Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

parafrasi-Omero La morte di Patroclo

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    Parafrasi completa

    Patroclò attaccò [i troiani] per tre volte, simile al violento Ares, urlando per terrorizzare i nemici, e ogni volta
    uccise nove guerrieri. Ma quando attaccò per la quarta volta, simile a un dio, allora, o Patroclo, apparve la
    tua morte.
    In mezzo alla violenta battaglia gli si avvicinò Apollo, terrificante, e Patroclo nella confusione [del
    combattimento] non lo vide venire; [Apollo] si avvicinò a Patroclo nascosto da una fitta nebbia, e
    rimanendogli dietro gli colpì la schiena e le spalle con il palmo della mano, e Patroclo si sentì venir meno.
    Il dio Apollo gli fece cadere l’elmo dalla testa, e l’elmo rotolò a terra facendo un grande rumore sotto gli
    zoccoli dei cavalli, mentre i pennacchi [che lo ornavano] si sporcarono di sangue e polvere. Prima non
    sarebbe stato possibile che si sporcasse di polvere quell’elmo dai crini di cavallo, poiché proteggeva la testa e
    la fronte del divino [e invincibile] Achille, ma quel giorno Zeus lo diede da portare a Ettore, la cui morte era
    ormai vicina.
    A Patroclo si spezzò tra le mani la lancia – lunghissima, grande, pesante, dalla punta di bronzo – e lo scudo,
    che era fissato alla schiena da una cinghia di cuoio, cadde a terra; il figlio di Zeus, Apollo, gli slegò la corazza
    [lasciandolo disarmato].
    Patroclo non riusciva a comprendere ciò che stava accadendo, e le forze lo abbandonavano. Si fermò,
    sorpreso, e un troiano lo colpì alle spalle con la lancia appuntita: [era] Euforbo, figlio di Pantoo, il migliore
    tra i ragazzi della sua età nell’uso della lancia, nell’andare a cavallo e nella velocità; era la prima volta che
    combatteva, ma aveva già ucciso venti uomini.
    Euforbo fu il primo a ferirti con un’arma, o Patroclo, ma non ti uccise; scappò e si mescolò agli altri guerrieri,
    [perché] dopo aver estratto la lancia di frassino, fu preso dal panico vedendo di aver attaccato Patroclo,
    anche se questi era disarmato.
    Patroclo, colpito dalla mano del dio [Apollo] e dalla lancia [di Euforbo], cercò riparo tra i suoi compagni, per
    sfuggire alla morte. Allora Ettore, quando vide il grande Patroclo ritirarsi, ferito dalle armi nemic
     
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    graziieee la mia salvezza di vita *___________________*
     
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    11/05/2011

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    Fatta da te o copiata / incollata?
     
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    CITAZIONE (~Manteric @ 29/4/2011, 18:28) 
    Fatta da te o copiata / incollata?

    ahaha.non sono molto brava..le cerco nel web-....(sono onesta) :B):
     
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    scusa,vorrei copiare la parafrasi della morte di patroclo,ma dov'è la continua? come faccio ad andare avanti? e' urgente rispondi presto
     
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    parafrasi la morte di Patraclo seconda parte

    TESTO ORIGINALE PARAFRASI
    [Dopo aver colpito Patroclo], Ettore figlio di
    Priamo, / vantandosi gli si rivolse con queste
    parole:
    [Dopo aver colpito Patroclo], Ettore figlio di
    Priamo, vantandosi, gli disse queste parole:
    «Patroclo, tu pensavi di distruggere la mia città,
    / di togliere la libertà alle donne troiane / di
    portarle sulle navi alla tua patria.
    «Patroclo, tu pensavi di distruggere la mia città,
    di rendere schiave le donne troiane e portarle
    alla tua terra con le navi.
    Sciocco! / In loro difesa i veloci cavalli di Ettore
    / si slanciano al combattimento, ed io mi
    distinguo / con la lancia tra i bellicosi Troiani, e
    così li proteggo / dal giorno fatale – tu, sarai
    cibo per gli avvoltoi.
    Sciocco! I veloci cavalli di Ettore si lanciano
    nella battaglia per difendere le donne troiane, e
    io – che sono il più forte con la lancia tra i
    Troiani, grandi guerrieri – combattendo li
    difendo dalla morte. Tu, invece, sarai cibo per
    gli avvoltoi.
    Sciagurato, non ti è servito Achille, per valoroso
    che sia, / che certo, restando e mandandoti, ti
    disse molte parole:
    Sventurato, non ti ha aiutato Achille, lui che è
    così coraggioso, lui che – restando
    all’accampamento e inviando te a combattere –
    di certo ti disse tante parole:
    “Non mi tornare, Patroclo, abile nel guidare i
    cavalli, / alle navi, prima d’avere lacerato sul
    petto / la veste sanguinante di Ettore,
    sterminatore”.
    “Patroclo, abile con i cavalli, non tornare qui da
    me alle navi prima d’avere stracciato la veste
    sporca di sangue sul petto di Ettore, lo
    sterminatore”.
    Così certo ti disse, e, sciocco che sei, persuase il
    tuo cuore».
    Certamente ti disse questo e tu, che sei uno
    sciocco, ti lasciasti convincere».
    E tu, senza più forze, gli rispondesti, Patroclo
    cavaliere:
    E tu, Patroclo, ormai privo di forze, gli
    rispondesti:
    «Ora puoi vantarti, Ettore, perché ti ha dato
    vittoria / Zeus, figlio di Crono, ed Apollo, che
    mi hanno vinto / facilmente: loro mi hanno tolto
    dalle spalle le armi.
    «Adesso ti puoi vantare, Ettore, ma solo perché
    ti hanno dato la vittoria Zeus, figlio di Crono, e
    Apollo: sono loro che mi hanno sconfitto con
    tanta facilità, loro che mi hanno tolto le armi
    dalle spalle.
    Se venti uomini come te mi fossero venuti a
    fronte, / tutti sarebbero qui periti, vinti dalla
    mia lancia;
    Se mi avessero affrontato venti uomini come te,
    sarebbero morti tutti, uccisi dalla mia lancia;
    ma il destino funesto e il figlio di Leto mi hanno
    ucciso, / e tra gli uomini Euforbo; tu arrivi,
    terzo, a spogliarmi.
    ma mi hanno ucciso il destino di morte e
    Apollo, figlio di Leto, e tra gli uomini [mi ha
    ucciso] Euforbo; tu arrivi per terzo, e

    E mettiti bene in testa quello che dico: E ricorda quanto sto per dirti:
    neanche tu vivrai molto, perché già incombe /
    su te vicina la morte ed il feroce destino / per
    mano del grandissimo Achille, discendente di
    Eaco».
    neanche tu vivrai molto, perché ti sono già
    vicini la morte e il destino feroce [di essere
    ucciso] dal fortissimo Achille, discendente di
    Eaco».
    Mentre così diceva, la morte lo avvolse, /
    l’anima lasciò le membra e volò nell’Ade, /
    piangendo il suo destino, lasciando la forza e la
    giovinezza.
    Mentre diceva queste parole morì, l’anima
    lasciò il corpo e volò nell’aldilà, rimpiangendo
    il suo destino sfortunato: morire nel pieno della
    forza e della giovinezza.
    E a lui già morto disse lo splendido Ettore:
    E a Patroclo, che era già morto, disse lo
    splendido Ettore:
    «Patroclo, perché mi profetizzi 1’abisso di
    morte? / Chissà se Achille, il figlio di Teti dai
    bei capelli / colpito dalla mia lancia non mi
    preceda a morire?»
    «Patroclo, perché prevedi per me la morte?
    Chissà se invece non sarà Achille, il figlio di
    Teti dai bei capelli, a morire per primo, ucciso
    dalla mia lancia?»
    Così dicendo, strappò via dalla ferita la lancia
    di bronzo, / premendo col piede, e staccò dalla
    lancia il corpo supino.
    Mentre diceva queste parole, estrasse dalla
    ferita la lancia di bronzo, premendo col piede
    per staccarla dal corpo disteso [di Patroclo].

    Parafrasi completa
    [Dopo aver colpito Patroclo], Ettore figlio di Priamo, vantandosi, gli disse queste parole: «Patroclo,
    tu pensavi di distruggere la mia città, di rendere schiave le donne troiane e portarle alla tua terra
    con le navi. Sciocco! I veloci cavalli di Ettore si lanciano nella battaglia per difendere le donne
    troiane, e io – che sono il più forte con la lancia tra i Troiani, grandi guerrieri – combattendo li
    difendo dalla morte. Tu, invece, sarai cibo per gli avvoltoi. Sventurato, non ti ha aiutato Achille, lui
    che è così coraggioso, lui che – restando all’accampamento e inviando te a combattere – di certo ti
    disse tante parole: “Patroclo, abile con i cavalli, non tornare qui da me alle navi prima d’avere
    stracciato la veste sporca di sangue sul petto di Ettore, lo sterminatore”. Certamente ti disse questo
    e tu, che sei uno sciocco, ti lasciasti convincere».
    E tu, Patroclo, ormai privo di forze, gli rispondesti: «Adesso ti puoi vantare, Ettore, ma solo perché
    ti hanno dato la vittoria Zeus, figlio di Crono, e Apollo: sono loro che mi hanno sconfitto con tanta
    facilità, loro che mi hanno tolto le armi dalle spalle. Se mi avessero affrontato venti uomini come
    te, sarebbero morti tutti, uccisi dalla mia lancia; ma mi hanno ucciso il destino di morte e Apollo,
    figlio di Leto, e tra gli uomini [mi ha ucciso] Euforbo; tu arrivi per terzo, e vieni soltanto a
    prenderti le mie armi. E ricorda quanto sto per dirti: neanche tu vivrai molto, perché ti sono già
    vicini la morte e il destino feroce [di essere ucciso] dal fortissimo Achille, discendente di Eaco».
    Mentre diceva queste parole morì, l’anima lasciò il corpo e volò nell’aldilà, rimpiangendo il suo
    destino sfortunato: morire nel pieno della forza e della giovinezza.
    E a Patroclo, che era già morto, disse lo splendido Ettore: «Patroclo, perché prevedi per me la
    morte? Chissà se invece non sarà Achille, il figlio di Teti dai bei capelli, a morire per primo, ucciso
    dalla mia lancia?»
    Mentre diceva queste parole, estrasse dalla ferita la lancia di bronzo, premendo col piede per
    staccarla dal corpo disteso [di Patroclo].



    http://www.contucompiti.it/wordpress/wp-co...2-parafrasi.pdf

    Omero
    La morte di Patroclo (prima parte) - Parafrasi
    (Iliade, libro XVI, vv. 784-821)
    TESTO ORIGINALE PARAFRASI

    Tre volte Patroclo si scagliò, simile ad Ares
    violento, / gridando terribilmente, e per tre
    volte / uccise nove uomini.
    Patroclò attaccò [i troiani] per tre volte, simile al
    violento Ares, urlando per terrorizzare i nemici,
    e ogni volta uccise nove guerrieri.
    Ma quando la quarta volta si slanciò simile / a
    un dio, allora, Patroclo, apparve la fine della
    tua vita.
    Ma quando attaccò per la quarta volta, simile a
    un dio, allora, o Patroclo, apparve la tua morte.
    Gli venne incontro Febo, in mezzo alla violenta
    battaglia / terribile, e lui, nel tumulto, non lo
    vide venire;
    In mezzo alla violenta battaglia gli si avvicinò
    Apollo, terrificante, e Patroclo nella confusione
    [del combattimento] non lo vide venire;
    gli si fece incontro avvolto da una gran nebbia,
    / e stando di dietro gli colpì la schiena e le
    spalle / con il palmo della mano, e gli si
    stravolsero gli occhi.
    [Apollo] si avvicinò a Patroclo nascosto da una
    fitta nebbia, e rimanendogli dietro gli colpì la
    schiena e le spalle con il palmo della mano, e
    Patroclo si sentì venir meno.
    Gli gettò l’elmo giù dalla testa il dio Febo
    Apollo, / e 1’elmo rotolò rimbombando sotto gli
    zoccoli / dei cavalli, e i pennacchi si sporcarono
    di sangue e polvere.
    Il dio Apollo gli fece cadere l’elmo dalla testa, e
    l’elmo rotolò a terra facendo un grande rumore
    sotto gli zoccoli dei cavalli, mentre i pennacchi
    [che lo ornavano] si sporcarono di sangue e
    polvere.
    Prima, non sarebbe mai stato possibile che si
    sporcasse / di polvere l’elmo coi crini di cavallo,
    giacché proteggeva / la testa e la nobile fronte
    di un uomo divino, / Achille, ma allora Zeus lo
    diede ad Ettore / che lo portasse in testa,
    quando la morte gli era vicina.
    Prima non sarebbe stato possibile che si
    sporcasse di polvere quell’elmo dai crini di
    cavallo, poiché proteggeva la testa e la fronte
    del divino [e invincibile] Achille, ma quel
    giorno Zeus lo diede da portare a Ettore, la cui
    morte era ormai vicina.
    Gli si ruppe in mano la lunghissima lancia /
    grande, pesante, con la punta di bronzo, e dalle
    spalle / cadde a terra lo scudo con la cinghia di
    cuoio; / gli sciolse la corazza il figlio di Zeus,
    Febo Apollo.
    A Patroclo si spezzò tra le mani la lancia –
    lunghissima, grande, pesante, dalla punta di
    bronzo – e lo scudo, che era fissato alla schiena
    da una cinghia di cuoio, cadde a terra; il figlio
    di Zeus, Apollo, gli slegò la corazza
    [lasciandolo disarmato].
    L’accecamento gli prese il cuore, e si sciolsero le
    belle membra.
    Patroclo non riusciva a comprendere ciò che
    stava accadendo, e le forze lo abbandonavano.
    Si fermò stupito, e da dietro gli colpì la schiena
    con la lancia acuta / in mezzo alle spalle da
    vicino un Troiano, / Euforbo, figlio di Pantoo,
    Si fermò, sorpreso, e un troiano lo colpì alle
    spalle con la lancia appuntita: [era] Euforbo,
    figlio di Pantoo,

    che brillava tra i suoi coetanei / per l’abilità
    nella lancia e nel guidare i cavalli, / e per la
    corsa veloce;
    il migliore tra i ragazzi della sua età nell’uso
    della lancia, nell’andare a cavallo e nella
    velocità;
    già venti uomini aveva gettato dal carro / la
    prima volta che venne ad apprendere il
    combattimento.
    era la prima volta che combatteva, ma aveva
    già ucciso venti uomini.
    Questi fu il primo che scagliò l’arma su di te,
    Patroclo, / e non t’uccise; corse via e si mescolò
    nella calca: / dopo avere strappato dal corpo
    l’asta di frassino, / non resse alla vista di
    Patroclo, anche senz’armi, nella battaglia.
    Euforbo fu il primo a ferirti con un’arma, o
    Patroclo, ma non ti uccise; scappò e si mescolò
    agli altri guerrieri, [perché] dopo aver estratto
    la lancia di frassino, fu preso dal panico
    vedendo di aver attaccato Patroclo, anche se
    questi era disarmato.
    Patroclo, colpito dalla mano del dio e dalla
    lancia, / riparò tra i suoi compagni, sfuggendo
    al destino di morte.
    Patroclo, colpito dalla mano del dio [Apollo] e
    dalla lancia [di Euforbo], cercò riparo tra i suoi
    compagni, per sfuggire alla morte.
    Allora Ettore, quando vide il magnanimo
    Patroclo / ripiegare ferito dal ferro acuto, gli
    venne vicino / attraverso le file, e lo ferì con la
    lancia /al basso ventre, e lo trapassò con il ferro.
    Allora Ettore, quando vide il grande Patroclo
    ritirarsi, ferito dalle armi nemiche, gli si
    avvicinò tra le schiere dei soldati e lo ferì alla
    pancia con la lancia, passandolo da parte a
    parte.
    Parafrasi completa
    Patroclò attaccò [i troiani] per tre volte, simile al violento Ares, urlando per terrorizzare i nemici, e ogni volta
    uccise nove guerrieri. Ma quando attaccò per la quarta volta, simile a un dio, allora, o Patroclo, apparve la
    tua morte.
    In mezzo alla violenta battaglia gli si avvicinò Apollo, terrificante, e Patroclo nella confusione [del
    combattimento] non lo vide venire; [Apollo] si avvicinò a Patroclo nascosto da una fitta nebbia, e
    rimanendogli dietro gli colpì la schiena e le spalle con il palmo della mano, e Patroclo si sentì venir meno.
    Il dio Apollo gli fece cadere l’elmo dalla testa, e l’elmo rotolò a terra facendo un grande rumore sotto gli
    zoccoli dei cavalli, mentre i pennacchi [che lo ornavano] si sporcarono di sangue e polvere. Prima non
    sarebbe stato possibile che si sporcasse di polvere quell’elmo dai crini di cavallo, poiché proteggeva la testa e
    la fronte del divino [e invincibile] Achille, ma quel giorno Zeus lo diede da portare a Ettore, la cui morte era
    ormai vicina.
    A Patroclo si spezzò tra le mani la lancia – lunghissima, grande, pesante, dalla punta di bronzo – e lo scudo,
    che era fissato alla schiena da una cinghia di cuoio, cadde a terra; il figlio di Zeus, Apollo, gli slegò la corazza
    [lasciandolo disarmato].
    Patroclo non riusciva a comprendere ciò che stava accadendo, e le forze lo abbandonavano. Si fermò,
    sorpreso, e un troiano lo colpì alle spalle con la lancia appuntita: [era] Euforbo, figlio di Pantoo, il migliore
    tra i ragazzi della sua età nell’uso della lancia, nell’andare a cavallo e nella velocità; era la prima volta che
    combatteva, ma aveva già ucciso venti uomini.
    Euforbo fu il primo a ferirti con un’arma, o Patroclo, ma non ti uccise; scappò e si mescolò agli altri guerrieri,
    [perché] dopo aver estratto la lancia di frassino, fu preso dal panico vedendo di aver attaccato Patroclo,
    anche se questi era disarmato.
    Patroclo, colpito dalla mano del dio [Apollo] e dalla lancia [di Euforbo], cercò riparo tra i suoi compagni, per
    sfuggire alla morte. Allora Ettore, quando vide il grande Patroclo ritirarsi, ferito dalle armi nemiche, gli si
    avvicinò tra le schiere dei soldati e lo ferì alla pancia con la lancia, passandolo da parte a parte.


     
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  7. martina
     
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    io grazie a te sono salvaaaa!!! :lol: :wub: :B): :rolleyes: :P ;) :bored.gif: :bangin.gif:
     
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    CITAZIONE (martina @ 18/2/2013, 11:23) 
    io grazie a te sono salvaaaa!!! :lol: :wub: :B): :rolleyes: :P ;) :bored.gif: :bangin.gif:

    :dunno.gif: OK Martina.che ne dici di votare il forum?.. :bangin.gif: besta un clik.sopra la tag.c'e scritto...vota qui claudio x il mese di febbraio!!! :drive1.gif:
     
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