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Parafrasi di "nostalgia" ungaretti
Quando
la notte è a svanire
poco prima di primavera
e di rado
qualcuno passa
Su Parigi s'addensa
un oscuro colore
di pianto
In un canto
di ponte
contemplo
l'illimitato silenzio
di una ragazza
tenue
Le nostre
malattie
si fondono
E come portati via
si rimane.
"È il 28 settembre del 1916 quando Giuseppe Ungaretti scrive questa malinconica poesia. Si trova a Locvizza, sul Carso, impegnato nelle battaglie di trincea della Prima Guerra Mondiale. E per sfuggire all'orrore, ricorda".
I versi lo portano lontano dal campo di battaglia, dagli attendamenti, dalle gallerie scavate nella roccia. Con la memoria torna a Parigi, dove era arrivato dalla natia Alessandria d'Egitto alla fine del 1912 per seguire dei corsi al College de France e alla Sorbona e dove aveva conosciuto artisti d'avanguardia: Apollinaire, Picasso, Braque, Modigliani, De Chirico, Léger.
Ungaretti aveva 24 anni. In quella cerchia d'artisti c'era una ragazzina sedicenne, Marthe Roux, che si dilettava di pittura e frequentava con la sorella Louise la congrega della Closerie de Lilas, lo stesso caffè dove anni dopo sarà solito scrivere Hemingway.
È una notte di fine febbraio, a Montparnasse. L'alba non è molto lontana, il cielo è cupo, nebbioso. Sotto il ponte la Senna scorre grigia, porta via i lumi riflessi nelle sue acque. Il giovane Ungaretti osserva quella ragazza taciturna, sa che Apollinaire vi ha posto gli occhi addosso e gliela contende. Marthe è "un fiore d'alpe" tenue e opaco, come denota il poeta in versi poi cancellati dalla stesura finale: sente il malessere della ragazza simile al proprio in quella notte da bohémien, ma non fa nulla, rimane lì sul ponte mentre la Senna scorre e si porta via i suoi pensieri, così simili a quell’”oscuro colore di pianto“.
"Cara Marthe" le scriverà dal fronte nel 1918, "se non sono un libertino, non sono ancora arrivato all'armonia degli angeli; la nostra relazione è stata assolutamente pura, ma io volevo avervi totalmente..."
Quarant'anni dopo ricorderà ancora la ragazza di "Nostalgia": "Ho ancora le vostre foto. Che illusione meravigliosa è stata per me"..