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Parafrasi completa
Patroclò attaccò [i troiani] per tre volte, simile al violento Ares, urlando per terrorizzare i nemici, e ogni volta
uccise nove guerrieri. Ma quando attaccò per la quarta volta, simile a un dio, allora, o Patroclo, apparve la
tua morte.
In mezzo alla violenta battaglia gli si avvicinò Apollo, terrificante, e Patroclo nella confusione [del
combattimento] non lo vide venire; [Apollo] si avvicinò a Patroclo nascosto da una fitta nebbia, e
rimanendogli dietro gli colpì la schiena e le spalle con il palmo della mano, e Patroclo si sentì venir meno.
Il dio Apollo gli fece cadere l’elmo dalla testa, e l’elmo rotolò a terra facendo un grande rumore sotto gli
zoccoli dei cavalli, mentre i pennacchi [che lo ornavano] si sporcarono di sangue e polvere. Prima non
sarebbe stato possibile che si sporcasse di polvere quell’elmo dai crini di cavallo, poiché proteggeva la testa e
la fronte del divino [e invincibile] Achille, ma quel giorno Zeus lo diede da portare a Ettore, la cui morte era
ormai vicina.
A Patroclo si spezzò tra le mani la lancia – lunghissima, grande, pesante, dalla punta di bronzo – e lo scudo,
che era fissato alla schiena da una cinghia di cuoio, cadde a terra; il figlio di Zeus, Apollo, gli slegò la corazza
[lasciandolo disarmato].
Patroclo non riusciva a comprendere ciò che stava accadendo, e le forze lo abbandonavano. Si fermò,
sorpreso, e un troiano lo colpì alle spalle con la lancia appuntita: [era] Euforbo, figlio di Pantoo, il migliore
tra i ragazzi della sua età nell’uso della lancia, nell’andare a cavallo e nella velocità; era la prima volta che
combatteva, ma aveva già ucciso venti uomini.
Euforbo fu il primo a ferirti con un’arma, o Patroclo, ma non ti uccise; scappò e si mescolò agli altri guerrieri,
[perché] dopo aver estratto la lancia di frassino, fu preso dal panico vedendo di aver attaccato Patroclo,
anche se questi era disarmato.
Patroclo, colpito dalla mano del dio [Apollo] e dalla lancia [di Euforbo], cercò riparo tra i suoi compagni, per
sfuggire alla morte. Allora Ettore, quando vide il grande Patroclo ritirarsi, ferito dalle armi nemic. -
KiKi <3.
User deleted
graziieee la mia salvezza di vita *___________________* . -
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Fatta da te o copiata / incollata? . -
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ahaha.non sono molto brava..le cerco nel web-....(sono onesta). -
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User deleted
scusa,vorrei copiare la parafrasi della morte di patroclo,ma dov'è la continua? come faccio ad andare avanti? e' urgente rispondi presto . -
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parafrasi la morte di Patraclo seconda parte
TESTO ORIGINALE PARAFRASI
[Dopo aver colpito Patroclo], Ettore figlio di
Priamo, / vantandosi gli si rivolse con queste
parole:
[Dopo aver colpito Patroclo], Ettore figlio di
Priamo, vantandosi, gli disse queste parole:
«Patroclo, tu pensavi di distruggere la mia città,
/ di togliere la libertà alle donne troiane / di
portarle sulle navi alla tua patria.
«Patroclo, tu pensavi di distruggere la mia città,
di rendere schiave le donne troiane e portarle
alla tua terra con le navi.
Sciocco! / In loro difesa i veloci cavalli di Ettore
/ si slanciano al combattimento, ed io mi
distinguo / con la lancia tra i bellicosi Troiani, e
così li proteggo / dal giorno fatale – tu, sarai
cibo per gli avvoltoi.
Sciocco! I veloci cavalli di Ettore si lanciano
nella battaglia per difendere le donne troiane, e
io – che sono il più forte con la lancia tra i
Troiani, grandi guerrieri – combattendo li
difendo dalla morte. Tu, invece, sarai cibo per
gli avvoltoi.
Sciagurato, non ti è servito Achille, per valoroso
che sia, / che certo, restando e mandandoti, ti
disse molte parole:
Sventurato, non ti ha aiutato Achille, lui che è
così coraggioso, lui che – restando
all’accampamento e inviando te a combattere –
di certo ti disse tante parole:
“Non mi tornare, Patroclo, abile nel guidare i
cavalli, / alle navi, prima d’avere lacerato sul
petto / la veste sanguinante di Ettore,
sterminatore”.
“Patroclo, abile con i cavalli, non tornare qui da
me alle navi prima d’avere stracciato la veste
sporca di sangue sul petto di Ettore, lo
sterminatore”.
Così certo ti disse, e, sciocco che sei, persuase il
tuo cuore».
Certamente ti disse questo e tu, che sei uno
sciocco, ti lasciasti convincere».
E tu, senza più forze, gli rispondesti, Patroclo
cavaliere:
E tu, Patroclo, ormai privo di forze, gli
rispondesti:
«Ora puoi vantarti, Ettore, perché ti ha dato
vittoria / Zeus, figlio di Crono, ed Apollo, che
mi hanno vinto / facilmente: loro mi hanno tolto
dalle spalle le armi.
«Adesso ti puoi vantare, Ettore, ma solo perché
ti hanno dato la vittoria Zeus, figlio di Crono, e
Apollo: sono loro che mi hanno sconfitto con
tanta facilità, loro che mi hanno tolto le armi
dalle spalle.
Se venti uomini come te mi fossero venuti a
fronte, / tutti sarebbero qui periti, vinti dalla
mia lancia;
Se mi avessero affrontato venti uomini come te,
sarebbero morti tutti, uccisi dalla mia lancia;
ma il destino funesto e il figlio di Leto mi hanno
ucciso, / e tra gli uomini Euforbo; tu arrivi,
terzo, a spogliarmi.
ma mi hanno ucciso il destino di morte e
Apollo, figlio di Leto, e tra gli uomini [mi ha
ucciso] Euforbo; tu arrivi per terzo, e
E mettiti bene in testa quello che dico: E ricorda quanto sto per dirti:
neanche tu vivrai molto, perché già incombe /
su te vicina la morte ed il feroce destino / per
mano del grandissimo Achille, discendente di
Eaco».
neanche tu vivrai molto, perché ti sono già
vicini la morte e il destino feroce [di essere
ucciso] dal fortissimo Achille, discendente di
Eaco».
Mentre così diceva, la morte lo avvolse, /
l’anima lasciò le membra e volò nell’Ade, /
piangendo il suo destino, lasciando la forza e la
giovinezza.
Mentre diceva queste parole morì, l’anima
lasciò il corpo e volò nell’aldilà, rimpiangendo
il suo destino sfortunato: morire nel pieno della
forza e della giovinezza.
E a lui già morto disse lo splendido Ettore:
E a Patroclo, che era già morto, disse lo
splendido Ettore:
«Patroclo, perché mi profetizzi 1’abisso di
morte? / Chissà se Achille, il figlio di Teti dai
bei capelli / colpito dalla mia lancia non mi
preceda a morire?»
«Patroclo, perché prevedi per me la morte?
Chissà se invece non sarà Achille, il figlio di
Teti dai bei capelli, a morire per primo, ucciso
dalla mia lancia?»
Così dicendo, strappò via dalla ferita la lancia
di bronzo, / premendo col piede, e staccò dalla
lancia il corpo supino.
Mentre diceva queste parole, estrasse dalla
ferita la lancia di bronzo, premendo col piede
per staccarla dal corpo disteso [di Patroclo].
Parafrasi completa
[Dopo aver colpito Patroclo], Ettore figlio di Priamo, vantandosi, gli disse queste parole: «Patroclo,
tu pensavi di distruggere la mia città, di rendere schiave le donne troiane e portarle alla tua terra
con le navi. Sciocco! I veloci cavalli di Ettore si lanciano nella battaglia per difendere le donne
troiane, e io – che sono il più forte con la lancia tra i Troiani, grandi guerrieri – combattendo li
difendo dalla morte. Tu, invece, sarai cibo per gli avvoltoi. Sventurato, non ti ha aiutato Achille, lui
che è così coraggioso, lui che – restando all’accampamento e inviando te a combattere – di certo ti
disse tante parole: “Patroclo, abile con i cavalli, non tornare qui da me alle navi prima d’avere
stracciato la veste sporca di sangue sul petto di Ettore, lo sterminatore”. Certamente ti disse questo
e tu, che sei uno sciocco, ti lasciasti convincere».
E tu, Patroclo, ormai privo di forze, gli rispondesti: «Adesso ti puoi vantare, Ettore, ma solo perché
ti hanno dato la vittoria Zeus, figlio di Crono, e Apollo: sono loro che mi hanno sconfitto con tanta
facilità, loro che mi hanno tolto le armi dalle spalle. Se mi avessero affrontato venti uomini come
te, sarebbero morti tutti, uccisi dalla mia lancia; ma mi hanno ucciso il destino di morte e Apollo,
figlio di Leto, e tra gli uomini [mi ha ucciso] Euforbo; tu arrivi per terzo, e vieni soltanto a
prenderti le mie armi. E ricorda quanto sto per dirti: neanche tu vivrai molto, perché ti sono già
vicini la morte e il destino feroce [di essere ucciso] dal fortissimo Achille, discendente di Eaco».
Mentre diceva queste parole morì, l’anima lasciò il corpo e volò nell’aldilà, rimpiangendo il suo
destino sfortunato: morire nel pieno della forza e della giovinezza.
E a Patroclo, che era già morto, disse lo splendido Ettore: «Patroclo, perché prevedi per me la
morte? Chissà se invece non sarà Achille, il figlio di Teti dai bei capelli, a morire per primo, ucciso
dalla mia lancia?»
Mentre diceva queste parole, estrasse dalla ferita la lancia di bronzo, premendo col piede per
staccarla dal corpo disteso [di Patroclo].
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La morte di Patroclo (prima parte) - Parafrasi
(Iliade, libro XVI, vv. 784-821)
TESTO ORIGINALE PARAFRASI
Tre volte Patroclo si scagliò, simile ad Ares
violento, / gridando terribilmente, e per tre
volte / uccise nove uomini.
Patroclò attaccò [i troiani] per tre volte, simile al
violento Ares, urlando per terrorizzare i nemici,
e ogni volta uccise nove guerrieri.
Ma quando la quarta volta si slanciò simile / a
un dio, allora, Patroclo, apparve la fine della
tua vita.
Ma quando attaccò per la quarta volta, simile a
un dio, allora, o Patroclo, apparve la tua morte.
Gli venne incontro Febo, in mezzo alla violenta
battaglia / terribile, e lui, nel tumulto, non lo
vide venire;
In mezzo alla violenta battaglia gli si avvicinò
Apollo, terrificante, e Patroclo nella confusione
[del combattimento] non lo vide venire;
gli si fece incontro avvolto da una gran nebbia,
/ e stando di dietro gli colpì la schiena e le
spalle / con il palmo della mano, e gli si
stravolsero gli occhi.
[Apollo] si avvicinò a Patroclo nascosto da una
fitta nebbia, e rimanendogli dietro gli colpì la
schiena e le spalle con il palmo della mano, e
Patroclo si sentì venir meno.
Gli gettò l’elmo giù dalla testa il dio Febo
Apollo, / e 1’elmo rotolò rimbombando sotto gli
zoccoli / dei cavalli, e i pennacchi si sporcarono
di sangue e polvere.
Il dio Apollo gli fece cadere l’elmo dalla testa, e
l’elmo rotolò a terra facendo un grande rumore
sotto gli zoccoli dei cavalli, mentre i pennacchi
[che lo ornavano] si sporcarono di sangue e
polvere.
Prima, non sarebbe mai stato possibile che si
sporcasse / di polvere l’elmo coi crini di cavallo,
giacché proteggeva / la testa e la nobile fronte
di un uomo divino, / Achille, ma allora Zeus lo
diede ad Ettore / che lo portasse in testa,
quando la morte gli era vicina.
Prima non sarebbe stato possibile che si
sporcasse di polvere quell’elmo dai crini di
cavallo, poiché proteggeva la testa e la fronte
del divino [e invincibile] Achille, ma quel
giorno Zeus lo diede da portare a Ettore, la cui
morte era ormai vicina.
Gli si ruppe in mano la lunghissima lancia /
grande, pesante, con la punta di bronzo, e dalle
spalle / cadde a terra lo scudo con la cinghia di
cuoio; / gli sciolse la corazza il figlio di Zeus,
Febo Apollo.
A Patroclo si spezzò tra le mani la lancia –
lunghissima, grande, pesante, dalla punta di
bronzo – e lo scudo, che era fissato alla schiena
da una cinghia di cuoio, cadde a terra; il figlio
di Zeus, Apollo, gli slegò la corazza
[lasciandolo disarmato].
L’accecamento gli prese il cuore, e si sciolsero le
belle membra.
Patroclo non riusciva a comprendere ciò che
stava accadendo, e le forze lo abbandonavano.
Si fermò stupito, e da dietro gli colpì la schiena
con la lancia acuta / in mezzo alle spalle da
vicino un Troiano, / Euforbo, figlio di Pantoo,
Si fermò, sorpreso, e un troiano lo colpì alle
spalle con la lancia appuntita: [era] Euforbo,
figlio di Pantoo,
che brillava tra i suoi coetanei / per l’abilità
nella lancia e nel guidare i cavalli, / e per la
corsa veloce;
il migliore tra i ragazzi della sua età nell’uso
della lancia, nell’andare a cavallo e nella
velocità;
già venti uomini aveva gettato dal carro / la
prima volta che venne ad apprendere il
combattimento.
era la prima volta che combatteva, ma aveva
già ucciso venti uomini.
Questi fu il primo che scagliò l’arma su di te,
Patroclo, / e non t’uccise; corse via e si mescolò
nella calca: / dopo avere strappato dal corpo
l’asta di frassino, / non resse alla vista di
Patroclo, anche senz’armi, nella battaglia.
Euforbo fu il primo a ferirti con un’arma, o
Patroclo, ma non ti uccise; scappò e si mescolò
agli altri guerrieri, [perché] dopo aver estratto
la lancia di frassino, fu preso dal panico
vedendo di aver attaccato Patroclo, anche se
questi era disarmato.
Patroclo, colpito dalla mano del dio e dalla
lancia, / riparò tra i suoi compagni, sfuggendo
al destino di morte.
Patroclo, colpito dalla mano del dio [Apollo] e
dalla lancia [di Euforbo], cercò riparo tra i suoi
compagni, per sfuggire alla morte.
Allora Ettore, quando vide il magnanimo
Patroclo / ripiegare ferito dal ferro acuto, gli
venne vicino / attraverso le file, e lo ferì con la
lancia /al basso ventre, e lo trapassò con il ferro.
Allora Ettore, quando vide il grande Patroclo
ritirarsi, ferito dalle armi nemiche, gli si
avvicinò tra le schiere dei soldati e lo ferì alla
pancia con la lancia, passandolo da parte a
parte.
Parafrasi completa
Patroclò attaccò [i troiani] per tre volte, simile al violento Ares, urlando per terrorizzare i nemici, e ogni volta
uccise nove guerrieri. Ma quando attaccò per la quarta volta, simile a un dio, allora, o Patroclo, apparve la
tua morte.
In mezzo alla violenta battaglia gli si avvicinò Apollo, terrificante, e Patroclo nella confusione [del
combattimento] non lo vide venire; [Apollo] si avvicinò a Patroclo nascosto da una fitta nebbia, e
rimanendogli dietro gli colpì la schiena e le spalle con il palmo della mano, e Patroclo si sentì venir meno.
Il dio Apollo gli fece cadere l’elmo dalla testa, e l’elmo rotolò a terra facendo un grande rumore sotto gli
zoccoli dei cavalli, mentre i pennacchi [che lo ornavano] si sporcarono di sangue e polvere. Prima non
sarebbe stato possibile che si sporcasse di polvere quell’elmo dai crini di cavallo, poiché proteggeva la testa e
la fronte del divino [e invincibile] Achille, ma quel giorno Zeus lo diede da portare a Ettore, la cui morte era
ormai vicina.
A Patroclo si spezzò tra le mani la lancia – lunghissima, grande, pesante, dalla punta di bronzo – e lo scudo,
che era fissato alla schiena da una cinghia di cuoio, cadde a terra; il figlio di Zeus, Apollo, gli slegò la corazza
[lasciandolo disarmato].
Patroclo non riusciva a comprendere ciò che stava accadendo, e le forze lo abbandonavano. Si fermò,
sorpreso, e un troiano lo colpì alle spalle con la lancia appuntita: [era] Euforbo, figlio di Pantoo, il migliore
tra i ragazzi della sua età nell’uso della lancia, nell’andare a cavallo e nella velocità; era la prima volta che
combatteva, ma aveva già ucciso venti uomini.
Euforbo fu il primo a ferirti con un’arma, o Patroclo, ma non ti uccise; scappò e si mescolò agli altri guerrieri,
[perché] dopo aver estratto la lancia di frassino, fu preso dal panico vedendo di aver attaccato Patroclo,
anche se questi era disarmato.
Patroclo, colpito dalla mano del dio [Apollo] e dalla lancia [di Euforbo], cercò riparo tra i suoi compagni, per
sfuggire alla morte. Allora Ettore, quando vide il grande Patroclo ritirarsi, ferito dalle armi nemiche, gli si
avvicinò tra le schiere dei soldati e lo ferì alla pancia con la lancia, passandolo da parte a parte.
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martina.
User deleted
io grazie a te sono salvaaaa!!! . -
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OK Martina.che ne dici di votare il forum?.. besta un clik.sopra la tag.c'e scritto...vota qui claudio x il mese di febbraio!!!.