Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

parafrasi-La Profezia di Creusa

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    La Profezia di Creusa


    parafrasi


    Disse; e già per le mura il fuoco più chiaro
    si ode, e in volute si approssima l'ardore degli incendi.
    Su dunque, diletto padre, salimi sul collo;
    ti sosterrò con le spalle, e il peso non mi sarà grave;
    dovunque cadranno le sorti, uno e comune sarà
    il pericolo, una per ambedue la salvezza. Il piccolo Iulo
    mi accompagni, e la sposa segua discreta i miei passi.
    Voi, o servi, ascoltate quanto vi dico.
    All'uscita della città v'è un colle e un vetusto
    tempio di Cerere abbandonato, e accanto un antico cipresso
    conservato per molti anni dalla devozione dei padri.
    Da diverse direzioni verremo a quest'unico luogo.
    Tu, o padre, prendi i sacri arredi e i patrii
    Penati; io non posso toccarli appena uscito da tale
    lotta e strage, finché non mi mondi a una viva
    sorgente. "
    Detto così, distendo sulle larghe spalle
    e sul collo reclino una coperta, la pelle d'un fulvo leone,
    e mi sottopongo al peso; alla destra mi si stringe il piccolo
    Iulo, e segue il padre con passi ineguali;
    dietro viene la sposa. Muoviamo per oscure contrade;
    e mentre poc'anzi non mi turbavano i dardi scagliati
    né i Greci raccolti in avversa schiera, adesso
    un alito m'atterrisce, un suono mi allarma, inquieto
    e timoroso allo stesso modo per il compagno e per il peso.
    E già mi avvicinavo alle porte, e mi sembrava di essere
    scampato
    a tutto il percorso, quando d'un tratto mi parve
    di udire un appressarsi di passi; il padre, scrutando
    nell'ombra, "Figlio" esclama, "fuggi, o figlio, s'avvicinano.
    Vedo splendenti scudi e bronzi scintillanti".
    Ignoro qual nume nemico mi confuse la mente
    e me la tolse nello sgomento.

     
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    Creusa, moglie Troiana di Enea, è una figura di secondo rilievo ma ricca di significato nell'accettazione del destino assegatole.Vediamo questa figura anche durante l'assedio di Troia anche se la sua funzione principale la svolge durante la fuga.
    Infatti l'ordine con cui l'eroe ricorda me persone della sua famiglia rispecchia quello necessario alla salvezza della stirpe: prima il padre sulle spalle che ha con sé i penati, rappresenta la continuità con le radici del passato, il figlio Ascanio, il futuro e la nuova stirpe e infine Creusa.La sua sorte è voluta dal Fato; nella sua predizione dice a Enea che una donna straniere l'attende nella terra a lui destinata, soffoca dentro di sè il pianto per non far disperare ancora di più il marito, esprime le sue preoccupazioni per il lungo viaggio e le difficoltà che Enea dovrà sopportare e lo esorta a dimenticarlo.La consolazione di Creusa è solo quella di non dover vivere così un destino da schiava, come succede a molte donne Troiane.Creusa è consapevole dei fati e gli accetta, esorta il marito , in nome dell'amore per il figlio a partire e a predirgli il nuovo matrimonio.
    Il suo ricordo tornerà poche volte nel resto del poema: nel 3 libro quando Andromaca chiede a Enea del figlio e nel 10 quando Ascanio giura a Eurialo protezione per la vecchia madre.
    Ricordiamoci che, per quanto marginale sia la sua figura è la prima delle tante moli che è costato fondare la gente di Roma.
    "Tantae molis erat Romanam condere gentem" verso 33 del Proemio e nodo di tutto il poema...

     
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