Claudio Baglioni Forum - Un mondo in musica

Testo con analisi e commento-Non ho mai capito se io fossi

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    Montale, Eugenio - Non ho mai capito se io fossi
    Testo con analisi e commento dettagliato sui contenuti della lirica "Non ho mai capito se io fossi", velata d'ironica affettuosità verso la moglie

    Montale, Eugenio - Non ho mai capito se io fossi
    Non ho mai capito se io fossi
    il tuo cane fedele e incimurrito
    o tu lo fossi per me.
    Per gli altri no, eri un insetto miope
    smarrito nel blabla
    dell’alta società. Erano ingenui
    quei furbi e non sapevano
    di essere loro il tuo zimbello:
    di essere visti anche al buio e smascherati
    da un tuo senso infallibile, dal tuo
    radar di pipistrello.
    Commento
    Un’ironia affettuosa

    Tra il poeta e la moglie si era costruito negli anni un rapporto di completa reciprocità, l’uno era per l’altro un cane fedele e insieme bisognoso di cure e protezione. La moglie è fatta oggetto di affettuosa ironia da parte di Montale, che ne dà diverse sfumature attraverso paragoni con gli animali (cane, insetto, pipistrello), mentre aspra diventa l’ironia nei confronti degli uomini ipocriti (Erano ingenui I quei furbi) e il loro superficiale blabla, fatto di chiacchiere senza senso.
    Il valore simbolico della vista
    Il significato della lirica ruota intorno alle opposizioni riferite al nucleo tematico della vista: la donna è detta insetto miope, ma in realtà capace di smascherare l’ipocrisia dei furbi, con il suo buon senso e la sua sensibilità nel cogliere l’essenza del reale (radar di pipistrello). Questa antitesi è condensata nell’ossimoro erano ingenui quei furbi, rivelazione della superficialità di uomini che si credono smaliziati. L’insetto miope e smarrito è la stessa donna dalle pupille tanto offuscate di Ho sceso, dandoti il braccio: è lei che riesce a vedere al di là delle apparenze ingannevoli e a comprendere ciò che conta, grazie alla sua intelligenza di vita.
    Anche in Ho sceso... si ritrova la tematica del reciproco sostegno: il poeta le dava sì il braccio per aiutarla a scendere le scale, ma era lei la guida autentica nel/ungo viaggio della vita.
    Le caratteristiche dello stile
    La poesia ha un tono colloquiale insieme a un’accurata struttura sintattica: quattro periodi, di cui il primo e il quarto occupano tre versi, il secondo e il terzo due versi e mezzo. Il lessico prosaico è intessuto di corrispondenze tra le rime: capito-incimurrito (rima interna), fossi-fossi (anafora), zimbello-pipistrello.
    La rima interna blabla-società dimostra la capacità di Montale di usare forme linguistiche da mass media. Da notare gli enjambements (se io fossi / il tuo cane fede/e; Erano ingenui / quei furbi; dal tuo / radar).

     
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