Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

parafrasi- duello tra Enea e Turno (dell'eneide libri XII v.919 al v. 952)

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    parafrasi- duello tra Enea e Turno (dell'eneide libri XII v.919 al v. 952)

    Sull'esitante Enea vibra l'arma fatale,
    scelto congli occhi la fortuna con tutto il corpo 920
    la scaglia da lontano. Mai così violenti i sassi fremono da una macchina murale né così forti i crepiti rimbombano
    per un fulmine. Vola l'asta come nero vortice
    portando la terribile fine ed apre i bordi della corazza
    ed i cerchi estremi dello scudo dai sette strati; 925
    stridendo trapassa a metà del femore. Cade colpito
    il gigantesco Turno a terra piegato il ginocchio.
    Sorgono con un gemito i Rutuli e tutto il monte
    attorno rimbomba e gli alti boschi rimandano l'eco dintorno.
    Egli umile supplice tentendo gli aocchi e la destra 930
    che prega "Certamente l'ho meritato e non maledico" disse;
    usa la tua sorte. Se ti può toccare un qualche pensiero
    del misero padre, prego (anche tu hai avuto tale
    il padre Anchise) abbi pietà della vecchiaia di Dauno
    e me, sia pure tu preferisca un corpo spogliato della luce, 935
    dammi ai miei. Hai vinto e gli Ausoni han visto un vinto
    tendere le palme; tua è la sposa Lavinia,
    non andare più oltre con gli odi." Enea stette furioso
    in armi e volgendo gli occhi frenò la destra;
    e già quasi la preghiera aveva cominciato a piegarlo 940
    esitante, quando apparve sull'alta spalla la misera
    cintura e brillarono con le note borchie le cinghie
    di Pallante, un ragazzo, che Turno vintolo con un colpo
    aveva atterrato e sulle spalle portava l'insegna nemica.
    Egli, dopo che con gli occhi sopportò i ricordi del crudele 945
    dolore e le spoglie, acceso da furie e da ira,
    terribile: " Forse tu, vestito delle spoglie dei miei
    mi verresti sottratto? Pallante con questa ferita, Pallante
    ti immola e prende vendetta dal sangue maledetto."
    Dicendo questo nasconde il ferro davanti, nel petto 950
    furente; ma le membra nel freddo si sciolgono
    e la vita con un gemito fuggì angosciata nelle ombre.


    parafrasi



    mentre
    (turno) esitava, enea prende l'asta destinata a dare morte, calcolando
    con lo sguardo il posto e il momento in cui lanciarla, e la tira da
    lontano, slanciandola con tutto il corpo. non fanno lo stesso rumore né
    le pietre tirate da una macchina d'assedio, né i fulmini che scoppiano
    simili ai tuoni.
    l'asta vola come un turbine nero, porta una triste rovina, e squarcia
    il bordo della corazza e il cerchio estremo dello scudo formato da sette
    strati. trapassa rumorosamente la coscia. il grande turno cadde a terra
    colpito, piegando le ginoccha (il tempo passa da presente, per
    immedesimarsi meglio nell'azione, a passato remoto, tempo della
    narrazione. poi torna presente). i rutuli balzano gridando, e il monte
    rimbomba delle loro grida tutt'intorno, e i boschi riecheggiano
    largamente.
    egli tese da terra la mano destra e lo sguardo, supplicando e
    implorando:"l'ho meritato"disse "e non me ne rattristo; approfitta della
    tua fortuna, ma se ti commuove il pensiero di un padre infelice -hai
    avuto anche tu un padre, anchise- ti prego di avere pietà della
    vecchiaia di dauno (padre di turno) e di restituirmi, vivo o, se vuoi,
    morto, ai miei.
    hai vinto, e gli italici mi hanno visto tendere le mani sconfitto; ora che lavinia è tua sposa, non mantenere il tuo odio". enea, volgendo lo sguardo altrove, rimase fiero con le armi, ma trattenne la mano destra (che doveva vibrare il colpo mortale); il discorso lo impietosiva e lo faceva esitare sempre più: ma sul bordo della spalla vide l'infausta cintura con le borchie di pallante, che turno aveva sconfitto con una ferita, e di cui portava il trofeo sulle spalle

    egli (enea), vedendo l'oggetto che ricordava il forte dolore (per la morte dell'amico), fu arso dalla furia e da una forte ira: "tu, che vesti con le spoglie dei miei alleati, vorresti sfuggirmi? con questa ferita pallante ti uccide, e si vendica spargendo il tuo sangue scellerato". mentre dice così, gli affonda furiosamente la spada in pieno petto; e a quello (turno) si sciolgono le membra nel freddo della morte, e la vita lo lascia con un gemito e fugge sdegnata tra le ombre (tra i morti).

     
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