Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Tamburi & tamburelli

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    Daff

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    Il DAFF è un tamburello a piattini, assai simile al RIQQ, del diametro di una trentina di centimetri. La cornice dello strumento presenta cinque paia di piattini, posti simmetricamente. Il DAFF è uno strumento adibito, fin da tempi antichissimi, alla musica da ballo femminile. Per funzioni d'intrattenimento ed in accompagnamento alla danza, era già conosciuto nell'Egitto dei faraoni. Anche nell'epoca pre-islamica il tamburello a cornice era riservato esclusivamente alle donne. Lo strumento si suona con la mano destra e si regge con la sinistra. I dischi metallici forniscono, agitando il tamburello o percuotendo contro il corpo, una sorta d'effetto di tremolo.



    Darabukka

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    Tamburo a calice originario della Tunisia, conosciuto anche con il nome di DURBAKKE, DARBUKA, DERBUKA o Darbouka, è un tamburo d'argilla, monopelle, a forma di calice. E' suonato tenendolo stretto sotto il braccio, se il musicista è in piedi, o appoggiandolo al femore nella posizione da seduto. Alcune DARABUKKA sono oggi realizzate con la cassa di metallo o d'ottone e con dispositivi a vite per la tensione della pelle; ma la DARABUKKÃ più diffusa è certamente d'argilla. La pelle dovrebbe essere preferibilmente di pesce, ma se ne trovano anche di capra o di pecora. La tensione della pelle, negli strumenti d'argilla, si ottiene riscaldandola sul fuoco o per strofinamento delle mani. La DARABUKKA fa parte sia della tradizione popolare araba sia di quella della musica colta; si tratta quindi di uno strumento di gran diffusione, utilizzato, nelle occasioni di festa, sia dagli uomini sia dalle donne



    Djembe


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    Di tutte le percussioni africane è uno dei tamburi più potenti e sonori. è originario della tribù Malinke, popolo che vive in Guinea e in Mali. La membrana in tensione è costituita di pelle di capra. Ha la cassa a forma di calice legermente aperto verso il suolo, scavato in un unico tronco, da 60 a 80 cm d'altezza. Il suono è prodotto percuotendo la pelle con le dita e con la mano aperta. Il djembè non può essere suonato appoggiato sul suolo. La pelle è tenuta da un cerchione metallico o un filo intrecciato di cuoio e teso con delle corde. Il djembè è recentemente diventato il simbolo musicale d'incontro fra la cultura africana e quell'occidentale.

    Dumbek

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    Chiamato anche "Tubeleki", è un tamburo a calice dell'area mediterranea presente dalla Yugoslavia alla Turchia. E' caratterizzato dal bordo sottile che permette l'uso della tecnica che, per questo, è tipica di questo strumento. Modelli disponibili: in alluminio, in rame, in ottone, tutti in varie misure. Tipi di lavorazioni: serigrafate, battute o lisce.


    Nakaira

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    La Nakaira è lo strumento dal quale il gruppo ha preso il nome. La "naqqara" è uno strumento antichissimo, costituito da una coppia di piccoli tamburi monopelle. Usati nella musica araba, sono realizzati da un corpo concavo a forma di scodella di materiale vario (metallo, legno, terracotta), sul quale è tesa una membrana fissata da tiranti di corda o pelle. Sono suonati per mezzo di mazzuoli e producono due suoni tra loro separati da un intervallo di quarta o di quinta, a volte distinti da una diversità timbrica provocata dalla presenza di un foro all'apice di una delle due scodelle. Attestati fin dalle origini della musica islamica, i naqqara si diffusero in occidente nel medioevo in seguito alla conquista araba della Spagna e alle Crociate, tanto da assumere un nome derivato dall'arabo in varie lingue europee: italiano = naccheroni, francese = nacaires, inglese = nakers, latino = naqaira.


    Riqq


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    Il RIQQ è un tamburello a cornice, con una membrana del diametro di circa una decina di centimetri. La cornice, spesso finemente decorata presenta cinque doppie aperture dette finestre, in cui sono, posti simmetricamente a due per volta, dieci piattini di metallo. Il RIQQ si tiene con la mano sinistra, e si batte, al centro della pelle, con la mano destra. La membrana di un buon RIQQ è di pelle di pesce (in questo caso di cernia). La cornice dello strumento è rivestita di piccole, variopinte, piastre di mosaico che possono essere fatte di madreperla, osso, corno o più spesso di legno colorato. Il suonatore di RIQQ fa parte del complesso tradizionale della musica colta, conosciuto con il nome di TAKTH, e svolge un'importante funzione ritmica d'accompagnamento.

    Rullante

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    Il rullante costituisce spesso la parte centrale di un drum set, e spesso è il primo strumento ad essere imparato dagli studenti di percussioni. La versione da concerto è la discendente di quella da marcia, usato spesso nelle bande. Il corpo dello strumento, sul quale è tesa la pelle sotto la quale vibrano corde di risonanza, può essere fatto da vari materiali, dal legno, al metallo, al bronzo o finanche da plastica. Un sistema di leve permette di bloccare le corde in risonanza, per produrre un suono secco senza vibrazioni delle corde stesse.


    Zarb

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    Secondo diverse etimologie, è detto dzarb / tombak / tmobak / dombak / tabnag / khomak / khomac / tombalak / tombalac / dombak / donbak / dun-balag / zirbaghali. Origine: Persia, già presente nel 3000 a c, secondo le ricerche archeologiche a Khuzestan. Tamburo monopelle a calice di medio diametro, tipico della musica persiana. Mediante una particolare tecnica percussiva, che utilizza sia la mano piena sia le dita, si può ottenere una vasta gamma di suoni, che vanno dal basso profondo ai suoni secchi, ottenuti con la tecnica dello schiocco delle dita sul bordo del tamburo.


     
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    Tamburello basco

    771px-Riqq

    Il tamburello basco, chiamato anche semplicemente tamburello, è uno strumento musicale a percussione a suono indeterminato, appartenente alla categoria dei membranofoni; diffuso in tutto il Mediterraneo meridionale, in Italia si trova specialmente nelle regioni centro-meridionali.
    Lo strumento è costituito da una corona di legno sulla quale è tesa una membrana di pelle. Nel telaio sono presenti delle fessure in cui sono applicati dei cimbalini (sonaglietti), che ad ogni percussione arricchiscono il suono col loro tintinnare. Per questo motivo il tamburello è stato chiamato cembalo da Boccaccio.
    Esiste in diverse varianti, che presentano ciascuna delle sottili differenze:
    Tamburello a mano: è sprovvisto di cimbalini.
    Tamburello con battente: come quello a mano, ma è suonato con una bacchetta apposta, chiamata battente.
    Tammorra: come il tamburello basco (è munito di cimbalini), ma di maggiori dimensioni; è uno strumento della tradizione campana.
    Tamburo del mare: anche questo di origine italiana, è provvisto di due membrane (una di pelle e una di plastica o entrambe di pelle), che isolano lo spazio interno alla corona, in cui sono posti dei pallini di piombo che producono il suono scorrendo sulla membrana.


    Storia

    Tipico della tradizione popolare, il tamburello ha origini antichissime: forse esisteva già nel 366px-GypsyTambourinePostcardsecondo millennio a.C. ed era comune a tutte le civiltà antiche, dagli Ebrei agli Egizi, dai Sumeri agli Ittiti.
    Era uno strumento esclusivamente femminile, come testimoniano i dipinti anche dei grandi pittori medievali come Giotto. Si pensa infatti che la sua forma circolare con i sonagli attorno sia stata scelta per la sua somiglianza col Sole, simbolo di Astarte, dea della fertilità. Per questo i pittori spesso lo rappresentavano con la corona di legno rosso e delle fiamme dipinte sopra.

    Tecnica
    tamburello
    Il tamburello può essere suonato "intuitivamente" semplicemente battendolo con la mano o scuotendolo per muovere i cimbalini, ma nel corso del tempo sono state sviluppate delle tecniche per ovviare a diversi inconvenienti derivati da un uso improprio.
    In primo luogo limitarsi a battere o scuotere lo strumento alla lunga provoca un certo dolore, specialmente durante le feste, che a volte duravano un giorno intero. Per questo si è pensato di:
    Variare le dita che percuotono la membrana di pelle (ad esempio dando un colpo col pollice ed uno con le dita opposte)
    Far suonare i cimbalini frizionando un dito sulla pelle. Questo riesce meglio se prima si rende umido il dito con la saliva. Tracciando un '8' col dito si può così ottenere un suono continuo.
    Per suonare le terzine si lascia invece che sia il tamburo a colpire il dito: il primo battito viene dato col dito medio, il secondo dal tamburello che, ricadendo, colpisce lo stesso dito ed il terzo col pollice. Questa tecnica unita all'allenamento, può raggiungere una notevole velocità.