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il bimbo e la nascita...

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  1. Lussy60
     
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    Parto podalico, se il bimbo è ancora .. a testa in su


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    Verso la 30a settimana, chi un po’ prima chi dopo, la maggior parte dei bimbi ‘fa la capriola’, ovvero si sistema a testa in giù nel pancione della mamma, assumendo quella posizione cefalica che gli permetterà di venire al mondo con un parto spontaneo. Circa quattro bebè su cento, però, preferiscono restare tranquillamente ‘seduti’ nel grembo materno e qualcuno decide addirittura di presentarsi con i piedini. Ma perché alcuni bambini non ne vogliono sapere di mettersi regolarmente a testa in giù? Cosa può fare la futura mamma? E, infine, qual è il parto più sicuro in questi casi?

    Presentazioni differenti
    Quando il bimbo non è in posizione cefalica, viene definito genericamente ‘ podalico ’. Non tutti i piccoli, però, sono messi nello stesso modo e, a seconda della parte del corpo che mostrano all’ingresso del bacino materno, si distinguono diverse ‘varietà’. Quando la presentazione podalica è completa, il bimbo è rannicchiato, con le gambe flesse, e all'ingresso del bacino ci sono il sederino e i piedini. Esistono poi vari tipi di presentazione podalica incompleta:
    -natiche: il piccolo tiene le gambine allungate davanti al corpo con i piedini davanti alla faccia e si presenta solo con il culetto;
    -ginocchia e piedi: si mostra con le ginocchia o con i piedi;
    -miste: all’ingresso pelvico si vedono un piede e un ginocchio, una natica e un piede e così via.
    -Ma quali sono le cause di queste posizioni ‘anomale’? Il motivo è per lo più ignoto. In alcuni casi è collegabile a malformazioni pelviche e uterine o a problemi del feto. Altre possibili cause sono la placenta previa, il polidramnios (ovvero una quantità eccessiva di liquido amniotico) o, ancora, una gravidanza gemellare.

    La manovra di rivolgimento
    Purtroppo, gli ospedali che prevedono questa possibilità non sono molti, eppure, se eseguita da mani esperte la ‘manovra di rivolgimento’ ha buone percentuali di riuscita. Si chiama ‘versione cefalica esterna’ e consiste nella manipolazione del feto, attraverso l'addome materno e sotto costante controllo ecografico, al fine di portarlo dalla presentazione podalica a quella cefalica. Questa manovra può essere eseguita nelle ultime settimane dell’attesa – a partire dalla 36a per le prime gravidanze e dalla 37a per le successive - o anche all'inizio del travaglio, un attimo prima della rottura delle membrane. E’ una pratica leggermente fastidiosa per la donna, ma non è dolorosa e, per evitare un cesareo, vale proprio la pena di tentare.
    - Ma questa via non è sempre praticabile. Esistono alcune controindicazioni assolute. Ad esempio se si è verificata un’emorragia vaginale nei sette giorni precedenti, oppure in presenza di anomalie del battito cardiaco fetale o di anomalie uterine, quando c’è poco liquido amniotico o si sono rotte le membrane e, infine, se la mamma ha subìto un pregresso cesareo. Il veto riguarda anche le gravidanze multiple, i casi in cui c’è un ritardo di crescita fetale o in cui le condizioni mediche della donna rendono necessario un intervento.
    - Per quanto riguarda i possibili rischi, esiste una probabilità, anche se ridotta, che si verifichino complicazioni, come il distacco di placenta, (o in casi rari la rottura dell'utero e/o un’emorragia feto-placentare). In questi casi si interviene immediatamente con un cesareo: studi clinici riferiscono una percentuale dello 0,5% di operazioni urgenti proprio in seguito alla manovra, ma senza alcuna conseguenza per la salute del bebè.

    Esistono anche metodi alternativi

    Mentre per eseguire la manovra di rivolgimento è necessario attendere fino alla 36-37a settimana, esistono alcuni sistemi che, non avendo controindicazioni, possono essere sperimentati già a partire dalla 32-33a settimana di gravidanza. Invece, è inutile preoccuparsi prima di questa data perché il bambino ha tutto il tempo di cambiare posizione anche più di una volta, soprattutto se non è la prima gravidanza.
    MOXA E AGOPUNTURA
    La moxibustione, che in alcune città è possibile sperimentare direttamente in ospedale, consiste in una ‘stimolazione’ tramite il calore di un punto del corpo preciso, indicato dalla medicina tradizionale cinese. Si tratta del punto Zhiyin del meridiano della vescica collegato con l’utero: la sua stimolazione provoca un incremento dei movimenti fetali e quindi aumenta la possibilità che il piccolo si decida a compiere la sospirata capriola che mette dal riparo la mamma dal rischio di un cesareo. L’ostetrica o il naturopata collocano un sigaro di artemisia a pochi millimetri di distanza dall’unghia del mignolo dei piedi della mamma. Una volta imparata la tecnica, si può ripetere senza problemi la moxa a casa, con l’aiuto del futuro papà. Un altro trattamento di origine orientale è la classica agopuntura, che prevede la stimolazione diretta del medesimo punto, ma questa volta mediante l’utilizzo di un ago sottile, naturalmente sterile e monouso.
    ESERCIZI di relax
    Un suggerimento molto semplice e ‘casalingo’ è quello di assumere per una decina di minuti, due o tre volte al giorno, posizioni particolari in cui il bacino risulta più in alto delle spalle. Ad esempio sdraiandosi supine con alcuni cuscini collocati sotto il sedere. Pare che in questo modo si favorisca la capriola del bimbo, che viene allontanato dalla parte più stretta dell’utero e potrebbe quindi cambiare posizione più comodamente.

    Per scrupolo, un’ultima ecografia

    Quando una donna deve partorire con un cesareo perché il piccino è podalico , per evitare il rischio di problemi respiratori o di immaturità del neonato è opportuno non fissare in modo rigido la data dell’intervento prima della 39a settimana. - La futura mamma può attendere che il travaglio si avvii spontaneamente, in modo da avere la certezza che il bimbo sia davvero pronto per nascere. Per evitare che si renda necessario un intervento d’urgenza, la donna si recherà in ospedale al sopraggiungere dei primi segnali. Si tratta quindi di una nascita ben monitorata, per seguire passo dopo passo il procedere della situazione. - Un’accortezza da non trascurare, infine, sia che l’operazione sia stata programmata, sia che venga eseguita a travaglio iniziato, è di controllare attentamente la posizione del bambino tramite ecografia. Soprattutto per le donne che hanno già avuto figli, non è escluso, infatti, che il piccolo si sia girato all’ultimo minuto. Non accade di frequente, ma una verifica prima di entrare in sala operatoria è consigliabile proprio per accertare questa eventualità non rara e per evitare di sottoporsi a un cesareo inutile.
     
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71 replies since 2/3/2011, 15:38   11404 views
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