Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

parafrasi del duello fra paride e menelao

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    parafrasi del duello fra paride e menelao

    Zeus, padre degli dei, fa' che io possa vendicarmi di chi mi ha offeso per primo, di Paride, fa' sì che io possa ucciderlo, perchè tutti gli uomini, anche in futuro, abbiano timore di fare del male a chi li ha accolti come ospiti e li abbia trattati come amici"
    Disse e scagliò la lancia che colpì lo scudo rotondo del figlio di Priamo; la lancia trapassò lo scudo e si conficcò nella corazza lungo il fianco e la lancia stappò l'abito; ma Paride, chinandosi, riuscì ad evitare la morte.
    menelao allora, prendendo la spada, si alzò, colpì l'elmo ma spaccò contro l'elmo la spada in tre o quattro pezzi e questa gli cadde di mano. Menelao si lamentò guardando il cielo:" Zeus, nessun dio fa più disastri di te! credevo che avrei punito Paride per la sua colpa, e vedo che la spada mi si spezza fra le mani, l'asta è volta lontano da me: e non l'ho colpito!"
    Così parlò e afferrò Paride per l'elmo, lo rigirò e si mise a trascinarlo verso gli Achei grandi combattenti: e l'elmo stringeva la gola,sotto al mento, con la cinghia di chiusura, che serviva a non far colar via l'elmo.
    Stava ormai riuscendo a trascinarlo via quando Afrodite vide la scena e fece in modo che la cinghia si spezzasse. Dunque l'elmo rimase nelel mani di Menelao, ma vuoto e l'eroe lo gettò via facendolo roteare.
    I suoi compagni lo presero. Egli si voltò subito, impaziente di uccidere Paride con la lancia, ma Afrodite lo fece fuggire facilemnet, come sanno fare gli dei e lo nascose in una nebbia fitta, trasportadolo sul suo letto profumato.
     
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    parafrasi del duello tra paride e menelao dal verso 350 al verso 382:


    Zeus signore, fà che mi vendichi di chi primo m'ha fatto del male, d'Alessandro glorioso, uccidilo per mia mano, perchè ciascuno tremi anche degli uomini che saranno di far del male a un ospite ch'abbia mostrato amicizia >>.
    Disse, e palleggiandola scagliò l'asta ombra lunga, colpì lo scudo rotondo del figlio di Priamo; passò l'asta greve traverso allo scudo lucente , nella corazza lavorata s'infisse e lungo il fianco, diritta, stracciò la tunica l'asta; ma quello, chinandosi, fuggì la Moira nera. L'atride allora, traendo la spada a borchie d'argento, l'alzò, colpì il frontale dell'elmo, ma intorno all'elmo infranta in treo o quattro pezzi, la spada gli cadde di mano. L'Atride gemette, rivolto al largo cielo: <<padre Zeus, nessuno dei numi è più rovinoso di te! Credevo che avrei punito del suo delitto Alessandro, e mi si spezza in mano la spada, l'asta lontano dalle mie mani fuggì inutile: non l'ho colpito >>.
    Disse e l'afferrò con un balzo per l'elmo chiomato, lo rigirò, si mise a tirarlo verso gli Achei schinieri robusti; e lo stringeva alla tenera gola il cinghio trapunto, teso sotto il mento, sbarra dell'elmo chiomato. Ormai riusciva a tirarlo, e gloria infinita acquistava, se pronta non lo vedeva la figlia di Zeus Afrodite, che spezzò ca correggia, cuio di bove abbattuto. Vuoto, dunque, l'elmo seguì la mano gagliarda, e l'eroe fra gli Achei schinieri robusti lo gettò roteandolo; i fidi compagni lo presero. Egli si volse subito, impaziente d'ucciderlo con la lancia di bronzo; ma lo sottrasse Afrodite, agevolmente, come una dea! e lo nascose in molta nebbia, e lo posò nel talamo odoroso di balsami!


    parafrasi


    Durante uno scontro tra Troiani e Achei, Menelao intravede Paride nella mischia e lo insegue per fronteggiarsi con lui, ma il giovane se ne accorge e atterrito fugge via. Ettore tuttavia lo vede e lo rimprovera con dure parole: Paride prendendo coscienza della sua viltà propone di porvi rimedio con un duello in cui lui e Menelao si sarebbero sfidati per il possesso di Elena e delle sue ricchezze, e da cui sarebbe dipeso l’esito della guerra. Ettore ne è entusiasta e, dopo aver preso accordi con gli Achei e dopo aver fatto molti sacrifici, i due contendenti si ritrovano a duellare: sembra quasi che sia Menelao ad avere la meglio, ma proprio quando stava per uccidere il suo avversario, dall’Olimpo discende Afrodite che salva Paride nascondendolo in un’improvvisa nebbia e portandolo in salvo. Nel frattempo Menelao è furente, ma si arrabbia invano: alla fin fine Agamennone lo proclama vincitore del duello e afferma gran voce che la guerra deve finire.


    parafrasi 2

    Zeus, padre degli dei, fa' che io possa vendicarmi di chi mi ha offeso per primo, di Paride, fa' sì che io possa ucciderlo, perchè tutti gli uomini, anche in futuro, abbiano timore di fare del male a chi li ha accolti come ospiti e li abbia trattati come amici"
    Disse e scagliò la lancia che colpì lo scudo rotondo del figlio di Priamo; la lancia trapassò lo scudo e si conficcò nella corazza lungo il fianco e la lancia stappò l'abito; ma Paride, chinandosi, riuscì ad evitare la morte.
    menelao allora, prendendo la spada, si alzò, colpì l'elmo ma spaccò contro l'elmo la spada in tre o quattro pezzi e questa gli cadde di mano. Menelao si lamentò guardando il cielo:" Zeus, nessun dio fa più disastri di te! credevo che avrei punito Paride per la sua colpa, e vedo che la spada mi si spezza fra le mani, l'asta è volta lontano da me: e non l'ho colpito!"
    Così parlò e afferrò Paride per l'elmo, lo rigirò e si mise a trascinarlo verso gli Achei grandi combattenti: e l'elmo stringeva la gola,sotto al mento, con la cinghia di chiusura, che serviva a non far colar via l'elmo.
    Stava ormai riuscendo a trascinarlo via quando Afrodite vide la scena e fece in modo che la cinghia si spezzasse. Dunque l'elmo rimase nelel mani di Menelao, ma vuoto e l'eroe lo gettò via facendolo roteare.
    I suoi compagni lo presero. Egli si voltò subito, impaziente di uccidere Paride con la lancia, ma Afrodite lo fece fuggire facilemnet, come sanno fare gli dei e lo nascose in una nebbia fitta, trasportadolo sul suo letto profumato.

    fonte dal web

     
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