
    dietro ad un sole rosso uovo scende a fondo

    In un mondo nuovo che ho sperato e che non scovo nei miei giorni bui
    quando giro in tondo e trovo me
    che mi commuovo e mi confondo se
    lei è il mondo nuovo che ho cercato e c’è
    che provo a scorgere com’è
    mentre fa da sfondo al covo in cui
    io la ritrovo e mi nascondo in lei

    Un mondo senza inciviltà
    di facce senza idolatria
    di spalle senza impunità
    di bocche senza ideologia
    un mondo senza slealtà nè furberia
    senza più malvagità nè isteria
    un mondo senza atrocità
    di teste senza tirannia
    di cuori senza iniquità
    di polsi senza prigionia
    un mondo senza avidità nè bramosia
    senza più brutalità nè angheria
    l’aria è un velo scuro e furibondo
    sopra il muro un rovo e un cielo più profondo

    In un mondo nuovo che ho sperato e che non scovo nei miei giorni bui
    quando giro in tondo e trovo me
    che mi commuovo e mi confondo se
    lei è il mondo nuovo che ho cercato e c’è
    che provo a scorgere com’è
    mentre fa da sfondo al covo in cui
    io la ritrovo e mi nascondo a vivere una favola
    dove sia lei la principessa
    giorno per giorno e sera in tavola
    il pane e il vino come a messa
    e noi in un mondo nuovo che ho sperato e che non scovo nei miei giorni bui
    quando giro in tondo e provo me
    che mi commuovo e mi confondo se
    lei è il mondo nuovo che ho cercato e c’è
    che provo a scorgere com’è
    mentre fa da sfondo al covo in cui
    io la ritrovo e mi nascondo in lei
    io in lei




    2. Al Pianoforte Ogni Giorno
    Al pianoforte ogni giorno
    lezioni sul pentagramma
    e una chitarra attorno ad un falò
    e accompagnato da mamma
    a far concorsi e audizioni
    col risultato di un altro no
    poi ricomporsi e cercare
    ma rassegnato occasioni
    e riprovare finchè si può
    che pure quando è abbastanza
    una speranza c’è sempre un po’


    Come ti dirò
    Come ti dirò quanto sia sublime
    Quello che io sento e che ho per te
    E dentro me si imprime
    Come ti dirò di strapiombi e cime
    Di chi esprime a stento ciò che ha in sé
    Le prime parole o i versi in rime
    Cosa ti dirò che non sia un pattume
    Mille e mille volte detto già nel mio romanticume
    Cosa ti dirò letto sotto un lume
    Nel volume di banalità un solo barlume di verità
    La sorte di un fiume che nel suo mare va

    Come ti dirò Non lo so come
    Se mi sbaglierò dopo il tuo nome
    Che ti metterò di soprannome
    Come Come
    Come ti dirò quanto mi preme
    Se rifuggirò da frasi sceme
    Che mi inventerò per stare insieme
    Insieme come

    Come ti dirò messo sotto esame
    Qual è il senso di questa malia
    Che non va via e che ha fame
    Come ti dirò senza tante trame
    Di un legame immenso di follia
    E in pancia uno sciame di frenesia
    Sul petto le lame della malinconia

    Come ti dirò Non lo so come
    Se mi sbaglierò dopo il tuo nome
    Che ti metterò di soprannome
    Come Come
    Come ti dirò quanto mi preme
    Se rifuggirò da frasi sceme
    Che mi inventerò per stare insieme
    Insieme come

    Come ti vedrò
    Come ti saprò
    Come ti darò
    Il tempo che non ho
    Come ti riavrò
    Come ti terrò
    Come ti vivrò
    Come

    Come ti dirò Non lo so come
    Se mi sbaglierò dopo il tuo nome
    Che ti metterò di soprannome
    Come Come
    Come ti dirò quanto mi preme
    Se rifuggirò da frasi sceme
    Che mi inventerò per stare insieme
    Insieme come

    Come ti dirò
    Che ti amo, ti amavo e ti amerò
    Che ti amo, ti amavo e ti amerò
    Che ti amo, ti amavo e ti amerò
    Che ti amo, ti amavo e ti amerò

     
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    Uno e due
    Io non so se ci sarai per sempre
    Ma è da sempre che tu ci sei stata
    È così da quando ti ho incontrata
    Fra un crepuscolo di agosto
    E un’aurora di settembre
    Io non so spiegarmi ancora come
    Ma mi sei da subito piaciuta
    Quasi già ti avessi conosciuta
    Nel viavai di un’altra vita
    Quando ci davamo il nome di uno e due

    Che siamo come
    Fiume e sponda
    Collina e bruma
    Scoglio e onda
    Battigia e schiuma
    Vena e cuore
    Parete e ghiaccio
    Frutto e fiore
    Bacio e abbraccio
    Noi
    Che siamo come
    Tuono e lampo
    Ferita e unguento
    Brina e campo
    Bandiera e vento
    Pozzo e luna
    Terreno e grano
    Palme e duna
    Mano e mano

    Io non so che cosa sia successo
    Ma è girato il mondo in un istante
    Come andare su un ottovolante
    E non ci credevo allora
    E non ci credo neanche adesso

    Io non so perché ci basta poco
    Quando noi ci ritroviamo accanto
    Forse perché ci bastiamo tanto
    Chiusi nella nostra tana
    A giocare insieme il gioco di uno e due

    Che siamo come
    Fiume e sponda
    Collina e bruma
    Scoglio e onda
    Battigia e schiuma
    Vena e cuore
    Parete e ghiaccio
    Frutto e fiore
    Bacio e abbraccio
    Noi che siamo
    Come tuono e lampo
    Ferita e unguento
    Brina e campo
    Bandiera e vento
    Pozzo e luna
    Terreno e grano
    Palme e duna
    Mano e mano

    In una stretta ardente
    Le mie con quelle tue
    E abbiamo tutto e niente
    Però facciamo un paio
    Insieme corpo e mente
    Soltanto uno e due
    In mezzo a tanta gente
    La pupa e il marinaio

    Noi
    Che siamo come
    Fiume e sponda
    Collina e bruma
    Scoglio e onda
    Battigia e schiuma
    Vena e cuore
    Parete e ghiaccio
    Frutto e fiore
    Bacio e abbraccio
    Noi che siamo
    Come tuono e lampo
    Ferita e unguento
    Brina e campo
    Bandiera e vento
    Pozzo e luna
    Terreno e grano
    Palme e duna
    Mano e mano

    Noi
    Uno e due
    Uno e due
    Uno e due
    Uno e due
    Uno e due
    Uno e due
    Uno e due




    Mentre il fiume va
    Come due marmocchi
    Su una giostra a casa nostra
    Un’intesa di occhi
    E noi entriamo in loop
    Tra zompi sui divani
    Mimi, saltimbanchi e nani
    Tu che ruoti i fianchi
    Dentro il tuo hula-hoop
    Lo scaffale è un tirassegno
    Lei signore vuol sparare
    Io col mestolo di legno
    Sulla guancia ruvida
    Faccio finta di mirare
    Dove tu ti dai un contegno
    Con le smorfie dolci e amare
    Da stupenda a stupida

    Come due cretini
    Fra le facce e le boccacce
    Lanci di cuscini
    Contro gli abat-jours
    Da quella pantomima
    Tra noi due a chi ride prima
    A imboscate e sfide
    E l’amour toujour

    Io che ero quasi un santo
    Con nient’altro da volere
    E tu un vero e proprio schianto
    Una bomba atomica
    Quando dondoli il sedere
    Vorrei tanto darti un morso
    Nella morsa del piacere
    Tu sei pure comica

    Mentre il fiume va
    Col tempo che è trascorso
    Mi vedevo già
    Verso la fine del percorso
    Io che sono qua
    Su e vivo come un orso
    Ma la bella donna che sei tu
    Lei mi ha soccorso

    Un cuore fuoricorso e giù

    Come due birbanti
    Io fischietto in mezzo al letto
    Se ti sfili i guanti
    E fai uno striptease
    Un defilè sui tacchi
    In tubini e mini e spacchi
    E anche se cucini
    Sembri più una miss

    E io il mister mezzo ciucco
    Che ti guarda imbambolato
    Quel musetto senza trucco
    Che ha su un’aria tragica
    Sei il mio zucchero filato
    Filo e succo del discorso
    Lo stupore mozzafiato
    Di una storia magica

    Mentre il fiume va
    Ripenso a quanto ho corso
    Fino a quest’età
    Dietro a un rimpianto, ad un rimorso
    Tu stai sempre laggiù nel vento che ho rincorso
    Tu sei il mio menù
    Il mio cammino senza sforzo

    In un mattino quieto
    Sotto alla città
    Io corro lungo il greto
    Mentre il fiume va
    Tu scorri nel mio polso
    Sei il mio segreto tu
    Tu sei l’ultimo sorso in più

    You you you you you
    You you you you you
    You you you you you you

    Mentre il fiume va

    You you you you you
    You you you you you
    You you you you you you

    Mentre il fiume va





    3. E Firmo In Fede Un Contratto
    E firmo in fede un contratto
    con il mio nome su un disco
    quando nessuno ci crede più
    poi tutto ad un tratto capisco
    che la mia voce è alla radio
    e la mia faccia è nella TV
    quanti locali e teatri
    fino ai concerti allo stadio
    e canti e braccia che vanno su
    ma ci si arrende espatriati
    quando dal palco si scende giù




    Pioggia blu
    Pioggia blu
    con un ritmo inquieto sopra il tetto
    su due corpi snelli in mezzo al letto
    dentro il nido fresco dei capelli sul tuo petto

    Pioggia blu
    su ogni tratto che ti riga il viso
    nella neve pazza di un sorriso
    fra le cosce lunghe di ragazza Mondariso
    ma cos’è stare quassù
    mentre addosso alla città
    pesa tutto il cielo flou di una tempesta
    e noi via dalla realtà come al caldo di un igloo
    e il camino acceso fa un gran fuoco a festa

    Pioggia blu
    sopra i solchi dritti della schiena
    dentro il fiume in piena di ogni vena
    nella stanza in ombra solo un lume di falena

    Pioggia blu
    lungo i chiaroscuri della faccia
    sopra il volo ambrato delle braccia
    sulle labbra morse senza fiato sempre a caccia
    la tua bella gioventù
    la mia smemorata età
    fra le noci di Acagiù
    e lo spumante
    non sia mai la libertà
    se è così la schiavitù
    sei la sola verità
    e l’unica amante
    un’immagine perfetta
    la tua sagoma svestita

    Non avere fretta mai mai mai
    di avere fretta
    se la vita non aspetta
    come vento tra le dita
    stammi stretta che è svanita
    questa smania maledetta
    e rimani giù assopita
    fino a che non smetta
    questa pioggia blu

    Pioggia blu
    Pioggia blu

    Dietro un orizzonte dei tuoi occhi
    tra le pietre lisce dei ginocchi
    sulla pelle nuda che impazzisce se la tocchi

    Pioggia blu
    delle voglie chiuse oltre le ciglia
    su una perla pura di conchiglia
    sui sospiri di una voce scura che bisbiglia
    e non separarci più come cellule a metà
    di quel piccolo tatoo dell’infinito
    Domandarci poi chissà se ogni volta è un deja vu
    e se il tempo che verrà è già fuggito
    via da questa sera oscura che ci tiene qua in ostaggio

    Non aver paura mai mai mai
    di aver paura
    questo viaggio è un’avventura
    l’illusione di un miraggio
    ma tu giura che hai il coraggio
    e che avrai per sempre cura
    del tuo cuore un po’ selvaggio
    ora e finché dura questa pioggia blu

    Pioggia blu
    Pioggia blu

     
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    Mal d'amore
    Non correremo più la stessa strada
    Di tramonti purosangue
    O impazziti di rugiada
    Sotto un’alba esangue
    Non salteremo più tra quelle onde
    In un valzer di delfini
    Lungo orbite profonde
    Senza confini
    Non bruceremo più in un firmamento
    Di occhi a dare luce al mondo
    Con gli sguardi di un tormento
    Lampi di un secondo

    Non voleremo più su quelle stelle
    Con le braccia sopra il vento
    E col tempo sulla pelle

    Non guariremo mai da questo mal d’amore
    Per quella vita che rimane non si muore
    Fa un male cane e su e giù ci sfascia il cuore
    E come un cane non ci lascia più

    Non morderemo più coi nostri baci
    Di acque fresche di cascate
    Piogge timide e fugaci
    E lunghe mareggiate

    Non ruberemo più con queste mani
    Le vertigini di un cielo
    E un sudore di vulcani
    In mezzo al gelo

    Non pregheremo più la stessa luna
    Figli unici randagi
    Tra riflessi di laguna
    E fuochi di presagi

    Non vagheremo più in quell’universo
    Di pianeti alla deriva
    Dietro un orizzonte perso

    Non guariremo mai da questo mal d’amore
    Per quella vita che rimane e sai che non si muore
    Fa un male cane e su e giù ci sfascia il cuore
    E come un cane non ci lascia più

    E la domanda finale
    È se hai più gioia o pene
    Se sia più miele o sale
    Se un bene può far male
    E un male fare bene
    Se conviene il male
    Se è irreale o c’è
    E se ci tiene insieme
    Se è uguale anche per te

    Non guariremo mai da questo mal d’amore
    Per quella vita che rimane non si muore
    Fa un male cane e su e giù ci sfascia il cuore
    E come un cane non ci lascia più

    Quel mal d’amore
    Fa un male cane e su e giù ci sfascia il cuore
    E come un cane non ci lascia più

    Nemmeno un ultimo addio
    Il tuo è il mio
    Ognuno con il suo





    Reo confesso

    Non si può fermare perché è come un alluvione
    Che trascina tutto e tutto si trasforma in fango
    E non c’è più differenza tra condanna e assoluzione
    Tra colpevole e innocente sia se rido o piango a una giuria
    Sicario di un futuro
    Dal quale ti ho estromesso
    Per mettermi al sicuro
    Nel caso di un processo
    Reo reo reo confesso
    Reo reo reo

    Non si può domare perché è come un uragano
    Che scoperchia il capo e il capo semina i pensieri
    E si perdono dovunque ma non vanno mai lontano
    Tanto poi domani non sarà com’era ieri l’allegria

    E torno sul fondale
    Più triste sul cipresso
    E sconto tutto il male
    Per quello che ho commesso

    Sono stato io
    Che ho bestemmiato al tempio della tua armonia
    E scorticato l’anima e l’ingenuità
    E che ho cercato un compromesso
    Nell’omertà di quel che c’è successo
    Sono stato io
    Che ho rinnegato gli occhi della tua euforia
    E frantumato tutte le fragilità
    E che ho giurato e ripromesso
    La mia onestà ma non ci ho mai scommesso

    Reo reo reo confesso
    Reo reo reo

    Non si può calmare perché è come un terremoto
    Che ti spacca il cuore e il cuore crolla raso al suolo
    Tra macerie di ricordi su rovine sopra il vuoto
    Me ne vado con la pioggia corsa nello scolo di una via

    In mezzo a un labirinto
    Col tempo disconnesso
    E ancora vago vinto
    Quella come un ossesso

    Sono stato io
    Che ho soffocato il muso della tua ironia
    E avvelenato le ore di felicità
    E ho rinunciato a ogni possesso
    Con la viltà di chi si è genuflesso
    Sono stato io
    Che ho giustiziato il petto della tua agonia
    E martellato ai fianchi della volontà
    E che ho sprangato e manomesso
    La verità che provo a dire adesso

    Reo reo reo confesso
    Reo reo reo io stesso
    Reo reo reo confesso
    Reo reo reo io stesso
    Reo reo reo confesso
    Reo reo reo io stesso
    Reo reo reo confesso
    Reo reo reo io stesso





    4. Adesso è Strano Pensare

    Adesso è strano pensare
    a tutto ciò che è successo
    se è passato o se è sempre là
    ma quanto sono cambiato
    se sono ancora lo stesso
    tanto è durato però fin qua
    e quando arriverà l’ora
    della mia uscita di scena
    so che da me lei non uscirà
    poiché il futuro era allora
    e quella vita l’ho avuta già




    Io Non Sono Lì
    Chi lo sa se ti alzi ancora mezza addormentata
    se ti scaldi il petto con la tazza tra le dita
    se ti fai la doccia sulle punte a schiena un po’ inarcata
    se ti provi tutti gli abiti e non c’è mai un sì
    Chi lo sa se cerchi dove l’auto è parcheggiata
    se là in mezzo al traffico ti metti la matita
    se ti volti verso me con la tua faccia stralunata
    io mi vedo e chiedo perchè invece resto qui
    se è meglio esserci o non esserci
    Io non sono li
    li dove eri tu
    quando un’aurora ci stupì
    in quel temporale che un’estate ci ammattì
    dentro un bacio eterno che il cuore ci stordì
    tra i desideri e giuramenti che il mondo non udì
    mi sento come se io fossi lì

    Chi lo sa se arrivi sempre all’ultimo affannata
    se tu mangi poco e non ti trovi dimagrita
    se ti alleni con la stessa maglia logora e bagnata
    se ti vedi con le amiche a ridere di chi

    Chi lo sa se a cena ti sei solo un po’ ubriacata
    se rientri tardi e ti abbandoni giù sfinita
    se ti appoggi al mio cuscino con la testa già assonata
    Io ti penso e ha un senso pure viverti così
    che è come esserci e non esserci

    Io non sono li
    dove fosti tu
    mentre una stella ci smarrì
    lungo il falsopiano che un inverno ci tradì
    sotto quella neve che i passi ci sbiadì
    nelle carezze e negli abbracci che il gelo intirizzì
    che stringo come se io fossi lì

    Io non sono lì
    dove sarai tu
    e il nostro amore che appassì
    con le parole con le note
    che poi il tempo ammutolì
    che canto come se io fossi lì




    Lei Lei Lei Lei
    Un ritratto messo di traverso
    Ora è tutto quel che c’è di lei
    Il cellulare si sarà disperso
    Tanto non vibra più se non è lei
    La chitarra è stesa sul divano
    Resta giù scordata senza lei
    I mille fogli sparsi sul ripiano
    In cui c’è scritto mille volte lei

    Un giornale vola via svogliato
    Non ha più notizie su di lei
    Il cane dorme tutto rannicchiato
    Guaisce appena e forse sogna lei

    Un film in televisione
    Dove ogni attrice è un po’ di lei
    Un profumo di cotone
    Come se a un tratto entrasse lei
    Il vino rosso di un bicchiere
    E la bocca ancora sa di lei
    Quante notti e albe e sere
    E in testa sempre lei

    Lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei
    o lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei
    Lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei
    Lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei

    La candela è quasi a lumicino
    Si consuma nell’idea di lei
    Un libro aperto sopra il comodino
    Smesso nel punto in cui se ne va lei

    Il rasoio ha il filo di un pugnale
    E si struscia al mento come lei
    Una finestra che da sopra il viale
    E lungo i marciapiedi tante lei

    La bottiglia buona dentro il frigo
    Frizza e aspetta che ritorni lei
    Il pianoforte all’angolo in castigo
    Non suona più da quando non c’è lei

    La poltrona affonda vuota
    Quasi ci si posasse lei
    Un vinile vecchio ruota
    Un tempo languido per lei
    Il lucernario sulle stelle
    E gli occhi non vedono che lei
    Dentro casa e sotto pelle
    E in cuore solo lei

    Lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei
    o lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei
    Lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei
    Lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei
    Lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei
    Lei lei lei lei, lei lei lei lei, lei lei lei lei




    Dodici note
    Tu sei la mia canzone che nessuno sa
    Il bacio di chi è stato un secolo a digiuno
    L’illusione sopra il treno di ciascuno
    Quando se ne va
    Sei la ragione che mi porta alla follia
    La notte che andrà via con la stagione morta
    L’emozione che è rimasta dentro assorta
    Come una poesia
    Tu sei un volo d’aquilone
    La mia assurda tentazione
    Sei la perdizione
    E la virtù

    Tu sei la confessione che non faccio mai
    La buona azione dentro il ballo di un abbraccio
    L’ovazione per un timido pagliaccio
    Che fa solo guai

    Sei l’attrazione che mi tiene fermo la’
    Il canto e l’ossessione delle mie sirene
    La prigione senza sbarre né catene
    Ma rimango qua

    Tu sei la mia dannazione
    La mia sola religione
    Sei il balcone
    Che ora spio lassù
    A braccia tese e mani vuote
    Suonerò finché non senti tu
    Non ho altro che dodici note
    Un po’ di parole appresso e niente più

    Tu sei la processione di tutti i miei se
    La barra di un timone che è in balia dei flutti
    L’acquazzone che disseta i campi asciutti
    E che prosciuga a me

    Sei la liberazione della mia città
    Tu sei l’arpione che mi sta spellando il cuore
    L’espressione che cancella ogni rancore
    E in silenzio sta

    Tu sei premio e punizione
    Le mie ali di cartone
    Sei il burrone
    Dove cado giù

    A braccia tese e mani vuote
    Suonerò finché non senti tu
    Non ho altro che dodici note
    Un po’ di parole appresso e niente più
    E niente più
    E niente più

    Sei la maledizione, la benedizione
    La sottomissione e la ribellione
    La disperazione, poi l’esaltazione
    La passione e la crocifissione
    La resurrezione e infine l’ascensione

    A braccia tese e mani vuote
    Suonerò finché non senti tu
    Non ho altro che dodici note
    Un po’ di parole appresso e niente più
    E niente più
    E niente più
    Di dodici note





    Uomo di varie età
    Non so come è cominciata
    Forse ascoltando una radio
    Ch’era un gigante di fronte a me
    Una vampata improvvisa
    Da quell’armadio parlante
    Qualcosa che non si sa cos’è
    Con una piccola fisa
    Giocare a fare il cantante
    E su una sedia sei quanto un re
    Perché l’incanto è un brigante

    Ti assedia e ti ruba via per sé

    Al pianoforte ogni giorno
    Lezioni sul pentagramma
    E una chitarra attorno a un falò
    E accompagnato da mamma
    A far concorsi e audizioni
    Col risultato di un altro no
    Poi ricomporsi e cercare
    Mai rassegnato occasioni
    E riprovare finché si può
    Che pure quando è abbastanza
    Una speranza c’è sempre un po’

    Come una corsa a mezz’aria
    Da un sogno alla realtà
    Ta ta ta ta ta ta
    Perché la vita è arte varia
    E io sono un uomo di varie età

    Ho trattenuto gli occhi e i miei polmoni
    E ho battuto il tempo in modo che
    Non si prendesse tutte le illusioni
    Ma che si battesse contro me

    E firmo in fede un contratto
    Con il mio nome su un disco
    Quando nessuno ci crede più
    Poi tutt’a un tratto capisco
    Che la mia voce è alla radio
    E la mia faccia è nella TV
    Quanti locali e teatri
    Fino ai concerti allo stadio
    E canti e braccia che vanno su
    Ma ci si arrende espatriati
    Quando dal palco si scende giù

    Come una corsa a mezz’aria
    Da un sogno alla realtà
    Ta ta ta ta ta ta
    Perché la vita è arte varia
    E io sono un uomo di varie età
    Ta ta ta ta ta ta

    Ho attraversato gli anni e le stagioni
    E ho contato il tempo a patto che
    Non invecchiasse queste mie canzoni
    Ma portasse il conto solo a me

    E lascio il meglio all’ultimo
    In questo ballo favoloso
    Che è lungo mezzo secolo, un attimo
    Ma è stato un brivido grandioso

    Se ho più rimpianti o più rimorsi io
    Quanti istanti che ricordo e quanti che non so

    E adesso è strano pensare
    A tutto ciò che è successo
    E se è passato o se è sempre là
    A quanto sono cambiato
    Se sono ancora lo stesso
    Tanto è durato però fin qua
    E quando arriverà l’ora
    Della mia uscita di scena
    So che da me lei non uscirà
    Poiché il futuro era allora
    E quella vita l’ho avuta già
    Chissà

    Perché la vita è arte varia
    E io sono un uomo di varie età
    (Sempre a mezz’aria da un sogno alla realtà ta ta ta ta ta ta)
    Uomo di varie età
    (Sempre a mezz’aria da un sogno alla realtà ta ta ta ta ta ta)
    Uomo di varie età
    (Sempre a mezz’aria da un sogno alla realtà ta ta ta ta ta ta)
    Uomo di varie età
    (Sempre a mezz’aria da un sogno alla realtà ta ta ta ta ta ta)
    Uomo di varie età


     
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    Claudio Baglioni: «Ecco il mio nuovo album dedicato all’amore»


    'In questa storia che è la mia' uscirà il 4 dicembre a sette anni dal precedente 'ConVoi'

    Baglioni_cover_ph-Alessandro-Dobici-635x635_0

    Quattordici tracce, un’ouverture, quattro interludi piano e voce, un finale e un’unica storia: ecco In questa storia che è la mia, il nuovo album di Claudio Baglioni. Disco che segna il ritorno del cantautore romano sul mercato discografico, a ben sette anni dal precedente ConVoi.

    Claudio Baglioni e l’amore
    Il disco è una sorta di “concept album” dedicato all’amore. «Gran parte della mia produzione ha come contenuto il parlare dell’avventura e dalla disavventura del vivere. Con una parte preponderante data alla parola “amore”», ha spiegato il cantautore romano di Questo piccolo grande amore. «Un tema che, per quanto sia stato scandagliato, ha sempre qualcosa da raccontarci, proprio perché è la “materia”. Io ho pensato spesso che le canzoni siano delle canzoni d’amore, anche quando non parlano d’amore».

    «In questo album sono andato a pescare tanti momenti di una vicenda amorosa, con le sue curve, il suo inizio, la sua ripresa. Perché questo è l’argomento che più mi ha interessato e meno ho conosciuto nella vita. Come i cani che abbaiano alla Luna. Questo è un album che non parla assolutamente del momento che stiamo vivendo. Penso che l’espressione dell’arte popolare sia di uscire fuori, astrarsi, portarsi via da quello che è il succedersi degli eventi di cronaca. E in questo senso è pensato e coordinato tutto il lavoro dell’album».

    L’amore carnale secondo Claudio Baglioni
    «Tra gli anni ’80 e gli anni ’90 ho scritto cinque – sei album e non c’era una grande frequenza di canzoni d’amore, come le intendiamo ora», continua Baglioni. «L’amore carnale viene fuori alla mia età. L’erotismo ha un suo valore estetico formidabile. In passato c’erano delle mie canzoni che avevano questa “carne” dentro. Questi particolari in cui dare un’idea di odori, trasparenze bui. In Quello che sarà di noi c’è il fatto che l’amore può essere sorprendente sempre. Ma c’è anche la paura di amare».

    Claudio Baglioni e la speranza
    Nel disco c’è amore, ma c’è anche speranza, come traspare dalle parole de In un mondo nuovo. «Un brano che è la speranza di sempre. Ma è una speranza diventata un po’ logora. Come una vecchia militante che ha partecipato e combattuto un sogno. E nel tempo ha conosciuto tante disillusioni ad aspirazioni che non hanno avuto una concretezza. È come se ci fosse un popolo che avanza con dei cartelli. Con le istanze che tutti possiamo ben immaginare. Non è un pezzo né di ottimismo né di pessimismo. È la necessità di ricominciare a fare sogni al plurale».

    CB_2020__3912_ph-Alessandro-Dobici_m-635x423


    L’album: il filo conduttore
    «Lasciare un segno è stato il filo conduttore di questo lavoro. Sono stato quasi ossessionato dal verbo “incidere“», ha esordito il cantante di Avrai nel presentare questo nuovo album. «Incidere nella sfera intellettuale ed emotiva di chi avrà la voglia e la bontà di ascoltare». Il disco segna un nuovo “step” (il 16esimo) nella cinquantennale carriera del cantautore romano. «Si dirà sempre che il tempo è l’avversario micidiale di ognuno di noi, di ogni essere umano e di ogni cosa vivente. E, per quanto sia la tua capacità di affrontarlo, vincerà sempre lui. A volte possiamo pareggiare, affiancarlo, ma per il resto gli corriamo dietro, finché il tempo non ci sarà più. Il vantaggio di fare questo mestiere è pensare che ci sarà qualcosa – un’operina, un manufatto, un ricordo, una canzone, un album – che resterà anche dopo».

    La mancanza della musica dal vivo
    Claudio Baglioni ammette che quello della musica è il mondo che, più di ogni altro, ha subito “lo stop” di questi mesi. In particolare, con riferimento ai live. «Io non sono d’accordo con chi dice che i concerti non si possano fare in streaming e o a distanza. È chiaro che non è la stessa cosa», spiega. «Nel mio prossimo concerto ci sarà un’orchestra da oltre 100 elementi (64 musicisti, 30 coristi lirici, 7 voci moderne e la mia band), con molti strumenti che potranno essere sentiti a “orecchio nudo”. Per questo è importante riuscire a creare nuove letture dei concerti e nuove dinamiche».

    fonte:https://www.amica.it/
     
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    In questa storia che è la mia
    Claudio Baglioni
    Tutti i testi dell'album In questa storia che è la mia (Claudio Baglioni)

    Tracklist



    capostoria
    altrove e qui
    1. non so com'è cominciata
    gli anni più belli
    quello che sarà di noi
    in un mondo nuovo
    2. al pianoforte ogni giorno
    come ti dirò
    uno e due
    mentre il fiume va
    Tutto su Claudio Baglioni
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    altrove e qui - Claudio Baglioni

    Ho vissuto per lasciare un segno
    Come se non fosse mai finita
    Ho portato la mia fede in pegno
    Per non farla più cadere dalle dita

    Ho sentito i brividi del mare
    Quando canta ruggini di voci
    Ho pregato muto su un altare
    Di speranze vuote, infrante, come noci

    Ho disegnato un universo parallelo
    Dove non ero più così
    E ho costruito una terrazza sopra il cielo
    Per stare ovunque ma non qui

    Qui lungo una via per arrivare al centro
    Qui di fronte al vento che mi soffia contro, altrove
    Qui sul limite del bosco in cui mi addentro
    Qui nel mulinello di una scia

    Ho suonato il tema della sera
    Senza saper leggere le stelle
    Ho dormito tra le nubi a schiera
    Per trovare un posto a un'anima ribelle

    Ho inseguito più di mille anni
    Aspettando l'ultimo domani
    Ho sparato all'alba degli inganni
    Perché il sogno non si sporchi mai le mani

    Ho colorato l'uomo come fa un bambino
    E non si è alzato più da lì
    Ed ho smarrito il passaporto nel destino
    Di esser chiunque, ma non chi

    Qui sul petto in cerca del mio baricentro
    Qui nell'eco di una stanza e mai un riscontro, altrove
    Qui dietro la porta tra una fuga e un rientro
    Qui in uno specchio che mi spia

    In ogni notte accesa a far le prove
    Di storie nuove nell'attesa
    Di quell'impresa che commuove
    Che mai si è arresa e che si muove altrove

    Qui sul fondo del mio cuore, l'epicentro
    Qui sotto la pelle di un eterno scontro, altrove
    Qui nel mondo a chiedermi "che cosa c'entro?"
    Qui col tempo che è volato via, altrove

    Qui con una musica che batte dentro
    Qui per una vita che mi corre incontro, altrove
    Qui dove sarò per sempre un fuoricentro
    Qui in questa storia che è la mia
    La mia




    1. non so com'è cominciata - Claudio Baglioni

    Non so com'è cominciata
    Forse ascoltando una radio
    Che era un gigante di fronte a me

    Una vampata improvvisa
    Da quell'armadio parlante
    Qualcosa che non si sa cos'è

    Con una piccola fisa
    Giocare a fare il cantante
    E su una sedia sei quanto un re
    Perché l'incanto è un brigante
    Che assedia e ti ruba via per sé



    gli anni più belli

    Noi che sognavamo i giorni di domani
    Per crescere insieme mai lontani
    E sapere già cos'è un dolore
    E chiedere in cambio un po' d'amore

    Noi, occhi di laguna
    Noi, ladri di fortuna
    Noi, cavalieri erranti della luna
    Noi, una bufera di capelli, in aria a far castelli
    Noi, che abbiamo urlato al vento per cantare
    Noi, gli anni più belli
    Noi, In una fuga da ribelli
    Un pugno di granelli
    Noi, che abbiamo preso strade per cercare in noi
    Gli anni più belli

    Noi, che volevamo fare nostro il mondo
    E vincere o andare tutti a fondo
    Ma il destino aspetta dietro un muro
    E vivere è il prezzo del futuro

    Noi, guance senza fiato
    Noi, labbra di peccato
    Noi, passeggeri persi nel passato
    Noi, una rincorsa di ruscelli, tra nuvole e gli uccelli
    Noi, che abbiamo visto il sole accedere su noi
    Gli anni più belli
    Noi, una promessa da fratelli
    Tra lacrime di ombrelli
    Noi, che abbiamo udito il mare piangere con noi
    Gli anni più belli

    E quel tempo è un film di mille scene
    Non si sa com'è la fine
    Se le cose che ci fanno stare bene
    Sono qui, proprio qui
    Forse no, forse si, sempre qui
    E siamo noi, ancora quelli

    Noi, con le ferite dei duelli e spalle di fardelli
    Noi, che abbiamo spinto il cuore a battere per noi
    Gli anni più belli
    Noi, che siamo stati lunghi agnelli con l'anima a brandelli
    Noi, che abbiamo chiesto al cielo di ridare a noi
    Gli anni più belli, gli anni più belli


     
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5 replies since 30/11/2020, 21:10   85 views
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