Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Il personaggio del giorno-Valentina Cervi

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    Valentina Cervi

    valentina-cervi-alla-premiere-di-the-master-a-L-npFS7q

    Valentina Cervi (Roma, 13 aprile 1976) è un'attrice italiana.


    articolo_foto1_459
    È figlia del produttore e regista cinematografico Tonino Cervi, e nipote dell'attore Gino Cervi.
    Debutta nel 1988, dodicenne, con una piccola parte in Mignon è partita di Francesca Archibugi. Nel 1996 recita con Nicole Kidman e John Malkovich in Ritratto di signora di Jane Campion.Nel 1997 ha il primo ruolo da protagonista nel film Artemisia. Passione estrema di Agnès Merlet. Dal 1999 divide la sua carriera tra Francia, Inghilterra e Italia lavorando con registi del calibro di Mike Figgis (Hotel), Peter Greenaway (la trilogia Le valigie di Tulse Luper), Pupi Avati (La via degli angeli), Sergio Rubini (L’anima gemella), Spike Lee (Miracolo a Sant’Anna), Cary Fukunaga (Jane Eyre).Nel 2012 è Salomè Agrippa nella serie tv vampiresca True Blood. Ha appena finito di girare il nuovo film di Rubini Mi rifaccio vivo ed è attualmente impegnata nella serie Borgia nel ruolo di Caterina Sforza. Ha anche da poco partecipato alla Giuria Internazionale del Festival del Film di Roma.

    20121023_cervi



    È difficile farsi scegliere da Spike Lee per il ruolo femminile del film che sta girando in Italia? No, basta vestirsi anni ’40, adorare le gomme da masticare rosa e saper recitare come Valentina Cervi

    Valentina, due parole: Spike Lee.
    Sono arrivata a Miracolo a Sant’Anna perché l’ho voluto. Sapevo che Spike Lee era in Italia e stava vedendo tanti attori, ma ci_arte2con me sembrava che questo incontro non potesse mai accadere. Sono andata a cercare il libro (Miracolo a Sant’Anna di James McBride, n.d.r.): ho fatto 800 chilometri in un giorno per prenderlo in una biblioteca vicino a Lucca – visto che è fuori stampa – l’ho letto e mi sono detta: “Io posso essere Renata, anzi decido di esserlo”. Mi sono messa molto in gioco rispetto a quella che sono nella vita: ho cercato di individuare elementi precisi di questa donna degli anni Quaranta, di andare vestita in un certo modo. Incredibilmente si sono mosse le cose, ho fatto un primo provino, un secondo, un terzo, un quarto, e più mi avvicinavo all’opportunità di lavorare con lui, più cresceva la tensione. C’è stato un ultimo test, dopo il quale siamo andati a pranzo insieme e abbiamo parlato di tutt’altro. Lo stesso giorno, a mezzanotte, ricevo una telefonata: “Ciao Valentina, sono Eddie Murphy”… e mi ha detto che Renata ero io. Penso che per ogni film ci siano degli incontri, non è solo il personaggio: ci sono cose che il regista proietta su una certa persona che incarna una certa cosa, quindi sono molto grata a Spike Lee per avermi scelto.
    Il racconto del tuo provino ricorda quello degli inizi della tua carriera per Ritratto di Signora: leggi un libro, entri nel personaggio, magari con l’aiuto dei vestiti, vai e ottieni la parte. Dov’è l’alchimia?
    Il momento di maggiore osmosi ce l’ho sempre alla prima lettura, tutto quello che viene dopo è costruzione. Certo, quando hai un libro come quello di Henry James o uno sguardo come quello di Spike Lee, la tua testa lascia molto più le difese perché sai che lì c’è una verità, non metti in dubbio personaggi scritti in un certo modo. Spesso leggi dei copioni (italiani) e una parte del tuo cervello vuole controllare, modificare, giudicare… ma quando hai a che fare con grandi artisti il giudizio si annulla, c’è una verità immediata. Però succede tutto alla prima lettura; poi devi riuscire a portare quel colore, quella percezione, quella sensazione e farla diventare corpo.
    Come ti realizzi in questa osmosi?
    Ogni lavoro è una missione: è un percorso importante nella vita di una persona, che le fa avere una relazione con l’esterno e con il mondo. La mia intuizione era trovare uno spazio in cui essere necessaria, diventare un mezzo per raccontare qualcosa e possibilmente lasciare una traccia, il tutto in accordo a come funziono io: sono una persona abbastanza incostante e nel cinema trovo uno spazio profondo e al tempo stesso breve nei tempi e nella durata. Funziono molto bene nelle cose brevi, anche se mettono in moto una serie di dinamiche violente, come sono i film.
    In che senso?
    È tutto veloce, affronti una convivenza coatta in uno spazio comune ristretto, devi fare famiglia con persone che non hai mai visto e restituire un’umanità e qualcosa di te. Tutto questo nella più completa frenesia, nel cinema il tempo manca sempre e tu devi essere molto fermo e specifico. Quindi, per forza si instaurano dinamiche di tensione, rilascio, incomprensione… anche in modo leggero, non per forza drammatico. È violento perché ti trovi catapultato in una realtà che non conosci e non sai con chi.
    E in tutto questo c’è qualcosa che ti infastidisce particolarmente?
    Il fatto di avere a che fare molto da vicino con persone di cui riconosci una diversità da te, con cui devi per forza convivere… ma fa parte del gioco e diventano tutti espedienti per imparare ad accogliere tutto.
    A proposito di dinamiche violente: Miracolo a Sant’Anna ambientato durante la Seconda guerra mondiale, Guerra e Pace che abbiamo visto in tv, un film con Claudio Santamaria sulla Sacra Corona Unita… Sembra che il conflitto tu lo vada a cercare.
    Non credo si possa essere sempre pacificati. L’importante è dove si dirige la forza. Non mi piace vivere il conflitto ma in parte mi ci riconosco, è una dinamica che mi appartiene – non necessariamente verso l’esterno, spesso con me stessa: ormai lo conosco e lo riconosco, mi diverte, mi sento a casa. Tendo sempre ad affrontarlo, sennò sto male. Se una cosa non la illumini, non la chiarifichi, finirà per riproporsi in un’altra forma.
    Il film di Spike Lee non è il primo film in costume che interpreti. Ti piace questo aspetto forse più teatrale del cinema?
    Credo fermamente che la nostra vita non cominci con la nostra nascita ma molto tempo prima, quindi l’idea di incarnare donne che hanno vissuto in altre epoche rende più reale questa percezione e mi fa dire: “Ecco, sta accadendo, lo faccio succedere!”. Poi può esserci costume anche quando interpreti un personaggio moderno, c’è sempre una messa in scena... La dinamica che stai raccontando è sempre una realtà, il quando non fa differenza.
    Tra i tuoi titoli anche Provincia meccanica: sei più tipo da città o da campagna?
    Vivo a Roma, ma sono molto tipo da campagna. Da piccola trascorrevo i weekend con mio padre in una casa vicino a Montepulciano: mi riconoscevo molto in quel luogo, forse perché lui faceva altrettanto ed era un po’ lo specchio della nostra relazione. La campagna è un posto in cui navigo, che mi suggerisce moltissime cose, non per forza pacificanti.
    Però vivi a Roma…
    …che vivo da un punto di vista talmente emotivo da non riuscire a staccarmi dall’idea della città. Ci sono posti che mi affascinano perché sono strade in cui sono cresciuta ma non saprei identificarli.
    Città all’estero?
    Parigi la sento vicina, ma non mi ci sento a casa anche se ci passo molto tempo, visto che mia madre vive là. Londra e New York mi fanno sentire meglio anche se sono più distanti. Credo che starei comunque più a mio agio in una città anglosassone.
    Passioni segrete?
    Le gomme da masticare rosa, le scarpe e le borse.
    Una follia fatta per un capo d’abbigliamento?
    Ultimamente poche, ma perché ho anche la fortuna che mi regalano molti vestiti. Credo che la moda sia un’espressione artistica e non mi piace spendere per tante cose, preferisco scegliere anche solo un pezzo per cui valga la pena.
    La famiglia Cervi è sotto i riflettori da generazioni. Che cosa hai assorbito di tutto questo?
    La famiglia in cui sono nata mi ha fatto affrontare subito quello dell’attore come un lavoro serio, come qualcosa che devi conquistare attraverso il tuo talento, che devi costantemente macinare e costruire. Ho sempre avuto una grande naturalezza nell’affrontare questo lavoro, il cinema è stato sempre vicino, “a casa”, non l’ho mai vissuto come una cosa strana… per questo diventa normale incontrare e parlare anche con grandi registi: stiamo facendo lo stesso lavoro, non c’è distanza.
    Poi c’è il ramo familiare di tua madre, Marina Gefter, produttrice.
    Sì, quella materna è la parte meno evidente ma che io ritengo fondamentale. Mio nonno era avvocato, così come ora i miei zii, mia nonna insegnava a scuola… Una famiglia piccolo borghese di Trieste, con un modo di vivere semplice, austro-ungarico. Mia madre a 18 anni si è staccata per andare a vivere a Milano e poi a New York, ha iniziato a fare la produttrice. È stata una pioniera rispetto alla sua famiglia ed essendo mitteleuropea ha creato subito un destino “nordico”: vive a Parigi da 15 anni e a lei devo il fatto di parlare tre lingue.
    E vedi per te un futuro come produttrice, proprio come lei?
    Sì. Mi piace l’idea della maternità di un film. Essere attore ti porta invece a essere figlio: vieni scelto, sei parte della visione di qualcuno.
    Guardando al nostro cinema dall’alto delle produzioni internazionali a cui hai partecipato, che cosa dobbiamo ancora imparare?
    Non dobbiamo imparare niente, in Italia abbiamo tutto quello di cui c’è bisogno. Il problema è che stiamo vivendo un momento storico molto fermo, bloccato, e una storia dipende molto dalla realtà in cui nasce: in Italia tutto ristagna, la politica, la società, la tv. E manca spesso un po’ di ironia. Ma come gente di cinema abbiamo il dovere di raccontare questa realtà.
    Spesso si ripete come un mantra la “crisi del cinema italiano”…
    Non è il cinema in crisi, è la società a essere in crisi. Roma, dove si produce il cinema, è uno stagno: sono stata due anni all’estero e al mio ritorno non era cambiato niente… le persone, i negozi, la vita era sempre la stessa. Da un lato è poetico, dall’altro ti fa dire: come si fa a produrre qualcosa di importante?

    tumblr_m9c8upF53T1rxsz1bo1_1280

     
    Top
    .
0 replies since 19/11/2012, 20:58   216 views
  Share  
.