Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Posts written by lussy601

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    Così un bimbo ci cambia la vita
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    Tutto quello che le mamme non dicono…



    Tutti ci avevano avvisato, tutti ce lo dicevano e noi che invece sprizzavamo gioia, felicità ed ingenuo ottimismo con il nostro bel pancione, non ascoltavamo ne volevamo crederci… ma niente panico, in fondo, stiamo solo vivendo l’esperienza che tante altre prima di noi hanno vissuto: siamo semplicemente diventate mamme.
    E come ogni mamma, che c’è passata, sa e continua a ripeterci, le prime settimane con un neonato sono un’esperienza che non è di certo “riposante”.Per prima cosa ci dobbiamo arrendere all’evidenza. Per nove mesi siamo state il centro di mille attenzioni.Tutti intorno a preoccuparsi di noi, a sorriderci, a misurarci la pancia, a scattare ad ogni nostra richiesta.

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    E ora che è nato lui, eccoli lì, tutti, parenti e amici, intorno alla carrozzina, a lanciare gridolini di stupore, a fare smorfie, a discutere di somiglianze inesistenti con rami sconosciuti della nostra famiglia. E noi? Nulla non esistiamo più, o meglio, esistiamo sostanzialmente solo come fonte primaria di cibo per il nuovo nato. Ed ecco la valanga di domande, non rivolte più a noi come esseri umani, ma la preoccupazione generale comincia ad essere: “Hai latte a sufficienza?”, “Il piccolo si attacca?”Ecco cosa siamo…oggetto di nutrimento per il nostro piccolo!!!!!!Inoltre, considerato il poco tempo che riusciamo a dedicare a noi stesse, il nostro aspetto comincia a declinare, un po’ per stanchezza, un po’ per pigrizia…. Guardandoci allo specchio sicuramente lo notiamo e rimpiangiamo i tempi in cui avevamo la possibilità di fare un lungo bagno profumato nel silenzio della nostra casa, la piacevole applicazione di una crema per il corpo, un nuovo taglio di capelli ed una dormita senza interruzioni……Ora sono sogni proibiti, tutte cose da accantonare, ma solo momentaneamente

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    Le nostre giornate potrebbero scorrere tra pianti, poppate e cambi di pannolini, cambi di pannolini, poppate e pianti. Ma spesso il bambino in pochi giorni prende ritmi più “ vivibili” dormendo tra una poppata e l’altra e dandoci così la possibilità di riposare, di dormire insieme a lui, di dedicarci a una telefonata con la nostra amica del cuore che potrà rassicurarci sugli aspetti pratici per i quali siamo inevitabilmente impreparate! Magari riuscirà anche aiutarci a mettere un piede fuori casa e trascinarci a fare una passeggiata. Non ci dimentichiamo delle nostre mamme, …. E anche delle suocere che potranno alleggerirci la giornata collaborando con noi nella gestione del nuovo arrivato e della casa e ci consentiranno di riposare un po’.Troveremo così anche il tempo e le energie per preparare ogni tanto una cenetta, semplice ma speciale per noi e il nostro compagno “abbandonato”. Cerchiamo anche di ritrovare un po’ di spazio per noi due, pensando sempre in positivo e che le prime settimane, sono, LE PRIME e poi passano e che sicuramente, tra qualche giorno, guardando il nostro bambino diremo ”ne valeva la pena!”
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    Piccoli problemi in gravidanza, l’amniocentesi.

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    Ed eccoci, siamo finalmente arrivati alla fine del 1° trimestre di gravidanza, tutto sembra procedere per il meglio, non abbiamo avuto alcun tipo di problema apparente, poi però ecco nuovamente bussare alla porta l’ennesimo dubbio!!!Ritiri le analisi del sangue e qualcosa sembra non girare per il verso giusto…Ne parli con il tuo medico al quale avevi già più volte ripetuto che non avevi alcuna intenzione di sottoporti all’amniocentesi ma ora devi scegliere se vivere i restanti mesi nel dubbio e nell’angoscia o se sottoporti all’esame e poi scegliere.Scegliere cosa? Già sai che non butterai l’esserino che per tre mesi è cresciuto dentro di te!!!!Se farai però l’esame avrai la possibilità di abituarti a convivere con gli eventuali problemi che potrebbero esserci ….ma non è però detto che ci siano!!!!Cos’è l’amniocentesi?L’amniocentesi è uno degli esami specifici fatto in gravidanza.

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    E’ un controllo che permette di diagnosticare, ancora prima che il bambino venga alla luce, se il feto sia affetto da anomalie congenite.Viene prelevato del liquido amniotico dalla cavità uterina per effettuare un’analisi: il liquido estratto presenta delle cellule cutanee del bambino.
    È possibile effettuare questo tipo di esame a partire dalla 16esima settimana di gravidanza (anche dalla 15esima è possibile farlo, l’importante è che il medico constati la presenza sufficiente di liquido amniotico) e controllare l’andamento cromosomico: se vi sono delle anomalie, alla nascita del bambino, queste si sviluppano in malattie.Non è un esame complicato e non è nemmeno doloroso (anche se il costo è un po’ elevato), ma esiste una piccola percentuale di rischio d’aborto.L’esame inizia con un’ecografia di routine per valutare l’effettiva presenza di giusta quantità di liquido, la posizione della placenta, la morfologia del feto (o dei feti). Vengono prelevati circa 15 cc di liquido.
    Siccome viene prelevato del liquido amniotico con un ago sotto controllo ecografico, l’atto del prelevamento stesso potrebbe comportare la rottura del sacco amniotico o, in casi estremi, l’aborto. Le membrane potrebbero rompersi entro i due-tre giorni dall’esame.
    Per questo motivo, infatti, si consiglia alla donna che ha affrontato questo esame diagnostico, di restare a letto tranquilla nei giorni immediatamente successivi.
    Il risultato dell’esame si ottiene entro i 12-15 giorni dal prelievo, periodo necessario perché il medico analizzi la mappa cromosomica.E allora va bene….facciamo anche questo esame se ci consente di vivere più serenamente la nostra gravidanza!!!! Ma facciamo molta attenzione e soprattutto affidiamoci a strutture e a persone molto competenti!!!In bocca al lupo a tutte!!!
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    La giusta alimentazione durante l’allattamento!
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    Cosa è meglio mangiare per la salute della madre e del proprio figlio!



    Alla base di una sana crescita del proprio figlio, c’e’ una sana alimentazione che la madre deve rispettare durante l’allattamento e che è importante, soprattutto per tutelare la propria salute. L’alimentazione da seguire, è simile a quella consigliata durante la gravidanza poiché prevede calcio, ferro e vitamine però, nel periodo post-parto, è necessario un maggiore apporto di proteine indispensabile per il neonato.Una donna che allatta ha bisogno, rispetto al normale fabbisogno, di circa 500 chilocalorie in più, da assumere nell’arco di tutta la giornata dal momento che, l’allattamento richiede energia continua.

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    Per rispettare questo bisogno, si deve seguire una giusta alimentazione che in primis, sia varia e ricca di verdure fresche, condite principalmente con olio d’oliva. Non può di certo mancare il latte e i suoi derivati e soprattutto il pesce, poiché arricchisce il latte materno di acidi grassi omega, utili per lo sviluppo del sistema nervoso del bambino.E’ anche importante bere molta acqua, senza però sforzarsi di farlo oltre la sete che si sente.Ciò che invece va evitato, sono tutti gli alimenti che posono alterare gli odori e i sapori del latte materno, come gli asparagi, l’aglio, le cipolle, i cavoli, le mandorle amare, il peperoncino e altri tipi di spezie. Bisognerebbe evitare anche gli eccitanti come il tè e il caffè e ovviamente abolire alcolici e sigarette.

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    Oltre a indicarvi questa sana dieta, vi consigliamo di provare il “cuscino per allattamento” che, oltre ad essere un utile appoggio per il neonato durante l’allattamento, è per voi mamme, un ottimo supporto nei momenti di riposo. Inoltre questo cuscino, avendo una forma a U e una soffice imbottitura, permette un comodo sostegno al neonato durante i suoi primi movimenti e giochi. Essere una mamma perfetta è difficile, ma di sicuro ci sono tanti consigli per aiutarvi in questo bellissimo compito!
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    Dimagrire in gravidanza, si può?

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    Ma il timore permane anche dopo le più ampie rassicurazioni da parte del proprio ginecologo, poiché si ha paura che una restrizione alimentare possa, in qualche modo, danneggiare il bimbo e addirittura rallentare il suo sviluppo.È esattamente il contrario: un’alimentazione squilibrata in eccesso può danneggiare la placenta, l’organo preposto a trasmettere ossigeno e elementi nutrizionali. Un superfluo consumo di grassi e zuccheri può danneggiare la vascolarizzazione, proprio come accade alle coronarie in caso di infarto: la placenta lavora male e, nonostante l’eccesso di queste sostanze apportate dalla madre, il suo filtro risulta ostruito con conseguente diminuzione del passaggio del nutrimento al feto.Da analisi statistiche, risulta che anche nel nostro paese gli adulti mediamente consumano più calorie del necessario: 3000-3300 begin_of_the_skype_highlighting al giorno. Di conseguenza molte donne iniziano la gravidanza con un eccesso di peso. Si rende, pertanto, necessario quanto prima correre ai ripari e seguire, fin dai primi mesi, una dieta ipocalorica senza il timore di sottrarre qualcosa al proprio bimbo.Una dieta bilanciata fa bene al bambino e alla mamma, assicurando al primo tutti gli elementi utili per il suo normale sviluppo e consentendo alla gestante un migliore stato di forma. Pertanto, in caso di obesità, cioè quando il peso supera di almeno il 20% quello ideale per sesso, età e statura, oppure, quando per assecondare le “voglie” o i suggerimenti affettuosi di parenti e amici, già dai primi mesi si hanno più chili del massimo consentito, è utile ricorrere a uno schema dietetico.Nei prossimi giorni vi segnaleremo alcuni esempi di alimentazione bilanciata e controllata.
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    Diamo spazio anche ai papà!

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    Eccoci di nuovo a parlare di gravidanza ma stavolta vi vorrei far riflettere…….


    Il nostro bambino lo portiamo dentro di noi, ci sottoponiamo a visite, esami, ecografie, qualcuna di noi soffre di nausee e altre desiderano i cibi più assurdi. Eppure, finché non lo sentiamo scalciare dentro di noi, non ci rendiamo veramente conto che stiamo per dare la vita ad un bimbo, il NOSTRO bimbo.Proviamo però a metterci nei panni del nostro compagno. Immaginiamo quanto possa essere difficile per lui che non vive nulla di quello che viviamo noi, realizzare che sta per diventare papà. Per lui è davvero, davvero molto complicato!! E come sempre, come avviene quasi per tutto quello che è la vita di coppia, tocca proprio a noi , IL SESSO DEBOLE, cercare di aiutarlo nell’affrontare questa nuova e fantastica avventura!Cerchiamo dunque, di capirlo: se ci sentiamo stanche, grosse e poco attraenti, nemmeno per lui sono tutte rose e fiori. Diviso tra la gelosia causata da questo piccolo essere che ci assorbe tempo ed energia prima ancora di nascere, il senso di responsabilità e il timore di essere tagliato fuori dal nostro rapporto di coppia creato in tanti anni.È molto importante cercare di coinvolgere il nostro compagno nella nascita di nostro figlio, convivendo con lui tutte le emozioni, renderlo un po’ protagonista di questo evento tenero e meraviglioso.Dobbiamo però fare attenzione a non trasformare il nostro compagno in un “mammo”!! Non pretendiamo che da un giorno all’altro cominci ad apprezzare quello che amiamo noi. Non si emozionerà per le stesse cose che a noi fanno brillare gli occhi!Lui sarà sempre quello che si appassionerà allo sport, alla Playstation. Continuerà a voler vedere in Tv tutti quei film che a noi non sono mai piaciuti, e mentre noi piangeremo per una tenera immagine vista su una rivista o in televisione, mentre i nostri occhi si riempiranno di lacrime per i soliti film commedia dove i due protagonisti si riempiono di baci e coccole, lui starà impazzendo davanti al pc a scaricare giochi!! In fondo lui rimarrà sempre l’eterno bambino!Cerchiamo quindi di coinvolgerlo, per quanto possibile, nelle visite dal ginecologo, soprattutto quando è prevista un’ecografia: è un’occasione importante nella quale potrà “vedere” suo figlio e prendere coscienza del suo imminente arrivo. Permettiamogli di esprimere le sue sensazioni e i suoi timori, se ne sente il bisogno facciamolo interagire anche con il medico, se ha dubbi e perplessità che chieda pure, non lo facciamo sentire escluso.Facciamogli sentire i movimenti del bimbo. Anche quando ancora noi non lo sentiamo muovere facciamogli poggiare l’orecchio sul nostro ventre, anche solo i gorgoglii che il feto provoca con i movimenti lo tranquillizzeranno e lo renderanno più partecipe. Incoraggiamolo a parlare al pancione, spiegandogli che il piccolo appena nato riconoscerà così anche la sua voce.Ricordiamoci però di non rinunciare al nostro rapporto di coppia, ai nostri momenti di intimità, soprattutto se non ci sono problemi fisici che ce lo impediscono. Questi momenti rappresentano per il nostro lui la rassicurazione che farà sempre parte della nostra vita, nulla cambierà nel nostro rapporto di coppia e il nostro amore per lui non passerà mai in secondo piano!Tutti i cambiamenti che ci saranno non saranno una diminuzione dell’amore che proviamo verso di lui, si tratta solo di una trasformazione dell’amore di una coppia che ha deciso di dare vita a una nuova famiglia!


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    Mamme: E’ l’ora del bagnetto

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    Il primo bagnetto: passo dopo passo ecco come fare

    Per una neo-mamma avere a che fare con bagnetti, schiume, bebè scivolosi e vaschette non sempre è facile. Abbiamo cercato per voi sulla rivista Primi Anni come eseguire il bagnetto perfetto.Ed ecco di seguito i passaggi e le modalità consigliati dagli esperti.

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    Svesti completamente il tuo bambino e avvolgilo nell’asciugamano per tenerlo bene al caldo. Se desideri fargli anche lo shampoo, è preferibile farlo prima del bagnetto. Cerca di parlargli sempre per rassicurarlo;
    Con dei batuffoli di ovatta puliti, imbevuti di acqua fresca precedentemente bollita, puliscigli il viso. Quando il bimbo sarà un po’ più grande, potrai usare un semplice asciugamano e dell’acqua di rubinetto;
    Sorreggendo le spalle e il collo del bambino con una mano, e il sederino con l’altra, immergilo delicatamente nell’acqua. Bagnagli spesso le spallucce con l’acqua calda, per evitare che senta freddo;
    Usa pochissimo bagnoschiuma per bambini (una quantità eccessiva può seccargli la pelle). Lavalo aiutandoti con una mano o con asciugamano morbido, partendo dall’alto. Non c’è bisogno di usare la spugnetta. Ciò che conta è abituarlo a stare in acqua per dargli la possibilità di rilassarsi. Quindi lascialo giocare per un po’ con l’acqua.
    Sciacqua il bimbo con molta cura, poi tiralo fuori dall’acqua, nello stesso modo in cui lo hai immerso, facendo molta attenzione, perchè i bimbi sono molto scivolosi quando sono bagnati;
    Avvolgi il bimbo in un asciugamano e tamponalo con dolcezza, asciugando bene ogni piega della pelle. Non coprirgli mai il visino con l’asciugamano, potrebbe spaventarsi. Se la sua pelle tende ad essere secca, puoi mettergli una lozione dopo bagno molto dolce. Mettigli il pannolino pulito, rivestilo e…
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    Allattamento: attenzione alle ragadi al seno

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    Il parto è passato. Questo grande scoglio è superato.Ma per noi donne c’è sempre un imprevisto dietro l’angolo della lunga strada della carriera di mamme. Ed ecco in alcuni casi spuntare, ai primi allattamenti, le temute “ragadi al seno”. Cosa sono: Sono dei piccoli graffietti, o piccole lacerazioni della cute del capezzolo, che nascono principalmente a causa del mal posizionamento del bambino nel momento della poppata.Possono avere due entità.
    La prima è un lieve fastidio dato da piccoli graffietti, appunto, al momento dell’attaccamento del bambino, ma con pochi giorni, resistendo un po’ e pulendo bene il capezzolo dopo la poppata, spariranno da sole.
    La seconda, e più dolorosa, è una vera e propria lacerazione della parte, con successivi sanguinamenti, che possono portare grande dolore alla mamma, al punto di farla desistere anche dall’allattare il bimbo, ricorrendo a metodi artificiali. In questo caso la mamma, per tirare il meno latte possibile per non sentire dolore, può incorrere, in basse percentuali, anche in una mastite (dovuta a seguito di un ingorgo mammario non curato, oppure per delle ragadi, appunto, che sfociano in un’infezione al seno).
    I rimedi: Per prevenire il formarsi della ragadi, o per far si che non diventino più gravi, possono essere i seguenti:
    Come prima cosa, intorno a 6 settimane prima del parto, possiamo preparare il capezzolo, massaggiandolo con olii naturali alle mandorle dolci, oppure alle germe di grano. Questo renderà la parte interessata più idratata e fortificata.
    Accertarsi che la bocca del bimbo non sia ancorata solo alla punta del capezzolo, bensì a tutta l’areola, in modo da non lesionarlo e prevenire la formazione delle ragadi.
    La tirata deve avvenire per non più di 15 minuti a seno. Quindi dobbiamo fare in modo di: non superare questo limite alternando le poppate; far staccare il piccolo delicatamente dalla mammella, in modo da non provocare traumi.
    Dopo la poppata detergere sempre il seno, in modo che le piccole infezioni che il piccolo potrebbe passarci con la saliva, non attacchino. L’importante è non farlo con saponi aggressivi che potrebbero seccare la pelle, accrescendo così la probabilità si rottura della cute. Il metodo migliore è solo dell’acqua tiepida corrente, o, se siamo impossibilitate, anche con delle salviettine detergenti delicate.
    Alla fine della pulizia asciughiamo bene la parte. Lasciare infatti il seno bagnato nel reggiseno può aggravare la lacerazione del capezzolo.

    Evitiamo cibi irritanti e indumenti troppo stretti che possano strusciare o irritare i taglietti già esistenti. Utili sono sicuramente i dischetti da indossare tra capezzolo e reggiseno.
    Per far regredire le lacerazioni, è consigliato l’uso di prodotti riepitelizzanti e quello dei paracapezzoli in silicone durante l’allattamento, finché i tagli non scompaiono. Sono sconsigliati antidolorifici o antinfiammatori.
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    Mamme, la vostra ginnastica mantiene in forma i vostri bimbi.

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    Poche sanno che fare ginnastica in gravidanza fa bene al bambino.



    Mamme in attesa…non avete più scuse… Anche gli studi lo confermano!!! Secondo un gruppo di ricercatori dell’Università di Auckland e della Northern Arizona University fare degli esercizi leggeri senza affaticarsi tutti i giorni è la via giusta da seguire per tutte le donne in dolce attesa.L’obiettivo, spiegano, è quello di prevenire l’obesità e, secondo i loro studi pubblicati sul “Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism”, le donne che nei nove mesi che precedono il parto si dilettano in un sano e pacato movimento fisico, fanno nascere i loro bimbi più sani e nel giusto peso. Lo studio è stato condotto su 84 donne incinte. La metà di esse sono state sottoposte all’utilizzo della cyclette per 40 minuti cinque volte a settimana, mentre le altre non facevano alcun tipo di attività. Bene, alla nascita, i dati hanno dimostrato che le mamme che hanno svolto l’esercizio hanno partorito bambini più leggeri di ben 143 grammi.Oltre ad aiutare il nostro bambino aiutiamo anche noi stesse. Per tutte le donne amanti dell’acqua è di grande aiuto praticare i vari esercizi in piscina. L’acqua favorisce la circolazione del sangue ed evita, se non totalmente, almeno in parte, i problemi di gonfiore di cui soffre la maggior parte delle donne durante la gravidanza.E poi non dimentichiamoci che un’alimentazione corretta e del sano movimento fisico non possono che tornarci utili dopo il parto, quando il nostro amatissimo cucciolo ci lascerà qualche kiletto sempre difficile da smaltire…Anche se siamo mamme, non dimentichiamoci mai che prima di tutto siamo donne: prendiamoci cura di noi stesse e del nostro corpo.
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    I figli so’ piezz’e core…ma quanto ti fanno penare!

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    Diventare madre è la cosa più bella che può capitare ad una donna. Insieme a lei, dentro di lei cresce “qualcosa” che cambierà del tutto la sua vita. Un figlio è l’amore vero e assoluto, è una gioia immensa è … bla bla bla, sicuramente non esiste emozione più grande del procreare ma dietro a questo dono del cielo si celano tante verità.Una mamma, in modo divertente, ci racconta la sua esperienza sfatando “falsi miti” e facendoci vivere la maternità in un modo diverso. Tra un cambio di pannolini e una poppata ridere del proprio stress è un buon rimedio per sconfiggerlo.“La gravidanza è il periodo più bello della vita di una donna… La mattina ti svegli e hai solo voglia di rimettere…un po’ come dopo una sbronza, quando ti riprometti di non bere più. Solo che questa sensazione dura almeno tre mesi e tu ti riprometti che non farai mai più l’amore con un uomo.

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    Quando finalmente passa e torna l’appetito devi fare i conti con la bilancia e con il terrore che non perderai mai più i chili che stai accumulando. E non è vero che la pelle è più luminosa: la stessa tempesta ormonale che ti fa litigare con chiunque e rende migliore di te persino tuo marito, ti regala brufoli pazzeschi e capelli grassi che dovresti lavarli ogni giorno…e con quella pancia, non è cosa da poco! Già, la pancia…è vero, è bellissima… quando riesci ancora a vederti le gambe e a dormire nella tua posizione preferita. Poi, col trascorrere delle settimane ti rimangono due possibilità: o ti giri a destra (dove magari il tuo lui sta russando come una macchina asfaltatrice), oppure a sinistra. Intorno al sesto mese non riesci più a vederti i piedi nonostante siano diventati il doppio di come ti li ricordavi e tu hai bisogno di scarpe comode e pure di pagare qualcuno per fartele allacciare.

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    Il momento del parto lo lasciamo stare…se davvero raccontassimo tutto , ma davvero tutto, l’umanità scomparirebbe nel giro di cinquant’anni! E poi quando nasce dimentichi ogni cosa…perché anche la maternità è il periodo più bello della vita di una donna… (??) … Boh, io mi sento ancora addosso quella stanchezza cronica: devi allattare ogni tre ore, passi le notti insonni e le mattinate a lavare, stendere e stirare e per farti una doccia devi metterti d’accordo con il tuo compagno! Però finalmente puoi ricominciare a mangiare quanto vuoi e quello che vuoi …sempre che l’alimento prescelto non sia ipoteticamente allergizzante per il lattante e non gli provochi le colichette… che tanto arrivano lo stesso, puntuali, ogni sera alla stessa ora accompagnate da quelle urla strazianti che non sai mai quanto dureranno.

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    Per non parlare della processione di parenti, amici, amici di parenti e parenti di amici che tu vorresti si dissolvessero nel medesimo istante in cui suonano al citofono: madri apprensive (“sto bambino c’ha freddo! “) , suocere assillanti (“ sto bambino c’ha caldo”), amiche improvvisamente espertissime ma soprattutto quella sfilza di “la gravidanza brutta come la mia non l’hai mica provata però…”, “ no scusa, ma un parto più doloroso deve ancora essere raccontato” o “’sto bambino è un angelo…il mio non dormiva mai, piangeva sempre e le sue coliche duravano 52 ore di fila ”. E tu lì, con quella puzza acida di rigurgitino addosso… non sai se fuggire tu, riportare il bambino al nido dell’ospedale o cacciare direttamente tutte le tue ospiti e ripeti a te stessa come un mantra “ce la posso fare, si…ce la posso fare!”. No, non capisco proprio che ci trovano di eccezionalmente poetico in tutto questo.

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    Ma mentre cerco di calmare il mio piccolo “rompiscatole” urlante che mi ha mandato a monte le vacanze, fatto ingrassare di oltre dieci chili e che non mi fa più uscire la sera…. improvvisamente lo guardo e realizzo: respiro il suo odore e mi lascio stringere il dito da quella mano minuscola …ed ecco cosa si intende per amore, quello con la A maiuscola.”
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    DIETA CON GUSTO: gelatina di fragole

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    UN DESSERT DAL SAPORE DELICATO, OTTIMO ANCHE PER UNA CENA IMPORTANTE – Questo dolce è ideale per l’estate, essendo molto fresco e leggero. L’unico accorgimento da tenere presente è che necessita di raffreddarsi nel frigo per diverse ore. Quindi decidete di prepararlo per tempo.Ingredienti (per 3 persone):
    - 250 g di fragole
    - 1 vasetto di yogurt magro
    - 50 g di zucchero a velo
    - 5 g di colla di pesce
    - per guarnire: 1 albicocca, 1 fragola e 1 prugnaPreparazione.
    - Per prima cosa mettete a bagno in acqua fredda la colla di pesce.
    - Lavate le fragole, privatele del picciolo, tagliatele a metà e mettetele nel frullatore.
    - Frullate fino a che non saranno completamente disfatte.
    - Versate in una ciotola e aggiungete lo yogurt e lo zucchero.
    - Strizzate la colla di pesce e fatela sciogliere in un poco di acqua calda.
    - A questo punto incorporatela alla purea di fragole facendo attenzione a mescolare bene, in modo che si amalgamino.
    - Versate il composto in tre stampini monoporzione o in uno più grande.
    - Fate raffreddare e poi mettete la gelatina in frigorifero per almeno sei ore.
    - Per guarnire, potete usare la frutta a fettine da predisporre intorno alla gelatina in un piatto da portata.
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    L'Acropoli di Atene (Appunti)







    Il termine acropoli indica la parte alta di una città greca antica, fortificata per la difesa e che in genere sorgeva su un’altura. In generale ospitava importanti centri di culto.

    L’Acropoli più famosa dell’antichità, capolavoro dell’arte greca, è quella di Atene; formazione rocciosa naturale alta circa 150 metri, fu come tutte le altre città della civiltà micenea coronata da imponenti edifici fortificati. Agli inizi del VI secolo a.C. fu posta la prima pietra del tempio di Atena, la dea protettrice della città, meglio noto come Hecatòmpedos.

    La vittoria dei greci sui persiani nella battaglia di Maratona (490 a.C.) spinse gli ateniesi a intraprendere una ambizioso programma di costruzioni, nel quale l’erezione di templi dedicati agli dei rappresentava la celebrazione della vittoria. Il progetto più imponente fu l’edificazione del primo tempio marmoreo dell’Acropoli: erano già state gettate le fondamenta e i lavori del colonnato marmoreo erano ormai in fase avanzata, quando i persiani sconfissero i greci alle Termopili e saccheggiarono Atene, distruggendo l’Acropoli. Dopo la vittoria decisiva sui persiani, nella battaglia di Platea, gli ateniesi giurarono di non costruire i templi sull’Acropoli per i successivi 30 anni, come monito dell’empietà commessa dai persiani contro gli dei.

    Fu Pericle, figura di spicco della vita politica ateniese del V secolo a.C., che decise di riprendere i lavori di costruzione su scala monumentale, per rilanciare Atene come capitale culturale della Grecia. Il suo ambizioso progetto si concluse con la costruzione del Partenone e dei Propilei e, dopo la sua morte, del tempio di Atena Nike e dell’Eretteo. Il progetto fu finanziato dalle tesorerie dei templi e da altre pubbliche istituzioni, con il bottino ricavato dalle guerre persiane e con i tributi annuali che altre città della Grecia versavano ad Atene.



    Il Partenone



    Il Partenone è l’edificio principale dell’Acropoli e maggior tempio dedicato ad Atena del mondo greco. Occupa il posto di due templi più antichi: l’Hecatòmpedos.

    Fu interamente costruito con il marmo delle celebri cave del monte Pentelico dagli architetti Callicrate e Ictino. Lungo circa 70 m e largo circa 31 è uno dei più ampli, nonché splendidi esempi di tempio dorico. Il colonnato si distingue in una sezione frontale, composta da otto colonne, e una laterale, composta da diciassette.

    Il santuario interno era suddiviso in due settori ognuno proceduto da un portico poco profondo. Il soffitto della sala più ampia, a est, che conteneva la grande statua Crisoelefantina (cioè di legno, con le parti nude d’avorio e i vestiti d’oro) di Atena, protettrice della città, poggiava su un colonnato dorico a due ordini su tre lati. Quello della stanza più piccola, a ovest, era sorretto da quattro alte colonne ioniche.

    Le decorazioni scultoree del Partenone furono progettate e disegnate da Fidia, a cui era stata affidata la carica di epìscopos, doveva cioè sovrintendere e coordinare i lavori degli scultori, pittori e architetti che venivano via via coinvolti. Le mètope inserite sul lato orientale raffiguravano la battaglia dei giganti, quelle sul lato occidentale la battaglia con le Amazzoni, quelle sul lato settentrionale la caduta di Troia e quelle sul lato meridionale la battaglia dei lapiti e dei centauri. Sul fronte orientale era rappresentato il momento della nascita di Atena, circondata dagli Dei dell’Olimpo, su quello occidentale la sua contesa con Poseidone per il possesso dell’Attica. Il fregio, lungo 160 m, conteneva la raffigurazione di una processione che iniziava all’estremità occidentale del tempio e continuava, su entrambi i lati, verso est. Il soggetto della processione, era probabilmente uno degli eventi religiosi più importanti di Atene.



    I Propilei



    I Propilei erano un’entrata monumentale formata da un portico a colonne posto prima di una porta. Il più importante fu quello costruito sull’Acropoli da Mnesicle, interamente in marmo bianco. L’opera rimase incompiuta, probabilmente a causa dell’inizio della guerra peloponnesiaca. Questo costituisce l’unica via di accesso alla rocca sacra. Nei Propilei di Atene si realizza per la prima volta la più elegante combinazione tra ordine dorico e ionico: all’esterno il portico presenta infatti sei colonne doriche coronate da un frontone triangolare, mentre la parte interna è divisa in tre parti da due file di tre colonne ioniche, che sorreggevano un soffitto a cassettoni. Ai lati dei Propilei furono realizzate due sale, una delle quali (quella settentrionale), adibita a Pinacoteca.



    Il Tempio di Atena Nike



    Dopo l’accordo stipulato tra Atene e Sparta nel 421 a.C. durante la guerra del Peloponneso (Pace di Nicia), accordo che riconosceva lo statu quo in Grecia, allora favorevolissimo ad Atene, fu costruito a lato dei Propilei, su un bastione che sporge in avanti dall’Acropoli, un tempio in onore di Atena (protettrice della città) vittoriosa (nike, in greco, significa vittoria). Il tempio, vero capolavoro in miniatura dell’arte ionico-attica, dominava dalla sua posizione l’intero paesaggio ateniese come simbolo della città vittoriosa. Di struttura quadrangolare, il tempio presenta un portico a quattro colonne su ognuna della facciate, valorizzato, per contrasto, dai muri pieni laterali; il fregio rappresentava sulla facciata un’assemblea divina, sugli altri lati episodi delle guerre persiane (es. la battaglia di Platea), in cui era stato determinante il ruolo di Atene. Tra il 411 e il 407 a.C., nonostante la tremenda sconfitta di Atene in Sicilia e l’accentuarsi delle difficoltà (economiche, politiche e militari) della guerra contro Sparta e i suoi alleati, furono poste sul parapetto del tempio alcune Vittorie. Si tratta di una delle ultime manifestazioni dell’ottimismo ufficiale. Di lì a breve (404 a.C.) Atene avrebbe dovuto arrendersi definitivamente a Sparta.



    L’Eretteo



    Questo tempio, che ha preso il nome da uno dei mitici re di Atene (costruito da Filocle dal 421 al 406 a.C.), sorgeva sul luogo sacro dove rimanevano i segni della contesa tra Poseidone e Atena per il possesso dell’Acropoli, cioè la thalassa, o polla d’acqua sacra, scaturita sotto il tridente di Poseidone, e l’ulivo, nato dalla lancia di Atena. Vi si conserva inoltre la tomba di Cecrope, mitico re attico. La varietà dei culti associati all’Eretteo spiega la singolarità della pianta: il corpo principale è un tempio ionico, ad est, con pronao esastilo, di fronte alla cella di Atena; a nord si trova un vestibolo ionico tetrastilo, conducente alla cella di Poseidone, e a sud un’elegante loggetta con sei cariatidi che portava alla tomba di Cecrope. Adiacente ad ovest era il Pandroseion, recinto sacro caro a Pandroso, con l’ulivo sacro ad Atene. Le cariatidi si possono attribuire al laboratorio di Alcamene. All’interno dell’edificio è conservata la più sacra immagine della dea Atena, una statua lignea. L’edificio è senz’altro privo di quel senso di unità e di armonia che domina l’arte classica, l’insieme rimane privo di coerenza. Tuttavia una nota costante nelle diverse parti dell’edificio può essere individuata nella ricerca di raffinati valori decorativi (il portico dedicato a Poseidone è uno dei capolavori dello stile ionico-decorativo, mentre il baldacchino delle cariatidi, pur eseguito come eco lontana dei tesori ionici di Delfi, rivela una tendenza alla ricchezza ornamentale).

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    L'atroce vendetta di Medea (Appunti)




    " L'atroce vendetta di Medea"

    Gli Argonauti giungevano a Corinto e essendo felici trascorrevano dieci anni, ancora una volta promettendo il re di Corinto Creonte la figlia Glauce a Giasone avendo Giasone abbandonato Medea, la sposava. Medea quindi, avendo chiamato in aiuto anche gli dei cui Giasone fece voto e avendo spesso accusato l'ingratitudine di Giasone, mandт alla sposa un peplo preparato con veleni, ricoprendosi del quale, si bruciт col fuoco violento col padre che l'aiutava, uccideva, i figli che ebbe da Giasone, Mermero e Fefeta, e avendo preso da Elio il carro dei dragoni alati fuggendo con questo andт ad Atene. Si dice anche che fuggendo lasciт i figli che erano ancora in tenera etа, dopo averli fatti sedere supplichevoli presso l'altare di Era protettrice delle alture: i Corinzi avendoli sollevati li coprirono di ferite.
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    "Medea" di Euripide (Appunti)




    "MEDEA" di Euripide



    Considerazioni di carattere generale



    -Euripide esprime la lotta spirituale e il tormento suscitato da questioni eternamente irrisolte, e ha dato voce ad un epoca che non aveva dimenticato il vecchio, ma correva verso il nuovo per incerti sentieri.



    -Euripide continuamente sospinto a nuove audacie e continuamente risospinto alle idee tradizionali.



    -Euripide proprio partendo dal razionalismo della sofistica che gli aveva permesso di superare il mito e realizzare una tragedia veramente umana, fa un'indagine critica che lo porta a superare le premesse sofistiche per penetrare nella profonditа dell'animo umano e scorgervi quanto di irrazionale e di inafferrabile vi si agiti. La ragione puт analizzare e spiegare i fatti, non modificarli: di qui il graduale disimpegno politico e l'evasione finale nella poesia.



    -Dietro le disarmonie della poesia di Euripide, dice Jaeger, deve nascondersi anche la disarmonia sua personale.



    -Medea и veramente umana nella complessitа del suo carattere. La molteplicitа dei gesti и il risultato del diverso e mutevole rapporto di forze tra esigenze razionali e istanze emotive col quale si spiegano bene anche quegli atteggiamenti che appaiono a primo acchito contraddittori o impossibili in una unitaria struttura psichica.



    -Medea: donna di straordinaria razionalitа ma anche di estrema passionalitа



    Per l'amore di Giasone, in cui ha fissato tutta la sua energia esistenziale, ha travolto ogni coscienza di bene e di male, ha ucciso. Nella ricerca di una vendetta precisa Medea dimostra la sua lucidissima razionalitа posta in questo caso al servizio della passionalitа frustrata.



    -La varietа e diversitа dei suoi sentimenti e atteggiamenti sono conseguenza della sua capacitа di aderire e di reagire alla molteplicitа e variabilitа del reale che la circonda.



    Euripide ha rappresentato l'indicibile e l'irrappresentabile del cuore umano nelle sue pieghe piщ profonde e nelle sue parti piщ oscure e riposte, dove istinto e intelletto, passione e ragione si mescolano e si confondono senza che sia possibile separarle, dove la logica, divenuta paralogismo, salva l'onore perchй salva le apparenze, ma obbedisce alle ingiunzioni di una forza oscura, dove l'assoluto smarrimento si coniuga con la luciditа estrema.

    Di fronte al dramma di Medea si subisce il peso della sua sofferenza e della sua vendetta la quale, paradossalmente, dimostra, in una totale assenza degli dei, il senso dell'impotenza e della debolezza, pur nel contesto di una furia scatenata della natura, di fronte a condizioni dolorosamente irrimediabili di ingiustizia suprema.

    Considerazioni tratta da episodi specifici



    Si trova differenza di stile tra i momenti in cui parla Medea e quelli in cui parla Creonte (Primo Episodio). Medea: stile confuso e accavallamento di parole ad evidenziare lo stato d'animo di Medea

    Creonte: stile altisonante a nascondere la sua debolezza interna (vv.271-275)





    L'atteggiamento interiore di Medea viene scandito dal poeta tragico in ogni fase del suo divenire, la sua evoluzione mentale и rilevata in ciascun suo mutamento, con puntuale attenzione e fine penetrazione psicologica ( vedi analogie e differenze con la trattazione dell'"amore in fieri" di Medea da parte di Apollonio)

    Polemica sulla condizione della donna nel mondo greco( vv.230-251): Euripide vede l'ingiustizia della cultura androcratica e la contesta, ma conosce anche la malvagitа e la perfidia della natura femminile che si scatenano in maniera furiosa e sinistra specialmente quando la donna viene offesa.

    Anche Esiodo diceva: " donna e terra sono allo stesso tempo princмpi di feconditа e potenze di

    distruzione"

    Polemica di Euripide(293-301): triste sorte che tocca in Atene ai grandi pensatori, incompresi e disprezzati dal volgo ignorante. Fa trapelare l'ideale dell'uomo di studio che raccolto in sй, si disinteressa della vita pubblica, allineandosi cosм alle premesse della cultura ellenistica.





    C'и in Euripide ripudio della societа, aristocratico distacco, ironia, crisi di valori in un etа decadente, accostamento alla natura. Con l'esaltazione dell'indole selvaggia di Medea, Euripide avvicina il suo concetto di educazione-istruzione a quello di Roussaeu. La societа и corrotta, cosa fare? Vivere secondo le leggi della natura, seguendo piщ il cuore che l'intelletto.
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    Creonte e Antigone (Versione)




    Creonte dopo aver preso il regno di Tebe gettò via i cadaveri degli Argivi insepolti, e avendo emesso un bando di non seppellire nessuno, e vi pose delle guardie. Antigone, una delle figlie di Edipo, di nascosto dopo aver rubato il corpo di Pollinice lo seppellì, e essendo stata scoperta da Creonte stesso fu sepolta ancora viva nella tomba. Adrasto giunto ad Atene si rifugiò presso l’altare della Pietà, dopo aver preso il ramo d’ulivo dei supplici implorava di seppellire i morti. Gli Ateniesi avendo combattuto con Teseo, presero Tebe, e consegnano ai familiari i cadaveri da seppellire. Mentre il rogo di Capaneo bruciava, Evadne, figlia di Ifi e sua sposa gettandosi brucia insieme a lui.
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    Discorso di Socrate, Platone (Versione)





    DISCORSO DI SOCRATE:

    “O Socrate,un demone possente. Infatti ogni essere demonico si trova a metà fra uomo e dio.” “E quale proprietà ha?” dissi io (Socrate). “Di essere interprete e intermediario agli dei delle cose dagli uomini e agli uomini delle cose dagli dei, degli uni preghiere e sacrifici, degli altri gli ordini e le ricompense per i sacrifici, trovandosi nello spazio intermedio fra gli uni e gli altri lo riempie completamente così che il tutto rimanga connesso con se stesso. Per mezzo di questo procede tutta la mantica e l’arte dei sacerdoti per quel che riguarda i sacrifici, le iniziazione misteriche, gli incantamenti, tutta la divinazione e la magia. Il dio non si mescola all’uomo ma per mezzo di questo (il demone) gli dei hanno ogni contatto e dialogo con gli uomini, sia da svegli sia nel sonno; e colui che è sapiente in questo genere di cose è un uomo demonico, invece chi è sapiente d’altro esercita una diversa arte o un mestiere qualsiasi non è che un manovale. Questi demoni sono numerosi e d’ogni genere, uno di questi è anche Amore.” “E suo padre e sua madre chi sono?” chiesi io. È piuttosto lungo da raccontare, ma te la racconterò ugualmente. Quando nacque Afrodite, gli dei si trovavano a banchetto e insieme agli altri anche Poros, figlio di Metis. Dal momento che avevano finito di pranzare, giunse Penìa per chiedere l’elemosina dal momento che c’era abbondanza di cibo, era sull’uscio. Dunque Poros ubriaco di nettare, infatti il vino non c’era ancora, uscito nel giardino di Zeus dormiva sopraffatto dal peso. Dunque Penìa tramando di concepire un figlio da Poros a causa della sua mancanza di mezzi, gli si stese al fianco e concepì Eros. Per questo Amore è seguace e ministro di Afrodite, essendo stato concepito il giorno della sua nascita, e inoltre essendo per natura amante del bello e Afrodite è bella. Dunque, per il fatto che Amore è figlio di Poros e Penìa, si trova in questa condizione. Per prima cosa è sempre povero, e è ben lungi dall’essere delicato e bello, come i più se lo figurano, anzi è grossolano, mezzo selvatico, sempre scalzo, vagabondo, sta sempre buttato in terra e senza giaciglio, dorme all’aperto davanti agli usci e nelle strade, perché ha la natura della madre, sempre compagno di casa dell’indigenza. Ma da parte del padre è uno che tende insidie a ciò che è bello e buono, essendo di natura virile, audace, violento, gran cacciatore, sempre occupato a tessere qualche trappola e desideroso di intelligenza e pieno d’espedienti, tutta la vita dedito al filosofare, abilissimo imbroglione, esperto di veleni e sofista; inoltre né è per natura immortale né mortale, ma a volte nello stesso giorno fiorisce e vive, quando le cose gli vanno bene, a volte invece muore ma di nuovo torna a vivere per la natura paterna, sempre scorre via la ricchezza che si procura, così che Amore non è povero né ricco, e allo stesso modo si trova nel mezzo fra sapienza e ignoranza. Le cose infatti stanno così. Nessun dio si dedica alla filosofia, né ambisce a diventar sapiente, infatti lo è, e nemmeno alcun altro sapiente non si dedica alla filosofia. Nemmeno gli ignorati si dedicano alla filosofia né ambiscono a diventare sapienti; proprio in questo aspetto infatti l’ignoranza è un male, per il fatto che colui il quale non è né bello né buono né saggio crede che non ha bisogno di nulla. Certamente chi non ritiene di essere in difetto non desidera ciò di cui non pensa di avere bisogno.” “Chi sono dunque” dissi io “o Diotima, coloro che praticano la filosofia se non sono né i sapienti né gli ignoranti?” Disse “Ma è chiaro ormai anche a un bambino, che sono quelli che stanno in una posizione intermedi, fra i quali ci sarebbe anche Amore. La sapienza infatti è tra le cose più belle, e Amore ama le cose belle, ne consegue necessariamente che Amore è filosofo, e dal momento che è filosofo sta fra il sapiente e l’ignorante. Causa per lui anche di queste cose è la nascita; infatti il padre è sapiente e pieno di estro; la madre invece non è sapiente ma bisognosa. O caro Socrate, tale è la natura di questo demone; per quanto riguarda quello che tu credevi che fosse Amore, non ti è capitato nulla di straordinario. Tu pensavi infatti, come mi sembra giudicando da quelle cose che dici, che Amore fosse ciò che è amato, non ciò che si ama; per questo ti sembrava così bello Amore. Infatti chi è amato è davvero bello, seducente, perfetto, degno di ogni felicita; colui che ama invece ha tutt’altra configurazione, un aspetto tale e quale io l’ho descritto.
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