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The Tree Of Life: la colonna sonora per un film-capolavoro

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    The Tree Of Life: la colonna sonora per un film-capolavoro

    Considerato dalla critica uno dei film più interessanti della storia del cinema, un momento di passaggio e per alcuni un capolavoro alla stregua di 2001: Odissea nello spazio, The Tree of Life di Terry Malick doveva avere una colonna sonora all'altezza. Eccola.
    The Tree Of Life - il film


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    Trama L'Albero della Vita - L \ 'Albero della Vita:
    Il film ambientato NEL di e 1950 e racconta la Storia di Tre fratelli scoprono Che Il Mondo e Perdono la Loro Innocenza un con Contatto la Perdita dolore e col.

    Cast :
    Brad Pitt Il signor O'Brien
    Sean Penn Jack
    Jessica Chastain La signora O'Brien
    Dalip Singh (Non confermato)
    Fiona Shaw Nonna
    Kari Matchett Jack ex
    Joanna Going La moglie di Jack
    Jackson Hurst Uncle Ray
    Brenna Roth Donna
    Jennifer Sipes Sesto Donna
    Crystal Mantecon Elisa
    Zach Irsik Figlio di Jack
    Kimberly Whalen La signora Brown
    Will Wallace Will
    Lisa Marie Newmyer



    L'arte di realizzare un film non è solo visiva ma anche uditiva, con le musiche e il sonoro che erano fondamentali nell'esperienza di THE TREE OF LIFE, tanto quanto il colore, le forme e le atmosfere.

    Le voci off si inseriscono nelle composizioni orchestrali di Alexandre Desplat e viceversa, dando vita a un ambiente sonoro in cui tutti i rumori quotidiani e le grandi melodie della vita hanno lo stesso peso, diventando un'ennesima fonte di meraviglia e di mistero.

    "La pellicola può essere vista come un requiem dedicato a un figlio perduto", sostiene la produttrice Sarah Green. "E la musica riflette questa idea. Molte delle composizioni sono dei requiem, dal Tavernor in apertura, al Preisner [Zbigniew Preisner, uno dei più importanti compositori di colonne sonore viventi] nella sequenza iniziale dell'universo, per arrivare al Berlioz del futuro".

    Ma anche l'assenza di musica ha giocato un ruolo fondamentale per Malick.
    Come sostiene ancora la Gardner:
    "Il silenzio per Terry è potente come la musica. Lui lo utilizza come uno strumento isolato, ma con l'impatto di un'intera orchestra sinfonica".

    A sviluppare questa esperienza c'è il lavoro del compositore francese Alexandre Desplat, noto per le sue musiche sensuali e d'atmosfera in film come Il discorso del re e Il Curioso caso di Benjamin Button, fin dall'inizio attirato dalle tematiche di THE TREE OF LIFE.

    Nelle prime conversazioni avute con il regista, Desplat ha capito che Malick voleva qualcosa di simile "a una trance meditativa" per la colonna sonora, ma che fosse naturale e spontanea come gli alberi, l'erba e le implosioni delle stelle.

    “La cosa principale che Terry mi ha detto, è che le musiche dovevano scorrere come l'acqua nel corso della pellicola. Così, ho cercato di fornire la sensazione di un fiume", sostiene Desplat. Non a caso il trailer ufficiale del film si apre con il fiume che scorre nelle note della Moldava di Smetana.


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    "Le musiche dovevano essere molto naturali e terrestri, quindi abbiamo utilizzato soltanto degli strumenti concreti e nessun elemento elettronico. Si sente spesso il pianoforte, che fornisce un apporto semplice e scarno. E anche se il film è molto spirituale, non volevo che le musiche fossero in stile New Age. Io desideravo una caratteristica senza tempo, qualcosa di scintillante, in cui le vibrazioni emergono dai suoni della natura".

    "Abbiamo collaborato affrontando qualsiasi argomento: filosofia, poesia, percezioni visive e tante altre cose. Abbiamo anche discusso della luce, del silenzio, della natura e dell'innocenza infantile".

    Malick aveva già scelto delle musiche esistenti di diversi compositori, tra cui il romantico francese del diciannovesimo secolo Hector Berlioz, conosciuto per il suo mix di turbamenti emotivi ed elegante classicismo, così come l'ungherese del ventesimo secolo Gyorgy Ligeti, noto soprattutto per le composizioni utilizzate per 2001: Odissea nello spazio di Kubrick.
    Desplat ha sfruttato il loro lavoro come indicazione e ispirazione per questa colonna sonora, e ha poi registrato due ore di musiche con la London Symphony Orchestra, senza preoccuparsi delle immagini.
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    "Terry mi ha mostrato degli spezzoni del film - spiega il compositore - quindi avevo la sensazione del ritmo, della fluidità e della complessità espresse, ma non volevo seguirli letteralmente.
    Quando le musiche sono state registrate, le ho messe nelle mani di Terry, che poteva montarle nel modo che desiderava e giocarci come se fossero uno dei tanti strumenti nella sua cassetta degli attrezzi".

    Come tutte le persone coinvolte in THE TREE OF LIFE, anche Desplat era fiducioso nel fatto che in questo procedimento simile al flusso di un fiume, dei momenti inattesi e irripetibili potessero emergere in superficie.
    Desplat, in sintonia con i colleghi che hanno lavorato al film, conclude dicendo che "avevo fiducia nel fatto che Terry fosse un alchimista, in grado di trovare la formula giusta per trasformare il mercurio in oro ".
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    RACKLIST

    The Tree Of Life

    1. Childhood
    2. Circles
    3. Clouds
    4. River
    5. Awakening
    6. Emergence of Life
    7. Light & Darkness
    8. Good & Evil
    9. Motherhood
    10. City of Glass
    11. Fatherhood
    12. Temptation
    13. Skies

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    Palma d'oro a The tree of life

    Terrence Malick trionfa a 67 anni con il quinto film con Brad Pitt nell'America degli anni '50



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    MILANO - The Tree of Life (L'albero della vita) di Terrence Malick ha vinto la Palma d'oro al 64mo Festival del cinema di Cannes. «The Tree of Life» è il quinto film del regista statunitense, 67 anni, con Brad Pitt nell'America degli anni'50.

    Nessun premio per l'Italia in gara con Habemus Papam di Nanni Moretti e This must be the place di Paolo Sorrentino, nel palmares della 64/ma edizione del festival di Cannes.

    ATTORE E ATTRICE - L'attore francese, Jean Dujardin, ha vinto il premio per la migliore interpretazione maschile . Dujardin, 38 anni, è arrivato sulla Croisette con il film «The Artist», in bianco e nero, del regista Michel Hazanavicius. L'attrice statunitense Kirsten Dunst, 29 anni, protagonista di «Melancholia» di Lars Von Trier, ha vinto il premio per la migliore interpretazione femminile.

    REGISTA - Il premio per il migliore regista è andato a Nicolas Winding Refn per Drive. Mentre
    il Gran Premio della Giuria è andato parimerito a due film: a 'Gamin au velo' dei fratelli Dardenne e al film In Anatolia del turco di Nuri Bilge Ceylan. Il film Polisse della regista-attrice francese Maiwenn Le Besco, ha vinto il premio della Giuria.

    Colonna sonora :

    1 . Infanzia - 3 : 4 1
    2 . Circles 1 1 : 2 3
    3 . Nuvole - 2 : 5 9
    4 . River - 3 : 3 5
    5 . Awakening - 3 : 2 9
    6 . Emergence of Life - 3 : 5 5
    7 . Light & Darkness - 8 : 1 7
    8 . Good & Evil - 3 : 1 5
    9 . Maternità - 2 : 0 4
    1 0 . Città di vetro - 3 : 3 6
    1 1 . Paternità - 2 : 4 9
    1 2 . Temptation - 6 : 4 7
    1 3 . Skies - 5 : 1 8



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    "The Tree of Life" di Terrence Malick: brevi considerazioni preliminari in anticipazione della recensione




    Si è da poco conclusa l'attesissima anteprima stampa romana di The Tree of Life. Prima di proporvi la recensione che mi accingo a scrivere, voglio solo anticiparvi un mio sintetico giudizio, in pochissime righe, sullo straordinario film di Terrence Malick. Per evitare di esserne in qualsiasi modo influenzato, mi informerò sulle reazioni della stampa internazionale a Cannes solo dopo aver concluso e pubblicato la mia recensione. Ad ogni modo, il film di Malick è pura poesia per immagini. Giocando in modo sublime con le possibilità di sprigionare senso date dall'accostamento lirico di immagini lontanissime ma al contempo vicinissime tra loro, il sessantottenne cineasta nordamericano è riuscito nell'impresa di far dialogare il particolare (la semplice storia di una famiglia della provincia americana degli anni cinquanta) con l'universale (la nascita del cosmo e della vita). Per quanto possa essere complicato scrivere di un film così stratificato e complesso a pochi minuti dalla prima visione, una cosa si può dire: Malick ha diretto un film che parla del mistero della vita e del nostro essere nel mondo con la vena del poeta in stato di grazia.


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    "The Tree of Life" di Terrence Malick: la recensione



    Scrivere di un film come The Tree of Life subito dopo la prima visione è una di quelle sfide improbe e impossibili alle quali, a causa delle regole del gioco a cui non è possibile sottrarsi, sono sottoposti i critici cinematografici quando si trovano costretti a giudicare “per direttissima” film tanto complessi, stratificati e poetici. Data la florida ricchezza dell’opera in questione, che si alimenta di un susseguirsi di immagini di una bellezza mozzafiato che per due ore e mezza ininterrottamente sfidano l’occhio a godere del proprio oggetto di visione, l’unica strada percorribile per una prima (e assolutamente parziale) analisi è quella di limitarsi ad indicare una serie di suggestioni che il tanto atteso lavoro di Malick riesce a suscitare in chi guarda.

    Con ogni probabilità il film non verrà compreso da molti e altrettanti ne saranno annoiati. O forse, più semplicemente, sarà visto da pochissimi all’infuori di quegli amanti del cinema che per definizione ammirano Malick da decenni nonostante la sua così esigua produzione (cinque film in trentotto anni, con un sesto in uscita forse l’anno prossimo). È evidentemente un film per pochi, The Tree of Life: per quei pochi che amano andare al cinema per pensare, riflettere su se stessi e sul mondo che li circonda; e per quella forse ancor più stretta cerchia di persone che, al contempo, è disposta a lasciarsi andare con il cuore in mano e la mente aperta a quell’inebriante, poetica, fluente cascata di immagini tipicamente malickiana che sembra essere l’esplicita traduzione iconografica dei suggestivi monologhi interiori di cui i film del regista da sempre si sono nutriti (in particolare da La sottile linea rossa in poi, ma non solo).

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    The Tree of Life è pura poesia per immagini in movimento e Malick, con la vena del poeta in stato di grazia, è riuscito nell’impresa di far dialogare il particolare (le vicende di una famiglia degli anni cinquanta della provincia americana alimentata da rapporti tesi e irrisolti) con l’universale assoluto (la nascita del cosmo e della vita), giocando in modo sublime con le potenzialità liriche insite nel linguaggio cinematografico.
    Partendo da una storia familiare delineata per frammenti, quasi solo abbozzata ma egualmente intensissima, e che ripercorre il processo di formazione di un figlio che vive in modo drammatico gli opposti approcci educativi dei genitori, il grandissimo cineasta statunitense costruisce una spirale di immagini straordinarie che, in un limbo dove convivono, sovrapponendosi e alternandosi magicamente, ricordi, pensieri, immaginazioni e rivelazioni, sfida lo spettatore susseguendosi per associazione di idee.

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    Tale stratagemma narrativo-formale, particolarmente evidente ne La sottile linea rossa (1999) e in The New World (2005), ma presente in misura minore anche ne La rabbia giovane (1973) e I giorni del cielo (1978), viene qui radicalizzato da Malick e trascina lo spettatore all’interno di una esperienza cinematografica unica e di rara intensità estatica, tendente con estrema libertà a varcare ogni dimensione spaziale, temporale e infine materiale, nell’ammaliante ed enigmatico finale. Malick va avanti e indietro nel tempo, intervallando le immagini che raccontano le vicende della famiglia texana, composta da padre (un grande Brad Pitt), madre (la bravissima Jessica Chastain) e tre figli, con immagini che mostrano la nascita dell’universo e della vita sulla Terra, narrandoci sinteticamente anche la vita da adulto del più grande dei tre fratelli (Sean Penn); e in tal modo giunge ad offrire stimolanti e inattesi spunti di riflessione su temi imprescindibili e universali quali la vita, la morte, la fede. Al centro di tutto, una toccante e tutto sommato semplice, ma davvero unica nella storia del cinema per le modalità narrativo-formali impiegate, riflessione sul fondamentale ed inevitabile ruolo delle figure familiari nella formazione di ogni singolo individuo.


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    Se ci chiedessero di sbilanciarci affermeremmo che The Tree of Life è un capolavoro, tanto in considerazione della prepotente forza del linguaggio filmico esibito, quanto della smisurata ambizione dell’impianto narrativo che ne costituisce l'ossatura. Al di là della problematica attribuzione, ancor più dopo una sola visione, di un’etichetta così ingombrante e impegnativa, l’opera è ad ogni modo il miglior film di Malick. E già solo questo, va da sé, significa davvero molto. In uscita il 18 maggio prossimo: assolutamente da non perdere.



    Articolo pubblicato su cinemartmagazine


     
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    Trama: The Tree of Life Streaming


    E’ la storia di una famiglia del Midwest negli anni cinquanta attraverso lo sguardo del figlio maggiore, Jack, nel suo viaggio personale dall’innocenza dell’ infanzia alle disillusioni dell’ età adulta in cui cerca di tirare le somme di un rapporto conflittuale con il padre (Brad Pitt). Jack – che da adulto è interpretato da Sean Penn – si sente come un’anima perduta nel mondo moderno che vaga nel tentativo di trovare delle risposte alle origini e al significato della vita, tanto da mettere in discussione anche la sua fede.
     
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