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Il Padrino compie 40 anni
Nel 1972 Francis Coppola era ancora un regista poco più che trentenne, con alle spalle un paio di film indipendenti, una buona gavetta nella «factory» di Roger Corman, un'amicizia radicata con George Lucas di cui aveva prodotto il film d'esordio e un sogno nel cassetto: l'intenso La conversazione che avrebbe girato due anni dopo e portato in trionfo al Festival di Cannes. Arrivò alla guida del film che lo avrebbe consacrato nel mito quasi per caso. Stiamo parlando de "Il Padrino", una delle più grandi, se non la più grande, trilogia cinematografica di tutti i tempi.
La leggenda dice che la Paramount propose il copione del best seller di Mario Puzo (uscito con grande clamore nel 1969) a diversi registi, fra cui Sam Peckimpah che ne voleva fare un western metropolitano. Alla fine arrivarono all'italiano Coppola per disperazione, ignorando che un lucano di Matera non necessariamente poteva conoscere tutti i rituali della cultura siciliana trapiantata in America.
La leggenda nella leggenda ci ha fatto sapere tutto dell'aitante Marlon che accetta la sfida di farsi «provinare» quando nessuno crede possa incarnare l'anziano Don Vito Corleone, che strappa la parte con trucchi da istrione (l'ovatta in bocca per cambiare il profilo delle gote, la brillantina in testa per incanutire i capelli, la voce bassa e roca per caratterizzare il personaggio)
Qui l'intera famiglia Corleone del film: il boss don Vito, il focoso Sonny, Fredo e il futuro boss, Michael.
Il Padrino, oltre a Marlon Brando, probabilmente può vantare il più grande cast della storia del cinema. Nella parte del figlio Michael troviamo infatti un giovanissimo Al Pacino.
Robert De Niro ne "Il Padrino- parte II" interpreta Don Vito da giovane, al suo arrivo in America. De Niro parlò in siciliano per tutto il film. Per questo ruolo vinse il suo primo premio oscar.
Gran parte della saga si incentra sulla figura di Michael, prima semplice ragazzo arruolatosi militare per combattere i nemici della nazione, dopo sanguinario e spietato boss senza alcun scrupolo. Tanto da arrivare a fare uccidere il fratello Fredo, colpevole di averlo tradito.
Tante scena dei tre film sono entrate nella leggenda, ma forse quella della "testa di cavallo tagliata" al regista, "colpevole" di non voler fare "un favore" al padrino, è quella che è più rimasta nella mente degli appassionati..