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parafrasi di Saul atto IV scena III
ATTO QUARTO
Scena terza
SAUL, GIONATA
SAUL Gionata, mi ami? . . .
GIONATA Oh padre! . . . Io ti amo: ma tempo fa ritenevo più cara la vostra gloria:
quindi ai tuo comportamenti ingiusti, quale figlio potrebbe opporsi,
io mi oppongo talvolta.
SAUL Al padre il braccio
spesso trattieni tu: ma, quel mio pugnale che non mi lasci infilzare nel petto di altri,
nel tuo petto lo ritorci. Ora serva, serva
questo David lascio vivere; in breve arriverà sua figlia, sua figlia
non senti nessuna voce nel tuo cuore, che grida?
"figlia di David 'll re."-David? figlia che non conoscerò.
GIONATA E nel tuo cuore, una voce più terribile,
Dio non ti grida? "Il mio diletto è David;
è l'uomo che ha scelto il signore". questo non dimostra e giustifica ogni suo atto?
La feroce invida rabbiosa
di Abner, non si fece muta al suo cospetto?
Tu stesso, allora eri tornato in te, alla sola apparizione di egli,
non senti svanire la tua diffidenza,
qual nebbia del pianeta al raggio?
E quando in te torna lo spirito maligno,
tu credi che io ti trattenga il braccio?
Dio te lo trattiene. qualora gli puntassi il pugnale al petto
subito una forza ti ritirerebbe il braccio e cadresti
piangendo ai suoi piedi; pentiti padre che sei esempio per noi tutti
SAUL Pur troppo quello che dici è vero. è una cosa inspiegabile
questo David per me. appena mi vide Ela, piacqui al suo sguardo,
ma mai al suo cuore. Quando invece io mi innamorerei immediatamente.
divide un uomo a metà: lei mi disarma, e mi colma
di tanta meraviglia, che divento
al suo cospetto un nulla . . . Ah! questa è di certo la vendetta della mano sovrana.
ora comincio a conoscere la maledetta mano . . . Ma che? quale ragione sto cercando? . . .
Dio, non l'offesi mai: questa è la vendetta dei sacerdoti. David è strumento dei sacerdoti,
a Roma egli vide
Samuèl moribondo: l'olio con il quale veniva unto, gli calmava il sonno.
Chi sa, chi sa, se il sacro olio del cielo,
con il quale mi unse la fronte, non lo versò anche sulla testa del nemico?
Forse tu sai tutto . . . Parla . . . Ah! sì, sai tutto: racconta.
GIONATA Padre, non so nulla e se anche fosse così,
e se anche sapessi mi vergognerei a parlarne con te
oppure non dovrei? non sono forse il tuo primogenito?
Qualora morirai non lascerai a me il tuo trono? Se io quindi taccio chi può accusarmi?
Eccello in coraggio virtù e senno,
Quanto David può valere più di me?
Ora se chi dona e toglie i regni, non ne darà mai a David,
prova migliore di questa non posso pensare? egli è più degno di me:
a condurre i suoi figli lo vuole dio.-Ma intanto, io giuro,
che a te suddito fidato, lui era sempre un figlio fedele. Ora concedi l'avvenire a dio, cui spetta il tuo cuore nel frattempo , contro il vero, deh! non si indurisca.
Se in Samuèl non vi era la bontà,
come, con semplice atto, infermo un veglio,
già del sepolcro a mezzo, oprar potea
tanto per David mai? Quel misto ignoto
d'odio e rispetto, che per David senti;
quel palpitar della battaglia al nome,
(timor da te non conosciuto in pria)
donde ti vien, Saulle? Havvi possanza
d'uom, che a ciò basti?
SAUL Oh! che favelli? figlio
di Saùl tu?-Nulla a te cal del trono?
Ma, il crudel dritto di chi 'l tien, nol sai?
Spenta mia casa, e da radice svelta
fia da colui, che usurperà il mio scettro.
I tuoi fratelli, i figli tuoi, tu stesso
non rimarrà della mia stirpe nullo
O ria di regno insazïabil sete,
che non fai tu? Per avere il regno, uccide
il fratello il fratel; la madre i figli
la consorte il marito; il figlio il padre
il trono è una sedia di sangue.
GIONATA vuoi usare lo scudo contro la ferocia del cielo?
Non le minacce ma solo le preghiere possono calmare
l'ira terribile di Dio, che il superbo colpisce, e sull'umile risparmia..