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parafrasi e commento di "Giunone ed Eolo" dell'Eneide

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    parafrasi e commento di "Giunone ed Eolo" dell'Eneide


    L’opera comincia con l’intenzione di narrare le vicende del troiano Enea, esule da ***** con una flotta di 20 navi, il suo tentativo di ritornare nella primordiale sede dei suoi antenati, il Lazio, per fondare una nuova ***** nonostante la volontà contraria della sposa di Giove, Giunone. Infatti non solo la Dea è adirata con i troiani per vecchi rancori ma anche perché il Destino sancisce che la stirpe di Enea debba distruggere un giorno la città di Cartagine, che le è prediletta. Pur sapendo di non potersi opporre al Fato la Dea sa che il Fato non pone una scadenza precisa agli eventi, per cui ne approfitta per procrastinare il più a lungo possibile le disgrazie dei suoi nemici. L’estate del settimo anno di peregrinazioni da che lasciarono *****, cioè nell’814 a.C., Giunone avvista la flotta di Enea al largo della Sicilia e, con l’aiuto di Eolo re dei Venti, scatena una tempesta che ne causa il naufragio sulle coste africane. Solo grazie al tempestivo intervento di Nettuno, che non tollera che altri fuor che lui possano suscitare tempeste nel liquido reame, Enea si salva con tutta la flotta, tranne una nave. Preoccupata per la sorte del figlio Enea, la dea Venere intercede a suo favore presso Giove il quale la rassicura dicendole che è volontà del Destino che l’eroe troiano giunga nel Lazio, dove darà origine alla stirpe romana; aggiunge anche che la stessa Giunone, alla fine placata, si schiererà dalla parte dei Romani. Infine invia Mercurio a Cartagine col compito di predisporre magicamente i Cartaginesi a favore di Enea e compagni. Nel frattempo Venere si manifesta al figlio sotto le sembianze di una giovane cartaginese che spiega ad Enea la vicenda di Didone, regina di Cartagine, invitandolo a recarsi fiducioso in quella città. Didone infatti accoglie favorevolmente i naufraghi. Venere però, non paga di tale accoglienza e temendo le insidie di Giunone, Dea di Cartagine, ordina al Dio Cupido di prendere il posto del piccolo Ascanio, figlio di Enea, affinchè tocchi il cuore della regina e l’accenda d’amore per il capo troiano. Così avviene ed il primo libro si conclude con le scene del banchetto offerto da Didone ai Troiani e con l’invito al loro duce di narrare le proprie traversie.
    Fonti:
    www.queendido.org/libroprimo.htm

     
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