Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Quello che odio di Ruzzle

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Lussy60
     
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    Quello che odio di Ruzzle

    che cos'e ruzzle'?!!!


    Ruzzle per PC, su Facebook, iPhone e Android [FOTO]

    ruzzle-logo-del-gioco

    Ruzzle su PC, Facebook, iPhone o Android è comunque sempre un gioco che si rivela sorprendente e molto divertente. Il videogioco si è piazzato al primo posto fra le applicazioni più scaricate per i dispositivi mobili della Apple e per Android. Ha raggiunto i 20 milioni di download, che, in poco tempo, rendono testimonianza del successo che questo prodotto ha incontrato. Il tutto è iniziato nel mese di dicembre, quando Ruzzle è riuscito a diffondersi rapidamente, rendendosi apprezzabile da parte di molti appassionati.
    ruzzle-parole-non-molto-usate
    Il successo di questo gioco è dovuto a diversi fattori. Innanzi tutto esso propone un’azione piuttosto semplice e non manca di portare avanti una prospettiva social. Infatti ci si può cimentare affrontando gli amici di Facebook o i followers di Twitter e i risultati raggiunti possono essere condivisi nell’ambito dei più famosi social network.

    ruzzle-regole-semplici
    Ovunque ci troviamo e in qualunque momento possiamo utilizzare il nostro cellulare per affrontare uno scontro con gli altri giocatori che sono disponibili. Tra l’altro Ruzzle è disponibile in maniera completamente gratuita, anche se esiste una versione a pagamento, che permette di disporre di funzionalità aggiuntive, come, ad esempio, le statistiche relative alle partite. Esistono anche una versione del gioco non ufficiale per PC e una pagina su Facebook del gioco.
    Qual è l’obiettivo del gioco? Si tratta di comporre quante più parole possibili, utilizzando tutte le lettere, 16, che si trovano sul tabellone. Ci si può muovere in orizzontale, in verticale e in diagonale, ma bisogna ricordarsi che i movimenti sono possibili soltanto sfruttando le lettere adiacenti.

    ruzzle-su-iphone
    In questo modo si riesce a raggiungere anche un determinato punteggio. Ogni lettera infatti possiede uno specifico valore. Meno la lettera è comune, più alto sarà il valore associato ad essa. Per ogni parola si ottiene un punteggio che corrisponde alla somma del valore delle lettere.

    ruzzle-griglia-di-gioco
    Inoltre i giocatori possono usufruire di eventuali bonus. Questi ultimi consistono in dei moltiplicatori (DL, TL, DW, TW). Il primo raddoppia il valore della lettera, il secondo lo triplica, il terzo raddoppia il punteggio della parola e il quarto lo triplica.
    ruzzle-si-ispira-al-paroliere
    I bonus variano in relazione anche alla lunghezza della parola composta e al fatto che le lettere siano più o meno comuni.

    ruzzle-schermata-di-fine-partita

    Ogni partita prevede tre round di due minuti. Il vincitore è colui che avrà ottenuto un punteggio maggiore alla fine. Ci sono anche dei particolari obiettivi da raggiungere, dei traguardi che ci consentono di ottenere dei badge.
    ruzzle-punteggi
    Ruzzle si può scaricare per iPhone (è compatibile anche con iPad) e per Android.

    ruzzle-partite-in-corso


    ruzzle-indovinare-le-parole




    ALESSANDRA AMOROSO E MARCO CARTA PAZZI PER RUZZLE. E GERRY SCOTTI VUOLE PORTARLO IN TV


    Ruzzle-656x403

    Ricordate il «Paroliere»? Quel vecchio gioco in scatola arrivato in italia nel 1979 (e ancora in commercio) nel quale bisognava costruire parole partendo da 16 lettere casuali disposte in un quadrato? Chi ne indovinava di più, e trovava le più lunghe, guadagnava punti e la vittoria. Lo scorso marzo, un gioco molto simile, chiamato «Ruzzle», è approdato sugli smartphone e i tablet di ultima generazione, non solo gli iPhone ma anche i dispositivi Android. E in meno di un anno l’applicazione è diventata un fenomeno planetario con oltre 20 milioni di utenti. In Italia, invece, è letteralmente esplosa solo da poche settimane.

    Un mattatore del video come Gerry Scotti ha da subito fiutato le potenzialità di questo gioco (ci si può allenare da soli, ma è molto più divertente sfidare qualcuno online, e qui sotto vi spieghiamo come) e ha contattato la Mag Interactive, la piccola società di Stoccolma (sei dipendenti) che lo ha creato, per acquisirne i diritti tv. «Quando ho visto “Ruzzle” ho capito subito che sarebbe stato un perfetto game show» rivela Gerry a Sorrisi. «Mi piacciono tantissimo i quiz che si basano sulle parole e questo è anche una sorta di Scarabeo e ricorda il mio “Passaparola”».

    Purtroppo però non sarà così semplice portarlo in Italia. «Ormai gli inventori del gioco hanno richieste da tutto il mondo per il format» spiega Scotti. «E quello che magari qualche tempo fa si sarebbe potuto comprare a una cifra bassissima, oggi se lo possono permettere solo le grandi case di produzione». In ogni caso Gerry, impegnato in queste settimane nella quarta edizione di «Italia’s Got Talent», non demorde. «Spero proprio che un giorno questo format sia a disposizione di Mediaset. E io mi candido già per la sua conduzione».

    Intanto, la Ruzzlemania dilaga tra le celebrità: Alessandra Amoroso, Federica Panicucci, Luca Argentero, Elena Santarelli, Fabio Volo, Luca Bizzarri sono solo alcuni dei vip che vi giocano. «Ho inserito il mio nickname su Twitter per giocare anche con i miei fan» racconta Alessandra Amoroso. «Le richieste sono state tante, ma non sono mai riuscita a iniziare una partita con loro! In ogni caso, è molto divertente, l’importante è non farlo diventare una dipendenza!».

    Le fa eco Marco Carta: «Ho cominciato a giocarci tre settimane fa. Sono ancora scarsissimo ma vedo continui margini di miglioramento. L’ho scoperto grazie a alcuni amici, mi hanno detto che si stavano appassionando a un gioco per cellulare ipnotico. L’ho scaricato e da allora non me ne sono più staccato. Non riesco a individuare ancora molto le parole lunghe, non è così semplice come sembra. Gioco anche con i miei fan, ho comunicato il mio nome utente a tutti su Twitter e da allora mi hanno aggiunto in tantissimi. È un modo nuovo per stare in compagnia di chi ama la mia musica, attraverso la chat privata ne approfittano per scrivermi delle cose carinissime, a cui però non rispondo, sarebbe impossibile. Non ci gioco per più di 40 minuti al giorno, altrimenti mi scoppierebbe la testa. Il mio trucco per vincere è utilizzare gli ultimi 10 secondi passando il dito in orizzontale, verticale e diagonale casualmente, riesco a recuperare almeno 60 punti per partita. Una cosa deve essere chiara: se ci sarà mai il quiz con Gerry Scotti, io voglio assolutamente partecipare».

    Si unisce al coro Federico Russo di Radio Deejay: «Mi trovate in un momento di picco di entusiasmo per Ruzzle. Alle cose arrivo sempre dopo, non amo molto i giochi sui cellulari e la tecnologia in generale. Me ne hanno parlato e un giorno l’ho provato. Ecco, da quel momento non ho più una vita. Per uno come me che si muove spesso è una forma di intrattenimento che mi addolcisce le attese. È la prima volta in vita mia che vado alle poste e spero ci sia una fila mortale o una lunga attesa dal salumiere. Ne ho parlato in radio, l’ho scritto su Facebook e devo dire che oggi gioco a un ritmo impressionante. Considerate che l’80 per cento di chi sta qui a Radio Deejay e totalmente assorbita da questo gioco. Forse un giorno, come spesso accade, passerà di moda, ma nel frattempo qui la sera si va a letto molto tardi, per raccogliere nuove sfide».

    29 gennaio 2013Scritto da: Alessandro Alicandri



    Quello che odio di Ruzzle


    foto-11

    Sì, lo so. Ne ha scritto Paola Jacobbi, peraltro protagonista della chat (su Ruzzle, e dove se no) qui sopra. Ne ha scritto Greta Privitera, confidando la sua ossessione (che condivido in pieno). Ne hanno scritto un po’ tutti, ma arrivata ad aver raggiunto e superato l’achievement Hooked, 4° livello (300 partite giocate) e averne vinte 200 (Checkmate, 4° livello), dopo aver scoperto di conoscere più di 5.000 parole diverse ed essermi tolta lo sfizio di ottenere il badge Globetrotter (ho vinto partite in inglese, francese e spagnolo, non chiedetemi come, però), ora ne scrivo anche io. Elencando tutte le cose che odio di questa applicazione che mi succhia il poco tempo libero residuo.
    ***
    Quelli che prima sì e poi no
    Accettano il tuo invito a giocare, oppure ti sfidano e poi ti lasciano lì, dopo una mano, per ore, giorni, settimane. Al momento ne ho uno in silenzio da 47 ore, l’altro da 32. Insomma, un po’ di serietà; ogni mano dura due minuti, ce li avrete due minuti, sì? Se proprio volete, abbandonate e datemela vinta, dai.
    Quelli che non vogliono perdere
    Dopo due mani tragiche (per loro), non giocano più la terza, tanto sanno che perderebbero. Idem c.s.
    Quelli che ti battono per una manciata di punti
    Il nervoso, dio, il nervoso.
    Quelli che invece ti asfaltano proprio
    Ovvero il crollo dell’autostima.
    Quelli con l’anno di nascita nel nickname che inizia per “9″
    Niente, non c’è nulla da fare, meglio abbandonare; altra velocità, hanno fatto 3.000 punti mentre io ho trovato a malapena “zia”.
    I finti modesti
    In chat ti dicono mi raccomando, non mi distruggere, sono agli inizi, e poi trovano precipitevolissimevolmente (ok, non si può, era solo un esempio).
    Quelli che ti hanno già battuto in passato
    Ti scatta il timore reverenziale che paralizza indice e cervello, dopo 1 minuto e 30 secondi, in un bagno di sudore, hai totalizzato giusto “lato” e “poi”.
    Quelli che perdono due mani e ti ribaltano alla terza, triplicando il tuo punteggio
    Cos’è? Facevate finta prima, tipo gatto con il topo? Avete barato poi? Vi sembra bello illudere una fanciulla? Maleducati.
    I marpioni da chat
    Da dove giochi? Cosa fai nella vita? (Risponda standard: “Gioco a Ruzzle”).
    I nomi propri, di paesi e di città
    A volte vanno bene, a volte no e io non mi ricordo mai quando.
    I quadri che non riesci a “vedere”
    A volte al primo sguardo le lettere danzano magicamente al loro posto e l’indice le asseconda. A volte non c’è verso: le fissi mentre i secondi corrono inesorabilmente, ma loro restano più indecifrabili della stele di Rosetta. Finisci con un senso di angoscia e una serie di monosillabi inutili. Se va bene, hai trovato “reo”, che c’è sempre.
    L’effetto livella culturale
    Io con le parole ci lavoro. Io vedo i refusi all’istante in un pezzo di 20.000 battute (i refusi degli altri, ovviamente; i miei, neppure fossero lampeggianti ed evidenziati in giallo). Io leggo tanto e leggo veloce; io sono adepta dell’Accademia della Crusca. Io, io, io. E poi perdi, e di brutto, da uno che sai aver letto un Topolino a metà degli anni 80. Poi, ha smesso.
    Infine, l’aver sibilato alla cinquenne (due sole volte, giuro) un:
    “Non ora!
    ” mentre iniziava la litania mammamammamamma e io avevo solo 20 secondi residui per capire se “contrastare” c’era davvero oppure me l’ero sognata. Sono seguiti sensi di colpa a raffica e concessioni di cartoni animati extra, insomma una tragedia educativa.
    E ho pure perso.
    ***
    (Grazie a Aldamar. Lui sa perché).

     
    Top
    .
6 replies since 11/2/2013, 14:04   5358 views
  Share  
.