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"l' acquazzone"
Di nubi grigie a un tratto il cielo fu sporco;
e il tuono brontolò con la voce d'orco.
Si cacciò avanti, lungo lo stradone,
carta, foglie ed uccelli il polverone.
Si udirono richiami disperati,
tonfi d'imposte e d'usci sbatacchiati.
Si vider donne lottare in un prato
con gli angeli impauriti del bucato.
Poi seminò la pioggia a piene mani
tetti e vie di danzanti tulipani;
tagliò il paesaggio, illividì ogni cosa
in un polverìo d'acqua luminosa.
Quando si stava inebetiti e fissi
come sull'orlo di infuocati abissi
dove il mondo pareva andar sommerso,
il cielo sulle case era già terso,
e nei vetri appannati del tinello
risorrise il paese ad acquarello:
sulla campagna dolcemente crespa
ronzò la chiesa d'oro come vespa.
Non rimaneva dell'orrendo schianto
che il gocciare di musicale pianto
della gronda, già buono già tranquillo;
lo raccolse morente il bruno grillo.
Coi tamburini gracili di pelle
le rane lo portarono alle stelle.
PARAFRSAI
Il cielo fu sporco ad un tratto di nubi grigie E il tuono rumoreggio con voce d orco il polverone si caccio davanti lungo lo stradone Carta foglie ed uccelli. Richiami disperati rumori d imposte e usci urtati con violenza Si udirono.si videro donne lottare in un prato con gli angeli impauriti del bucato.la pioggia poi diffuse a piene mani tetti e vie di danzanti tulipanitaglio il paesaggio illividi ogni cosa in un polverio d acqua luminosa.quando si stava illeciti e fissi come sull orlo d infuocati abissi il cielo sulle case era gia pulito dove il mondo pareva andar sommerso e nei vestri appannati del piccolo tino il paese ad acquarello risorrise la chiesa d oro ronzo come una vespa sulla campagna dolcemente grinza rimaneva il gocciare di pianto musicale del tetto nell orrendo schianto il bruno giallo lo raccolse morente le rane lo portarono alle stellecon i tamburinibdelicati della pelle.