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La fuga di Martha- Un film di T. Sean Durkin.

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    La fuga di Martha

    locandina
    Un film di T. Sean Durkin. Con Elizabeth Olsen, Christopher Abbott, Brady Corbet, Hugh Dancy, Maria Dizzia

    Un esordio molto promettente, carico di tensione emotiva
    Marianna Cappi


    sarah-paulson-insieme-a-elizabeth-olsen-in-una-scena-del-film-drammatico-la-fuga-di-martha-227359Martha fugge all’alba, attraverso i boschi, dalla casa in campagna dove ha vissuto due anni insieme alla piccola comunità che l’ha accolta come parte della famiglia, al costo di un prezzo psicologico altissimo che la ragazza forse non finirà mai di pagare. Torna dalla sorella, l’unica rimasta della sua famiglia d’origine, nella bella e borghese casa delle vacanze, nel Connecticut, che Lucy ha preso col marito. Ma è una scelta obbligata, un luogo non suo, nel quale, al disagio di un presente ancora senza una collocazione affettiva stabile e senza un progetto di vita per il futuro, si somma, nella mente di Martha, il ritorno incontrollabile di un passato rimosso e devastante.
    Esordio alla regia di Sean Durkin, premiato al Sundance, il film si costruisce per la maggior parte sulle spalle e negli occhi di Elizabeth Olsen, protagonista assoluta e strabiliante. Filmato con lunghe sequenze cariche di tensione, angosciante per il modo in cui stringe le possibilità di pace della protagonista in un vicolo sempre più stretto e chiuso, il film trasforma volontariamente lo spazio aperto e luminoso di una villa dalle grandi finestre con vista sul lago nel luogo più adatto per la comparsa della paranoia e l’alitare del soffio freddo della violenza subita e ancora minacciosa.
    Parallelamente, la fattoria nella quale Martha era stata prontamente convertita in Marcy May dal carismatico Patrick, padre padrone e leader della setta, invece di essere il luogo libertario e comunitario che pretende di essere, è giustamente inquadrato in spazi chiusi o recintati (l’orto), spesso rigidamente divisi per genere sessuale, dove la solitudine è il sentimento insieme sovrano e proibito.
    È però Marlene, il terzo nome, per la precisione un nome in codice, quello che racconta di più del destino di Martha: giovane senza identità, privata forse per sempre della possibilità di costruirsene una in piena libertà.


     
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