Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

il bimbo e la nascita...

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    Così un bimbo ci cambia la vita
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    Tutto quello che le mamme non dicono…



    Tutti ci avevano avvisato, tutti ce lo dicevano e noi che invece sprizzavamo gioia, felicità ed ingenuo ottimismo con il nostro bel pancione, non ascoltavamo ne volevamo crederci… ma niente panico, in fondo, stiamo solo vivendo l’esperienza che tante altre prima di noi hanno vissuto: siamo semplicemente diventate mamme.
    E come ogni mamma, che c’è passata, sa e continua a ripeterci, le prime settimane con un neonato sono un’esperienza che non è di certo “riposante”.Per prima cosa ci dobbiamo arrendere all’evidenza. Per nove mesi siamo state il centro di mille attenzioni.Tutti intorno a preoccuparsi di noi, a sorriderci, a misurarci la pancia, a scattare ad ogni nostra richiesta.

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    E ora che è nato lui, eccoli lì, tutti, parenti e amici, intorno alla carrozzina, a lanciare gridolini di stupore, a fare smorfie, a discutere di somiglianze inesistenti con rami sconosciuti della nostra famiglia. E noi? Nulla non esistiamo più, o meglio, esistiamo sostanzialmente solo come fonte primaria di cibo per il nuovo nato. Ed ecco la valanga di domande, non rivolte più a noi come esseri umani, ma la preoccupazione generale comincia ad essere: “Hai latte a sufficienza?”, “Il piccolo si attacca?”Ecco cosa siamo…oggetto di nutrimento per il nostro piccolo!!!!!!Inoltre, considerato il poco tempo che riusciamo a dedicare a noi stesse, il nostro aspetto comincia a declinare, un po’ per stanchezza, un po’ per pigrizia…. Guardandoci allo specchio sicuramente lo notiamo e rimpiangiamo i tempi in cui avevamo la possibilità di fare un lungo bagno profumato nel silenzio della nostra casa, la piacevole applicazione di una crema per il corpo, un nuovo taglio di capelli ed una dormita senza interruzioni……Ora sono sogni proibiti, tutte cose da accantonare, ma solo momentaneamente

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    Le nostre giornate potrebbero scorrere tra pianti, poppate e cambi di pannolini, cambi di pannolini, poppate e pianti. Ma spesso il bambino in pochi giorni prende ritmi più “ vivibili” dormendo tra una poppata e l’altra e dandoci così la possibilità di riposare, di dormire insieme a lui, di dedicarci a una telefonata con la nostra amica del cuore che potrà rassicurarci sugli aspetti pratici per i quali siamo inevitabilmente impreparate! Magari riuscirà anche aiutarci a mettere un piede fuori casa e trascinarci a fare una passeggiata. Non ci dimentichiamo delle nostre mamme, …. E anche delle suocere che potranno alleggerirci la giornata collaborando con noi nella gestione del nuovo arrivato e della casa e ci consentiranno di riposare un po’.Troveremo così anche il tempo e le energie per preparare ogni tanto una cenetta, semplice ma speciale per noi e il nostro compagno “abbandonato”. Cerchiamo anche di ritrovare un po’ di spazio per noi due, pensando sempre in positivo e che le prime settimane, sono, LE PRIME e poi passano e che sicuramente, tra qualche giorno, guardando il nostro bambino diremo ”ne valeva la pena!”
     
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    I sintomi della prima settimana di gravidanza

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    Sono incinta o no?



    Molte ragazze per un ritardo mestruale, subito pensano alla gravidanza. Forniamo di seguito quali potrebbero essere i primi sintomi della prima settimana di gestazione: Per prima cosa la rottura del follicolo avviene verso il 14° giorno del ciclo mestruale (contando dal primo giorno in cui vengono le mestruazioni), in donne che hanno cicli regolari di circa 28 giorni, con delle variazioni di alcuni giorni in più o in meno se i cicli sono più lunghi o più brevi oppure irregolari.I sintomi di gravidanza iniziale sembrano molto influenzati dal contesto socio-culturale nel quale vive la donna e a volte frutto di suggestione;
    consideriamo che ci sono studi che mostrano come fenomeni come il vomito a volte risentano positivamente dell’allontanamento della donna da casa per un periodo, al di fuori di un contesto famigliare stressante e ansiogeno.
    Ad ogni modo all’inizio possono comparire nausea e vomito, fastidio per alcuni odori, avversione e predilizione per alcuni cibi rispetto ad altri, stanchezza, stipsi, a volte tachicardia, aumento della salivazione..
    Sarebbero proprio gli ormoni collegati alla gravidanza alla base di tali disturbi.Soprattutto l’astenia (la stanchezza) deriva dall’aumentio delle concentrazioni di progesterone circolante e a pensarci bene questo effetto è un fattore protettivo, in quanto costringendo la donna a non strafare previene il sovraffaticamento lavorativo nel periodo più vulnerabile per il benessere della prosecuzione della gravidanza che è proprio il primo trimestre.
    Ad ogni modo, nel sospetto di una gravidanza, si consiglia sempre di basarsi sul test più che sull’insorgenza dei sintomi spesso poco significativi nel rivelare la presenza o meno di una gravidanza in atto.Fonte: La ginecologa online
     
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    Il giorno del parto, dubbi e paure!

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    A me è capitato di pensare al parto già mesi prima che la gravidanza fosse a termine, e non vi nascondo di aver avuto tanti dubbi e molta paura; soprattutto un po’ condizionata e preoccupata dai vissuti di amiche e parenti. Il parto è senz’altro un momento particolare l’ultimo capitolo di una storia straordinaria ma come spesso ho ripetuto il nostro corpo è naturalmente preparato a questo!


    La paura del parto è comune fra le future mamme durante l’ultimo mese di gravidanza soprattutto se è la prima gravidanza. Al dolore pensiamo di non poter tener testa ma la nascita di nostro figlio è di sicuro una grande smentita. Pensare al parto con paura è deleterio, la paura si nutre di paura e cresce creando a volte un vero panico, pensate al quel momento, aspettandolo senza ansia e con po’ di imprevisto, poiché la data del parto è quasi sempre presunta, lasciate che arrivi solo perché finalmente vedrete il vostro bambino!
    E’ di sicuro di aiuto frequentare un ambiente dove altre donne vivono la stessa esperienza e questo può aiutare la futura mamma, rafforzandola psicologicamente e rasserenando la sua prospettiva del parto soprattutto per le primipare che pensano al parto con grande paura nonostante sia fisiologico e naturale, è vissuto come un evento doloroso e pericoloso.
    Nei corso pre-parto, si insegna alla gestante l’importanza del rilassamento, e della respirazione e la capacità di concentrazione durante il parto, spesso è prevista la partecipazione del personale medico specialista, come il ginecologo, l’anestesista, il pediatra e lo psicologo fondamentali per chiarire dubbi e dissipare paure fornendo informazioni sulla gravidanza, sul momento del parto, sulla cura del bambino e sul post-partum. Inoltre, se è organizzato dall’ospedale dove si pensa di partorire sarà possibile conoscere il luogo della nascita e renderlo cosi meno estraneo.
    Se manca ancora un po’ alla data presunta e non ci sono particolari problemi mantieniti in forma con un po’ di attività fisica: sarai più allenata ad affrontare il parto, 20 minuti di esercizi aerobici al giorno, tre volte a settimana bada bene esercizi mirati al tuo stato che escludono corsa e salti! Anche solo passeggiando a passo sostenuto o praticando un po’ di nuoto sarai in ottima forma.
    Non va dimenticato che ogni esperienza è assolutamente personale diversa da donna a donna anche la percezione del dolore è del tutto soggettiva, peraltro i notevoli progressi nel campo dell’ anestesia hanno permesso di ridurre il dolore e di rendere il parto assolutamente sicuro per la salute di mamma e bambino.


    Parto: domande e risposte alle paure della futura mamma


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    Finalmente dopo nove mesi di gravidanza si avvicina il momento tanto atteso di fare la conoscenza con il bebè. La gioia è però spesso accompagnata anche da dubbi, ansia e paure. Oggi proviamo insieme a rispondere alle domande più frequenti della futura mamma.
    Arriverò in tempo in ospedale?
    Chi non ha mai pensato almeno una volta di rischiare di partorire in macchina, bloccata in mezzo al traffico? Era uno dei pensieri che mi faceva più paura! In realtà la futura mamma in genere ha tutto il tempo di farsi una doccia e mangiare qualcosa prima di raggiungere con calma l’ospedale. L’acqua della doccia (non troppo calda per evitare cali di pressione) avrà un effetto rilassante sulla muscolatura, mentre l’assunzione di cibo (un paio di fette biscottate con un po’ di miele o marmellata) fornirà l’energia necessaria per affrontare il parto. I tempi di travaglio variano a seconda che donna sia primipara (al primo figlio) o che stia per affrontare, per esempio, il secondo o terzo parto. In quest’ultimo caso, infatti, i tempi sono di solito meno lunghi, ma si ha comunque il tempo necessario per recarsi in ospedale con tranquillità.
    Dall’inizio delle contrazioni al parto trascorrono quasi sempre molte ore?
    La perdita delle acque non sempre coincide con l’avvio del travaglio. Occorre verificare il colore del liquido amniotico: se è trasparente o rosato, si può raggiungere l’ospedale con calma poiché da quel momento possono trascorre anche 24 ore dall’inizio del travaglio. Se invece è di colore verde (cosiddetto liquido tinto), non bisogna temporeggiare perché questa colorazione indica che il feto ha emesso meconio (le prime feci prodotte) e il parto deve avvenire il prima possibile.
    Sentirò tanto dolore?
    Il dolore è una componente innegabile del travaglio e del parto, indica che tutto sta procedendo bene e che il bambino si sta preparando a venire al mondo, adattandosi pian piano al corpo della madre. Il dolore ha una doppia componente: fisica e psicologica. Quest’ultima influisce in modo significativo sulla prima infatti più la donna si agita, più è ansiosa e più sentirà dolore, poiché i suoi muscoli si contrarranno con maggior forza. Naturalmente il dolore rimane sempre molto soggettivo così come la soglia di sopportazione varia da donna a donna. Non è detto che sia avvertito da tutte nello stesso momento del parto: per alcune donne è più doloroso il travaglio mentre la fase espulsiva è vissuta come una liberazione, per altre è vero il contrario. Ma quasi per tutte il dolore si concentra nella zona del basso ventre e della schiena, a causa della pressione del bambino esercitata proprio in questi punti.

     
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    Il parto in acqua: come e perché


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    Quante volte hai riflettuto sul momento del parto e hai pensato: non so cosa darei per affrontare un parto sereno e più naturale possibile. Diciamo che questo è il sogno di ogni mamma in attesa ma c’è da dire che qualora ce ne siano i presupposti il parto in acqua è ciò che più si avvicina ad esaudire questo tuo desiderio. Anche se non ancora molto diffusa in Italia, la pratica del parto in acqua è di riconosciuta validità e viene scelta sempre da un numero maggiore di donne.
    Ma in cosa consiste il parto in acqua e quali sono i suoi vantaggi?

    Il parto in acqua si svolge in una vasca di vetroresina (materiale altamente igienizzabile) dalle dimensioni standard di 2 x 1,5 metri con una profondità di 80 centimetri. La temperatura dell’acqua è la stessa con la quale si fa il bagnetto ai neonati, 37 gradi, temperatura che viene mantenuta costante durante l’intera fase del travaglio e dell’espulsione. Ovviamente per mantenere pulita l’acqua è necessario che la vasca abbia un meccanismo che le permetta di ricambiare continuamente il liquido per eliminare le sostanze organiche che possono essere perse durante tutti i momenti del parto.

    Perché scegliere il parto in acqua?


    I motivi sono davvero molti, in primis possiamo dire che il neonato che ha vissuto per nove lunghi mesi immerso in un liquido subirà una nascita meno traumatica e più dolce. Poi ci sono tutta una serie di motivazioni che riguardano l’azione dell’acqua sul fisico, cioè:
    L’acqua alleggerisce il peso del corpo e allenta la pressione sui reni e il peso del pancione.
    Muoversi in acqua è molto più semplice, meno faticoso e soprattutto più naturale
    La discesa del bambino verso il canale del parto è facilitata da una maggiore mobilità delle articolazioni del bacino
    Il corpo immerso nell’acqua si rilassa e riesce ad armonizzarsi con la mente e con il respiro giungendo ad uno stato fisico, psicologico ed emotivo particolarmente armonico, ciò favorisce la concentrazione e allevia il dolore.
    Si riduce il rischio di episiotomia, poiché l’acqua ammorbidendo i tessuti diminuisce la possibilità che questi si lacerino.
    C’è da dire però che non tutte le donne possono effettuare un parto in acqua, esistono alcune controindicazioni che vanno seguite con scrupolosità.

    Non puoi partorire in acqua se:


    Aspetti dei gemelli
    La fase espulsiva si presenta troppo lunga
    Se hai la necessità di essere sottoposta a monitoraggio continuo
    Se il parto è pre-termine o post-termine (prima della 37esima settimana o dopo la 42esima)
    Se il piccolo ha una frequenza cardiaca troppo bassa
    Se il liquido amniotico presenta tracce di meconio
    Se perdi troppo sangue
    Se le dimensioni del piccolo sono troppo grandi rispetto al tuo bacino
    Se è presente il rischio di distocia delle spalle
    Se al momento del parto ci sono in corso malattie infettive oppure se sei affetta da AIDS, epatite.
    In tutti gli altri casi potrai scegliere di affrontare un parto in acqua con serenità, l’unica cosa che posso consigliarti è quella di vagliare questa possibilità con largo anticipo in modo da trovare la struttura più vicina a te (consulta questo link) e soprattutto frequentare un corso pre-parto acquatico.

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    PARTO, SCELTA DELLA POSIZIONE

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    Gravidanza: parto e scelta della posizione – La maggior parte delle culture nel mondo usa per il travaglio e il parto posizioni diverse, da quella eretta a seduta, inginocchiate o accovacciate.Se mettiamo a confronto la posizione eretta con quella supina potremo notare i vantaggi e gli svantaggi.Durante il momento della dilatazione, la posizione supina sembrerebbe avere effetti sfavorevoli , come ad esempio la minore intensità delle contrazioni, che comprometterebbe la regolare progressione del travaglio.La posizione eretta invece durante il travaglio lo renderebbe più breve, con minore impiego di analgesici e ossitocina.Nel periodo di espulsione non si possono dare per certi i vantaggi della posizione eretta, rispetto a quella supina, anche se è stato riscontrato che il parto ha una durata minore, maggior numero di perinei intatti e minore incidenza di parti operativi. Ma questo dipende sempre dai vari casi che si vengono a creare e quindi si necessita di ulteriori approfondimenti a tal proposito.Quello che è certo è che assumere posizioni diverse da quella supina non comporta assolutamente rischi per la madre e il feto. Proprio per questo le ostetriche non impongono una posizione rispetto a un’altra, ma lasciano libera la donna di scegliere, in assoluta autonomia, la posizione preferita.Durante le contrazioni la donna tende a camminare e a cambiare spesso posizione per trovare una giusta armonia tra la contrazione e la sua postura. Rimanendo distese la parte dell’utero e la spina dorsale sarebero compresse tra di loro, dando più dolore, infatti si tende ad abbandonare il letto, iniziando a scegliere posizioni carponi, accovacciata, in ginocchio, in piedi.Bisogna comunque tenere conto che una posizione può dare sollievo a una donna, mentre essere inadeguata per un’altra.

     
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    GRAVIDANZA: PARTO IN ACQUA

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    Partorire in acqua, come funziona.

    Sperimentato per la prima volta in Russia, adesso il parto in acqua è adottato in molti paesi.Solitamente in acqua si svolge anche il travaglio. Il corpo della donna è immerso in una piccola piscina con acqua a temperatura tiepida, che può accogliere anche il padre o chiunque la donna decida di avere accanto.La vasca da parto è importante sia dal punto di vista psicologico, che fisico. La minore gravità aiuta a sostenere il peso del corpo, permettendo alla donna di decidere la posizione che le conviene. Anche l’immersione in un liquido caldo sembrerebbe produrre effetti benefici per quanto riguarda la sofferenza, dovuta alle contrazioni.E’ probabilmente anche un effetto di “distrazione”, che porterebbe quindi il cervello a spostare l’attenzione sulla percezione tattile che il liquido esercita su tutta la pelle, piuttosto che sulle sensazioni dolorose.Il feto verrà controllato tramite un rilevatore subacqueo del battito cardiaco, applicato al ventre della madre e, secondo le esperienze fatte in alcuni centri, sembrerebbe che partorire in acqua ridurrebbe i danni al perineo.Alcune donne invece possono decidere di condurre in acqua soltanto il travaglio e al momento del parto, in fase espulsiva, preferiscono uscire dalla vasca e partorire sul lettino.

     
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    Partorire: l’esperienza di una mamma



    f1Ricordate quella donna dalle mille paure e incertezze?
    Ora mi sento di svelare l’identità della persona che vi ha tenuto compagnia oppure vi ha annoiato per nove mesi con il suo diario, sono Mamma Elisa.

    Finalmente, dopo un intera gravidanza portata a termine il 6 febbraio inaspettatamente, ho abbracciato il mio bambino e come per magia determinati pensieri sono spariti. Quando l’ho visto, ho sentito il suo primo vagito, l’ho abbracciato la paura di non riuscirlo ad amarlo allo stesso modo del mio primo bambino è svanita.
    È proprio vero che l’amore di una mamma per i propri figli non ha limiti ed è infinito, questa ne per me ne è la prova.

    Ora vi racconto il mio parto lampo e inaspettato.
    Domenica mattina verso le 9:00 mi reco in clinica insieme a mia madre (ultimamente mi stressava perché non voleva che guidassi più la macchina e quindi mi accompagnava lei ai vari appuntamenti di controllo) e al mio bambino, avevo un appuntamento per un tracciato, essendo alla 39 settimana +6, la mia ginecologa preferiva monitorare l’ultimo periodo con assiduità.

    FF2Dopo una mezzoretta di tracciato inizia a controllare l’andamento dello stesso prima l’ostetrica di turno poi i vari ginecologi e da qui inizio ad avere un po’ di sospetti perché parlavano tra di loro a voce bassa e io ho capito che c’era qualcosa che non andava.
    Dopo un’altra mezzora di tracciato, mentre la mia schiena e il mio sedere erano a pezzi,ritorna l’ostetrica, una ragazza veramente gentilissima e disponibile , mi comunica che aveva consultato la mia ginecologa – che al momento non era di turno in clinica – e che aveva deciso di farmi ricoverare.

    Panico

    E chi se l’aspettava? Non avevo niente con me, avevo promesso al mio bambino che saremmo andati a fare una passeggiata e comunque non ero per niente preparata psicologicamente all’arrivo di Nathan nonostante fossi a termine.

    Chiamo mio marito che proprio quella mattina aveva deciso di dedicarsi all’agricoltura e gli dico di portarmi tutto quello che avevo preparato,valigia,pannolini, sterilizzatore ecc,ecc…

    e lui mi fa:<<perché?>>

    <<come perché >> gli rispondo io, << Forse, dico forse, dovrei partorire>>.
    Continua a farmi una serie di domande dello stesso calibro mentre ero impegnata con il ginecologo che preparava la mia cartella di ricovero e se la rideva sotto i baffi esclamando con ironia :<< ahhhh questi uomini>>.



    L’ostetrica dopo avermi preparata, mi visita e constata che ero già a due/, tre centimetri di dilatazione,comunica il tutto tramite telefono alla mia dottoressa che le dice di indurre il parto con il gel.

    Alle undici ero di nuovo sotto tracciato,mio marito nel frattempo arriva tutto eccitato,mia madre va via invece nel panico insieme al mio ometto, il primogenito.

    Inizio ad avvertire le contrazioni, sono dolorose,ma sopportabili e tra una contrazione e l’altra comunico alle mie amiche del web, le mie più care amiche, che sono in travaglio e che finalmente sarebbe nato il loro nipotino.
    Si perché per me e credo anch’io per loro sono delle sorelle,delle compagne di vita anche se non ci conosciamo fisicamente loro mi sono state vicinissime in questi nove mesi e anche prima.
    Il tempo passa e inizio a dilatarmi sempre di più, intorno ai 6 cm l’ostetrica decide di rompermi le acque per velocizzare il parto.
    Purtroppo le acque sono verdi, piene di meconio.

    Inizio ad avere molta paura,paura di perdere il mio bambino.

    cdf1L’ostetrica chiaramente mi dice che avrei dovuto partorire entro le 14:00 altrimenti avrebbero dovuto farmi un cesareo d’urgenza.
    Le contrazioni aumentano sono ravvicinate e sempre più intense.
    Arriva il momento di salire in sala parto, mio marito decide di venire con me.
    Lo imbacuccano per bene, solo a guardarlo mi veniva da ridere nonostante il dolore.
    Rimango con i fili del tracciato legati sulla pancia per monitorare il battito del cuore del bambino per fortuna sempre stabile.
    Arriva la mia ginecologa,nonostante non fosse di turno ha voluto essere presente durante il parto e per questo la ringrazio molto perché mi è stata di grande conforto.

    È arrivato il momento di spingere,il mio tesoro sta per venire al mondo, dopo dieci minuti sento il suo primo vagito e il mio cuore scoppia di gioia, tutti i dolori spariscono.
    Aveva un giro di cordone intorno al collo,ecco perché la variabilità del tracciato non convinceva i medici.
    Per fortuna sta bene, è bellissimo pesa kg 3950 per 51,5 cm di bellezza.

    Sono diventata bismamma ed è la cosa più bella che mi potesse succedere,benvenuto amore mio tu e tuo fratello mi avete reso la persona più felice del mondo.

     
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    Sarà maschio o femmina? Ecco più di 30 modi per saperlo
    fiocchi_nascita
    Per centinaia di anni, le mamme in attesa si sono basate sui metodi empirici e casalinghi per indovinare il sesso del loro bambino. Anche se queste 'regole non sono infallibili, sono sicuramente più divertenti rispetto ad un ecografia

    Vi avevamo già elencato qui, in un articolo che avete molto apprezzato, i modi utilizzati per capire, prima dell'ecografia, se il bambino sarà maschio o femmina. Sono sempre girate molte leggende sui modi per capire con largo anticipo sull'ecografia risolutiva, il sesso del nascituro.
    Una donna incinta, nel corso dei nove mesi, si sente ripetere mille volte che "siccome la sua pancia è così, allora sarà un maschio" oppure "siccome la sua pelle è diventata così allora sarà femmina.." e così via.


    storch_13Cosa c'è di più divertente che cercare di indovinare il sesso del tuo bambino? Per centinaia di anni, le mamme in attesa si sono basate sui metodi empirici e casalinghi per indovinare il sesso del loro bambino (LEGGI). Anche se queste 'regole' 'sono ben lungi dall'essere infallibili, sono sicuramente più divertenti rispetto ai loro successori più affidabili, amniocentesi ed ecografia Vedi le foto: Fiocchi nascita

    Su un sito abbiamo trovato queste divertenti classifiche con tanti simpatici modi per scoprire il sesso del nascituro, vediamoli insieme

    E' un maschietto se:

    * Non hai avuto nausee mattutine all'inizio della gravidanza
    * La frequenza cardiaca del vostro bambino è inferiore a 140 battiti al minuto
    * L'allargarsi del pancione è tutto spostato in avanti
    * Il tuo ventre si presenta come un pallone da basket
    * Le aureole dei tuoi capezzoli si sono scurite notevolmente
    * I seni sono un po' più cadenti
    * Hai voglia di alimenti salati e/o aciduli
    * Hai voglia di proteine - salumi e formaggi

    * I tuoi piedi sono più freddie rispetto a prima della gravidanza
    * I peli sulle gambe stanno ricrescendo più rapidamente durante la gravidanza
    * Le tue mani sono molto secche
    * Il tuo cuscino è esposto a nord quando dormi
    * La gravidanza ti ha donato un aspetto migliore che mai
    * La tua urina è di colore giallo brillante
    * Avverti di più gli odori
    * Se fai ruotare una fede nuziale appesa ad una catenella sulla tua pancia, questa si muove formando dei cerchi
    * Stai soffrendo più frequentemente di mal di testa
    * Se aggiungi il numero dei tuoi anni al momento del concepimento e il numero del mese nel quale è avvenuto il concepimento, la somma è un numero pari


    È una bambina se:

    * Hai avuto nausee mattutine all'inizio della gravidanza
    * La frequenza cardiaca del vostro bambino è di almeno 140 battiti al minuto
    * L'allargarsi del pancione è distribuito anche sui fianchi
    * Il tuo seno sinistro è più grande delseno destro
    * I tuoi capelli presentano riflessi rossastri
    * I tuoi seni stanno 'su'
    * Il tuo ventre si presenta come un cocomero, di quelli dalla forma ovoidale
    * Hai voglia di dolci
    * Hai voglia di frutta e succo d'arancia
    * Non sembri così felice e calma come sarebbe normale durante la gravidanza
    * Tu sei Aumenta l'atmosfera del solito durante la gravidanza
    * Il tuo volto presenta più impurità del solito
    * Ti rifiuti di mangiare il 'culetto' di una pagnotta di pane
    * Il tuo seno è molto aumentato
    * Il tuo cuscino è esposta a sud quando dormi
    * L'urina è di colore giallo opaco
    * Se fai ruotare una fede nuziale appesa ad una catenella sulla tua pancia, questa si muove da un lato all'altro
    * Se aggiungi il numero dei tuoi anni al momento del concepimento e il numero del mese nel quale è avvenuto il concepimento, la somma è un numero dispari

     
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    10 ottimi motivi per allattare

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    risparmiare

    Il latte materno fa risparmiare tempo e denaro: è sempre pronto, alla giusta temperatura e non necessita di accessori per la preparazione. In più, si risparmia sull'acquisto di sostituti e di altre attrezzature, sulle spese mediche e sui metodi contraccettivi.
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    Alto valore nutritivo

    Il primo latte (colostro) ha un particolare valore nutritivo per il neonato (grazie al suo alto contenuto di proteine e di vitamine liposolubili) e riduce il rischio di sovrappeso e obesità.

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    immunizzazione

    È la prima immunizzazione del neonato: riduce l'incidenza di varie malattie come otite media, diarrea, polmonite, asma e allergie, anche anni dopo che l'allattamento è cessato.
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    meno infezioni ed eruzioni

    Anche l'insorgenza di infezioni delle vie urinarie, di eczemi e di eruzioni cutanee nella zona del pannolino risulta meno frequente tra gli allattati al seno rispetto ai bambini nutriti con latte artificiale.
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    Sviluppo comportamentale

    Il latte materno favorisce lo sviluppo comportamentale del bambino, e secondo uno studio danese migliora il suo QI e influenza l'evoluzione del cervello, misurato come abilità nel gattonare, nell'afferrare gli oggetti e nell'articolare sillabe.
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    Scongiura flatulenza e mal di pancia
    Essendo facilmente digeribile, il latte materno scongiura flatulenza e mal di pancia.
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    Un contraccettivo naturale, ma attenzione

    È un contraccettivo naturale: fintanto che una mamma allatta e finché non è ricomparso il ciclo, la protezione da altre gravidanze durante i primi sei mesi di vita del bambino è del 98% (LAM: Metodo dell'Amenorrea Lattazionale). Questo metodo risulta però efficace solo se si seguono delle procedure di allattamento piuttosto scrupolose, pertanto, anche ai corsi preparto organizzati negli ospedali italiani, in generale il consiglio è di non considerare l'allattamento un contraccettivo.
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    Il benessere della mamma

    Favorisce il benessere emozionale e psicologico della madre, sviluppando la sua autostima e la fiducia nelle sue capacità.
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    La salute della mamma

    Ha numerosi vantaggi per la salute della madre: nell'immediato facilita il recupero fisico dopo il parto e, aumentando il fabbisogno energetico, aiuta a smaltire l'eventuale sovrappeso accumulato in gravidanza.
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    Minor rischio di malattie

    Nel lungo termine riduce il rischio di sviluppare osteoporosi, cancro al seno e all'epitelio delle ovaie.
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    Minor rischio di anemia

    Riduce i rischi di anemia: successivamente al parto, ogni volta che la madre allatta, il suo utero si contrae, prevenendo eccessive perdite di sangue. Con il passare dei mesi, l'allattamento riduce la frequenza e la gravità dell'anemia perché, ritardando il ritorno del ciclo mensile, aiuta la mamma a ricostruire le sue riserve di ferro.
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    Rafforza il legame affettivo
    Rafforza il legame affettivo, dal momento che le poppate frequenti offrono molte occasioni di contatto tra madre e figlio e permettono di migliorare la reciproca conoscenza.

     
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    Calcolare il sesso del bambino con l'oroscopo cinese

    chinesegenderchart

    Vi sarà capitato certamente di immaginare o provare ad indovinare il sesso del nascituro seguendo alcune delle immancabili tradizioni popolari che associano a pancia a punta o tonda il sesso maschile o femminile del bambino e varie altre simili teorie. Non manca la predizione cinese, basata sull’oroscopo.
    Si può fare online con un semplice calcolo sulla carta interattiva proposta dal sito The Bump: basta inserire la vostra età e il mese del concepimento e vedere a quale sesso si associa il giorno di nascita previsto.
    Sarà facile verificare la veridicità della previsione dopo la nascita, ma intanto nel dubbio è meglio non fare un corredino tutto rosa se il sito suggerisce una femminuccia perché non è detto che sia davvero affidabile. Prendiamolo come un gioco.

    Un altro sito per calcolare il sesso dei bambini

    oroscopocinese

    Secondo la leggenda il Buddha nel presentimento della sua fine sulla Terra, chiamò a raccolta tutti gli animali della terra, ma solo 12 andarono ad offrire il loro saluto. Come premio per la loro fedeltà il Buddha decise di chiamare ogni anno del ciclo lunare con il nome di ciascuno dei 12 animali accorsi. Il topo, furbo e veloce di natura, arrivò per primo. Il diligente bue arrivò secondo, seguito dall’intrepida tigre e dal pacifico coniglio. Il drago arrivò quinto seguito subito dal suo fratello minore, il serpente. L’atletico cavallo fu settimo e l’elegante capra ottava, subito dopo arrivò l’astuta scimmia, e poi ancora il coloratissimo gallo, il fedele cane per poi finire con il fortunato maiale che arrivò appena in tempo per salutare il Buddha. Wikipedia.
    Molto carina la leggenda (il topo vince perché si fa il viaggio sulle spalle del bue, e all’ultimo salta per terra, salutando per primo il Buddha), come simpatica la credenza che si possa determinare il sesso dei nascituri, incrociando il mese del concepimento con l’età della futura madre, come ci spiegava Fritha in questo suo post.
    Su Infocina.net, uno strumento semplice semplice, per calcolare il sesso del nascituro; inserite il mese, l’età, premete il bottone predict, e in basso, appena sotto la casella gialla, vi comparirà il verdetto, scritto in rosa o azzurro.
    Astrocartomanti invece ci presenta una tabella, dove si incrociano sempre i due stessi dati, mese di concepimento ed età della mamma, con i risultati dati in termini di percentuale. Ad esempio, chi concepisce a 21 anni ha il 92% delle possibilità di avere una bambina (l’unica possibilità di far nascere un maschio è di concepirlo a gennaio).

     
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    Intimità dopo il parto, quando rinasce il desiderio nella coppia?

    Desiderio-coppia-dopo-parto

    La nascita di un bambino provoca un piccolo terremoto nella coppia, spesso è l’intimità a farne le spese, anche se la gioia di aver avuto un figlio fa passare in secondo piano le esigenze dei singoli. Tuttavia, a volte capita che si avverta un brusco calo del desiderio nella neo mamma, sia dopo il parto, per motivi proprio fisici legati allo scombussolamento e alle sofferenze provate durante il travaglio (senza contare eventuali punti che naturalmente renderebbero estremamente doloroso un rapporto sessuale), che anche oltre, durante il periodo dell’allattamento.

    Anche in questo caso ci sono delle spiegazioni organiche, infatti l’innalzamento dell’ormone prolattina nel sangue, collegato con la produzione del latte, comporta anche un calo della libido, assolutamente temporaneo. Allora per quale motivo, molte donne anche a mesi di distanza dalla nascita del bebè, proprio non riescono più a desiderare di riprendere una vita sessuale normale come prima dell’arrivo del bimbo? I motivi di carattere psicologico sono molto forti.

    Spesso la neo mamma è stanca, spossata fisicamente per le poche ore di sonno, e perché tutte le sue energie sono volte all’accudimento del neonato, ma soprattutto non riesce più disgiungere la propria femminilità dal ruolo di madre, e lo spazio per le dinamiche di coppia, per la seduzione e il piacere fisico si annulla di botto. Inoltre, a causa della gravidanza, una donna vede il suo corpo cambiato, non ha molto tempo per curare la propria bellezza, a volte approfitta di questo per lasciarsi andare, e i chili si accumulano.

    E l’uomo? Anche il papà più premuroso ha timore di sentirsi messo da parte dopo la nascita del bambino, e fatica a chiedere alla compagna delle “coccole” tutte per sé. Che fare? Intanto, non è certo il caso di bruciare i tempi. E’ più che normale astenersi dai rapporti sessuali durante le prime settimane dopo il parto e anche per tutto il primo mese e oltre. Ma arriva comunque il momento in cui bisogna “affrontare” il discorso intimità, che costituisce il carburante di una coppia, e il complemento indispensabile dell’amore.

    Entrambi i neo genitori devono venirsi incontro, la mamma cercando comunque di ritagliarsi dei piccoli spazi per sé, per la cura della propria bellezza e del proprio corpo, e l’uomo, il papà, aiutando la partner in tutte le incombenze e coccolandola molto, facendola sentire sempre sostenuta, sempre bella e desiderabile. I gesti comuni di “toccamento”, anche un abbraccio, delle carezze, lo sfiorarsi la mano, pian piano faranno riaffiorare quel desiderio naturale di rincontrarsi in modo completo. Ci vuole tanto amore, tanta pazienza, tanta capacità di “fare squadra”, tanta complicità, e l’intimità tornerà a cementare il rapporto come e meglio di prima.

     
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    Parto naturale dopo un cesareo


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    Vivere l'esperienza di un parto naturale, dopo aver subìto un cesareo, si può. Se il primo figlio è nato in sala operatoria, ciò non significa che sarà necessario un secondo intervento per dare alla luce il suo fratellino. Al contrario, l'Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene che i parti vaginali dopo un cesareo dovrebbero essere di norma incoraggiati.

    "La nascita per vie naturali garantisce al bambino un miglior adattamento alla vita extrauterina e diminuisce il rischio di distress respiratorio", commenta Enrico Ferrazzi, professore Ordinario Responsabile Dipartimento Donna, Mamma e Neonato, Ospedale Buzzi-ICP, Università di Milano e presidente Società Lombarda di Ostetricia e Ginecologia. "Grazie alle modificazioni che si verificano a livello del sistema cardio-vascolare e del sistema neuro-ormonale nel corso del travaglio, e alla 'spremitura polmonare' dovuta al passaggio nel canale del parto, il bambino si prepara al nuovo ambiente e affronta più facilmente il cambiamento. Per quanto riguarda la mamma, un parto chirurgico triplica il rischio di complicanze di tipo chirurgico nelle gravidanze successive".

    Per tutti questi motivi, in assenza di indicazioni mediche che richiedano un secondo cesareo, presso l'Ospedale Buzzi viene proposta e incoraggiata la soluzione del travaglio di prova e sono già più del 60% le precesarizzate che partoriscono naturalmente. Ma perché la donna possa affrontare questa esperienza con serenità e con la consapevolezza che si tratta della scelta migliore, è indispensabile che disponga di informazioni corrette e che venga adeguatamente supportata. Da qui l'inaugurazione di un nuovo servizio, rivolto proprio alle donne che hanno un cesareo alle spalle: incontri ad hoc, condotti dal personale del punto nascita, per accompagnarle in questo percorso e offrire risposta a ogni loro dubbio



    PARTO
    Cosa determina l'inizio del travaglio?


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    I ginecologi stabiliscono la data presunta del parto, ma sono pochi i bambini a nascere proprio il giorno previsto. Ma perché il travaglio scatta proprio in quel momento?

    Una domanda che ha affascinato gli uomini fin dall'antichità. Sono state, infatti, diverse le teorie avanzate, alcune decisamente fantasiose. Oggi queste idee sono state superate dalle evidenze scientifiche, anche se il mistero che circonda il parto non è stato svelato completamente.

    Le ipotesi del passato...

    Il primato dell'ipotesi più fantasiosa spetta senza dubbio a Ippocrate che nel V secolo a.C. aveva avanzato l'idea che il travaglio fosse provocato dalla fame: mosso dal desiderio di mangiare, il bambino inizierebbe a puntare i piedini contro il fondo uterino e a darsi la spinta verso il basso, dando così il via a piccole contrazioni preparatorie. Superata quest'idea, si è ipotizzato che la causa iniziale del travaglio fosse la forza di gravità: raggiunto un determinato peso, il feto sarebbe costretto a uscire. Altra teoria che ha avuto credito per molto tempo è quella della "placenta invecchiata" o del "corpo estraneo" che sosteneva che alla fine della gravidanza la placenta non sarebbe più in grado di dare nutrimento al feto che, a quel punto, diverrebbe un ospite sgradito.

    ... e le certezze di oggi

    Ancora oggi non è certo il meccanismo che scatena il travaglio. L'ipotesi più accreditata riguarda un complesso meccanismo neuro-ormonale che coinvolge mamma e bambino: " Quando il feto è maturo trasmette segnali alla neuroipofisi materna che comincia a produrre ossitocina che stimola le contrazioni e la dilatazione del collo dell'utero ", spiega Paola Bombardieri, capo ostetrica del San Raffaele di Milano. "A ciò si aggiunge anche il fattore psicologico: alcune teorie affermano che il travaglio inizia quando la mamma si sente pronta a staccarsi dal feto". E la luna? "La scienza ha dimostrato che non ha nessuna influenza, ma a noi ostetriche piace l'approccio naturalistico che sostiene che anche la nascita, come le maree, le colture e l'imbottigliamento del vino, sia influenzata dalle fasi lunari". È invece vero che i rapporti sessuali possono aiutare: " Lo sperma causa delle piccole contrazioni dell'utero perché contiene prostaglandina, l'ormone che è contenuto in alcuni dispositivi che utilizziamo per indurre il parto. Chiaramente le concentrazioni nello sperma sono ridotte: non bastano a scatenare il travaglio, ma possono aiutare a preparare il collo dell'utero, oltre a dare alla donna una sensazione di benessere e serenità". La scienza è riuscita a spiegare alcuni meccanismi che stanno alla base del travaglio, lasciando tuttavia ancora dei punti oscuri. Ma forse è meglio che continui a essere così: nessuna evidenza scientifica riuscirebbe mai a spiegare completamente l'affascinante mistero della nascita.

    Articolo di Monica Gabrielli



    PARTO
    E' proprio ora...


    MTN055

    Un mese prima della data presunta del parto, è bene fare la valigia con tutto l’occorrente per la degenza nel reparto di maternità e, in seguito, per il trasferimento a casa. In genere, ogni ospedale fornisce una sua lista.
    Nella fase di “pre-travaglio”, la mamma può avvertire qualche fastidio, simile ai dolori mestruali: si iniziano a sentire le contrazioni, ma in questo stadio sono sopportabili e irregolari.
    In genere si espelle il “tappo mucoso”, che durante l’attesa sigilla il collo dell’utero proteggendolo dall’ambiente esterno.

    A volte, può anche accadere che un po’ prima del termine della gravidanza si “rompano le acque”, ovvero si lacerino le membrane del sacco che avvolge il feto nell’utero, lasciando fuoriuscire il liquido amniotico.
    Per alleviare i dolori delle contrazioni del pre-travaglio, può essere opportuno fare una doccia calda. Da evitare, invece, un bagno con l’acqua a temperatura molto alta perché rischia di provocare un rallentamento delle contrazioni. Tutti questi segnali indicano che il travaglio vero sta per iniziare: solo ora la futura mamma deve allertare il compagno e farsi trasportare alla maternità. All’accettazione si presentano i documenti, che vanno preparati in anticipo insieme alla valigia: la carta d’identità, il codice fiscale, la tessera sanitaria e quella del gruppo sanguigno, una copia delle ecografie più recenti e delle altre analisi effettuate (meglio se in ordine cronologico). Dopo le formalità burocratiche, è il momento della visita del ginecologo o dell’ostetrica, che eseguono un monitoraggio cardiotocografico: un esame che registra il battito del cuore del bimbo e le contrazioni dell’utero, del quale occorre anche valutare la dilatazione. A volte può capitare che una donna sperimenti quello che viene definito un “falso travaglio”: le contrazioni scompaiono all’improvviso dopo che erano già diventate regolari: può tornare a casa in attesa del vero travaglio. In caso di contrazioni regolari, invece, verrà ricoverata. Occorreranno dalle 6 alle 12 ore perché la dilatazione sia completa e la testolina del bambino ben posizionata.

    Ad assisterla c’è l’ostetrica, che le spiegherà l’andamento del travaglio e, di tanto in tanto, effettuerà il monitoraggio cardiotocografico. Inoltre, continuerà a rilevare il battito del bambino. Tutte le informazioni raccolte saranno riportate con cura sul partogramma (una scheda simile a un grafico).
    Se la mamma ha sofferto di stitichezza nelle 24 ore precedenti, si esegue un piccolo clistere.
    Le contrazioni si fanno più regolari e intense: all’inizio si verificano a distanza di 20 minuti, poi di un quarto d’ora, di 10 e, infine, di 5 minuti. I dolori sono sempre più forti e ravvicinati, fino a presentarsi ogni 1-2 minuti, con una durata di 40-60 secondi.
    Poco prima dell’inizio della fase espulsiva, la futura mamma viene portata in sala parto. Se non ci sono complicazioni, rimarrà qui per un quarto d’ora circa, il tempo necessario per dare alla luce il bebè.
    Se la futura mamma è al suo primo parto, può succedere che confonda le contrazioni preparatorie con quelle del travaglio vero e proprio. Ecco le caratteristiche principali che contraddistinguono le due fasi:
    Pre-travaglio
    - Frequenza: irregolare e che non aumenta col passare del tempo
    - Lunghezza: irregolare
    - Intensità: simile a dolori mestruali
    - Localizzazione: basso addome

    Travaglio
    - Frequenza: regolare e che aumenta
    - Lunghezza: da 40 a 60 secondi
    - Intensità: con dolore sempre più intenso: la contrazione comincia debolmente, raggiunge la massima intensità, poi decresce fino a sparire
    - Localizzazione: dalla zona superiore dell’addome o dalle lombari, il dolore si espande al basso ventre.

     
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    I dieci consigli del post-cesareo

    MTN068

    1. Potrai sentirti un po’ stanca e frastornata, ma... niente paura!
    Dopo l’intervento la flebo non viene tolta subito: si tratta di una procedura del tutto normale. Dovrai, infatti, essere nutrita e idratata per via endovenosa in attesa del tuo primo vero pasto.

    Inoltre, avrai un catetere che ti permetterà di svuotare regolarmente la vescica, fino a quando la pipì sarà sufficientemente abbondante e di colore usuale. In alcuni punti nascita, l’anestesista lascia ancora in sede il catetere dell’epidurale, allo scopo di modulare, se necessario, la somministrazione di analgesico anche in questa fase. Lo stesso accade quando il cesareo è stato difficile e c’è la possibilità che il chirurgo debba eseguire un intervento supplementare. Infine, in alcuni casi, può essere applicato un drenaggio sulla ferita per far fluire eventuali perdite di sangue.

    2. Stop immediato a dolore e disagi
    Oggi, in un numero crescente di punti nascita, si viene sottoposte a un trattamento antalgico già dal momento del rientro in camera e quindi prima ancora che si possa avvertire un sia pur minimo segnale di disagio. E, di solito, la somministrazione prosegue a intervalli regolari nei primi quattro giorni dopo il parto.
    3. Allattare si può e si deve
    Nulla impedisce di attaccare il bimbo al seno, già dopo la nascita.
    Ciò che più conta è che entrambi, mamma e bebè, siano sistemati in modo confortevole. Durante la poppata è del tutto normale avvertire qualche contrazione: sono i cosiddetti “morsi” che, via via, riportano l’utero alle sue dimensioni iniziali.
    4. Prevenire il rischio di una flebite
    In alcuni punti nascita, alle neomamme che hanno dato alla luce il loro bebè con il cesareo viene prescritto un trattamento anticoagulante per la prevenzione del rischio di flebiti. La somministrazione avviene tramite iniezione e si protrae per qualche giorno. In altre realtà, questo trattamento è effettuato solo alle mamme che presentano fattori di rischio o precedenti per questa patologia.
    5. Ridare il via a una importante funzione che può subire una temporanea battuta d’arresto
    Nei giorni successivi al cesareo, è normale che si verifichi un rallentamento delle funzioni intestinali. Per favorirne il ripristino, occorre che già dal primo giorno la neomamma abbia l’opportunità di assumere una bevanda e di mangiare un paio di biscotti. Se questa misura non dovesse essere sufficiente, si può provare a massaggiare il ventre in senso orario, inspirando a lungo e spingendo per espellere i gas dall’addome. E niente paura che, così facendo, la ferita possa riaprirsi. Un altro efficace stratagemma consiste nel muovere qualche passo: l’esercizio fisico stimola la muscolatura intestinale e favorisce il transito. Nel giro di qualche giorno, tutto si normalizzerà.

    6. Primi passi con l’ostetrica
    Nelle prime 24 ore, occorre rimanere sdraiate sulla schiena per favorire la circolazione e la cicatrizzazione. Poi, nell’arco di 24-48 ore, sarà possibile cominciare ad alzarsi, ovviamente con il sostegno dell’ostetrica.
    7. In caso di forti perdite...
    Nel post-parto, si riscontrano perdite di sangue rosso vivo con piccoli grumi: è segno che l’utero si libera dei residui di mucosa che erano a contatto con la placenta.Rispetto a chi ha avuto un parto vaginale il sanguinamento è un po’ più intenso dopo l’intervento. Verso il 5º giorno, le perdite diminuiranno e diverranno rosate per protrarsi ancora per qualche settimana (fino a due mesi). Se si intensificassero in colore o quantità, serve un consulto.
    8. Come prendersi cura della cicatrice
    Durante il ricovero, spetterà a un’ostetrica o a un’infermiera medicare ogni giorno la ferita, controllandone la guarigione.
    Dopo 48 ore, è probabile che rimuoverà il bendaggio per permettere un’ideale cicatrizzazione a contatto con l’aria. In caso di infezione toccherà al medico prescrivere una terapia antibiotica, velocemente risolutiva.
    Se l’incisione non è stata suturata con filo riassorbibile, l’infermiera rimuoverà i punti in un lasso di tempo compreso fra 5 e 10 giorni.
    9. Al rientro a casa, ci vuole prudenza
    La durata del ricovero può variare: in ogni caso, di norma, la dimissione avviene verso il quinto giorno. Di solito, in questa fase, le neomamme possono non avvertire alcuna sensibilità nella zona in cui sono state operate. Questo disagio è temporaneo, ma può anche protrarsi per cinque o sei mesi.
    Tuttavia, la cicatrice può dare la sensazione di prurito: la sola cura raccomandata è l’applicazione regolare di una crema. Comunque, in questo periodo occorre prudenza: al minimo segno insolito (vomito, febbre, dolore ai polpacci, sanguinamento importante), è d’obbligo contattare subito il proprio medico ed evitare qualunque tipo di sforzo.
    10. Darsi tempo per ritrovare il pieno benessere
    Con l’intervento, fasce muscolari e legamenti dell’area interessata sono stati messi a dura prova. E ci vorranno quattro o cinque mesi perché ritrovino il loro tono. Per questo, può rivelarsi utile esercitarli in modo molto dolce e delicato.
    Spesso, il cesareo è programmato per motivi medici con grande anticipo e la futura mamma ha tempo e modo per elaborare questa prospettiva nella massima serenità. A volte, invece, viene deciso d’urgenza e la neomamma può avere qualche difficoltà, dopo il parto, a fare i conti con il rimpianto per non aver vissuto l’esperienza della nascita come l’aveva sognata. In questi casi, mai sottovalutare i propri sentimenti e parlarne, se necessario, con uno psicologo.

     
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